sabato 6 maggio 2017

PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA” (nona parte)

La società Azienda agricola dimostrativa srl (A.A.D.) ha sede in Sarzana; è in attività fin dal 1975 nel comparto agricolo provinciale: si occupa di vivai a indirizzo ortofloricolo (produzione di piantine da orto, aromatiche e officinali), opera su 25 mila mq. di superficie (di cui 8000  mq. sono adibiti a serra), si dedica anche al recupero e alla propagazione di semi di piante autoctone. In questi ultimi anni, anche per aumentare i ricavi e contenere i costi è stata ampliata l’attività: con la ristrutturazione di alcuni immobili è stata avviata l’attività di agriturismo; mentre  in connessione con alcuni operatori presenti in zona (come la Coop. Cir Food, l'Associazione Val di Magra Formazione, la Asl 5, l'Ente Parco Montemarcello Magra e la Coop. Maris) svolge attività di formazione, fattoria didattica, stages e tirocini.
Il capitale della società è attualmente di € 844.650,00 e ne sono soci la Camera Di Commercio di Spezia (71,77%), la Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia (13,82%), la Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico (Filse, 12,38%), la  Provincia della Spezia (1,16%), il  Comune di Sarzana (0,86%). Nello Statuto è previsto che la Camera di Commercio e la Fondazione Carispe dovranno comunque conservare, congiuntamente o disgiuntamente, la maggioranza del capitale sociale.
Il presidente (Gianfranco Bianchi) percepisce un compenso annuale di € 6.000,00, gli altri 4 consiglieri sono senza compenso, mentre il compenso per il Collegio Sindacale è di € 9.500, il direttore (Giuseppe Stoppelli) percepisce annualmente € 12.000,00; tutti gli attuali compensi sono il risultato di precedenti azioni volte alla loro riduzione.
Si tratta di una società che svolge prevalentemente attività di tipo prettamente commerciale legate all’agricoltura e solo marginalmente quelle di promozione e di formazione-didattica che non giustificano pienamente l’assunzione di questo tipo di partecipazione da parte sia della Provincia della Spezia che del Comune di Sarzana, ma anche da parte della stessa finanziaria regionale Filse; del resto, la normativa attuale obbliga gli enti pubblici a rivedere le proprie partecipazioni in senso assai restrittivo, anche eliminando le partecipazioni ritenute non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali (vedere ad es. il comma 611 dell’art. 1 Legge 190/2014).
Per la Camera di Commercio può essere comprensibile che questa partecipata sia considerata “indispensabile in quanto è lo strumento che l’Ente ha creato e fatto crescere nel tempo per il sostegno del settore Agroalimentare”, poiché questo sostegno può rientrare nelle sue specifiche funzioni, ma l’andamento negativo dei risultati economici registrati negli ultimi anni hanno comunque imposto alla stessa CCIAA una riflessione sul “ripensamento della struttura dei costi e dei ricavi”.
La società finanziaria della Regione (la Filse) ha inserito tale partecipazione in quelle ritenute “non strategiche” e, quindi, ne valuterà la possibile dismissione.
Diversamente, ma con una motivazione assai superficiale, il Comune di Sarzana così giustifica il mantenimento di questa piccola partecipazione (quota del 0,86%): “Società utile alla gestione e alla promozione dell'agricoltura, che nonostante la minima dimensione della partecipazione, svolge attività di interesse pubblico, essendo strettamente afferente il territorio del Comune di Sarzana che notoriamente è all’avanguardia nel settore vivaistico-agricolo di produzioni di nicchia di pregio” (da Rendiconto 2016).
Anche per la Provincia, pur versando in una grave situazione finanziaria, tale partecipazione è ritenuta utile per il perseguimento della funzione fondamentali (…) in considerazione delle funzioni conferite dai Comuni in materia di agricoltura che vedono la Provincia della Spezia capofila del GAL Provincia della Spezia”… per la serie … una dichiarazione di utilità e indispensabilità non si rifiuta mai … eppure la suindicata legge è chiara nello stabilire che gli enti pubblici debbono avviare: “un processo di razionalizzazione delle società e  delle  partecipazioni  societarie  direttamente  o  indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse  entro  il 31 dicembre 2015”.
Analisi sintetica dei bilanci 2010-15.
