Il
canile di via Tavolara è al centro dell’attenzione politico-amministrativo
castelnovese da oltre venti anni e nonostante il cambio di vari amministratori
alla guida del Comune, si possono su questa questione rilevare nei loro comportamenti una particolare “attiva disponibilità”, una continuità del
resto confacente alla perdurante appartenenza allo stesso partito (il
PCI/DS/PD) dei vari soggetti eletti al governo del Comune di Castelnuovo Magra.
Per
avere una conferma di questa “continuità”
basta una seppur sintetica ricostruzione delle fondamentali tappe di questa
ventennale (ma assai particolare) gestione amministrativa, tralasciando
volutamente gli aspetti legati alla sensibilità/passione di ogni persona sulle
problematiche di tutela degli animali.
Prima
di esaminare le vicende del canile castelnovese, occorre fare una premessa sul
contesto legislativo in cui si sono svolte le vicende amministrative.
La legge quadro n. 281/91 prevede che i comuni, singoli o associati, provvedano al risanamento dei canili e alla costruzione dei rifugi per animali d’affezione raccolti vaganti o randagi sul territorio, nei quali siano assicurate adeguate condizioni di salute e di benessere degli animali ospitati. Si prevedono due tipi di canili: a) il canile sanitario con la funzione di prima accoglienza, posti sotto la diretta responsabilità del Servizio Veterinario dell’ASL e in queste si provvede all’apposizione del microchip ed alla contestuale registrazione in anagrafe canina, oppure alla verifica del dispositivo di identificazione se presente e ai controlli sanitari; b) il canile rifugio quale luogo di soggiorno temporaneo nell’attesa dell’adozione dei cani generalmente inviati dal Servizio Veterinario della Asl. Tali strutture devono rispondere ai requisiti previsti da leggi e regolamenti di applicazione della 281/91, emanati in ambito regionale (per la Liguria la L.R. n. 16/1994 poi sostituita dalla L.R. n. 23/2000 e successive integrazioni).
La legge quadro n. 281/91 prevede che i comuni, singoli o associati, provvedano al risanamento dei canili e alla costruzione dei rifugi per animali d’affezione raccolti vaganti o randagi sul territorio, nei quali siano assicurate adeguate condizioni di salute e di benessere degli animali ospitati. Si prevedono due tipi di canili: a) il canile sanitario con la funzione di prima accoglienza, posti sotto la diretta responsabilità del Servizio Veterinario dell’ASL e in queste si provvede all’apposizione del microchip ed alla contestuale registrazione in anagrafe canina, oppure alla verifica del dispositivo di identificazione se presente e ai controlli sanitari; b) il canile rifugio quale luogo di soggiorno temporaneo nell’attesa dell’adozione dei cani generalmente inviati dal Servizio Veterinario della Asl. Tali strutture devono rispondere ai requisiti previsti da leggi e regolamenti di applicazione della 281/91, emanati in ambito regionale (per la Liguria la L.R. n. 16/1994 poi sostituita dalla L.R. n. 23/2000 e successive integrazioni).
Quindi il canile
è un servizio pubblico in capo ai Comuni singoli o associati; in questo
contesto si sviluppa la gestione amministrativa del canile di Tavolara sito nel
Comune di Castelnuovo Magra.
La
prima pratica edilizia veniva presentata (a firma di un tecnico fratello di un
assessore allora in carica) in data 11/9/93 e riguardava la realizzazione di
manufatti per il pensionamento di cani, con possibilità di mettere a
disposizione del Comune alcuni box per raccogliere i cani randagi di competenza
comunale; su tale pratica l’Ufficio Tecnico esprimeva, però, un parere negativo
in quanto contrastante con la destinazione d’uso agricola della zona oggetto
dell’intervento.
In
data 29/1/94 veniva presentata una nuova pratica edilizia per la realizzazione
di un allevamento di cani e, questa volta, il parere era favorevole seppur con
alcune prescrizioni, senza pagamento degli oneri di urbanizzazione perché intervento
realizzato in area agricola. Successivamente venivano presentate sia varianti
che pratiche di ampliamento edilizio, nonché una richiesta di condono per
sanare alcune difformità rispetto a quanto concessionato; occorre evidenziare
come in questo periodo ventennale gli aspetti edilizi del canile siano stati solo
parzialmente definiti.
