mercoledì 30 marzo 2016

PARTECIPATE: IL CASO AMEGLIA SERVIZI TURISTICI … (parte seconda)

Ameglia Servizi Turistici Srl (AST) è una società a capitale sociale di proprietà interamente del Comune di Ameglia, società costituita il 27/1/2003 con rogito notarile, per una duplice esigenza dell’Ente locale: offrire servizi di qualità superiore rispetto ad una gestione diretta dell’Ente e creare nuove opportunità occupazionali. All’iniziale gestione del porticciolo di Bocca di Magra si sono aggiunti via via nuovi servizi (pulizia, spazzamento, gestione impianti sportivi, gestione cimiteri, pulizia e mantenimento cigli stradali e pista pedonale ecc...), raggiungendo fino a circa 20 dipendenti, raddoppiando in pochi anni il volume di affari. La Società Servizi Srl, da società prevalentemente strumentale, è stata trasformata in società per la gestione di servizi pubblici di interesse generale.


Non disponendo di elementi di valutazione oggettiva sulla qualità del servizio offerto si tralascia questo aspetto anche se la società dichiara di aver attivato un Sistema di Gestione Integrato in accordo con le norme UNI EN ISO 9001:2008 e UNI EN ISO 14001:2004, in quanto “la Direzione ritiene che il controllo dei fattori che interagiscono con l’Ambiente ed il soddisfacimento delle esigenze dei clienti, siano elementi fondamentali per accrescere la competitività e l'immagine dell'Azienda stessa” che sembra contraddetto proprio dall’emergere di criticità finanziarie gravi, come mette in evidenza l’analisi della gestione economico e finanziaria seguente (basata sull’esame dei bilanci dal 2010 al 2014).
La società ha manifestato i seguenti risultati: un piccolo utile negli anni 2010 (€ 1.857), 2011 (€ 3.372) e 2012 (€ 1.742), ma un grande deficit nel 2013 (€ -1.347.875) a cui si è aggiunto quello del 2014 (€  -208.508); questi risultati assai negativi hanno intaccato tutte le riserve iscritte in bilancio e hanno di fatto azzerato il capitale sociale (di € 10.000) al di sotto del minimo legale; pertanto la società è entrata nelle previsioni degli art. 2482 bis e ter del codice civile.
Il capitale netto da lievemente positivo (€ 45.741 nel 2010) è diventato gravemente negativo per € 1.505.526 nel 2014, pari al 194,76% del fatturato del 2014 (di € 773.033), rappresentando così una profonda crisi finanziaria per la cui comprensione occorre evidenziare che “il bilancio 2013 è stato oggetto di due diligence contabile da parte della società consulenza aziendale e analisi strategiche “CROSSMIND SRL” con sede in Roma, via Parigi n. 11, c.f. p.iva 11206231000 la quale è stata incaricata di esprimere un parere sul progetto di Bilancio 2013 predisposto dagli Amministratori. L’analisi si è basata essenzialmente sulla documentazione contabile e sociale della società Ameglia Servizi dal 2003 al 2013. I risultati della due diligence sono stati notificati alla società in data 17.10.2014 e il bilancio di esercizio 2013 è stato redatto seguendo le linee dettate nella relazione ricevuta”.
Il ricorso alla due diligence è stata una decisione assunta dal nuovo Sindaco eletto il 26/5/2014, il quale ha voluto verificare la correttezza del bilancio della AST al 31/12/2013 che “non era stato chiuso dall’Amministrazione precedente” a guida PD. Durante la seduta del Consiglio Comunale del 16/12/2014 il sindaco Giampedrone dichiarava che: “ho trovato quando mi sono insediato un bilancio che indicava un deficit di circa meno 35.000 euro della nostra società. Bocciando quella proposta ho ridato l’incarico agli stessi  dirigenti che avevano svolto fino a quel momento il lavoro per conto della società in modo che venisse ricostruito il bilancio alla luce di ciò che stava emergendo dalla due diligence. A quel punto non è che ho imposto a qualcuno di rifare il bilancio ma ho detto che quel bilancio da – 35.000 euro io non potevo approvarlo e poi ho detto al Presidente: “A te la scelta di portare avanti quel bilancio oppure di rivedere i dati alla luce di quello che emergeva dalla due diligence”.
