venerdì 9 dicembre 2016

“HYBRIS” E IL RENZISMO … (prima parte)

“Hybris” è un termine greco traducibile come “tracotanza” (“eccesso, superbia, orgoglio”); è la presunzione della propria potenza e fortuna, una ostinata sopravvalutazione delle proprie forze; è un accecamento mentale che impedisce all'uomo di riconoscere i propri limiti e di commisurare le proprie forze e che conduce ad uno strappo nel tessuto armonico della realtà; in contrapposizione vi è “Dike” (la Dea della Giustizia) che “castiga la tracotanza umana” (“nemesis” cioè la punizione giustamente inflitta, come avviene per esempio nel mito di Icaro).
Credo che questo termine greco ben rappresenti il fenomeno del renzismo (e non solo …) punito dall’esito del referendum costituzionale del 4/12/16 che ne attesta la sua crisi attuale, ma non la sua fine. Vediamone alcune aspetti.

venerdì 2 dicembre 2016

NO … è meglio!

Elettore,   il prossimo 4 dicembre è utile votare perché è un referendum (senza quorum) sulla nostra Costituzione; nel pieno rispetto di ciascuna posizione relativa alla riforma Renzi/Boschi che deve essere confermata o respinta dall’esito referendario, vota come vuoi, ma vota consapevole dell’importanza di tutelare “i nostri diritti”.
Mi permetto di condividere con Te alcune brevi riflessioni in proposito.

lunedì 21 novembre 2016

«UNA CLIENTELA ORGANIZZATA, SCIENTIFICA, RAZIONALE COME CRISTO COMANDA. AH, CHE COSA BELLA!» (V. De Luca)

L’audio pubblicato dal giornale “Il fatto quotidiano” del discorso tenuto da Vincenzo De Luca (governatore della Campania) martedì 15/11/2016 in un albergo di Napoli davanti a 2-300 amministratori campani sulla propaganda per fare vincere il SI al referendum è di fondamentale importanza perché è un’apologia esemplare del clientelismo, assai utile non solo per comprendere le “ragioni sottostanti” a certe modifiche costituzionali, ma soprattutto per far comprendere come funziona questo sistema di potere.
De Luca parla chiaro (“Qui non ci sono giornalisti e possiamo finalmente parlare tra di noi”) e  invita i sindaci in sala a preoccuparsi nei prossimi giorni solo ed esclusivamente del referendum (“Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato”), perché bisogna che vinca il SI (“Il 4 dicembre ci giochiamo l’Italia, se le cose vanno male l’esito sarà imprevedibile. A me interessa che manteniamo la Campania unita sugli interessi fondamentali”).

martedì 15 novembre 2016

SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI.

Sarzana è un comune di 21.950 abitanti e una densità per Kmq di 642,4 residenti; Ameglia è un comune di 4.416 abitanti e una densità per Kmq di 315,4 residenti; entrambe sono situate nella bassa valle del Magra e attualmente sono governate da due amministrazioni diverse: il PD guida da sempre Sarzana, mentre ad Ameglia l’attuale maggioranza De Ranieri/Giampedrone da pochi anni è alla guida del Comune, dopo essere subentrato alle precedenti amministrazioni a guida PD.
I due Comuni sono diversi sotto molti profili, ma in questo momento sono accomunati da un problema economico-finanziario di notevole importanza: provare a sistemare l’esposizione deficitaria della loro partecipata “in house.

martedì 8 novembre 2016

LO STRARIPANTE “POPULISMO” DEL GOVERNO RENZI (terza parte)

La campagna referendaria del SI è imperniata su messaggi che “cavalcano” apertamente il già diffuso e dilagante “populismo”, alcuni espliciti esempi: “Vuoi meno costi della politica e meno poltrone?”; “Vuoi leggi più semplici e un parlamento più efficiente?”; “Una riforma contro caste e privilegi, per liberare e far crescere l’Italia”; “Costi della politica: la riforma è l’unico strumento per ridurli davvero”; ecc..
Altri messaggi alludono alle doti “salvifiche e taumaturgiche” della riforma Renzi/Boschi”, alcuni chiari esempi: “Riforma del Titolo V: diritto alla salute uguale per tutti”; “Perché la riforma costituzionale aiuterà il turismo Italiano”; “Come la riforma del Titolo V alleggerisce le bollette”; “Trasparenza e risparmi: con la riforma, basta sperperi nei gruppi regionali”; “Per avere leggi in tempi più rapidi”; “Vuoi cambiare il nostro paese?”; ecc..

