sabato 1 agosto 2020

REFERENDUM: “taglio dei parlamentari” e legge elettorale (quarta parte)

La modifica costituzionale denominata “taglio dei parlamentari”, oggetto del referendum popolare che doveva inizialmente svolgersi in data 29/3/2020, poi rinviato per l’emergenza Covid-19, e che ora si svolgerà il 20 e 21 settembre 2020, è stata adottata  con lo scopo di ottenere un “risparmio di costi” ed è stata votata da quasi tutti i gruppi parlamentari.
In caso di esito referendario favorevole, questo taglio dei parlamentari” realizzerà un modesto risparmio, ma si aprirebbero una serie di problemi di non facile soluzione.
In questo post esaminiamo alcune problematiche collegate alla legge elettorale, poiché: “In linea generale, è noto che il numero dei seggi da assegnare e la dimensione delle circoscrizioni incidono sul rendimento istituzionale dei sistemi elettorali, potendo determinare effetti di maggiore o minore selettività e quindi effetti sistemici rilevanti, quali soglie di sbarramento implicite, determinate proprio da una contrazione del numero di eletti” (audizione a1 Senato del prof. Giovanni Tarli Barbieri). 
Infatti, la riduzione del numero dei seggi inevitabilmente cambia il rapporto eletti/elettori (quoziente di rappresentanza) e comporta, indipendentemente dal sistema elettorale utilizzato, una maggiore estensione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali; il sistema elettorale adottato può, a sua volta, introdurre degli ulteriori effetti distorsivi.

sabato 25 luglio 2020

REFERENDUM: UN ABBINAMENTO CHE NON STA IN PIEDI (terza parte)

Il Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, che doveva inizialmente svolgersi in data 29/3/2020 e poi rinviato per l’emergenza Covid-19, si svolgerà il 20 e 21 settembre 2020 (definito “election day”), poiché si tiene insieme alle elezioni riguardante ben 7 Regioni (Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta) e quelle amministrative inerenti circa 1.050 comuni, di cui 19 comuni capoluoghi di provincia e 4 di regione (ad esempio: Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo).
Per il Comitato per il No al taglio del Parlamento questo “election day serve solo a fare confusione”,  poiché “Pretendere che una modifica della Costituzione su un punto centrale come il ruolo del parlamento venga discussa e votata da sola, è il minimo. Un voto di valenza costituzionale non può mischiarsi con uno di valore politico-amministrativo. Del resto nessuno può sostenere oggi, su basi motivate e certe, che votare in ottobre sarebbe più pericoloso che a settembre, non potendosi prevedere il decorso del Covid-19. Invece è certo che votare il 20 settembre renderebbe praticamente impossibile informare i cittadini e discutere del taglio dei parlamentari” (Alfiero Grandi del dichiarazione del 4/6/2020).

sabato 18 luglio 2020

AUTOSTRADE: TRA REVOCA, TRATTATIVA E COMPROMESSO (prima parte)

Il crollo di 250 metri del ponte Morandi (il viadotto autostradale che collega la A7 con la A10, avvenuto in data 14/8/2018, provocando 43 morti e 566 sfollati, oltre a innumerevoli disagi alla viabilità genovese e autostradale) ha inevitabilmente catalizzato l’attenzione della politica oltre ad un immediato e intenso interesse mediatico sulla gestione delle autostrade italiani, specie liguri.
Il primo ministro G. Conte sollevava immediatamente la problematica della revoca delle concessioni autostradalia prescindere dall’inchiesta (perché) al di là delle verifiche penali, di quello che farà la magistratura con la sua inchiesta, noi non possiamo aspettare i tempi della giustizia”; a sua volta il vicepremier Luigi Di Maio precisava: “Per la prima volta c’è un governo che non ha preso soldi da Benetton, e siamo qui a dirvi che revochiamo i contratti e ci saranno multe per 150 milioni di euro” (La Stampa del 16/8/2018).

sabato 11 luglio 2020

IREN: UNA CRESCITA TRA ACQUISIZIONI E DEBITI (seconda parte)