La voce più importante dell’attivo patrimoniale della società A.A.D. è costituita dalle immobilizzazioni valutate complessivamente € 2,1 milioni, di cui € 1,4 milioni per terreni e fabbricati e € 1,1 milioni per impianti e macchinari, per un totale di € 2,6 milioni (+17.48% rispetto al valore del 2010),  con un fondo ammortamento complessivo di € 4,9 mila.
Le immobilizzazioni materiali comprendono terreni e fabbricati ad uso per l’attività, compresi gli impianti e le attrezzature necessari per il suo espletamento. Il valore relativo ai terreni e fabbricati comprende una rivalutazione facoltativa pari a € 878.342, con relativa riserva nel patrimonio netto.
Il valore dei crediti (94 €/000) e delle rimanenze (27 €/000) completano l’attivo patrimoniale.
Nel passivo patrimoniale la voce più rappresentativa è costituita dai debiti ammontanti a 779 €/000 (in crescita di 143 €/000 rispetto al 2010, di cui verso banche € 626.939 e verso fornitori € 123.941 e il rimanente verso altri ed enti previdenziali).
La società registra perdite di esercizio negli ultimi 4 anni (nel 2012 -36.342, nel 2013 -9983, nel 2014 -68.413, nel 2015 -4.855) che si aggiungono a perdite arretrate ammontanti nel 2015 ad € 281.746.
Conseguentemente il patrimonio netto nel 2015 ammonta a € 1,4 milioni, seppur in crescita rispetto al 2010 (€ 1,3 milioni) è in calo riguardo al 2012 (€ 1,5 milioni).
La società sembra risentire soprattutto della riduzione dei ricavi ammontanti a € 658.580 nel 2015, ma nettamente più bassi rispetto ai € 863.515 del 2011; questo livello di ricavi non riesce a compensare i costi di produzione (media 2010-15 € 790.157) e gli oneri finanziari (media 2010-15 € 23.376) producendo così le suindicate perdite.
Il costo del personale ammonta a € 218.093 nel 2015 che è il livello più basso nel periodo in calo rispetto ai € 310.136 del 2012.
E’ evidente che i tentativi di intervento messi in campo in passato per ridurre i costi e incrementare i ricavi aziendali mediante un piano di riorganizzazione (riduzione del personale assunto a tempo determinato, maggiori chiusure al pubblico, risparmi gestionali per energia, pulizie etc.) non hanno portato a risultati positivi.
Nel marzo 2016 la società A.A.D. ha messo in vendita il complesso immobiliare esistente in Sarzana (Via Pallodola) costituito da: a) un edificio recentemente ristrutturato valore di mercato € 522.000,00 destinato al pernottamento su n 2 piani per una superficie di mq. 277; b) un edificio ristrutturato e ricavato dal fienile con valore di mercato di € 220.000,00 , a servizio dell'azienda agricola che si sviluppa su due piani per una superficie di mq 220; c) un’area esterna di collegamento ai due edifici di cui sopra (aia) attrezzata per complessivi mq. 1480, valore di mercato euro 44.400,00; d) un terreno agricolo con olivi e ampia area ortiva irrigua, strutture serricole attrezzate (mq 120 circa) per complessivi mq 1.200 , valore commerciale euro 30.000. Il prezzo base è di € 816. 400,00 (di cui € 786.400,00 per il lotto 1 ed € 30.000,00 per il lotto 2,  oppure una proposta di locazione dei beni in lotto unico, durata triennale con un canone annuo non inferiore ad € 60.000). Al momento tale vendita non si è ancora concretizzata.
Considerazioni conclusive. La decisione di vendere una parte degli immobili, dopo aver adottato un piano di riorganizzazione, testimonia che sono necessarie entrate straordinarie da conseguire appunto con l’asta di vendita, poiché è oramai evidente che non sono stati sufficienti i provvedimenti presi nel tentativo di aumentare i margini di redditività aziendale, dato che occorrono maggiori risorse per invertire la tendenza caratterizzata da un lento, ma costante accumularsi di perdite di esercizio.
Questa vicenda (come le altre già esaminate in precedenza) conferma che è molto difficile fare impresa (efficiente e con buona redditività) con i soldi dei cittadini, ma quando questi ultimi sono costantemente tartassati, forse bisognerebbe chiedersi se sono proprie realmente tutte utili e indispensabili queste partecipate, tenendo in considerazione un vecchio proverbio popolare … SE NON SI PUÒ SI FA SENZA”.
Euro Mazzi
 
 
PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE (settima parte): QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI” (ottava parte): QUI 
 
Altri post su questo argomento:
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI


 

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