Dunque, la iniziale proposta di bilancio 2013 risultava “divergere in maniera devastante rispetto al risultato ottenuto con il lavoro dei professionisti che avevano periziato tutti i bilanci (2003-2013) di AST; le conseguenze sono di tutta evidenza: si tratta di € -1.309.226 di differenza tra l’ammontare dei ricavi (diminuiti di ben € 670.700 da € 1.247.929 del 2012 a € 577.229 del 2013) e quello dei costi (aumentati di ben 716.213 dai € 1.170.242 del 2012 ai € 1.886.455 del 2013).
Nella relazione al bilancio si parla di “variazioni” apportate sullo stato patrimoniale ed economico per l’anno 2013 ammontanti a € 805.231,00 alla voce "oneri diversi di gestione" dovute a:
-       € 90.739,93 per sanzioni e interessi per debiti tributari;
-       € 141.791,60 per crediti verso clienti divenuti inesigibili a causa di decesso del cliente oppure perché i clienti sono stati sottoposti ad una procedura concorsuale (fallimento, concordato preventivo, ecc..);
-       € 27.392,25 per crediti verso il Comune di Ameglia non riscontrate;
-       € 22.011,44 di cui: per un mancato contributo da Filse per € 7.506,68, per un minore risarcimento di sinistro dall’Assicurazione Toro per € 14.000; per canoni di ormeggio 2013 per € 104,76, rilevazione di assegni protestati per € 400;
-       € 505.548,77 di cui: anticipo clienti mal contabilizzato per € 18.000, mancata registrazione nel 2010 di una nota di credito nei confronti del Comune di Ameglia per € 31.586,38, eliminazione di fatture da emettere presenti nel bilancio provvisorio per € 174.878,7, acconti a fornitori pagati negli anni che non hanno avuto riscontro per € 76.243,57, rettifica di ammortamenti che negli anni non erano stati indicati in bilancio con le aliquote ordinarie per € 185.920,04;
-       € 17.747,01 (circa somma desunta) per rettifiche effettuate sul debito nei confronti dei fornitori a fronte di un controllo incrociato.       
Questo tipo di variazioni fa comprendere, dunque, che se fossero state applicate nei bilanci precedenti forse avrebbero determinato altri risultati (e non certamente positivi) dato i minimi utili registrati nei tre anni precedenti.
Comunque, le variazioni derivanti dalla due diligence sono solo una parte del problema, poiché una corretta analisi dei bilanci 2010-2011-2012 avrebbe già potuto evidenziare una serie di problemi strutturali che incidevano sia sulla redditività che sulla gestione patrimoniale dell’azienda, quali per esempio:
a)      Calo costante e accentuato dei ricavi. Nel 2009 i ricavi ammontavano a € 2.175.919, mentre nel 2012 scendevano a € 1.195.337 con una riduzione di ben € 980.582 (indice 54.93%), nel 2013 si riducevano ulteriormente a € 577.229 (riduzione di ben € 1.598.690), con una risalita nel 2014 a € 773.033 (indice 35,53%);
b)      Costi di gestione troppo elevati in rapporto ai ricavi. I costi nel 2010 (€1.867.498) rappresentavano già un valore troppo elevato rispetto ai ricavi (il 96,27%), valore diminuito nel 2011 (a € 1.657.992) e nel 2012 (a € 1.170.242), per poi crescere in conseguenza delle rettifica del 2013 (a € 1.886.455 con un rapporto con i ricavi al 326,81%) e ridiminuito nel 2014 (a 943.747 ma con un rapporto con i ricavi a 122,08%). Oltre all’operazione “straordinaria” del 2013, ad incidere sui costi è soprattutto quello del personale: nel 2010 in termini assoluti ammontava a € 750.783, tale costo diminuiva negli anni a € 634.617 nel 2011, € 503.621 nel 2012, a € 479.111 nel 2013 e € 473.493 nel 2014; l’incidenza del costo del lavoro sui ricavi è elevata: del 38,70% nel 2010 che cresceva all’83% nel 2013 e ridiminuiva al 21,25% nel 2014.
c)      Debiti consistenti e perduranti nel tempo. I debiti aziendali ammontano in tutti i bilanci 2010-14 a importi superiori a € 1,5 milioni (€ 1.543.654 nel 2010, € 1.958.396 nel 2011, € 1.540.100 nel 2012, € 1.526.039 nel 2013 e € 1.659.529 nel 2014), con una incidenza sul totale dell’attivo troppo elevata e crescente nel tempo: dall’85,92% nel 2010 al 308,12% del 2014. Nel 2010 questi debiti erano riferiti a debiti verso banche (a breve termine per € 559.776 e oltre 12 mesi per € 199.560), verso fornitori per € 735.353, verso l’erario € 405.878, verso istituti previdenziali per € 35.321, verso altri per € 22.508. nel 2013 i debiti verso banche ammontavano a € 603.030, verso l’erario € 492.967, verso istituti previdenziali per € 24.920,  verso fornitori per € 405.122.
