venerdì 30 settembre 2016

CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA (terza parte)

Gli Istituti Autonomi per le Case Popolari (Iacp), in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale n. 9 del 1998, si sono trasformati in Aziende Regionali Territoriali per l'Edilizia (ARTE), una per le quattro province liguri; le quattro ARTE possiedono gran parte del patrimonio di edilizia sociale della regione.
Statutariamente le finalità delle ARTE: “è quella di provvedere al miglioramento delle condizioni abitative della popolazione ed al soddisfacimento della domanda abitativa espressa dalla stessa con particolare riferimento alla domanda proveniente dalle fasce sociali a minor reddito”.


Nel precedente post sono state esaminate le vicende legate alla seconda cartolarizzazione dei beni Asl e regionali per far fronte in modo parziale al deficit della sanità del 2011 (ammontante a € 144,2 milioni)  (per vedere il post: http://appunticorsari.blogspot.it/2016/09/la-seconda-cartolarizzazione-dei-beni.html#more) . ARTE aveva acquisito questi immobili per un importo complessivo di € 76.183.558,72 in data 30/12/2011, senza disporre della liquidità necessaria e facendo conseguentemente ricorso ad una linea di credito con  Banca CARIGE per € 79 milioni. Successivamente riconosceva alla Regione ulteriori € 27.194.663,12 quale corrispettivo del maggior valore che gli immobili acquisiti dalla Regione a fine 2011 avevano assimilato nel frattempo a seguito dei cambi di destinazione d’uso e della previsione di aumenti di volumetrie autorizzate (art. 13 LR 29/2012); somme che venivano recepite da ARTE con un ampliamento dell’affidamento con CARIGE. Al 31/12/2014 erano ben 3 gli affidamenti concessi dalla banca per un importo massimo di € 111 milioni ad ARTE per questa cartolarizzazione.
Questa cartolarizzazione veniva rilevata sia nel 2013 dagli ispettori del MEF che nel 2014 dalla Corte dei Conti come “una partita di giro”, cioè in uno spostamento del deficit sanitario dal bilancio regionale in quello di ARTE, giro che aveva aggravato però la sostenibilità economica di quest’ultima.
L’indebitamento di ARTE era salito da € 21,7 milioni del 2009 a € 102,9 milioni nel 2011. Nel 2014 l’indebitamento di ARTE ammontava a € 134,3 di cui € 111,2 direttamente riferibili alla seconda cartolarizzazione.
L’indebitamento di ARTE Genova comportava anche una crescente difficoltà a sostenere gli oneri correlati al finanziamento bancario, come ha rilevato il PG della Corte dei Conti in data 20/7/2016: “Come evidenzia la Sezione di controllo si sta, infatti, verificando, tra l’altro, una “inarrestabile ascesa del debito” per interessi nei confronti della banca finanziatrice, debito che, con tutta probabilità, all’inizio del 2017 arriverà a superare i 15 milioni di euro”.
Quindi, la seconda operazione di cartolarizzazione (2011) oltre ad aumentare l’indebitamento di ARTE Genova, ne ha aggravato la situazione finanziaria corrente, riducendone la liquidità e conseguentemente limitando la sua capacità di far fronte ai propri scopi istituzionali.
Sotto questo profilo, la situazione gestionale ordinaria di ARTE Genova si sta deteriorando come è stato denunciato da più osservatori: a) ARTE dovrebbe sostenere interventi manutentivi di urgenza sul patrimonio immobiliare affittato o da affittare per 35 milioni di euro, che non sarebbe in condizioni di attuare. b) Nonostante un'altissima richiesta da parte cittadini meno abbienti, 623 appartamenti risultano sfitti perché bisognosi di interventi di manutenzione che ARTE attualmente non sarebbe in grado di predisporre.
In un articolo de “Il Fatto Quotidiano” del 22/5/14 nel 2014 si legge che a fronte di 3.700 domande presentate, gli alloggi assegnati sono stati solo 100, contro i 260 del 2013. In una città in cui le richieste di sfratto sono ormai circa 1.500 l’anno.