sabato 22 ottobre 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: IL PREMIERATO STRISCIANTE (parte decima)

Renzi afferma che la sua riforma costituzionale “non tocca il potere del presidente del Consiglio”, cioè non li aumenta, dato che “nessun articolo riguarda i suoi poteri”.
Se è tecnicamente vero che nella riforma Renzi/Boschi non ci sono interventi espliciti sui poteri del Presidente del Consiglio (l’art. 95 della Costituzione resta invariato), in sostanza, però, ci sono alcune previsioni che portano direttamente e/o indirettamente ad un maggiore accentramento di poteri sul Governo e sul suo Presidente. Ragioniamo intorno a queste previsioni.

venerdì 14 ottobre 2016

UN QUESITO REFERENDARIO NON NEUTRALE MA SIMILE AD UNO SPOT. (seconda parte)

La legge sul Referendum (art. 16 legge n. 352/1970) prescrive che un quesito riporti i riferimenti sintetici sia agli articoli modificati che al loro contenuto, informazioni normalmente contenuti nell’intestazione della legge; su questa base in data 6/5/2016 e 8/8/2016 la Cassazione ha ammesso il quesito nella sua attuale formulazione. Quindi, da un punto di vista formale sembrerebbe tutto nella regolarità, ma sotto il profilo sostanziale il quesito referendario assomiglia troppo ad uno “spot” pubblicitario assai accattivante e, quindi, non è neutrale come dovrebbe.
Occorre ricordare che quando nell’aprile 2014 il Governo ha presentato (a firma Renzi/Boschi) il disegno di legge costituzionale n. 1.429 l’intestazione era esattamente quella che è poi rimasta fino al termine dell’iter di approvazione e che poi è finita nel quesito.

giovedì 13 ottobre 2016

SE RENZI “CAVALCA” L’ANTIPOLITICA … (prima parte)

La campagna referendaria a favore del SI ci sta regalando slogan tipici della cosiddetta antipolitica”, termine normalmente usato in senso negativo-dispregiativo (e spesso accostato al termine “populismo”): a) per indicare l’uso di argomenti o espressioni che «parlano alla pancia del popolo»; b) a quel sentimento assai diffuso di astio verso l’intero ceto politico; c) è l’ideologia del «siete tutti ladri/disonesti/privilegiati/ecc.» o «andate a lavorare/costate troppo/non fate nulla/ecc.»; d) è un sentimento generalizzato di disprezzo che accomuna i politici «siete tutti uguali/avete gli stessi vizi/ecc.».
La campagna di propaganda del SI utilizza molte espressioni tipiche di questa “antipolitica”; alcuni esempi: «per cancellare poltrone e stipendi …»; «Per togliere poteri alle regioni inefficienti …»; «mai più ping pong infinito delle leggi …»; ecc.. 

domenica 9 ottobre 2016

LE OSCURE COMPLESSITÀ DELLA (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE (seconda parte)

Nel corso di una lezione (aprile 2016) l’attuale Presidente del Senato Grasso ha affermato che le leggi italiane sono: Troppe e scritte male”; e dopo aver ricordato che le leggi nascono dal rapporto politico fra governo e Parlamento e tra maggioranza e opposizione, ha auspicato una maggiore semplificazione (“Nonostante diversi tentativi, passati e in corso, resta un dato oggettivo, che l'Italia ha un numero di leggi in vigore quindici o venti volte superiore agli altri grandi Paesi europei, situazione che rende difficile al cittadino conoscere e comprendere le norme”) e una migliore qualità delle norme (anche attraverso un accurato lavoro di istruttoria nelle commissioni). Grasso ha concluso ricordando che Una legge ben scritta non solo è più comprensibile, e quindi più efficace, ma è applicabile in maniera più uniforme, riducendo gli spazi interpretativi per chi deve attuarla”.

giovedì 6 ottobre 2016

UNA RIFORMA SCRITTA MALE, CONFUSA E CONTRADDITTORIA (prima parte)

