La
società Azienda agricola dimostrativa
srl (A.A.D.)
ha sede in Sarzana; è in attività fin dal 1975 nel comparto agricolo
provinciale: si occupa di vivai a
indirizzo ortofloricolo (produzione di piantine da orto, aromatiche e
officinali), opera su 25 mila mq. di superficie (di cui 8000 mq. sono adibiti a serra), si dedica anche al
recupero e alla propagazione di semi di piante autoctone. In questi ultimi anni,
anche per aumentare i ricavi e contenere i costi è stata ampliata l’attività: con
la ristrutturazione di alcuni immobili è stata avviata l’attività di agriturismo; mentre in connessione con alcuni operatori presenti
in zona (come la Coop. Cir Food, l'Associazione Val di Magra Formazione, la Asl
5, l'Ente Parco Montemarcello Magra e la Coop. Maris) svolge attività di formazione, fattoria didattica, stages
e tirocini.
Il
capitale della società è attualmente di € 844.650,00 e ne sono soci la Camera Di Commercio di Spezia (71,77%),
la Fondazione Cassa di Risparmio della
Spezia (13,82%), la Finanziaria
Ligure per lo Sviluppo Economico (Filse, 12,38%), la Provincia
della Spezia (1,16%), il Comune di Sarzana (0,86%). Nello
Statuto è previsto che la Camera di
Commercio e la Fondazione Carispe
dovranno comunque conservare, congiuntamente o disgiuntamente, la maggioranza
del capitale sociale.
Il
presidente (Gianfranco Bianchi) percepisce un compenso annuale di € 6.000,00,
gli altri 4 consiglieri sono senza compenso, mentre il compenso per il Collegio
Sindacale è di € 9.500, il direttore (Giuseppe Stoppelli) percepisce annualmente
€ 12.000,00; tutti gli attuali compensi sono il risultato di precedenti azioni
volte alla loro riduzione.
Si
tratta di una società che svolge
prevalentemente attività di tipo prettamente commerciale legate
all’agricoltura e solo marginalmente quelle di promozione e di formazione-didattica
che non giustificano pienamente l’assunzione di questo tipo di partecipazione
da parte sia della Provincia della
Spezia che del Comune di Sarzana,
ma anche da parte della stessa finanziaria regionale Filse; del resto, la normativa attuale obbliga gli enti pubblici a rivedere le proprie partecipazioni in senso
assai restrittivo, anche eliminando le partecipazioni ritenute non
indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali (vedere ad
es. il comma 611 dell’art. 1 Legge 190/2014).
Per
la Camera di Commercio può essere comprensibile che questa partecipata sia considerata “indispensabile in quanto è lo strumento che l’Ente ha creato e fatto
crescere nel tempo per il sostegno del
settore Agroalimentare”, poiché questo sostegno può rientrare nelle sue
specifiche funzioni, ma l’andamento negativo dei risultati economici registrati negli ultimi anni hanno comunque
imposto alla stessa CCIAA una riflessione sul “ripensamento della struttura dei costi e dei ricavi”.
La
società finanziaria della Regione (la Filse)
ha inserito tale partecipazione in quelle ritenute “non strategiche” e,
quindi, ne valuterà la possibile dismissione.
Diversamente,
ma con una motivazione assai superficiale, il Comune di Sarzana così giustifica il mantenimento di questa piccola
partecipazione (quota del 0,86%): “Società
utile alla gestione e alla promozione dell'agricoltura, che nonostante la
minima dimensione della partecipazione, svolge
attività di interesse pubblico, essendo strettamente afferente il
territorio del Comune di Sarzana che notoriamente è all’avanguardia nel settore
vivaistico-agricolo di produzioni di nicchia di pregio” (da Rendiconto 2016).
Anche
per la Provincia, pur versando in una grave situazione finanziaria, tale
partecipazione è ritenuta “utile per il perseguimento della
funzione fondamentali (…) in considerazione delle funzioni conferite dai Comuni
in materia di agricoltura che vedono la Provincia della Spezia capofila del GAL
Provincia della Spezia”… per la serie … una dichiarazione di utilità e
indispensabilità non si rifiuta mai … eppure la suindicata legge è chiara nello
stabilire che gli enti pubblici debbono avviare: “un processo
di razionalizzazione delle società e
delle partecipazioni societarie
direttamente o indirettamente possedute, in modo da
conseguire la
riduzione delle stesse entro
il 31 dicembre 2015”.
Analisi
sintetica dei bilanci 2010-15.
La
voce più importante dell’attivo patrimoniale della società A.A.D. è costituita dalle
immobilizzazioni valutate complessivamente € 2,1 milioni, di cui € 1,4 milioni per
terreni e fabbricati e € 1,1 milioni per impianti e macchinari, per un totale
di € 2,6 milioni (+17.48% rispetto al valore del 2010), con un fondo ammortamento complessivo di € 4,9
mila.
