sabato 4 luglio 2020

SARZANA: UN RENDICONTO 2019 CON CRITICITÀ (quarta parte)

Nella relazione della Giunta al rendiconto 2019 del Comune di Sarzana viene così presentato il risultato di amministrazione: “Per il Comune di Sarzana l’esercizio 2019 si chiude con un risultato, al netto degli accantonamenti, di euro € -5.424.544,89” (Relazione 2019, pag. 6); si tratta di un disavanzo che è cresciuto di € 1.533.134,39 rispetto a quello dell’esercizio 2018; peggioramento attribuito dalla stessa Giunta alla necessità di dover effettuare un maggiore accantonamento per anticipazione di liquidità di importo pari ad € 1.725.876,22 per adeguare il relativo Fondo al saldo delle corrispondenti operazioni aperte negli anni 2013-14 pari a € 3.624.742,18.
Questa negativa circostanza è stata al centro del vivace dibattito avvenuto nel Consiglio Comunale del 30/6/2020 con due contrapposte posizioni:
- quella della maggioranza di centro-destra tesa a dimostrare i risultati raggiunti (riduzione dell’indebitamento, diminuzione dei tempi medi di pagamento a 71 giorni, ecc), nonostante la presenza di una “zavorra” lasciata dalla precedente Giunta Cavarra (le operazioni di liquidità del 2013/14 per € 3.624.742,18 e il disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui del 2015 con un disavanzo di € -5.573.222,70), senza la quale i risultai sarebbero stati più positivi;
- quella della minoranza del PD, al contrario, tesa a sottolineare come il rendiconto 2019 fosse il primo attribuibile interamente alla nuova maggioranza e, dunque, questi negativi risultati non potessero più essere attribuiti ai precedenti gestori (cioè a loro stessi);
- solo i due consiglieri Raschi e Giorgi sono usciti da questa sterile contrapposizione polemica sulle responsabilità, facendo emergere considerazioni più articolate e complessive, senza risparmiare critiche sia ai precedenti che agli attuali amministratori, manifestando preoccupazione per la pesante situazione finanziaria del Comune, che si manifesta negativamente proprio nel momento di acuta crisi economica post-pandemia.
Tutti gli intervenuti hanno, comunque, riconosciuto la necessità di provvedimenti organizzativi volti ad aumentare la capacità di riscossione dei crediti vantati dal Comune; del resto, già i Revisori avevano richiamato tutti gli amministratori a porre attenzione alle carenze da tempo riscontrate nella riscossione: “che si estrinsecano sia nelle ridotte percentuale d’incasso dei proventi in conto competenza rispetto alle entrate accertate, sia nella contenuta riscossione dei residui relativi alle annualità arretrate. Tale problematica determina, come conseguenza, un crescente innalzamento della quota di accantonamento al Fondo Credito dubbia esigibilità da stanziare nel bilancio di previsione e della quota del Risultato di Amministrazione da vincolare in sede di approvazione del Rendiconto” (Relazione Revisori 2019, pag. 46).
La problematica della riscossione è direttamente collegata a quella dei residui attivi, i quali dal 2015 al 2019 sono cresciuti del 41,09% (+6,3 €/milioni) attestandosi a 21,7 €/milioni (in calo però rispetto al 2018 per 1,0 €/milioni, miglioramento dovuto alle maggiori riscossioni di competenza registrate proprio nel 2019). Anche i residui passivi registrano un costante incremento nello stesso quinquennio (+65,93% pari a +5,2 €/milioni), raggiungendo i 13,1 €/milioni (in diminuzione rispetto al 2018 per -0,4 €/milioni, miglioramento dovuto a maggiori pagamenti di competenza registrate proprio nel 2019) (vedere grafico a latere).