George Orwell nel 1948 diceva che: “La nostra civiltà è in una fase decadente. E il nostro linguaggio non può che condividere questo crollo”. Un esempio di decadenza linguistica è ben rappresentato dal confronto fra il testo della costituzione del 1948 e quello della riforma Renzi/Boschi del 2016 oggetto del prossimo referendum del 4/12/2016.
In generale, occorre ricordare l’importanza di scrivere bene il testo di una legge, ovvero la sua chiarezza nelle espressioni utilizzate, evitando per esempio i richiami normativi generici e/o il continuo ricorso a eccezioni che rendono difficile la sua comprensione. Lo scrittore Carofiglio sostiene che “Le leggi sono scritte malissimo. Volutamente. Per ragioni culturali e procedurali. Il ceto dei giuristi parla in maniera deliberatamente incomprensibile, per poter utilizzare il potere dell’oscurità. Se le leggi e gli atti giuridici sono incomprensibili c’è necessità di un mediatore, di un interprete, di un titolare di questa funzione sacerdotale che è appunto il giurista. È un fatto di potere, oltre che di pigrizia e narcisismo”.

venerdì 30 settembre 2016

CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA (terza parte)

Gli Istituti Autonomi per le Case Popolari (Iacp), in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale n. 9 del 1998, si sono trasformati in Aziende Regionali Territoriali per l'Edilizia (ARTE), una per le quattro province liguri; le quattro ARTE possiedono gran parte del patrimonio di edilizia sociale della regione.
Statutariamente le finalità delle ARTE: “è quella di provvedere al miglioramento delle condizioni abitative della popolazione ed al soddisfacimento della domanda abitativa espressa dalla stessa con particolare riferimento alla domanda proveniente dalle fasce sociali a minor reddito”.

venerdì 23 settembre 2016

LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI (seconda parte)

Dopo aver analizzato la “prima cartolarizzazione beni Asl” (iniziata negli anni 2006-2008), cioè la dismissione del patrimonio non più strumentale ai fini sanitari delle Asl, finalizzata alla copertura del debito sanitario del 2005 (di € 252,7 milioni), passiamo ad esaminare la “seconda cartolarizzazione beni Asl”, riguardante la vendita di altri beni pubblici destinata sempre al ripianamento del “buco” nella spesa sanitaria ligure del 2011 ammontante a € 144,2 milioni (per la prima cartolarizzazione vedere questo post:http://appunticorsari.blogspot.it/2016/09/la-prima-cartolarizzazione-dei-beni.html#more).
La legge finanziaria 2011 della Regione Liguria (LR n. 22 del 24/12/2010) all’art. 22 e 23 stabiliva la costituzione di un fondo alimentato dai proventi delle vendite immobiliari dei beni di proprietà degli enti del settore regionale allargato non direttamente impiegati per lo svolgimento di attività istituzionali ovvero per i quali fosse prevista la destinazione ad altro utilizzo. Tali risorse, se provenienti dalla vendita di beni delle aziende sanitarie, dovevano essere destinate sia al ripiano di disavanzi che a programmi di investimento delle Asl; mentre, se proveniente da altri enti, al finanziamento dei loro programmi di intervento. Tali beni dovevano essere ceduti ad ARTE Genova (ex IACP, Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia) il quale corrispondeva alla Regione un prezzo pari al valore dei beni nello stato di fatto in cui si trovavano.

sabato 17 settembre 2016

LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI (prima parte)

Dopo aver esaminato nel dettaglio il caso dell’ampliamento della Casa della Salute di Sarzana, al fine di far comprendere l’importanza e l’articolazione della problematica occorre fare “un passo indietro” ed esaminare brevemente l’operazione denominata prima cartolarizzazione beni Asl, cioè la dismissione del patrimonio non più strumentale ai fini sanitari delle Asl, finalizzato alla copertura del debito sanitario del 2005.
L’esigenza era quella di “tappare” il “buco” della Sanità che nel 2004 ammontava a € 310,5 milioni e nel 2005 a € 252,7 milioni; per coprire questo “buco” erano state adottate misure specifiche che prevedevano: 70 milioni da aumenti addizionale Irpef; 9,7 milioni da aumenti tariffari; 53 milioni da risparmi sul bilancio regionale; 120 milioni di euro dalle dismissioni patrimoniali.

martedì 13 settembre 2016

SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA (terza parte)

