lunedì 4 aprile 2016

PARTECIPATE: IL CASO SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (parte terza)

Con deliberazione del Consiglio Comunale di Sarzana n. 69 del 30/07/2007 veniva approvata la costituzione della Società denominata “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio S.r.l. a socio unico” (in breve SPS, poiché in data 17/10/2011 a rogito notaio Pucci veniva modificato lo Statuto della società per ampliamento dell’oggetto sociale e cambio della denominazione in “Sarzana Patrimonio e Servizi Srl”), approvandone il relativo Statuto. Con atto rogato dal Notaio Pucci in data 17/10/2007 veniva costituita la Società a totale partecipazione del Comune di Sarzana, con un capitale sociale di € 20.000, società soggetta pertanto alla disciplina “in house providing”.

Il 29/10/07 la società SPS acquistava con atto notarile, a valori di perizia, dal Comune alcuni immobili: il “Vecchio Mercato” e il piazzale di piazza Terzi per € 4.984.000, nonché circa 42.000 mq di terreni agricoli siti in località Tavolara per € 1.594.000.
La spesa totale sostenuta dalla società SPS ammontava a € 6.578.000, la quale non avendo in bilancio tale liquidità ricorreva a un affidamento bancario aperto con banca Carispe (ora facente parte del gruppo Crédit Agricole) di € 6.500.000. La SPS diveniva la proprietaria dei tre immobili e nel bilancio del Comune entrava una liquidità straordinaria di € 6.578.000.
La Banca, per erogare un importo così sostanzioso ad una società appena costituita, senza risorse e senza piano industriale, aveva richiesto al Comune una garanzia (pare sotto forma di lettera di “patronage” impegnativa), affinché se la SPS non avesse restituito le somme anticipate da Carispe, il Comune comunque avrebbe pagato la Banca 
Gli immobili ceduti alla SPS erano tutti oggetto di importanti sviluppi urbanistici.
I terreni situati in località Tavolara erano interessati da una variante al PRG. Infatti, pochi giorni dopo la costituzione della SPS, in data 19/10/2006 la Società SARZANA SVILUPPO Spa (società del gruppo UNIECO s. coop. con sede a Reggio Emilia), con delega delle altre proprietà, presentava al
Comune di Sarzana una pratica SUA 7/06 in variante al P.R.G., prevedendo la realizzazione di un insediamento produttivo, diviso in 9 comparti. I Comuni di Castelnuovo Magra e Sarzana, rispettivamente con D.G.C. n.74/06 e D.G.C. n. 133/06 predisponevano un Progetto Territoriale per l’area di Tavolara per affrontare le problematiche dovute alla previsione di Piano Regolatore, di nuovi insediamenti artigianali nella zona, in relazione alla carenza delle infrastrutture ed a un corretto inserimento paesistico della nuova edificazione prevista. Successivamente, in data 25/9/2009 veniva attivato un Accordo di Pianificazione, stipulato tra Provincia della Spezia, Comune di Castelnuovo Magra e Comune di Sarzana che si concludeva  con una conferenza deliberante il 20/1/2011. Con tale accordo venivano individuate le aree dei due Comuni interessate alla nuova edificazione con destinazione produttiva, ma anche tutte le opere di urbanizzazione necessarie per collegare queste nuove costruzione (sia a nord con la via Aurelia, che a sud con via Alta, viale XXV Aprile e un nuovo casello autostradale il località Cà del Sale).
Anche gli immobili del “Vecchio Mercato” e il piazzale di piazza Terzi erano interessati a nuove previsioni urbanistiche: era già stato adottato un piano particolareggiato firmato dall’arch. Piarulli con delibera del Consiglio Comunale n. 73 del 9/6/1998 (poi approvato con DPGP n. 6507 del 5/5/2000) che prevedeva la demolizione del vecchio mercato per costruirvi due edifici di 5 piani. Con una successiva variante di questo piano, firmata dall’arch. Botta, adottata con deliberazione del Consiglio Comunale n. 29 del 30/3/2009 e n. 59 del 9/7/2009 (poi approvato con DPGP n. 44059 del 22/7/2010) si progettavano, però, 8 Unità di Intervento principali, prevedendo per ciascuna delle quali la relativa quota parte di opere di urbanizzazione, per la costruzione di edifici pubblici e privati, una piazza coperta e un grande parcheggio anche coperto.
 La società SPS restava sostanzialmente inattiva, i bilanci dal 2007 al 2014 registrano poche movimentazioni, ma il debito con la Carispe lievitava anche per effetto degli interessi, delle commissioni e delle spese di gestione e senza alcun ricavo non era in grado di restituire il finanziamento ricevuto che era stato dato alla partecipata per acquistare i beni comunali nel 2007.
