sabato 22 ottobre 2016

(CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: IL PREMIERATO STRISCIANTE (parte decima)

Renzi afferma che la sua riforma costituzionale “non tocca il potere del presidente del Consiglio”, cioè non li aumenta, dato che “nessun articolo riguarda i suoi poteri”.
Se è tecnicamente vero che nella riforma Renzi/Boschi non ci sono interventi espliciti sui poteri del Presidente del Consiglio (l’art. 95 della Costituzione resta invariato), in sostanza, però, ci sono alcune previsioni che portano direttamente e/o indirettamente ad un maggiore accentramento di poteri sul Governo e sul suo Presidente. Ragioniamo intorno a queste previsioni.

venerdì 14 ottobre 2016

UN QUESITO REFERENDARIO NON NEUTRALE MA SIMILE AD UNO SPOT. (seconda parte)

La legge sul Referendum (art. 16 legge n. 352/1970) prescrive che un quesito riporti i riferimenti sintetici sia agli articoli modificati che al loro contenuto, informazioni normalmente contenuti nell’intestazione della legge; su questa base in data 6/5/2016 e 8/8/2016 la Cassazione ha ammesso il quesito nella sua attuale formulazione. Quindi, da un punto di vista formale sembrerebbe tutto nella regolarità, ma sotto il profilo sostanziale il quesito referendario assomiglia troppo ad uno “spot” pubblicitario assai accattivante e, quindi, non è neutrale come dovrebbe.
Occorre ricordare che quando nell’aprile 2014 il Governo ha presentato (a firma Renzi/Boschi) il disegno di legge costituzionale n. 1.429 l’intestazione era esattamente quella che è poi rimasta fino al termine dell’iter di approvazione e che poi è finita nel quesito.

giovedì 13 ottobre 2016

SE RENZI “CAVALCA” L’ANTIPOLITICA … (prima parte)

La campagna referendaria a favore del SI ci sta regalando slogan tipici della cosiddetta antipolitica”, termine normalmente usato in senso negativo-dispregiativo (e spesso accostato al termine “populismo”): a) per indicare l’uso di argomenti o espressioni che «parlano alla pancia del popolo»; b) a quel sentimento assai diffuso di astio verso l’intero ceto politico; c) è l’ideologia del «siete tutti ladri/disonesti/privilegiati/ecc.» o «andate a lavorare/costate troppo/non fate nulla/ecc.»; d) è un sentimento generalizzato di disprezzo che accomuna i politici «siete tutti uguali/avete gli stessi vizi/ecc.».
La campagna di propaganda del SI utilizza molte espressioni tipiche di questa “antipolitica”; alcuni esempi: «per cancellare poltrone e stipendi …»; «Per togliere poteri alle regioni inefficienti …»; «mai più ping pong infinito delle leggi …»; ecc.. 

domenica 9 ottobre 2016

LE OSCURE COMPLESSITÀ DELLA (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE (seconda parte)

Nel corso di una lezione (aprile 2016) l’attuale Presidente del Senato Grasso ha affermato che le leggi italiane sono: Troppe e scritte male”; e dopo aver ricordato che le leggi nascono dal rapporto politico fra governo e Parlamento e tra maggioranza e opposizione, ha auspicato una maggiore semplificazione (“Nonostante diversi tentativi, passati e in corso, resta un dato oggettivo, che l'Italia ha un numero di leggi in vigore quindici o venti volte superiore agli altri grandi Paesi europei, situazione che rende difficile al cittadino conoscere e comprendere le norme”) e una migliore qualità delle norme (anche attraverso un accurato lavoro di istruttoria nelle commissioni). Grasso ha concluso ricordando che Una legge ben scritta non solo è più comprensibile, e quindi più efficace, ma è applicabile in maniera più uniforme, riducendo gli spazi interpretativi per chi deve attuarla”.

giovedì 6 ottobre 2016

UNA RIFORMA SCRITTA MALE, CONFUSA E CONTRADDITTORIA (prima parte)

George Orwell nel 1948 diceva che: “La nostra civiltà è in una fase decadente. E il nostro linguaggio non può che condividere questo crollo”. Un esempio di decadenza linguistica è ben rappresentato dal confronto fra il testo della costituzione del 1948 e quello della riforma Renzi/Boschi del 2016 oggetto del prossimo referendum del 4/12/2016.
In generale, occorre ricordare l’importanza di scrivere bene il testo di una legge, ovvero la sua chiarezza nelle espressioni utilizzate, evitando per esempio i richiami normativi generici e/o il continuo ricorso a eccezioni che rendono difficile la sua comprensione. Lo scrittore Carofiglio sostiene che “Le leggi sono scritte malissimo. Volutamente. Per ragioni culturali e procedurali. Il ceto dei giuristi parla in maniera deliberatamente incomprensibile, per poter utilizzare il potere dell’oscurità. Se le leggi e gli atti giuridici sono incomprensibili c’è necessità di un mediatore, di un interprete, di un titolare di questa funzione sacerdotale che è appunto il giurista. È un fatto di potere, oltre che di pigrizia e narcisismo”.