L’assemblea
degli azionisti di IREN Spa del 29/4/2020 ha approvato il bilancio
2019 e la proposta di destinazione dell’utile di esercizio di € 241.413.435,42 stabilendo di
distribuire un dividendo di €
120.336.152,37 (pari a € 0,0925
per azione); quindi anche i Comuni spezzini (ex soci di ACAM) hanno ricevuto a
fine giugno 2020 questo dividendo.
L’assemblea
ha, inoltre, autorizzato l’acquisto di azioni proprie (per un massimo di 65.000.000 azioni) e la loro
utilizzazione “nell’ambito di operazioni di crescita esterna,
coerenti con le linee strategiche che la Società intende perseguire per
progetti industriali o altre operazioni straordinarie che implichino l’assegnazione
o disposizione di azioni proprie”, per una durata di 18 mesi ed in
continuità con analoga decisione assunta nell’assemblea del 5/4/2019 (già acquisite
3.950.587 azioni, pari allo 0,30% del capitale sociale).
Con questa autorizzazione IREN può così continuare ad espandersi nei prossimi mesi anche attraverso le acquisizioni di nuove società da “pagare” proprio con queste azioni; peraltro, nei primi mesi del 2020 sono state definite già due acquisizioni (- SI.DI.GAS Spa; - l’80% del capitale sociale di I.Blu), ma altre sono in via di definizione.
Del resto, dopo aver incorporato il gruppo ACAM nel 2018 (aggregazione perfezionata in data 11/4/2018), nel corso del 2019 IREN ha acquisito altre società: - Busseto Servizi Srl (distributrice del gas metano nello stesso Comune); - San Germano Srl (raccolta e trasporto rifiuti) e della sua controllata CMT Spa (trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata e riciclaggio di carta, cartone e plastica); - ramo ambiente di FG Riciclaggi Srl (valorizzazione dei rifiuti da raccolta differenziata) e di Ferrania Ecologia Srl (per valorizzazione dei rifiuti in plastica, ingombranti e organico) con quattro impianti, tra cui il biodigestore di Cairo Montenotte da 45.000 ton/anno, già autorizzato al raddoppio di tale capacità); - Territorio e Risorse Srl (con impianto di compostaggio nel Comune di Santhià avente una capacità di trattamento di 36.000 ton/anno); - acquisizione di 23 mila clienti del mercato elettrico nel ponente ligure messo in vendita da AMAIE Spa, società del comune di Sanremo. Senza dimenticare di cedere società ritenute non più strategiche: accordo con SNAM in merito alla cessione della quota detenuta in OLT Offshore LNG Toscana del 49,07%.
Euro Mazzi
PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo “sommerso” e poco conosciuto. Per vedere gli altri post riguardanti IREN:
1) IREN: UN GIGANTE CON UN PIEDE PUBBLICO E UNO PRIVATO: QUI
2) FAR INCORPORARE ACAM PER “ENTRARE NELLA STANZA DEI BOTTONI”: QUI
3) ACAM/IREN … PERDERE TEMPO NELLA FRETTA DI DECIDERE: QUI
4) AGGREGAZIONE ACAM/IREN: GARANZIE REALI O ASTRATTE?: QUI
5) ACAM/IREN … PER FAVORE, NON DALLA PADELLA ALLA BRACE …: QUI
6) ACAM/IREN: NOTIZIE E PAURE FASULLE SULLA MANCANZA DI ALTERNATIVE: QUI
7) IL PERCORSO DELLA PROPOSTA DI AGGREGAZIONE ACAM IN IREN: QUI
8) L’ARTICOLAZIONE DELLA PROPOSTA AGGREGATIVA DI IREN: QUI
9) ACAM/IREN: “OSCURANTISMO E MIOPIA …”: QUI
10) TRA LACUNE, SUPERFICIALITÀ E FORZATURE SCOMPARE ACAM E CI GUADAGNA SOLO IREN …: QUI
11) ACAM/IREN: È RISPETTATA LA NORMATIVA SUL “REGIME DEMANIALE” DELLE RETI IDRICHE?: QUI
12) ACAM-IREN: E/S-QUILIBRI TRA PATTI E VENDITE: QUI
Con questa autorizzazione IREN può così continuare ad espandersi nei prossimi mesi anche attraverso le acquisizioni di nuove società da “pagare” proprio con queste azioni; peraltro, nei primi mesi del 2020 sono state definite già due acquisizioni (- SI.DI.GAS Spa; - l’80% del capitale sociale di I.Blu), ma altre sono in via di definizione.