d)     Il peso crescente del TFR che passa da € 184.725 del 2010 a € 240.634 del 2014.
e)      Il consistente calo dei crediti: 946.210 nel 2010,  € 1.798.044, € 1.281.798 nel 2012, € 332.636 nel 2013 e € 277.053 nel 2014.
f)       Il basso e calante peso delle immobilizzazioni: passate al netto degli ammortamenti da € 610.990 del 201 a € 226.045 (-73 punti percentuali indice 2010).
Da questo breve e semplice esame di bilancio emerge come la partecipata non avesse da tempo adeguate condizioni di redditività, condizioni rese poi palesi con la verifica del 2013.
La vicenda di AST conferma le valutazioni generali già in precedenza illustrate (si rimanda al post specifico, vedere qui http://appunticorsari.blogspot.it/) e qui non si entra nel merito delle soluzioni, poiché è competenza dei politici locali, anche se al momento esiste una sola proposta concreta.
Il sindaco Giampedrone nella seduta del 16/12/2014 prevedeva un’unica soluzione: ”Le  strade sono due: portare i libri in tribunale o un percorso di risanamento. Quest’ultimo sarà lungo e complesso. Il servizio del porto non ha più la redditività che aveva all’inizio. Ci sono servizi già scorporati ed altri che dovranno essere scorporati in futuro. Bisogna distinguere i servizi svolti dalla cooperativa che ha natura privata ed i servizi gestiti dalla società pubblica. (…) La Società non riesce neanche a sostenere il pagamento dei  150.000,00 euro annui di canone a favore del Comune. Dovremo scorporare dei servizi e tagliare il costo del personale (è inevitabile). La liquidità necessaria per il mantenimento dovrà arrivare da un privato, non è sufficiente semplicemente ricapitalizzare. La redditività potenziale che il nostro porticciolo ha potrà probabilmente essere assai interessante per un socio privato che andremo ad individuare con gara. Il percorso è duro, drammatico e chiede di essere rapidissimo: Patrimonializzazione, Scorporo servizi  (privatizzazione di alcuni servizi), Incontri con il personale dipendente nuova collocazione di alcuni di loro”.
Gli esponenti del PD locale hanno sempre criticato questa soluzione e, soprattutto il ricorso alla due diligence del 2013: Nel merito, ribadiamo che l'ammontare della perdita è sovrastimata, che non sono stati contabilizzati ricavi, in misura ingente, derivanti dai risconti attivi degli anni precedenti che sono stati cancellati crediti per un importo notevole senza aver esperito azioni legali al riguardo. Insomma un bilancio mozzato con l'ascia della propaganda politica. Le rettifiche contabili scaturiscono da errori ed imprecisioni che non sono certo riconducibili a responsabilità politiche. E comunque sono discutibili e parziali essendo basate solo su base patrimoniale e non economica” (Pisani comunicato del 17/3/2016). Si tratta di dichiarazioni difensive e generiche che non appartano elementi valutativi e soprattutto prive di alcun riscontro reale. Ma questa impostazione che nega l’esistenza del deficit emerso nel 2013 ha avuto successo, poiché molti altri esponenti politici locali hanno seguito tale tesi “negazionista”, pur privi incredibilmente di conoscenze analitiche dei bilanci aziendali.
Il bilancio 2015, non ancora ufficiale, non potrà che ricalcare quello del 2014 con un miglioramento della redditività (si parla di un deficit annuale ridotto a circa € 85.000) derivante dai provvedimenti di riduzione dei costi e di dismissioni di servizi (cessione servizi trasporti scolastici e spazzamento strade), ma che non rappresentano una inversione tale da iniziare ad aggredire il deficit accumulato, che anzi con l'eventuale perdita del 2015 arriverà a quasi 1,6 milioni, rendendo vano qualsiasi soluzione che preveda un graduale rientro anche per l’assenza di un serio progetto industriale che sostenga tali ipotesi.
In tale contesto, le normative vigenti scaricano sul Comune questa situazione e rischiano di trasferirsi direttamente al bilancio comunale per i prossimi anni, comportando o riduzioni di spesa o aumento di entrate con le tasse o entrambe le soluzioni … si tratterebbe di un onere di circa € 790 eventualmente a carico delle 2.195 famiglie amegliesi.

Ma la storia continua … e spostiamo l’analisi su Sarzana …
Euro Mazzi

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