L’assemblea degli azionisti di IREN Spa del 29/4/2020 ha approvato il bilancio 2019 e la proposta di destinazione dell’utile di esercizio di € 241.413.435,42 stabilendo di distribuire un dividendo di € 120.336.152,37 (pari a € 0,0925 per azione); quindi anche i Comuni spezzini (ex soci di ACAM) hanno ricevuto a fine giugno 2020 questo dividendo.
L’assemblea ha, inoltre, autorizzato l’acquisto di azioni proprie (per un massimo di 65.000.000 azioni) e la loro utilizzazione “nell’ambito di operazioni di crescita esterna, coerenti con le linee strategiche che la Società intende perseguire per progetti industriali o altre operazioni straordinarie che implichino l’assegnazione o disposizione di azioni proprie”, per una durata di 18 mesi ed in continuità con analoga decisione assunta nell’assemblea del 5/4/2019 (già acquisite 3.950.587 azioni, pari allo 0,30% del capitale sociale).

sabato 4 luglio 2020

SARZANA: UN RENDICONTO 2019 CON CRITICITÀ (quarta parte)

Nella relazione della Giunta al rendiconto 2019 del Comune di Sarzana viene così presentato il risultato di amministrazione: “Per il Comune di Sarzana l’esercizio 2019 si chiude con un risultato, al netto degli accantonamenti, di euro € -5.424.544,89” (Relazione 2019, pag. 6); si tratta di un disavanzo che è cresciuto di € 1.533.134,39 rispetto a quello dell’esercizio 2018; peggioramento attribuito dalla stessa Giunta alla necessità di dover effettuare un maggiore accantonamento per anticipazione di liquidità di importo pari ad € 1.725.876,22 per adeguare il relativo Fondo al saldo delle corrispondenti operazioni aperte negli anni 2013-14 pari a € 3.624.742,18.
Questa negativa circostanza è stata al centro del vivace dibattito avvenuto nel Consiglio Comunale del 30/6/2020 con due contrapposte posizioni:
- quella della maggioranza di centro-destra tesa a dimostrare i risultati raggiunti (riduzione dell’indebitamento, diminuzione dei tempi medi di pagamento a 71 giorni, ecc), nonostante la presenza di una “zavorra” lasciata dalla precedente Giunta Cavarra (le operazioni di liquidità del 2013/14 per € 3.624.742,18 e il disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui del 2015 con un disavanzo di € -5.573.222,70), senza la quale i risultai sarebbero stati più positivi;

sabato 27 giugno 2020

NUOVO OSPEDALE: I NODI AL PETTINE (sesta parte)

Le travagliate vicende dell’ospedale nuovo del Felettino sono sempre al centro del dibattito locale; si tratta spesso di un dibattito caratterizzato da contrapposte e sterili polemiche ideologiche e partitiche, che non lasciano spazio ad analisi sui problemi di fondo da risolvere per poter realizzare questa struttura; in tal senso è utile approfondire alcuni aspetti nodali.
Il concordato della società Pessina Costruzioni Spa.
La società Pessina Costruzioni, quale capofila di un raggruppamento di imprese, era stata l’unica partecipante (con un ribasso intorno allo 0,01%, offerto il valore complessivo di € 131.814.690,74 IVA esclusa) alla gara del giugno/luglio 2014 e, quindi, in data 4/5/2015 era stata dichiarata assegnataria definitiva dei lavori di costruzione del nuovo ospedale da ultimare in circa 4 anni.
In data 24/7/2019 la società Pessina Costruzioni depositava presso il Tribunale di Milano la richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo, con successiva richiesta di proroga per la presentazione della relativa proposta completata soltanto in data 22-25/11/2019; in data 13/2/2020 la sezione fallimentare del Tribunale di Milano dichiarava aperta la procedura di concordato preventivo in continuità proposta dall’impresa, fissando la data dell’udienza dei creditori per il 14/7/2020 (Decreto Conc. n.76-2019).