Del resto, dopo aver incorporato il gruppo ACAM nel 2018 (aggregazione perfezionata in data 11/4/2018), nel corso del 2019 IREN ha acquisito altre società: - Busseto Servizi Srl (distributrice del gas metano nello stesso Comune); - San Germano Srl (raccolta e trasporto rifiuti) e della sua controllata CMT Spa (trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata e riciclaggio di carta, cartone e plastica); - ramo ambiente di FG Riciclaggi Srl (valorizzazione dei rifiuti da raccolta differenziata) e di Ferrania Ecologia Srl (per valorizzazione dei rifiuti in plastica, ingombranti e organico) con quattro impianti, tra cui il biodigestore di Cairo Montenotte da 45.000 ton/anno, già autorizzato al raddoppio di tale capacità); - Territorio e Risorse Srl (con impianto di compostaggio nel Comune di Santhià avente una capacità di trattamento di 36.000 ton/anno); - acquisizione di 23 mila clienti del mercato elettrico nel ponente ligure messo in vendita da AMAIE Spa, società del comune di Sanremo. Senza dimenticare di cedere società ritenute non più strategiche: accordo con SNAM in merito alla cessione della quota detenuta in OLT Offshore LNG Toscana del 49,07%.
Del
resto, IREN è
una multiutility quotata in Borsa nata
in data 1/7/2010 dall’unione tra le società IRIDE
ed ENÌA e si è caratterizzata per un
crescita costante dovuta proprio alle progressive acquisizioni di società o di
rami aziendali fino all’attuale configurazione di Gruppo strutturato con una holding industriale, con sede legale
a Reggio Emilia, e quattro società
responsabili delle singole linee di business nelle principali sedi operative di Genova, Parma, Piacenza, Reggio
Emilia, Torino, Vercelli e La Spezia.
Alla
holding
fanno capo le attività strategiche, di sviluppo, coordinamento e controllo,
mentre alle quattro Business Unit (BU), è stato affidato il coordinamento e
l’indirizzo delle società operanti nei rispettivi settori: • Reti, che opera nell’ambito del ciclo
idrico integrato e nei settori della distribuzione gas e della distribuzione di
energia elettrica; • Ambiente, che
svolge le attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; • Energia, operante nei settori della
produzione di energia elettrica, del teleriscaldamento e dell’efficienza
energetica; • Mercato, attiva nella
vendita di energia elettrica, gas, calore e servizi alla clientela.
Al
31/12/2019 le imprese consolidate integralmente nel bilancio di IREN sono
ben 30, quelle a controllo congiunto
sono 2, quelle collegate sono 30, mentre quelle soltanto partecipate
con quote di minoranza sono 24; queste
partecipazioni generano proventi per €
266.517 (nel 2018 erano € 200.560).
Le acquisizioni
concorrono anche all’incremento dei ricavi,
attestati nel 2019 a 4.275 €/milioni
(+5,8% rispetto ai 4.041 €/milioni del 2018); i costi
operativi sono aumentati del 9,2%
passando da 3.074 €/milioni del 2018 ai 3.357 €/milioni del 2019, incremento
determinato prevalentemente dall’aumentato ricorso a beni e servizi di terzi (+14,7%), mentre il costo del personale è cresciuto
del 12,5%. Il margine operativo lordo (ebitda) è calato a 917 €/milioni (-5,1%
rispetto ai 967 €/milioni del 2018),
diminuzione in parte dovuta al venir meno di proventi straordinari
sull’esercizio 2018, ma anche dalla minor vendita di gas.
Il
risultato operativo è pari a 452 €/milioni in calo del -14,8% (rispetto ai 530 €/milioni del 2018) per maggiori
ammortamenti (per circa 48 €/milioni
relativi a nuovi investimenti, ma anche per l’ampliamento del perimetro di consolidamento
e per minori accantonamenti).
La
gestione finanziaria esprime un
saldo di oneri finanziari netti per 79,9
€/milioni (-24,7% rispetto ai 106 €/milioni
del 2018) con un significativo decremento riconducibile ai minori oneri derivante
da operazioni di gestione delle passività e dalla diminuzione del costo medio
dell’indebitamento finanziario.
Il
risultato prima delle imposte si
attesta a 377,3 €/milioni (-2,7% rispetto ai 389,5 €/milioni del
2018); da questo risultato devono essere dedotte le imposte sul reddito del periodo pari a 111,6 €/milioni (-4% rispetto
ai 116 €/milioni del 2018, con un carico fiscale effettivo del 29,6%); conseguentemente l’utile netto del 2019 è stato di 265,7 €/milioni in calo del -2,8% rispetto ai 273,2 €/milioni del 2018).