L’ipotesi di riacquisto della porzione dell’immobile adiacente all’attuale Casa della Salute di Sarzana, già oggetto nel 2006 di un operazione di cartolarizzazione di beni delle Asl conclusasi con la vendita nel 2008 a favore di Fintecna Immobiliare (ora CDP Immobiliare), prevedeva non l’acquisizione diretta ma intermediata dalla società IDeA FIMIT sgr di Milano, la quale a sua volta avrebbe acquistato il bene da CDP Immobiliare, per poi ristrutturarlo secondo le esigenze dell’Asl5 e rivenderlo a quest’ultima al prezzo presunto di € 2,5 milioni.
Non sono state fino ad oggi rese note le motivazioni e, soprattutto, le convenienze che avevano originariamente consigliato Asl5 ad accettare il riacquisto mediante una intermediazione della società IDeA FIMIT sgr.

mercoledì 7 settembre 2016

SPESA SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA (prima parte)

La polemica sulla ri-acquisizione di un fabbricato adiacente all’attuale Casa della Salute ha reso ulteriormente evidente la miopia di un certo modo di governare la finanza regionale e di amministrare la sanità pubblica.
Nel periodo 2006-2008 è stato deciso dalla Giunta Burlando di ripianare 120 milioni (dei  252,7 milioni) di deficit della sanità regionale del 2005 con la vendita di beni pubblici di proprietà di Asl e di Ospedali (cartolarizzazione) che erano inutilizzati e ritenuti non più utili alle necessità organizzative del servizio sanitario regionale.

giovedì 18 agosto 2016

(CONTRO)RIFORMA RENZI/BOSCHI: ALLA DISPERATA RICERCA DI PADRI NOBILI … e le tecniche di propaganda.

La propaganda per il SI al referendum di novembre 2016 sta sempre di più facendo uso di frasi pronunciate da personaggi del passato politico italiano nel tentativo di operare un collegamento con la storia, in particolare con quella della sinistra, specie comunista.
Si tratta di una vera e propria corsa al “santino”: una frase, una foto e l’immancabile richiamo al SI referendario.
Occorre evidenziare che spesso siamo in presenza di un utilizzo indebito dell’altrui pensiero, modificato e piegato a logiche diverse dal contesto storico, dal loro senso e dalla storia del personaggio evocato.

giovedì 7 luglio 2016

PANICO DA REFERENDUM: LA GOVERNABILITÀ RICHIESTA DAI POTERI ESTERNI … (seconda parte)

Nella Relazione datata 8/4/2014 al disegno di legge costituzionale (Atto Senato n. 1429, presentato da Renzi/Boschi), nella parte relativa alle linee d’indirizzo del progetto di riforma è indicata una delle ragioni di fondo del provvedimento: rafforzare l’efficienza dei processi decisionali e di attuazione delle politiche pubbliche nelle quali si sostanzia l’indirizzo politico, al fine di favorire la stabilità dell’azione di governo e quella rapidità e incisività delle decisioni che costituiscono la premessa indispensabile per agire con successo nel contesto della competizione globale”.
Le ragioni di fondo della riforma costituzionale Renzi/Boschi si ritrovano nell’esigenza di “governabilità”, che diventa, dunque, un valore primario indispensabile tanto da provocare una riforma (appunto) della Costituzione per superare la cronica debolezza degli esecutivi nell’attuazione del programma di governo, la lentezza e la farraginosità dei procedimenti legislativi”.

sabato 2 luglio 2016

PANICO DA REFERENDUM: TRA “PAURE” E OTTIMISMO (prima parte)

Confindustria si è schierata a favore del SI sul referendum costituzionale perché assicurerebbe: una maggiore stabilità e governabilità del Paese; una riduzione dei tempi decisionali; una semplificazione e una modernizzazione dei rapporti tra i diversi livelli di governo; un efficientamento della finanza pubblica. Il suo Centro Studi ha avvertito che: “Una vittoria dei no nel referendum sulle riforme costituzionali porterebbe l'Italia a una recessione che costerebbe 4 punti di Pil in meno nel triennio 2017-2019, 600 mila occupati in meno e 430 mila persone in condizione di povertà”. Inoltre, il costo per l'Italia della Brexit è nel biennio 2016-2017 di 0,6 punti di Pil, 81 mila unità di occupazione, 154 euro pro-capite e 113 mila poveri. Ancora, il presidente di Confindustria ha confermato l'importanza di portare avanti “con coraggio e determinazione” un percorso “deciso” di riforme costituzionali, istituzionali ed economiche, “perché le riforme sono la chiave per accendere il motore dell'economia.