sabato 20 giugno 2020

NUOVO OSPEDALE: UN CONFRONTO SPEZIA - MASSA (quinta parte)

Le vicissitudini relative alla costruzione dell’ospedale nuovo del Felettino hanno da tempo sollevato accese discussioni, spesso caratterizzate da contrapposte e sterili polemiche ideologiche e partitiche; con lo scopo di ricercare alcune problematiche di fondo può essere utile effettuare un rapido confronto con la vicenda del NOA (Nuovo Ospedale Apuano) di Massa, iniziata nel 2002 e terminata in data 15/1/2016 con la sua inaugurazione ufficiale.
Il NOA fa parte di un progetto unico denominato “Nuovi Ospedali Toscani“, quale programma di sostituzione dei vecchi presidi ospedalieri di Massa e Carrara, Lucca, Pistoia e Prato (inserito nel “Programma pluriennale di interventi sanitari strategici) previsti dal PSR (Piano Sanitario Regionale) 2002-2004 approvato nel dicembre 2002 dal Consiglio regionale toscano.

sabato 13 giugno 2020

RIPRESA: GLI STATI GENERALI DEL CONTE (prima parte)

Nella conferenza stampa del Capo del Governo G. Conte del 3/6/2020 veniva annunciata la convocazione degli “Stati Generali dell’economia”, cioè una chiamata governativa alle “migliori forze del Paese” per mettere a punto una serie di iniziative, coordinate in un “progetto di rinascita” del Paese finalizzato al rilancio economico e alla ripresa dei settori più colpiti dal blocco pandemico, in attesa di poter richiedere e utilizzare i finanziamenti europei che necessitano di piani rigorosi come condizione per la loro erogazione: “Dobbiamo sapere che la somma che metterà a disposizione l’Europa all’Italia è una risorsa per l’interno Paese, non una somma a cui il governo di turno può attingere liberamente. Non è un tesoretto in mano al governo di turno” (Conferenza Conte del 3/6/2020).

martedì 9 giugno 2020

BIODIGESTORE DI SALICETI: UN COMPOST DI QUALITÀ? (decima parte)

Continuiamo a valutare la reale “ottemperanza” delle risposte consegnate dalla società Recos alle richieste del 18/10/2019 della Regione; in questo post ci limitiamo ad esaminare la problematica contenuta nel comparto tematico n. 3: “massimizzazione produzione compost di qualità/ minimizzazione impurità (procedura di conferimento, accettazione, stoccaggio dei rifiuti e congedo automezzi) - richieste di integrazione 16-18”; in sostanza occorre capire come la società Recos intenda migliorare la qualità del compost prodotto dal biodigestore.
Una scarsa qualità originaria della FORSU derivante dalla raccolta (seppur differenziata e porta a porta) comporta la presenza di eccessive impurità (specie le plastiche) e, quindi, accresciuti rischi di una scarsa qualità del compost in uscita; partendo da questa considerazione Recos ha presentato una nuova procedura di controllo dei rifiuti in ingresso, articolata in vari passaggi:

sabato 6 giugno 2020

BIODIGESTORE DI SALICETI: EMISSIONI E ODORI SOSTENIBILI? (nona parte)

Continuiamo a valutare la reale “ottemperanza” delle risposte consegnate dalla società Recos alle richieste del 18/10/2019 della Regione; in questo post ci limitiamo ad esaminare la problematica contenuta nel comparto tematico n. 2: “emissioni e odori - richieste di integrazione 11-15”; in sostanza occorre capire come la società Recos intenda prevenire i potenziali impatti delle emissioni del biodigestore sulla qualità dell’aria, in particolare per quanto attiene alla molestia olfattiva.
Recos ha presentato un nuovo “Studio Diffusionale odori” (un sistema di modellazione che simula gli effetti di una meteorologia variabile nello spazio e nel tempo e descrive il trasporto, la trasformazione e la dispersione in atmosfera in diversi scenari emissivi) diverso da quello già utilizzato in precedenza per valutare l’impatto sulla qualità dell’aria e la dispersione in atmosfera dei gas, delle polveri e di sostanze odorigene prodotte dal nuovo impianto.

