sabato 21 dicembre 2019

MES: UN’EUROPA DI TECNOCRATI? (terza parte)

Dopo aver illustrato le caratteristiche e le problematicità generali relative al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità o ESM) e alle modifiche apportate all’assistenza finanziaria, nonché ai rischi attinenti all’eventualità di una ristrutturazione preventiva del debito pubblico, occorre ora affrontare le criticità connesse con l’aumentata centralità del MES rispetto alle istituzioni europee.
1 – La centralità del MES.
La proposta di revisione considera il MES (proprio in quanto organizzazione esterna all’UE) più tecnica e più veloce nelle decisioni rispetto alla CE (struttura politica): “I membri del MES riconoscono che, ai fini dell’efficacia del dispositivo di sostegno comune e delle risoluzioni da esso finanziate, è fondamentale che il dispositivo di sostegno implichi un processo decisionale rapido ed efficiente e un coordinamento con gli Stati membri partecipanti che affiancano il MES nel finanziamento tramite il dispositivo di sostegno allo SRF” (Preambolo, punto 15ter).

mercoledì 11 dicembre 2019

MES: UNA “CALAMITÀ" PER L’ITALIA? (seconda parte)

Dopo aver illustrato le caratteristiche e le problematicità generali del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità o ESM) occorre ora affrontare le criticità connesse con la proposta di revisione del trattato istitutivo (siglato il 2/2/2012 ed entrato in vigore l’8/10/2012) di questo strumento di assistenza finanziaria agli Stati membri dell’Unione Europea (UE).
1 – Il percorso della revisione.
Nel dicembre 2017, la CE (Commissione Europea) presentava una proposta di regolamento volta a superare la caratteristica di organizzazione intergovernativa del MES, integrandolo nell’ordinamento comunitario e trasformandolo in un vero e proprio Fondo Monetario Europeo (FME). Questa proposta non raccoglieva un accordo generale e, pertanto, nel Vertice euro del 14/12/2018 veniva dato mandato di predisporre una proposta di revisione del Trattato istitutivo del MES; la proposta elaborata riceveva un generale consenso nelle riunioni dell’Eurogruppo del 13/6/2019 e del Vertice euro del 21/6/2019, rimandando il raggiungimento di un accordo definitivo al dicembre 2019, ora rinviato a inizio del 2020, scollegando altresì questa revisione dalla definizione di uno strumento europeo di bilancio per la convergenza e la competitività (BICC) e al completamento dell’Unione bancaria (la c.d. “logica di pacchetto).

sabato 7 dicembre 2019

MES: CAMMINARE SUL FILO DI UN RASOIO … (prima parte)

La recente violenta polemica esplosa sul MES (Meccanismo Europeo di Stabilità o ESM) risponde in parte notevole a esigenze propagandistiche e di differenziazione tra i partiti in una fase politica convulsa, confusa e in perenne campagna elettorale; niente di nuovo purtroppo!
Il problema della riforma del MES è, però, molto serio e non può essere banalizzato con slogan e frasi ad effetto siano esse di intonazione favorevole che contraria; anzi in merito occorre maggiore informazione e note precise, critiche e libere dai condizionamenti di schieramento perché è uno strumento di particolare importanza sia per prevenire una crisi di sistema, che per le conseguenze che potrebbe comportare per i cittadini di uno Stato in crisi.
Del resto, occorre ricordarsi che l’Italia è da tempo “un osservato speciale” in Europa proprio per la sua particolare situazione economica e finanziaria: per una elevata esposizione debitoria (il debito pubblico al 30/9/2019 era pari a 2.439 €/miliardi, con un massimo storico al 31/7/2019 di 2.466 €/miliardi); per la sua perdurante crescita moderata” se non “stagnante” (dal 2000 al 2018 il PIL è cresciuto mediamente dello 0,2% annuo, mentre nel terzo trimestre del 2019 ha registrato un incremento dello 0,3% rispetto al 2018); per il suo preoccupante rapporto debito pubblico/PIL (nel 2018 al 134,8%, +0,7% rispetto al 2017); per il  suo costante deficit di bilancio (al 2,2% nel 2018 –0,2% rispetto al 2017).