mercoledì 29 giugno 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: DECISIONISMO SUPERFICIALE E CONFUSO (parte nona)

Tra le definizioni date da Renzi sulla sua riforma costituzionale scegliamo questa: “Ci accingiamo ad andare verso una forma di democrazia decidente”. Con questa frase Renzi non descrive l’essenza della sua riforma, poiché semplicemente riprende una espressione di Calamandrei, ma la stravolge utilizzandola in senso propagandistico e demagogico per sottolineare alcuni aspetti, come il decisionismo che si contrappone alla lentezza del parlamentarismo degli “inciuci”; il nuovo e il giovane contro il vecchio; il veloce contro il lento; il cambiamento contro la conservazione ... Ma se anche la si considerasse nel merito, questa frase risulta non vera se riferita alla riforma Renzi-Boschi e per dimostrarlo ci limitiamo qui a tre aspetti.

domenica 26 giugno 2016

VINCE BREXIT ... RIPARTIAMO DA SPINELLI … Per un'Europa libera e unita

È brexit … e ora? Ora si deve rilanciare l’Europa, perché così come è non va. In Europa il Regno unito è il Paese che gode del maggior numero di “opt-out” cioè di “rinunce” o, meglio, di atti di sottrazione alla legislazione europea, che Londra ha contrattato con Bruxelles (per esempio è fuori dal Fiscal Compact e dall’Unione bancaria, da Schengen e dall’euro) ... ma nonostante questi “vantaggi” non è bastato.
L’Europa è al crepuscolo perché sta dimostrando di non saper affrontare le due grandi crisi: quella economica e quella migratoria. I segni della crisi sono evidenti e preoccupanti, ma in un'epoca contrassegnata da euroscetticismo e da un populismo denigratore, non bisogna commettere l’errore di rinunciare all’analisi critica e alla speranza; bisogna reagire all’evidente declino dell’ideale europeo nella società, la rinascita dei nazionalismi, la mancanza di leadership nelle classi dirigenti, gli effetti deprimenti della recessione e della stagnazione.

venerdì 24 giugno 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: SUI RISPARMI I CONTI NON TORNANO … TRA APPROSSIMAZIONI E DEMAGOGIA (parte ottava)


I fautori della riforma costituzionale Renzi/Boschi sottolineano l’importanza dei risparmi che si otterranno dalla sua entrata in vigore. La Boschi ha dichiarato in più occasioni che si tratterebbe di circa 500 milioni di risparmi: 80 milioni l’anno dalla riduzione dei senatori; altri 70 milioni da risparmi sulle Commissioni, rimborsi ai gruppi e riduzione dei funzionari del Senato; 320 milioni l’anno dal superamento delle Province; 20 milioni dalla soppressione del Cnel.
In altre occasioni altri esponenti hanno avanzato stime di risparmi più consistenti. Il sottosegretario Delrio ha dichiarato che i risparmi dalla sola abolizione delle Province saranno dell'ordine di 850 milioni l'anno. Renzi twittava il 19/1/2014 su risparmi di circa 1 miliardo: “Via i senatori, un miliardo di tagli alla politica, a dieta le Regioni, legge elettorale anti larghe intese. Se si chiude, Italia #cambiaverso”. Il calcolo renziano era questo: se sommiamo gli 850 milioni di risparmi per l'abolizione delle Province, i 50 del Senato, i 20 del Cnel e i 44 provenienti dalle Regioni (24 per la riduzione delle indennità e i 20 per l'abolizione dei finanziamenti ai gruppi), arriviamo a 964 milioni l'anno. Altri esponenti hanno parlato chi di 2 e chi di 4 miliardi di risparmi. Insomma una gara a chi la spara più grossa, poiché mancano al momento analisi precise e studi seri … ma alcune ricerche ci sono … e smentiscono le “favole” sui risparmi.

venerdì 10 giugno 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: LA FAVOLA DELLE PROVINCE, ELIMINATE COME NOME e RINATE COME ENTI DI AREA VASTA … (settima parte)

