domenica 15 novembre 2020

PANDEMIA: UNA SCONCERTANTE IMPREPARAZIONE … (terza parte)

Nelle ultime settimane la diffusione dei contagi da covid-19 dimostra l'arrivo di una 
seconda ondata”, come era stato ampiamente previsto e come era facilmente prevedibile.
Già da agosto-settembre alcune aree (tra cui proprio la provincia spezzina) avevano registrato una forte ripresa della diffusione del contagio da covid-19 (vedere questo post: QUI), ma piano piano la diffusione del covid-19 si è generalizzata, investendo anche le aree del Centro-Sud fortunatamente risparmiate dalla “prima andata”: “12 regioni al giorno 11/11/2020 avevano superato almeno una soglia critica in area medica o TI. Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni/PPAA hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 1.939 (01/11) a 3.081 (11/11); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 18.902 (01/11) a 29.444 (11/11)” (Report n. 26 al 11/11/2020).
Al 13/11/2020 i dati confermano un sostanziale peggioramento: +40.902 nuovi casi con un totale di attualmente contagiati pari a 663.926 che portano il totale dei contagiati dall’inizio a 1.107.303; +1.041 ricoverati con sintomi per un totale di attualmente ricoverati pari a 30.914, di cui +60 nuovi ricoverati in terapia intensiva con un totale di 3.230 degenti; +550 nuovi decessi con un totale di 44.139 morti (Bollettino del 13/11/2020).

sabato 7 novembre 2020

LA SANITÀ SPEZZINA NELLA PANDEMIA (terza parte)

La pandemia da covid-19 ha inevitabilmente posto al centro dell’attenzione generale il funzionamento e la tenuta istituzionale e organizzativa del Servizio Sanitario Nazionale (SSN); a partire dal febbraio 2020 fino ad oggi sono però emerse notevoli criticità, tra le quali per esempio: le strutture obsolete; gli organici ridotti; le diverse problematiche dell’assistenza ospedaliera e di quella territoriale; l’eccessivo ricorso all’ospedalizzazione in assenza di una efficace assistenza territoriale; la scarsità di mezzi e dispositivi essenziali (es. ventilatori polmonari nelle terapie intensive); gli operatori sanitari a volte privi di mezzi e sistemi di sicurezza; i ricorrenti conflitti tra il livello nazionale e quello regionale; la disomogeneità territoriale organizzativa e gestionale dei vari Servizi Sanitari Regionali (SSR); le confusioni nelle indicazioni comportamentali e nella messa in atto di misure per rilevare e/o impedire il contagio.
In questo “problematico contesto” gli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici, OSS, ecc.) hanno dovuto supplire con il proprio impegno personale alle carenze organizzative e alla confusione gestionale, assistendo i pazienti “al meglio” delle proprie possibilità.   
Gli esponenti dei vari partiti/movimenti/gruppi si sono divisi principalmente in base alla loro collocazione al governo nazionale, regionale e comunale e, conseguentemente, le critiche o le giustificazioni spesso sono state improntate a pura “propaganda partigiana”, con una totale assenza di capacità di analisi, di riflessione sui dati, di proposta dei rimedi e di lungimirante programmazione del futuro.