In
data 30/1/96 i proprietari del terreno avanzavano richiesta di poter
convenzionare la costruenda struttura del canile di Tavolara con il Comune di
Castelnuovo Magra allo scopo di consentire a detto Comune di adempiere alle
funzioni di ricovero e custodia dei cani, funzioni previste dalla legge
regionale n. 16/1994; in proposito veniva evidenziata una disponibilità per il
mantenimento di 70 cani e di un gattile, con tutti gli altri locali necessari.
Questa
destinazione a canile pubblico contrastava, però, con le norme del PRG vigente
(strumento urbanistico da tempo scaduto e di norma non più soggetto a nuove
varianti) e per superare tale contrasto doveva necessariamente essere
approntata una opportuna variante. Questa richiesta veniva accolta e due settimane
dopo veniva deliberato di adottare una variante integrativa al PRG (con
delibera del Consiglio Comunale n. 2 del 15/2/96), affinché nella sola area di
proprietà dei gestori del canile si potessero appunto costruire strutture nuove
o ristrutturate “finalizzate alla
dotazione di attrezzature pubbliche o di pubblico interesse destinate al
ricovero ed alla custodia temporanea dei cani. Gli interventi potranno essere
realizzati dall'AC o dai privati convenzionati”.
Ma
per giustificare adeguatamente l’adozione di questa variante veniva contestualmente approvata una convenzione per l'utilizzo della costruenda
struttura (oggetto della variante urbanistica al PRG) per il ricovero per cani
randagi rilevati sul territorio castelnovese (con delibera del Consiglio
Comunale n. 3 del 15/2/96).
Nonostante
le articolate osservazioni critiche su queste due delibere e le conseguenti
proteste sollevate da alcuni consiglieri comunali (Mazzi e Cecchinelli) per
questa eccessiva “disponibilità” a soddisfare in maniera così sollecita ogni esigenza
del privato da parte della Giunta Comunale, la variante al PRG entrava
velocemente in vigore, seppur con le prescrizioni regionali che ne cambiavano radicalmente
natura; la Regione infatti bocciava la previsione iniziale di intervento in
area agricola e riteneva non sufficiente la convenzione approvata, riclassificando
l’intervento come “zona per attrezzature
pubbliche e collettive”, con conseguente obbligo alla “stipula di una convenzione volta a regolamentare il rapporto
amministrativo che ne consegue” e con l’obbligo ad acquisire
l’autorizzazione paesistico-ambientale, nonché “il parere di competenza della Struttura Regionale Sanità Pubblica
Veterinaria”. In particolare, la Regione imponeva il parere della struttura
sanitaria, poiché il Comune non aveva tenuto conto della circostanza inerente
l’avvenuta attivazione del canile senza le necessarie autorizzazioni sanitarie
e senza che questa struttura disponesse dei requisiti previsti per un canile
pubblico (nota dell'USL5 n. 1151/95 del 26/10/95). Queste prescrizioni
regionali, che di fatto correggevano le due iniziali delibere comunali e impostavano
la problematica in modo più appropriato rispetto alla normativa vigente,
venivano accettate integralmente (con la delibera del Consiglio Comunale n. 36
del 30/9/96), entrando così subito in vigore.
Nel
frattempo la Giunta Comunale si era attivata per dotare il costruendo canile di
Tavolara di una valenza almeno comprensoriale; veniva, quindi, organizzata
dalla Giunta comunale apposita riunione con un assessore regionale in data 29/3/96
presso il Comune di Castelnuovo Magra, con lo scopo di presentare un progetto
di “canile d’ambito della Val di Magra”,
in quanto era una condizione indispensabile per poter accedere ai contributi
regionali scadenti il 31/3/96, assumendo altresì l’impegno a stipulare una successiva
idonea convenzione disciplinante le modalità di accesso e i rapporti economici
tra i vari soggetti.