Infatti, nel bilancio del 2011 della SPS questi debiti venivano riportati in bilancio per € 7.292.575, ma in quello del 2012 questi debiti aumentavano a € 7.785.398, a fronte di un valore degli immobili (che stranamente veniva riportato nelle rimanenze e non nelle immobilizzazioni materiali) pari a € 7.431.987 nel 2011. Il bilancio della partecipata nel 2011, comunque, si chiudeva con un piccolissimo utile di € 1.182.
L’approvazione del piano Botta (2009-10) sembrava aver ridato, però, nuove prospettive alla SPS. In data 1/1/2011 veniva nominato amministratore il Dott. Americo Mauro Lucchesi, che prendeva il posto del primo amministratore Rag. Giovanni Zanardi. Nella nota integrativa al bilancio 2011, Lucchesi  evidenzia che: “Il problema principale che ho affrontato è stato quello relativo al forte indebitamento della Società, contratto nel 2007 con la CARISPE di euro 6.500.000,00 ed alle conseguenti iniziative tese al suo superamento. La proposta, presentata in accordo con gli Uffici Finanziari dell’Ente, il 07.02.2011 in un’apposita riunione di Giunta Comunale, riguardava un ampliamento dell’oggetto sociale tale da consentirle di realizzare ricavi utilizzabili nella gestione ed, in particolare, nel ripiano del debito di cui sopra. Questa proposta è stata approvata dal Consiglio Comunale in data 29.08.2011; subito dopo, nel mese di settembre 2011, però il quadro normativo, a causa della crisi finanziaria europea, era mutato, con vincoli e restrizioni per i Comuni che rendevano più difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi previsti”.
Dunque, veniva prospettato di passare alla SPS la gestione dei parcheggi pubblici della città, nonché la gestione in house di altri servizi (segnaletica, sistemi informativi, pulizia, manutenzione, ecc.); nel frattempo, in data 21/06/2011 con atto rogato dal Notaio Scrufari la SPS stipula con “Ferrovie SpA” un preliminare di acquisto di terreno da adibire a parcheggio pubblico (nell’ambito progetto Botta) adiacente alla stazione, pagando un acconto di € 149.000 oltre IVA rispetto ad un importo complessivo pari ad € 1.404.810,00 (delibera G.C. n. 95 del 16/6/2011).
Ma occorre “fare cassa” … e si ritorna indietro... Il nuovo Amministratore scrive in Bilancio: “Con l’avanzare delle fasi attuative del bando di gara relativo all’attuazione degli interventi del Piano Botta è inoltre emersa l’esigenza di dover disporre, da parte del Comune, della proprietà delle aree sulle quali tale Piano dovrà essere attuato ed in particolare delle aree del Vecchio Mercato di Piazza Terzi. Il Comune ha proposto quindi alla S.P.S. il riacquisto di tali aree al valore attuale di 5.400,000,00 euro; questa operazione, oltre ad essere indispensabile per il Comune prima della pubblicazione del bando di gara, è utile anche per la S.P.S. che, in questo modo può abbassare in maniera significativa l’esposizione debitoria verso la CARISPE e ridurre conseguentemente la propria spesa per interessi. È quindi auspicabile che tale operazione vada in porto il più rapidamente possibile; la S.P.S. potrà poi concentrarsi nelle operazioni di valorizzazione dei terreni di Tavolara, collaborando con gli Uffici regionali e comunali nell’ultimazione delle procedure urbanistiche di loro competenza. Dopodiché, attraverso procedure di evidenza pubblica si procederà alla vendita dei terreni ed al risanamento totale del debito contratto nel 2007 con la Banca”.
Nel 2012 la Carispe, a sua volta, dopo 5 anni dalla concessione originaria, richiedeva la restituzione degli anticipi fatti alla SPS, ma questa non aveva la necessaria liquidità e non poteva farvi fronte.
Il Comune di Sarzana, con atto del 19/12/2012 procedeva al riacquisto dell’immobile “Ex Mercato” sito in Sarzana, di proprietà della SPS alle condizioni stabilite nella deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 25/07/2012 che prevedeva un pagamento dilazionato per la somma complessiva di € 5.400.000,00 da estinguersi entro il 30/11/2013, con il vincolo che tali pagamenti dovessero essere destinati alla riduzione dell’apertura di credito con la CARISPE concessa nel 2007 a SPS. In tale delibera veniva chiarita la copertura finanziaria dell’operazione di riacquisto degli immobili, in quanto nel bilancio 2012 erano state previste le entrate derivanti dalla monetizzazione degli standards urbanistici da parte dei soggetti attuatori dell'unità di intervento n. 1 “di propria competenza, ma che devono realizzarsi sull'unità di intervento n. 2/3 (come da indicazione prevista nella variante al PRG). Tale rateizzazione prevede la corresponsione dell'importo complessivo di € 7.377.042,00 alle seguenti scadenze: novembre 2012 € 737.704,02; febbraio 2013 € 1.500.000,00; maggio 2013 € 1.500.000,00; agosto 2013 € 1.500.000,00; novembre 2013 € 1.500.000,00; novembre 2014 € 639.337,80”.