martedì 2 giugno 2020

BIODIGESTORE DI SALICETI: L’ACQUA È TUTELATA? (ottava parte)

La società Recos ha depositato (prima della scadenza del 15/5/2020) la documentazione integrativa, impostata e organizzata in modo formalmente aderente alle richieste del 18/10/2019 della Regione, ma per valutare la reale “ottemperanza” alle richieste regionali occorre esaminare nel merito questa documentazione.
Data l’articolazione delle richieste integrative, in questo post ci limitiamo ad esaminare la problematica (più controversa) contenuta nel comparto tematico n. 1: “vulnerabilità dell’acquifero e gestione delle acque - richieste di integrazione 1-10”; in sostanza occorre capire come la società Recos intende preservare la risorsa idrica dell’acquifero della bassa valle del Magra, nonostante la costruzione del nuovo biodigestore. 
Va sottolineato come Recos abbia (rispetto alla prima documentazione progettuale) presentato ora nuovi studi e nuove soluzioni (riguardanti sia gli impianti, sia i processi lavorativi che i controlli e la sicurezza) con l’evidente intenzione di rassicurare sull’aumentata tutela dell’acquifero; si tratta di un fatto positivo, conseguenza sia della procedura di VIA e delle integrazioni richieste dagli uffici regionali che dell’articolata lotta degli oppositori alla realizzazione dell’impianto.

sabato 30 maggio 2020

BIODIGESTORE DI SALICETI: INTEGRAZIONI LACUNOSE (settima parte)

La società Recos ha depositato (prima della scadenza del 15/5/2020) la documentazione integrativa richiesta dalla Regione (con nota datata 18/10/2019), a seguito della conclusione della fase pubblica del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) relativo al progetto di impianto per il trattamento e il recupero della FORSU con produzione di biometano da realizzare in loc. Saliceti nel Comune di Vezzano Ligure.
Questa documentazione integrativa è riepilogata in uno specifico elenco documenti componenti l’intero corpo progettuale e catalogato nella Relazione di Ottemperanza con lo scopo di ricalcare lo schema contenuto nelle Richieste di integrazioni (con osservazioni distinte in 7 tematiche per complessivi 22 punti), rimandando, ove necessario, alla documentazione integrativa a supporto (relazioni e/o tavole grafiche): “Il proponente ha inteso rispettare tale organizzazione delle richieste e ha dunque predisposto le risposte organizzandole di conseguenza” (Relazione di Ottemperanza, pag. 5).
Da un punto di vista puramente formale, dunque, le integrazioni operate da Recos sono impostate per apparire conformi alle richieste di integrazione regionale; vi sono solo due “aggiunte” relative: - allo spostamento della cabina SNAM di consegna/riconsegna del biometano; b) all’adeguamento normativo della Relazione sulle Strutture.

sabato 23 maggio 2020

UN VIRUS SUBDOLO … E LETALE (prima parte)

Il Governo italiano, in data 31/1/2020, emanava il decreto dello “stato di emergenza”, per la durata di sei mesi; nella conseguente conferenza stampa, il Presidente Conte confermava i primi due casi di contagio riscontrati in Italia (due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani) e rassicurava “sul fatto che la situazione è sotto controllo e che le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale” (Comunicato del 31/1/2020).
Il primo caso italiano di Covid-19 veniva segnalato in Lombardia il 20/2/2020; nei giorni successivi si erano già evidenziati i primi focolai in Lombardia e Veneto; conseguentemente venivano approvati vari provvedimenti di “distanziamento/isolamento sociale e blocco delle attività non necessarie estese progressivamente a tutta l’Italia (lockdown).
Fin dall’inizio, l’epidemia è stata caratterizzata da una trasmissione prevalentemente locale, ma nonostante le varie misure di contenimento assunte, il numero di casi Covid-19 è aumentato molto rapidamente: alla data del 19/5/2020 in Italia ci sono stati 226.699 contagiati dall’inizio della pandemia, di cui: 65.129 persone attualmente positive, 32.169 deceduti e 129.401 guariti.