Le
immobilizzazioni materiali comprendono terreni
e fabbricati ad uso per l’attività, compresi gli impianti e le attrezzature necessari per il suo espletamento. Il
valore relativo ai terreni e fabbricati comprende una rivalutazione facoltativa
pari a € 878.342, con relativa riserva nel patrimonio netto.
Il
valore dei crediti (94 €/000) e delle rimanenze (27 €/000) completano l’attivo
patrimoniale.
Nel
passivo patrimoniale la voce più rappresentativa è costituita dai debiti ammontanti a 779 €/000 (in
crescita di 143 €/000 rispetto al 2010, di cui verso banche € 626.939 e verso
fornitori € 123.941 e il rimanente verso altri ed enti previdenziali).
La
società registra perdite di esercizio negli ultimi 4 anni (nel 2012 -36.342, nel
2013 -9983, nel 2014 -68.413, nel 2015 -4.855) che si aggiungono a perdite arretrate
ammontanti nel 2015 ad € 281.746.
Conseguentemente
il patrimonio netto nel 2015 ammonta
a € 1,4 milioni, seppur in crescita rispetto al 2010 (€ 1,3 milioni) è in calo riguardo
al 2012 (€ 1,5 milioni).
La
società sembra risentire soprattutto della riduzione dei ricavi ammontanti a € 658.580 nel
2015, ma nettamente più bassi rispetto ai € 863.515 del 2011; questo livello di
ricavi non riesce a compensare i costi
di produzione (media 2010-15 € 790.157) e gli oneri finanziari (media 2010-15 € 23.376) producendo così le
suindicate perdite.
Il
costo del personale ammonta a € 218.093
nel 2015 che è il livello più basso nel periodo in calo rispetto ai € 310.136
del 2012.
E’
evidente che i tentativi di intervento messi in campo in passato per ridurre i
costi e incrementare i ricavi aziendali mediante un piano di riorganizzazione (riduzione
del personale assunto a tempo determinato, maggiori chiusure al pubblico, risparmi
gestionali per energia, pulizie etc.) non hanno portato a risultati positivi.
Nel
marzo 2016 la società A.A.D. ha messo in vendita il complesso immobiliare esistente
in Sarzana (Via Pallodola) costituito da: a) un edificio recentemente
ristrutturato valore di mercato € 522.000,00 destinato al pernottamento su n 2
piani per una superficie di mq. 277; b) un edificio ristrutturato e ricavato
dal fienile con valore di mercato di € 220.000,00 , a servizio dell'azienda
agricola che si sviluppa su due piani per una superficie di mq 220; c) un’area
esterna di collegamento ai due edifici di cui sopra (aia) attrezzata per
complessivi mq. 1480, valore di mercato euro 44.400,00; d) un terreno agricolo
con olivi e ampia area ortiva irrigua, strutture serricole attrezzate (mq 120
circa) per complessivi mq 1.200 , valore commerciale euro 30.000. Il prezzo base è di € 816. 400,00 (di
cui € 786.400,00 per il lotto 1 ed € 30.000,00 per il lotto 2, oppure una proposta di locazione dei beni in
lotto unico, durata triennale con un canone annuo non inferiore ad € 60.000).
Al momento tale vendita non si è ancora concretizzata.
Considerazioni conclusive. La
decisione di vendere una parte degli immobili, dopo aver adottato un piano di
riorganizzazione, testimonia che sono necessarie
entrate straordinarie da conseguire appunto con l’asta di vendita, poiché è
oramai evidente che non sono stati sufficienti
i provvedimenti presi nel tentativo di aumentare i margini di redditività aziendale, dato che occorrono maggiori
risorse per invertire la tendenza caratterizzata da un lento, ma costante
accumularsi di perdite di esercizio.
Questa
vicenda (come le altre già esaminate in precedenza) conferma che è molto difficile fare impresa (efficiente e con buona
redditività) con i soldi dei cittadini, ma quando questi ultimi sono costantemente
tartassati, forse bisognerebbe chiedersi se
sono proprie realmente tutte utili e indispensabili queste partecipate,
tenendo in considerazione un vecchio proverbio popolare … “SE NON
SI PUÒ SI FA SENZA”.
Euro
Mazzi
PS: questo post fa
parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo
"sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui
bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 –
SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON
ARRIVA: QUI
2
– AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3
– SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4
– SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL):
QUI
5
- FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6
- PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 -
PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE (settima parte): QUI
8 - PARTECIPATE:
IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI” (ottava parte): QUI
Altri
post su questo argomento:
- SARZANA
E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
-
BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
-
IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
-
TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
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