Inoltre, veniva deliberato di mettere in liquidazione la SPS e scioglierla in tempi brevi, e comunque entro il 31/12/2013, previa valorizzazione dell'area Tavolara al fine di vendere più facilmente i terreni di proprietà.
La partecipata incassava dalla vendita la liquidità necessaria per ridurre il proprio debito con la Carispe. Infatti nel proprio bilancio al 31/12/2014 ritroviamo che questi debiti sono riportati per € 1.441.173,25, con una variazione dei debiti verso banca che registrano nel 2014 un decremento di €  6.344.224,75 (?) rispetto a quelli riportati nel bilancio del 2012. La residua esposizione debitoria della partecipata verso la Banca resta, comunque garantita dal Comune, con una fideiussione. Nel bilancio 2014 della SPS la residua esposizione debitoria verso Carispe di 1,4 milioni trova un controvalore attivo pari a € 1.882.908,62, ma questo valore di bilancio  non corrisponde ai prezzi di vendita dei terreni (con una superficie complessiva di 41.845 mq.) messi all’asta in data 26/8/2015 per totale di € 1.561.368, ma neanche a questo più basso valore sono stati venduti e ora devono probabilmente essere rimessi all’asta ad una somma più bassa.
Le conseguenze di queste vicende per la SPS sono assai negative: se il bilancio del 2011 si era chiuso con un piccolo utile, quelli successivi iniziano a registrare consistenti perdite e al 31/12/2014 le perdite  del 2012 e del 2013 sono riportati a bilancio per la somma di € 511.131,03; a tale somma si deve aggiungere la perdita registrata nel 2014 di € 78.540,85; insomma, il disavanzo ammonta a € 589.671,88 e il patrimonio netto è negativo per € 565.415. Dunque, la SPS partecipata al 100% dal Comune è: priva di risorse, è indebitata ed è in deficit. Lo stesso provvedimento di liquidazione della SPS dipende dalla vendita dei terreni in Tavolara e dalle somme incassate da tale vendita, poiché con tali somme occorre comunque pagare i debiti, in particolare quelli verso la Banca, poiché quest’ultima potrebbe in caso negativo escutere la garanzia rilasciata dal Comune, il quale dovrebbe a sua volta pagare.
Alla luce delle complessive vicende della gestione della SPS dalla sua costituzione (17/10/2011) fino ad oggi occorre domandarsi a cosa sia servita questa partecipata? Di sicuro con l’iniziale vendita il Comune ha finanziato il proprio bilancio (… ma questa entrata a cosa è stata destinata?); al momento del riacquisto nel 2012 non sono state utilizzate queste somme ma oneri di urbanizzazione (… come mai?); il prezzo di ri-acquisto del “vecchio mercato” è superiore di ben € 415.969,00 rispetto al prezzo di vendita del 2007 (… quale è stata la convenienza?); il Comune ha rilasciato una fideiussione a garanzia dell’esposizione debitoria della SPA verso la Carispe di € 1,5 milioni, dovrebbe far fronte anche al deficit della SPS di oltre e 500.000 e tentare, altresì, di recuperare il credito vantato verso la stessa società di circa € 1.001.320 (al netto di un credito di € 227.316 su un credito di € 1.228.636).
Tutto è, quindi, legato alla vendita del terreno di Tavolara … (si era parlato di interessamento di Filse, poi di Ansaldo … forse dello sceicco …). In proposito, il nuovo liquidatore nominato il 14/12/13, dott.ssa Antonella Conti (impiegata comunale), così si esprimeva nella nota integrativa al bilancio 2013: “La pesante situazione finanziaria della società richiede per il futuro un’attenta analisi della compatibilità delle spese di gestione ... È pertanto auspicabile che vengano accelerate le trattative con il Comune di Castelnuovo Magra per la realizzazione dell’infrastruttura stradale di collegamento tra Via Alta e la zona produttiva di Tavolara, condizione indispensabile per poter pensare di vendere ad un prezzo significativo tali aree industriali, rendendole più appetibili e pienamente utilizzabili. Tale arteria risulta essere di fondamentale importanza ai fini dell’indizione di una nuova gara per l’alienazione delle aree medesime e, proprio per questo, era stato concordato con la precedente Amministrazione di non ripetere l’asta fino a nuovi sviluppi del progetto”.
Questo è, dunque, uno dei motivi perché sono stati spesi € 600.000 per realizzare due “fazzoletti” di strada di metri lineari 550 in via Tavolara, opera finanziata con € 420.000 dalla Regione (con fondi europei DGR n. 410 del 5/4/2013) e 180.000 con fondi dei bilanci dei due Comuni di Castelnuovo e Sarzana … ma molti altri se ne dovranno spendere per poter completare la sistemazione della stessa strada … e vedremo come va a finire.
 
… seguiteci perché la storia continua …

Euro Mazzi

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