La
richiesta di contributi avanzata dal Comune di Castelnuovo aveva subito un
positivo riscontro, poiché con deliberazione della Giunta Regionale n. 4596 in
data 23/12/1996 veniva concesso un contributo di £. 280.295.400 (pari al 61,11%
rispetto alla spesa ammissibile di £. 458.694.800, IVA esclusa), con vincolo di
erogazione a favore dei soggetti privati titolari dell'attività. Per la
realizzazione del canile dovevano essere osservate le prescrizioni indicate
dall’USL5 Spezzino (nota USL5 n. 2272 del 2/12/1996) e, comunque, la costruenda
struttura doveva essere destinata al 100% “ai
soli fini di ricovero e custodia dei cani per le finalità di cui alla L.R.
16/94, al fine di ovviare alla carenza di tutto l’ambito dei Comuni della Val
di Magra”.
Proprio al fine di garantire questa
finalità, il contributo regionale imponeva un vincolo di destinazione fino al
termine della convenzione con il Comune di Castelnuovo e con gli altri Comuni;
poiché la convenzione prevedeva una durata di 15 anni dalla data della stipula
(avvenuta in data 13/6/1997) con
possibilità di rinnovo per altri 5 anni; questo vincolo pertanto scadeva in
data 13/6/2017.
Con
l’approvazione del PUC nel 2001 l’area del canile di Tavolara continuava ad
essere classificata come “spazi per attrezzature e servizi pubblici
di interesse comunale e sovracomunale”, ma ne veniva notevolmente ampliata
la superficie rispetto alla variante al PRG approvata nel 1996, oltre a
concedere un consistente indice di utilizzazione territoriale di 0,5 mq/mq (superficie
utile costruibile per ogni metro quadrato di superficie territoriale).
Insomma,
il servizio pubblico di prevenzione del randagismo (previsto dalla legge
281/1991) è stato attuato a Castelnuovo Magra (e così per altri comuni della
Val di Magra) attraverso un canile di proprietà privata, costruito però con
consistenti contributi pubblici, in un’area agricola su cui è stata impostata
una opportuna variante urbanistica, area successivamente ampliata con il
PUC/2001. Inoltre, la gestione di questo "canile pubblico" è avvenuta a
conduzione privata attraverso una convenzione con i Comuni, i quali pagano una
tariffa giornaliera in rapporto al numero di cani di propria competenza.
Se
il Comune avesse direttamente costruito un canile, affidando la sola gestione a
privati, non solo in pochi anni l’impegno economico iniziale sarebbe stato
completamente ammortizzato, ma avrebbe consentito di risparmiare ogni anno la
spesa (circa € 50.000, con un risparmio ventennale di circa un milione di euro)
dei propri cani, mantenendo intatto il valore patrimoniale del canile di
proprietà e … oggi non ci sarebbe il problema di cercar un canile per ospitare
questi cani!
Eppure,
solo due consiglieri comunali (Euro Mazzi e Ino Cecchinelli) si opposero fin dall’inizio
a questa errata e assai particolare e confusa gestione amministrativa … loro
avevano visto giusto; chi allora amministrava il Comune di Castelnuovo (vantandosi
di aprioristiche sensibilità animaliste) non solo ha impostato in modo confuso
le pratiche amministrative inerenti questo servizio pubblico, ma ha mancato di lungimiranza
poiché ha scelto solo di “soddisfare” le immediate esigenze del privato,
mortificando di fatto quelle del Comune quale ente pubblico a livello locale a
cui la legge 281/1991 delega lo svolgimento di questo importante servizio
pubblico.
I
cittadini dei Comuni della Val di Magra hanno pagato pesantemente le
conseguenze di questa scarsa lungimiranza, ma soprattutto continueranno a
pagare poiché non esiste in Val di Magra un canile pubblico e bisognerà continuare ad utilizzare quelli privati, anche
sparsi nelle province contigue; dunque, sono in gran parte i proprietari/gestori
dei canili privati che riscuotono le rette per l’ospitalità concessa ai cani
randagi di competenza comunale … mentre i cittadini “hanno pagato, pagano e continueranno a pagare”.
Euro Mazzi
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