La riforma costituzionale Renzi/Boschi ha cancellato dal nuovo testo ogni riferimento alle “Province”, portando a compimento un impegno preso in precedenza da vari governi e ritenuto un passaggio essenziale per favorirne la soppressione. Se però si approfondisce l’articolazione del testo di riforma allora si scopre che non si può parlare di eliminazione, semmai di trasformazione della Provincia (quale ente costituzionalmente necessario dotato di funzioni proprie) in ente di secondo grado genericamente denominati “enti di area vasta”, previsti da una disposizione finale della riforma stessa (art. 40, comma 4), che rimanda l’attribuzione dei suoi profili ordinamentali generali alla legge statale e le ulteriori disposizioni alla legge regionale.

mercoledì 8 giugno 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: UNA CORTE SOPRA LE PARTI O DI PARTE? (sesta parte)

Le nuove norme costituzionali che saranno oggetto del prossimo referendum apportano alcune modifiche anche al titolo VI intitolato “Garanzie costituzionali”, nella parte che tratta della Corte Costituzionale (art. 134-137). Il ruolo svolto dalla Corte è cruciale per l’ordinamento giuridico, poiché con le sue pronunce vengono eliminati dubbi interpretativi su disposizioni di legge o sull’effettiva competenza dei diversi organi dello Stato, “supplendo” spesso al legislatore e/o al Governo, come avvenuto a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001.
Sulla Corte costituzionale le modifiche introdotte dalla riforma riguardano in particolare: a) un comma aggiunto all’art. 134 attinente alla verifica di “legittimità costituzionale delle leggi che disciplinano l’elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica”; b) le elezioni dei suoi membri, prevedendo all’art. 135 che la sua composizione di quindici giudici, dei quali un terzo nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative, “tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica”.

venerdì 3 giugno 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: UN PRESIDENTE ARBITRO O UNO DEI GIOCATORI? (quinta parte)

La nuova riforma della Costituzione oggetto del prossimo referendum per quanto riguarda  la figura del Presidente della Repubblica (contenuta negli art. 83-96 della Costituzione), mantiene la sua  natura di “capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionalee i suoi compiti, modifica sostanzialmente solo  l’art. 83 nelle modalità della sua elezione:
a)                  partecipano al voto solo 630 deputati e i 100 senatori; scompaiono quindi i 59 delegati regionali e 215 senatori (274 elettori in meno); rimangono inoltre i senatori di diritto e a vita attuali.

lunedì 30 maggio 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: RAFFORZAMENTO DELL’ESECUTIVO E PREMIERATO FORTE (quarta parte)

La riforma costituzionale che verrà sottoposta a Referendum non è esplicitamente preordinata a modificare la forma di governo parlamentare vigente, ma si prefigge obiettivi di sostanziale rafforzamento del potere esecutivo e della stabilità di governo, grazie soprattutto a due elementi: a) la fiducia monocamerale e b) una corsia preferenziale. Esaminiamole con attenzione.
a)                  La titolarità del rapporto fiduciario col Governo è attribuita alla sola Camera (fiducia monocamerale, cioè con la piena esclusione del Senato), con deputati eletti da una legge elettorale maggioritaria (Italicum) che assicura una maggioranza del 55%.

domenica 22 maggio 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: IL RIDIMENSIONAMENTO DELLE AUTONOMIE LOCALI E UNA DERIVA NEOCENTRALISTA (terza parte)

La riforma Costituzionale 2016 prevede, da una parte, l’istituzione di un Senato che “rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”; dall’altra, procede ad una nuova modifica del Titolo V della Costituzione (articoli dal 114 al 133), cioè di quella parte della Costituzione dedicata a “le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni” definiti “enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”; l’insieme di questi due punti farebbe pensare a una omogenea riforma del regionalismo, ma non è vero … cerchiamo di ragionarci sopra per dimostrarlo con opportune argomentazioni.

sabato 14 maggio 2016

CONTRO-RIFORMA COSTITUZIONALE: UN SENATO DI “DESIGNATI” … UN GOVERNO “PIGLIATTUTTO” (seconda parte)

