La
modifica costituzionale denominata “taglio dei
parlamentari”, oggetto del referendum popolare che doveva inizialmente svolgersi in data
29/3/2020, poi rinviato per l’emergenza Covid-19,
e che ora si svolgerà il 20
e 21 settembre 2020, è
stata adottata con lo scopo di ottenere
un “risparmio
di costi” ed è stata votata da quasi tutti i gruppi parlamentari.
In caso di esito referendario favorevole, questo “taglio dei parlamentari” realizzerà un modesto risparmio, ma si aprirebbero una
serie di problemi di non facile soluzione.
In questo post esaminiamo alcune
problematiche collegate alla legge elettorale,
poiché: “In linea generale, è noto che il
numero dei seggi da assegnare e la dimensione delle circoscrizioni incidono sul
rendimento istituzionale dei sistemi elettorali, potendo determinare effetti di maggiore o minore selettività
e quindi effetti sistemici rilevanti, quali soglie di sbarramento implicite, determinate proprio da una contrazione
del numero di eletti” (audizione a1 Senato del prof. Giovanni Tarli Barbieri).
Infatti,
la riduzione del numero dei seggi inevitabilmente cambia il rapporto
eletti/elettori (quoziente di
rappresentanza) e comporta, indipendentemente dal sistema elettorale
utilizzato, una maggiore estensione dei
collegi e delle circoscrizioni elettorali; il sistema elettorale adottato
può, a sua volta, introdurre degli ulteriori effetti distorsivi.