Gli
Istituti Autonomi per le Case Popolari (Iacp), in attuazione di quanto previsto
dalla legge regionale n. 9 del 1998, si sono trasformati in Aziende Regionali Territoriali per l'Edilizia
(ARTE), una per le quattro province liguri; le quattro ARTE possiedono gran
parte del patrimonio di edilizia sociale della regione.
Statutariamente
le finalità delle ARTE: “è quella di
provvedere al miglioramento delle
condizioni abitative della popolazione ed al soddisfacimento della domanda
abitativa espressa dalla stessa con particolare riferimento alla domanda
proveniente dalle fasce sociali a minor
reddito”.
Nel
precedente post sono state esaminate le vicende legate alla seconda
cartolarizzazione dei beni Asl e regionali per far fronte in modo
parziale al deficit della sanità del 2011 (ammontante a € 144,2 milioni) (per vedere il post: http://appunticorsari.blogspot.it/2016/09/la-seconda-cartolarizzazione-dei-beni.html#more) . ARTE
aveva acquisito questi immobili per un importo complessivo di € 76.183.558,72 in data 30/12/2011,
senza disporre della liquidità necessaria e facendo conseguentemente ricorso ad
una linea di credito con Banca CARIGE
per € 79 milioni. Successivamente riconosceva alla Regione ulteriori € 27.194.663,12 quale corrispettivo del maggior valore che gli
immobili acquisiti dalla Regione a fine 2011 avevano assimilato nel frattempo a
seguito dei cambi di destinazione d’uso e della previsione di aumenti di
volumetrie autorizzate (art. 13 LR 29/2012); somme che venivano recepite da
ARTE con un ampliamento dell’affidamento con CARIGE. Al 31/12/2014 erano ben 3
gli affidamenti concessi dalla banca per un importo massimo di € 111 milioni ad ARTE per questa
cartolarizzazione.
Questa
cartolarizzazione veniva rilevata sia nel 2013 dagli ispettori del MEF che nel 2014 dalla Corte dei Conti come “una partita di giro”, cioè in uno spostamento del deficit sanitario dal
bilancio regionale in quello di ARTE, giro che aveva aggravato però la
sostenibilità economica di quest’ultima.
L’indebitamento
di ARTE era salito da € 21,7 milioni del 2009 a € 102,9 milioni nel 2011. Nel
2014 l’indebitamento di ARTE ammontava a € 134,3 di cui € 111,2 direttamente
riferibili alla seconda cartolarizzazione.
L’indebitamento
di ARTE Genova comportava anche una crescente difficoltà a sostenere gli oneri
correlati al finanziamento bancario, come ha rilevato il PG della Corte dei
Conti in data 20/7/2016: “Come evidenzia
la Sezione di controllo si sta, infatti, verificando, tra l’altro, una
“inarrestabile ascesa del debito” per interessi nei confronti della banca
finanziatrice, debito che, con tutta probabilità, all’inizio del 2017 arriverà a superare i 15 milioni di euro”.
Quindi,
la seconda operazione di cartolarizzazione (2011) oltre ad aumentare
l’indebitamento di ARTE Genova, ne ha aggravato la situazione finanziaria
corrente, riducendone la liquidità e conseguentemente
limitando la sua capacità di far fronte ai propri scopi
istituzionali.
Sotto
questo profilo, la situazione gestionale ordinaria di ARTE Genova si sta
deteriorando come è stato denunciato da più osservatori: a) ARTE dovrebbe
sostenere interventi manutentivi di urgenza sul patrimonio immobiliare
affittato o da affittare per 35 milioni
di euro, che non sarebbe in condizioni di attuare. b) Nonostante
un'altissima richiesta da parte cittadini meno abbienti, 623 appartamenti risultano sfitti perché bisognosi di interventi di
manutenzione che ARTE attualmente non sarebbe in grado di predisporre.
In
un articolo de “Il Fatto Quotidiano”
del 22/5/14 nel 2014 si legge che a fronte di 3.700 domande presentate, gli
alloggi assegnati sono stati solo 100, contro i 260 del 2013. In una città in
cui le richieste di sfratto sono ormai circa 1.500 l’anno.