Nel precedente post abbiamo esaminato le incongruenze della riforma del nuovo Senato, mettendo in risalto come l’abolizione della elezione diretta sia in contrasto con il permanere di una articolata funzione legislativa del Senato stesso; il problema vero sono le competenze rapportate al tipo di elezione e in tal senso è esagerata anche la previsione dell’immunità.
Ora approfondiamo altri aspetti: la composizione e le modalità di designazione dei senatori.
Il futuro Senato sarà composto da consiglieri regionali e da sindaci designati dai rispettivi organi regionali: * 74 saranno consiglieri regionali eletti dai Consigli regionali di appartenenza; * 21 saranno sindaci eletti dai Consigli regionali, nella misura di uno per ciascuno, fra tutti i sindaci dei comuni della Regione.

mercoledì 4 maggio 2016

IL NUOVO SENATO: UNA (CONTRO)RIFORMA CONFUSA E POCO INCISIVA (prima parte)

L’analisi della riforma costituzionale (definitivamente approvata nell’aprile 2016 e oggetto del referendum) ha un titolo: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, …”; è un titolo accattivante che verrà riportato nella scheda referendaria; è un titolo che ammicca alla protesta diffusa contro le lentezze parlamentari e i costi della politica; un titolo che potrà dare agli elettori una certa indicazione, non interamente scevra da considerazioni di tipo populistico.

venerdì 29 aprile 2016

VERSO IL REFERENDUM: LIBERTÀ E GIUSTIZIA SOCIALE (una premessa …)

Libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile, l’un termine presuppone l’altro: non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà, come non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale”… prendo questa frase dal discorso di insediamento a Presidente della Repubblica di Sandro Pertini del 9 luglio 1978, poiché questi due termini costituiranno il filo rosso (o termini su cui fondare un ragionamento) delle riflessioni che su questa pagina verranno svolte sulla proposta di riforma costituzionale approvata il 12/4/2016 dalla Camera in quarta lettura al termine dell’iter previsto dalla Costituzione stessa.

lunedì 4 aprile 2016

PARTECIPATE: IL CASO SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (parte terza)

Con deliberazione del Consiglio Comunale di Sarzana n. 69 del 30/07/2007 veniva approvata la costituzione della Società denominata “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio S.r.l. a socio unico” (in breve SPS, poiché in data 17/10/2011 a rogito notaio Pucci veniva modificato lo Statuto della società per ampliamento dell’oggetto sociale e cambio della denominazione in “Sarzana Patrimonio e Servizi Srl”), approvandone il relativo Statuto. Con atto rogato dal Notaio Pucci in data 17/10/2007 veniva costituita la Società a totale partecipazione del Comune di Sarzana, con un capitale sociale di € 20.000, società soggetta pertanto alla disciplina “in house providing”.

mercoledì 30 marzo 2016

PARTECIPATE: IL CASO AMEGLIA SERVIZI TURISTICI … (parte seconda)

Ameglia Servizi Turistici Srl (AST) è una società a capitale sociale di proprietà interamente del Comune di Ameglia, società costituita il 27/1/2003 con rogito notarile, per una duplice esigenza dell’Ente locale: offrire servizi di qualità superiore rispetto ad una gestione diretta dell’Ente e creare nuove opportunità occupazionali. All’iniziale gestione del porticciolo di Bocca di Magra si sono aggiunti via via nuovi servizi (pulizia, spazzamento, gestione impianti sportivi, gestione cimiteri, pulizia e mantenimento cigli stradali e pista pedonale ecc...), raggiungendo fino a circa 20 dipendenti, raddoppiando in pochi anni il volume di affari. La Società Servizi Srl, da società prevalentemente strumentale, è stata trasformata in società per la gestione di servizi pubblici di interesse generale.

lunedì 28 marzo 2016

SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA … (prima parte)

Le aziende partecipate da Enti Pubblici (Comuni, Province, Regioni, Ministeri, società pubbliche) sono un vero e proprio universo parallelo al già ipertrofico mondo della Pubblica Amministrazione.
In data 07/08/2014 è stato reso pubblico il programma di razionalizzazione delle società partecipate locali redatto dal Commissario Cottarelli che ha evidenziato la presenza di quasi 8.000 aziende a partecipazione diretta o indiretta, ovvero tramite altre partecipate, presenti in diverse forme: associazioni, fondazioni, consorzi, società; la forma societaria è però la più diffusa.