venerdì 29 aprile 2016

VERSO IL REFERENDUM: LIBERTÀ E GIUSTIZIA SOCIALE (una premessa …)

Libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile, l’un termine presuppone l’altro: non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà, come non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale”… prendo questa frase dal discorso di insediamento a Presidente della Repubblica di Sandro Pertini del 9 luglio 1978, poiché questi due termini costituiranno il filo rosso (o termini su cui fondare un ragionamento) delle riflessioni che su questa pagina verranno svolte sulla proposta di riforma costituzionale approvata il 12/4/2016 dalla Camera in quarta lettura al termine dell’iter previsto dalla Costituzione stessa.

Questa proposta, prima di entrare in vigore, dovrà superare il referendum confermativo, il quale non richiede il raggiungimento di un quorum e la consultazione sarà valida qualunque sia il numero di persone che si recheranno alle urne.
Una riforma dell’ordinamento dello Stato è senza dubbio una cosa importante e sarà bene che sia valutata nel merito, al di là di antipatie e simpatie prettamente ideologizzate. La speranza, dunque, è che i vari aspetti della riforma vengano esaminati e valutati con riflessioni di merito e di prospettiva in un rispettoso confronto tra varie opinioni e idee.
Alcune di queste modifiche erano discusse e attese da molto tempo, sicuramente non tutte possono essere valutate in modo pienamente positivo così come altre non sono affatto negative, ma proprio i due termini presi come filo rosso (libertà e giustizia sociale) costituiranno il criterio valutativo discriminante su questa proposta di modifica costituzionale.
Intanto cominciamo riportando il riferimento per reperire il testo approvato (che potete trovare qui: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/04/15/16A03075/sg ), affinché il confronto sia sulle cose effettivamente previste dalla riforma e non su valutazioni ideologiche o di schieramento prettamente partitico a sostegno o contro l’attuale governo Renzi e la sua variegata maggioranza.  
Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” … sono le parole che Virgilio rivolge a Catone presentandogli Dante nel racconto descritto dal primo canto del Purgatorio; parole che descrivono la reazione alla costrizione della stessa libertà entro vincoli che ne impoveriscono o ne svuotano il contenuto. Sono parole di protesta contro chi limita la libertà, ma sono anche testimonianza di resistenza estrema contro ogni oppressione.
Non è certo, tuttavia, la soggezione a delle regole che riduce il senso e la portata della libertà, poiché le regole sono una precondizione della libertà, che trova la sua origine, la sua garanzia e rinnova il suo significato autentico proprio in quel vincolo “necessitato” che è la regola. Già John Locke diceva che “senza la legge non si può essere liberi”, ma le leggi devono permettere il dispiegarsi della libertà. Sono semmai le “catene” che limitano la dignità personale e quella collettiva (la giustizia sociale) ad essere liberticide. Sotto questo profilo, a volte anche le leggi, contribuiscono a limitare la libertà e a impedire la giustizia sociale.
Sotto questo profilo, credo sia doveroso esprimere un dissenso fermo, ma ragionato e aperto al confronto, rispetto ad alcuni punti della riforma costituzionale che andremo a confermare o a respingere entro fine anno con il referendum.

Riflessioni di merito che affronteremo nei prossimi capitoli.
Euro Mazzi

 

Nessun commento:

Posta un commento