In
data 13/5/2016 l’amministratore unico di ARTE Genova forniva alcuni dati della
grave situazione della società: - A Genova, gli alloggi gestiti da Arte sono
circa 11.500, di cui poco meno di 10.000 dedicati all'edilizia residenziale
pubblica mentre i restanti lasciati al libero mercato. - Ammonta a oltre 18
milioni di euro la morosità per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti
da Arte Genova, di cui circa 9,5 milioni di euro sono i mancati introiti
correnti, mentre altri 9 milioni derivano da canoni non pagati da ex utenti. - Sono
82 gli alloggi occupati abusivamente nell'area metropolitana, mentre le famiglie
morose risultano attualmente 1.889.
In
un bando per l’aggiornamento delle graduatorie è stata prevista la facoltà di
proporre all’assegnatario un alloggio che necessiti di interventi di
manutenzione ordinaria di importo inferiore a 5mila euro: in pratica ad anticipare
i soldi per la manutenzione sarà l’inquilino, che potrà poi scalare il costo
dall’affitto.
In
un comunicato di ARTE Genova del 25/3/2015 si informava della decisione (approvata
anche dalla Giunta Burlando) di vendere 1.974 alloggi nel periodo 2015-16 al
fine di garantirsi una copertura finanziaria di € 37.255.603,52, anche al fine
di risanare il deficitario bilancio.
Il
consigliere regionale Pellerano in data 5/8/14 così commentava: “Abbiamo centinaia di famiglie che da anni
attendono la casa popolare già assegnata e migliaia di inquilini liguri che
vivono in appartamenti di edilizia pubblica fatiscenti e aspettano, come un
miraggio, interventi di manutenzione. E questa giunta (Burlando) che fa? Invece
di attivarsi in difesa del diritto alla casa per i cittadini in difficoltà, scarica i propri debiti su Arte, ente
strumentale di Regione Liguria per l’edilizia pubblica, e continua a difendere
un’operazione vergognosa, dal punto di vista politico e discutibile dal punto
di vista contabile, senza dimostrare alcuna volontà di porre rimedio alle
osservazioni sollevate dalla Corte dei Conti”.
La
nuova Giunta regionale Toti ha ereditato questa grave situazione e in data 4/8/15
(DGR n. 862/2015) ha disposto che ARTE Genova: 1) presenti entro il 30/9/2015 un piano di
azione che possa consentire di pervenire
alla cessione totale o parziale dei beni oggetto della “seconda
cartolarizzazione (ex LR n. 22/2010); 2) avvii una “ristrutturazione complessiva
del debito in essere”; 3) recuperi
dai Comuni (pare che il comune di Genova debba ad ARTE circa 5 milioni) adeguati
supporti finanziari per le situazioni di grave
disagio familiare e/o personale, nonché per ottenere adeguato contributo
finalizzato al riequilibrio della gestione del patrimonio di proprietà comunale
e consentire di destinare adeguate risorse finanziarie agli interventi di manutenzione;
4) attivarsi per ricondurre l’incidenza
della morosità entro limiti fisiologici.
Nell’ottobre
del 2015 il Movimento 5 Stelle proponeva in Regione l’istituzione di una commissione
speciale d'inchiesta su Arte Genova: “per
fare luce sulla tanto discussa gestione che hanno fatto in questi anni Burlando
e la sua giunta dell'Agenzia Territoriale per l'Edilizia, tra scatole cinesi,
bilanci allegri e operazioni di finanza creativa”.
In
conclusione, l’operazione di cartolarizzazione iniziata nel 2011 ha contribuito ad
allargare il debito del “sistema Regione” anziché abbatterlo; l’operazione
è stata contestata sia dal MEF che dalla
Corte dei Conti; ha originato anche un ricorso
alla Corte Costituzionale; al momento gli immobili risultano invenduti; il deficit della spesa sanitaria regionale negli anni dal 2006 al 2014
ha continuato a registrare una media superiore a 90 milioni di euro annui; è
stata messa in una grave situazione
finanziaria una società pubblica come ARTE Genova, che dovrebbe invece
essere mantenuta in salute affinché possa assolvere, con il maggior numero di
risorse possibili, alla funzione di sostegno delle famiglie sempre più afflitte
da impellenti e gravi bisogni abitativi; chiunque
governi ora o governerà in futuro dovrà fare i conti con questa pesante
eredità organizzativa e finanziaria; insomma, complessivamente … una serie di “ottimi” risultati: “Sentirsi tranquilli per il governo è come guardare al lato positivo di qualsiasi catastrofe. Quando smetti di guardare il lato positivo, la catastrofe è sempre lì.” (P. J. O'Rourk).
Euro
Mazzi
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