In data 13/5/2016 l’amministratore unico di ARTE Genova forniva alcuni dati della grave situazione della società: - A Genova, gli alloggi gestiti da Arte sono circa 11.500, di cui poco meno di 10.000 dedicati all'edilizia residenziale pubblica mentre i restanti lasciati al libero mercato. - Ammonta a oltre 18 milioni di euro la morosità per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti da Arte Genova, di cui circa 9,5 milioni di euro sono i mancati introiti correnti, mentre altri 9 milioni derivano da canoni non pagati da ex utenti. - Sono 82 gli alloggi occupati abusivamente nell'area metropolitana, mentre le famiglie morose risultano attualmente 1.889.
In un bando per l’aggiornamento delle graduatorie è stata prevista la facoltà di proporre all’assegnatario un alloggio che necessiti di interventi di manutenzione ordinaria di importo inferiore a 5mila euro: in pratica ad anticipare i soldi per la manutenzione sarà l’inquilino, che potrà poi scalare il costo dall’affitto.
In un comunicato di ARTE Genova del 25/3/2015 si informava della decisione (approvata anche dalla Giunta Burlando) di vendere 1.974 alloggi nel periodo 2015-16 al fine di garantirsi una copertura finanziaria di € 37.255.603,52, anche al fine di risanare il deficitario bilancio.
Il consigliere regionale Pellerano in data 5/8/14 così commentava: “Abbiamo centinaia di famiglie che da anni attendono la casa popolare già assegnata e migliaia di inquilini liguri che vivono in appartamenti di edilizia pubblica fatiscenti e aspettano, come un miraggio, interventi di manutenzione. E questa giunta (Burlando) che fa? Invece di attivarsi in difesa del diritto alla casa per i cittadini in difficoltà, scarica i propri debiti su Arte, ente strumentale di Regione Liguria per l’edilizia pubblica, e continua a difendere un’operazione vergognosa, dal punto di vista politico e discutibile dal punto di vista contabile, senza dimostrare alcuna volontà di porre rimedio alle osservazioni sollevate dalla Corte dei Conti”.
La nuova Giunta regionale Toti ha ereditato questa grave situazione e in data 4/8/15 (DGR n. 862/2015) ha disposto che ARTE Genova:  1) presenti entro il 30/9/2015 un piano di azione che possa consentire di pervenire alla cessione totale o parziale dei beni oggetto della “seconda cartolarizzazione (ex LR n. 22/2010); 2) avvii una ristrutturazione complessiva del debito in essere”; 3) recuperi dai Comuni (pare che il comune di Genova debba ad ARTE circa 5 milioni) adeguati supporti finanziari per le situazioni di grave  disagio familiare e/o personale, nonché per ottenere adeguato contributo finalizzato al riequilibrio della gestione del patrimonio di proprietà comunale e consentire di destinare adeguate risorse finanziarie agli interventi di manutenzione; 4) attivarsi per ricondurre l’incidenza della morosità entro limiti fisiologici.
Nell’ottobre del 2015 il Movimento 5 Stelle proponeva in Regione l’istituzione di una commissione speciale d'inchiesta su Arte Genova: “per fare luce sulla tanto discussa gestione che hanno fatto in questi anni Burlando e la sua giunta dell'Agenzia Territoriale per l'Edilizia, tra scatole cinesi, bilanci allegri e operazioni di finanza creativa”.
In conclusione, l’operazione di cartolarizzazione iniziata nel 2011 ha contribuito ad allargare il debito del “sistema Regione” anziché abbatterlo; l’operazione è stata contestata sia dal MEF che dalla Corte dei Conti; ha originato anche un ricorso alla Corte Costituzionale; al momento gli immobili risultano invenduti; il deficit della spesa sanitaria regionale negli anni dal 2006 al 2014 ha continuato a registrare una media superiore a 90 milioni di euro annui; è stata messa in una grave situazione finanziaria una società pubblica come ARTE Genova, che dovrebbe invece essere mantenuta in salute affinché possa assolvere, con il maggior numero di risorse possibili, alla funzione di sostegno delle famiglie sempre più afflitte da impellenti e gravi bisogni abitativi; chiunque governi ora o governerà in futuro dovrà fare i conti con questa pesante eredità organizzativa e finanziaria; insomma, complessivamente … una serie di “ottimi” risultati: “Sentirsi tranquilli per il governo è come guardare al lato positivo di qualsiasi catastrofe. Quando smetti di guardare il lato positivo, la catastrofe è sempre lì.” (P. J. O'Rourk).

Euro Mazzi

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