Le
principali dinamiche patrimoniali evidenziano:
-
Un
attivo immobilizzato ammontante a 6.096 €/milioni (+5,4% rispetto ai 5.786
€/milioni del 2018); l’aumento (+310
€/milioni) è dovuto: a maggiori investimenti tecnici in immobilizzazioni
materiali ed immateriali (+524 €/milioni),
alle dismissioni (-6 €/milioni) e
agli ammortamenti (-403 €/milioni),
alle acquisizioni di nuove società (+63 €/milioni);
-
Il
Capitale Circolante Netto (CCN) si
attesta a 166 €/milioni (+25,2% rispetto ai 132 €/milioni del 2018); l’aumento di 34 €/milioni è riferibile alle componenti tributarie, parzialmente
controbilanciate dall’andamento dei crediti di natura commerciale;
-
I
Fondi Rischi e Benefici ai Dipendenti ammontano a 625 €/milioni (+0,7% rispetto
ai 621 €/milioni del 2018);
-
Il
Patrimonio Netto ammonta a 2.651 €/milioni (+6,8% rispetto ai 2.562 €/milioni
del 2018); l’aumento di +89 €/milioni
è riferito all’utile 2019 (+266 €/milioni),
ai dividendi erogati (-150 €/milioni),
alla variazione della riserva cash flow
hedge legata agli strumenti derivati (-15
€/milioni) ed agli acquisti di azioni proprie (-9 €/milioni);
Questa
sintetica analisi del bilancio 2019 del Gruppo IREN evidenzia come sia in crescita il fatturato e l’utile, ma anche l’indebitamento;
infatti, l’indebitamento finanziario
netto è pari a 2.706 €/milioni (+10,3% rispetto ai 2.453 €/milioni del
2018); l’aumento di 253 €/milioni
risente fra l’altro degli effetti delle varie operazioni di aggregazione aziendale avvenute nel
periodo.
L’incremento dell’indebitamento registrato nel 2019 è percentualmente il terzo valore più elevato (superato dal +13,26% del 2016 e dal +17,37% del 2011), ma l’indice su base 2009 evidenzia una sua crescita costante nel periodo di ben 31,61 punti, incremento superiore ai 29,04 punti del 2011, ai 24,30 punti del 2012 e ai 22,83 punti del 2013.
L’incremento dell’indebitamento registrato nel 2019 è percentualmente il terzo valore più elevato (superato dal +13,26% del 2016 e dal +17,37% del 2011), ma l’indice su base 2009 evidenzia una sua crescita costante nel periodo di ben 31,61 punti, incremento superiore ai 29,04 punti del 2011, ai 24,30 punti del 2012 e ai 22,83 punti del 2013.
Questa
tendenza si riscontra anche nella prima trimestrale del 2020: gli investimenti
sono cresciuti del 52% attestandosi
a 130 €/milioni, ma l’indebitamento finanziario netto sale a 2.807 €/milioni (+102 €/milioni pari al +3,8%
rispetto al 2019): “a seguito al peggioramento del capitale circolante netto
e la forte crescita degli investimenti, in linea con quanto previsto nel piano
industriale”(Relazione trimestrale 31/3/2020); un sintetico giudizio borsistico
tratteggia questa problematica: “Con
prospettive di crescita relativamente basse, il gruppo non è tra quelli con il più
alto potenziale di crescita dei ricavi. La società si trova in una situazione finanziaria difficile, con
un debito significativo e livelli di
EBITDA piuttosto bassi” (Proiezioni di
borsa del 22/6/2020).
Da
tempo IREN continua
a fare investimenti utilizzando la leva
del debito, ma questa situazione potrebbe diventare un aspetto critico nel momento in cui l’attuale crisi economica
post-pandemia dovesse portare a una crescita lenta delle vendite e a un
abbassamento della redditività degli investimenti.
Del
resto, gli effetti della pandemia si sono già fatti sentire nella prima
trimestrale del 2020 del Gruppo IREN: - i ricavi consolidati al 31/3/2020
si attestano a 1.077 €/milioni, in
diminuzione del -15,7% rispetto ai 1.278 €/milioni del primo trimestre
2019: “La flessione dei ricavi è da ricondursi principalmente al calo dei prezzi delle commodities
energetiche, alla riduzione delle
vendite di calore per il teleriscaldamento dovuta all’inverno
particolarmente mite nonché alla minore
energia elettrica prodotta dagli impianti del Gruppo. Lo scenario energetico che
era già sfavorevole nei primi mesi dell’anno ha successivamente subito un
ulteriore peggioramento a partire dalla fine di febbraio, che si è via via
aggravato di pari passo all’inasprirsi delle misure di sicurezza sanitaria messe in atto per far fronte
all’estendersi degli effetti del virus Covid-19” (Relazione trimestrale 31/3/2020).
Anche
il Risultato Operativo (Ebit) è calato
a 146 €/milioni (-15,3% rispetto ai 172 €/milioni del 1° trimestre 2019): “Si registrano maggiori ammortamenti per circa 8 milioni di euro
relativi principalmente all’entrata in esercizio di nuovi investimenti, maggiori accantonamenti per 18 milioni di
euro prevalentemente destinati al fondo svalutazione crediti, per effetto del Covid-19” (Relazione
trimestrale 31/3/2020.