sabato 16 maggio 2020

CORONAVIRUS E OCCUPAZIONE/DISOCCUPAZIONE (settima parte)

La pandemia-covid 19 oramai non è più solo una emergenza sanitaria, ma un serio problema economico che si sta manifestando come recessione; in Italia questa nuova crisi si è inserita in una lunga fase di debole crescita economica, che perdura dal 2008 e che proprio alla fine del 2019 aveva già registrato un nuovo peggioramento frutto di una conclamata frenata dell’economia più o meno diffusa in tutta Europa.
In questo contesto, il mercato del lavoro italiano aveva mostrato nel 2018-19 una dinamica lievemente positiva, raggiungendo nel secondo trimestre 2019 i 23,4 milioni di occupati (+255 mila unità rispetto al 2018), con un tasso di occupazione al 59,2% e un tasso di disoccupazione al 9,8%, per poi iniziare un progressivo calo che ha accentuato le differenze con gli altri Paesi Europei: “Gli elevati divari con l’Ue sono aumentati anche nella recente fase di ripresa: il gap nel tasso di occupazione è aumentato da 8,9 punti nel primo trimestre 2014 fino a 10,2 punti nel terzo 2019 e quello del tasso di disoccupazione da 2,1 punti a 3,5 punti nel medesimo confronto temporale, con differenze più accentuate per le donne e per i giovani” (Istat, Il mercato del lavoro 2019, pag. 9).

sabato 9 maggio 2020

CORONAVIRUS E LA CASSA INTEGRAZIONE (sesta parte)

Gli effetti del blocco delle attività economiche e sociali derivate dalla necessità di contenere il contagio della pandemia-covid19 si stanno oramai manifestando come recessione economica generale; uno degli indicatori che immediatamente evidenziano la presenza di una crisi economica riguarda l’andamento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG - vedere scheda n. 1).
In proposto, l’ex ministro C. Damiano ha evidenziato come l’Italia oggi rischi di ritornare agli alti livelli di CIG del 2008-12 per l’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sulla crescita e sul calo del PIL: “Come conseguenza avremo una impennata dell’utilizzo della CIG, anche a seguito delle misure adottate dal Governo che rimettono in pista l’utilizzo della Cassa integrazione in deroga per le aziende anche con un dipendente”; Damiano sottolinea, però, come già nel 2019 si fossero manifestati i primi sintomi di crisi:  Dal 2019 il ciclo moderato di ripresa si inverte e tutti questi indicatori diventano negativi. Per l’anno in corso (2020) avremo sicuramente un netto peggioramento della situazione” (dichiarazione del 21/3/2020).

sabato 2 maggio 2020

CORONAVIRUS E I RISCHI PER LE PENSIONI (quinta parte)

L’emergenza dovuta alla pandemia Covid-19, oltre ai già gravi problemi sanitari, sta determinando una recessione economica a livello sia europeo che italiano; in Italia questa crisi economica si preannuncia con aspetti più gravi, poiché è destinata ad accentuare le già preesistenti criticità:
- dopo un lungo periodo di bassa crescita è previsto una netta riduzione del PIL: “in considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e delle difficili prospettive di breve termine, il DEF stima che l’economia registrerà una complessiva caduta del PIL reale nel 2020 di 8 punti percentuali”;
- un aumento della spesa pubblica a fronte di minori entrate che comporterà un ulteriore dilatazione del debito pubblico;
- in conseguenza della riduzione del PIL e dell’aumento del debito pubblico: “il rapporto debito/PIL è stimato in aumento di 17 punti percentuali, fino al 151,8%” (DEF 27/4/2020), un livello generalmente ritenuto “eccessivo”.

sabato 25 aprile 2020

CORONAVIRUS E GLI AIUTI ALLE IMPRESE (parte quarta)