Conseguentemente
anche l’utile di Gruppo IREN è in calo a 84
€/milioni (-16,2% rispetto ai 100 €/milioni del 2019), ma più della
decrescita dell’utile l’AD di IREN sembra essere più preoccupato “dei leggeri ritardi occorsi
sulle opere in costruzione. Le
future azioni volte al rilancio
economico del Paese potrebbero potenzialmente coinvolgere le utilities in operazioni di consolidamento sui
territori e favorire l’accelerazione degli investimenti” (Ducatonline del 12/5/2020). Il
riferimento è ai ritardi accumulati da alcuni progetti (come quello del
multidigestore dei rifiuti organici di Gavassa, impianto da 54 €/milioni o come il biodigestore di
Saliceti), nella convinzione che questi ritardi potrebbero venire superati anche
grazie alle iniziative governative di contrasto alla recessione.
In conclusione.
IREN è una impresa
che fino ad oggi ha distribuito dividendi
e, poiché molti Comuni sono soci, queste somme che entrano nei loro bilanci
costituiscono un significativo introito. IREN, poi, distribuisce altre somme ai Comuni
tramite le “sponsorizzazioni” che ammontano a circa 9,5 €/milioni. Inoltre, alcuni Comuni hanno richiesto e ottenuto di
poter vendere parte delle azioni da loro possedute per sistemare i propri
bilanci: nel 2019 ben 8 Comuni
aderenti al Patto di Sindacato hanno venduto complessivamente n. 3.916.218 azioni, tra cui per
esempio il Comune di Follo ha venduto n.
112.485 azioni.
In
questo contesto la gran parte dei Comuni non dispone di una struttura
tecnica-finanziaria in grado di fare analisi
di bilancio e svolgere un doveroso “controllo analogo”; forse solo i
Comuni più grandi esercitano una specie di “vigilanza partecipata”
sulle scelte strategiche. In proposito, basta ricordare il “compromesso”
(verbale del
22/10/2018) sulla modifica della disciplina
pattizia della governance di IREN sottoscritto dai
tre Sindaci: Marco Bucci (di area centro-destra
alla guida del Comune di Genova), Luca
Vecchi (di area PD a capo del Comune di Reggio Emilia) e Chiara Appendino (di area M5S, Sindaca
del Comune di Torino).
Di
fatto sono i dirigenti aziendali che “gestiscono” l’impresa e “decidono
le strategie”, a cui i Sindaci sono ben “contenti” di approvare
degli adeguati compensi; nel 2019 i compensi fissi erogati ai Dirigenti con
Responsabilità Strategiche sono ammontati per la parte fissa corrisposta in denaro a 1,3 €/milioni, a cui vanno aggiunti la
parte variabile dei premi, i piani di incentivazione monetaria, la buonuscita e
i benefit.
Insomma,
le nomine in IREN
le fanno ancora i Sindaci (o meglio i tre Comuni di Torino/Genova/Reggio
Emilia), ma poi rimangono “appesi alla benevolenza” dei manager
da loro nominati; ma chi tutela i
cittadini?
Euro Mazzi
PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo “sommerso” e poco conosciuto. Per vedere gli altri post riguardanti IREN:
1) IREN: UN GIGANTE CON UN PIEDE PUBBLICO E UNO PRIVATO: QUI
Sull’aggregazione di Acam nel Gruppo Iren vedere i seguenti post:
1) CON LA FUSIONE PER INCORPORAZIONE FINIRÀ ACAM …: QUI2) FAR INCORPORARE ACAM PER “ENTRARE NELLA STANZA DEI BOTTONI”: QUI
3) ACAM/IREN … PERDERE TEMPO NELLA FRETTA DI DECIDERE: QUI
4) AGGREGAZIONE ACAM/IREN: GARANZIE REALI O ASTRATTE?: QUI
5) ACAM/IREN … PER FAVORE, NON DALLA PADELLA ALLA BRACE …: QUI
6) ACAM/IREN: NOTIZIE E PAURE FASULLE SULLA MANCANZA DI ALTERNATIVE: QUI
7) IL PERCORSO DELLA PROPOSTA DI AGGREGAZIONE ACAM IN IREN: QUI
8) L’ARTICOLAZIONE DELLA PROPOSTA AGGREGATIVA DI IREN: QUI
9) ACAM/IREN: “OSCURANTISMO E MIOPIA …”: QUI
10) TRA LACUNE, SUPERFICIALITÀ E FORZATURE SCOMPARE ACAM E CI GUADAGNA SOLO IREN …: QUI
11) ACAM/IREN: È RISPETTATA LA NORMATIVA SUL “REGIME DEMANIALE” DELLE RETI IDRICHE?: QUI
12) ACAM-IREN: E/S-QUILIBRI TRA PATTI E VENDITE: QUI
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