L’emergenza sanitaria per la pandemia-covid19 sta provocando una profonda recessione e per contrastarla il Governo italiano ha assunto alcuni provvedimenti (in particolare mediante il DL. 17/3/2020 n. 18, “Decreto Cura Italia” e il DL. 8/4/2020 n. 23, “Decreto Liquidità”), contenenti delle misure di sostegno relative alla liquidità e all’accesso al credito per le imprese che hanno subito in via temporanea una carenza di liquidità.
La presentazione di questi due provvedimenti è stata alquanto enfatica; a marzo questo era l’annuncio: E’ una manovra economica poderosa: si attivano 350 miliardi. Non abbiamo pensato e non pensiamo di combattere un’alluvione con gli stracci (...) Siamo stati i primi a mettere in campo 25 miliardi di denaro fresco a beneficio del sistema economico italiano, delle imprese, delle famiglie. E attiviamo flussi per complessivi 350 miliardi” (Blitz del 16/3/2020); ad aprile quasi si raddoppia: “Un "bazooka" da 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 già previsti, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino a 800mila euro. Il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi (…) Il governo ha varato "un intervento senza precedenti" con una "imponente mobilitazione di risorse pubbliche"” (dichiarazione Conte, Ansa del 7/4/2020).

sabato 18 aprile 2020

CORONAVIRUS - il MES e ... (terza parte)

Nell’Eurogruppo del 9/4/2020 è stato raggiunto un “compromesso” sugli interventi per fronteggiare le pesanti conseguenze economiche della pandemia-covid19; l’accordo è articolato in 23 punti, i principali punti sono i seguenti:
1)   la flessibilità di bilancio (punto 8 e 11 – “Flexibility in EU rules) accompagnata dalla sospensione generalizzata dei vincoli posti dal Fiscal Compact (punto 11 – “Financial Stability”), cioè può essere aumentato il deficit pubblico di ogni Stato;
2)   l’utilizzo dei residui del Fondo di coesione comunitaria (punto 9 - “Coronavirus Response Investment Initiative”) di 37 €/miliardi, con riduzione dei vincoli nel loro uso (eliminazione dell’obbligo del cofinanziamento con ulteriori risorse nazionali, lasciando agli Stati la possibilità di spendere più facilmente queste risorse);

sabato 11 aprile 2020

CORONAVIRUS E CRISI ECONOMICA (seconda parte)

La pandemia Covid-19 è stata paragonata ad una “guerra” (ricoverati e morti, dispositivi personali di protezione, lunghe file ai negozi, l’isolamento e il “rimante a casa”, la crescente preoccupazione per l’immediato futuro, ecc.), ma fortunatamente si tratta di un eccesso di drammatizzazione, poiché le differenze sono evidenti: mancano le diffuse distruzioni, è assente “il mercato nero” di prodotti alimentari e di farmaci anzi il loro consumo non si è fermato, gli impianti “strategici” (luce, acqua, gas, ecc.) producono ed erogano, le infrastrutture funzionano.
Le conseguenze economiche di questa pandemia possono, però, essere confrontate con quelle di una “crisi post-bellica” soprattutto per la identica necessità di un massiccio intervento pubblico in grado avviare una graduale ripresa economica.

sabato 4 aprile 2020

CORONAVIRUS E LA PESANTEZZA DEL DEBITO PUBBLICO (prima parte)

La pandemia Covid 19 ormai non è più solo una emergenza sanitaria, ma l’inizio di una vera e propria crisi/recessione economica, poiché la necessità di far fronte all’emergenza avrà un costo elevato, a cui si aggiungeranno le spese per gli interventi necessari alla ripresa economica dopo il blocco di tutte le attività non strettamente necessarie (ad esempio: la filiera del turismo, i servizi di ristorazione, le attività ricreative, i diversi settori dell’industria, ecc.); le imprese avranno difficoltà a trovare liquidità e a reperire credito bancario; molti potrebbero rischiare di perdere il proprio lavoro e/o diminuire il proprio reddito; la ridotta capacità produttiva e la lentezza della ripresa incideranno negativamente anche sulle entrate fiscali, indebolendo ulteriormente le finanze pubbliche.