I Revisori avevano segnalato anche la criticità derivante dalla presenza di consistenti debiti fuori bilancio di parte corrente: € 403.354,61 (oltre a € 204.176,14 di debiti non riconosciuti, ma accantonati) nel 2019, che si aggiungono a quelli del 2018 di € 672.171,04  (oltre a € 221.488,10 di debiti non riconosciuti, ma accantonati per € 210.000, mediante 3 annualità di € 70.000); questi debiti non solo determinano lo sforamento del relativo parametro di deficitarietà, ma soprattutto obbligano ad: “individuare consistenti risorse da destinare alla copertura delle passività riconosciute, sia nel corrente periodo, che negli esercizi 2020 e 2021 in cui l’Ente si troverà a fare fronte al peggioramento della situazione finanziaria provocata dall’emergenza sanitaria Covid 19” (Relazione Revisori 2019, pag. 46).
I Revisori avevano segnalato anche la criticità derivante dai contenziosi esistenti e da quelli “potenziali”, anche al fine di prevedere congrui accantonamenti nel Fondo contenzioso,  dimensionato a fine 2019 in € 809.003,92, dopo aver provveduto alla sistemazione per € 243.782,50 per la causa con la società Saporito srl, ma destinato a crescere poiché già nei primi mesi del 2020 sono state rilevate ulteriori spese per € 57.871,63 e per € 3.745,60, rendendo, quindi, necessario sviluppare un corretto monitoraggio dei contenziosi derivanti da cause (Relazione Revisori 2019, pag. 46).
Ulteriore criticità segnalata dai Revisori riguarda le partecipate, sulla scorta dei rilievi già espressi dalla Corte dei Conti, nel senso: a) della definizione delle procedure di liquidazione relative alle controllate Sarzana Patrimonio e Servizi srl (SPS) e Itinerari culturali scarl; b) dell’alienazione delle quote di partecipazione detenute nelle società: Azienda Agricola Dimostrativa srl e Sistema Turistico Golfo dei Poeti Val di Vara e Val di Magra scarl che non possiedono i requisiti normativi per essere mantenute; c) sviluppare un adeguato controllo analogo su tutte le partecipate; d) conciliare i rapporti creditori e debitori tra l’Ente e gli organismi partecipati; e) adeguare i fondi di accantonamento.
In merito a quest’ultimo punto, nello specifico si rileva: 1) il Fondo perdite società partecipate riporta un saldo di € 1.571,89 (per perdita di € -88.501,00 da rapportare alla quota di proprietà del 0,86%) riferita alla società partecipata Azienda Agricola dimostrativa srl; 2) il Fondo crediti vs. società partecipate riporta un saldo di € 1.889.589,02 composto da: - € 880.000,00 per il residuo del debito bancario della SPS srl, garantito dall’Ente in favore della Carispezia, di cui per quota di capitale già rimborsata pari a € 732.400, oltre alla rata residua in scadenza nel 2020 per € 147.600; - € 1.009.589,02 quale credito derivante dalla vendita di beni immobili effettuata dal Comune nel corso del 2007 alla SPS srl (Relazione Revisori 2019, pag. 46-47).
Per quanto riguarda l’indebitamento al 31/12/2019 ammonta a 27,1 €/milioni in costante calo dal suo massimo raggiunto nel 2.006 con 42,9 €/milioni; riduzione proseguita regolarmente negli anni successivi: nel 2009 ammontava a 36,1 €/milioni, nel 2015 era di 29,2 €/milioni, nel 2018 era di 28,1 €/milioni. Dunque, la riduzione dell’indebitamento è una mera normalità; infatti, chi contrae dei mutui (privati o Enti Locali) ha l’obbligo contrattuale di pagare le rate annuali (costituite da quota capitale e quota interessi), come previsto dai piani di ammortamento dei vari mutui sottoscritti (vedere grafico a latere).
L’esposizione debitoria del Comune di Sarzana è però più elevata ed è pari al 31/12/2019 a 40,3 €/milioni (in aumento rispetto ai 33,7 €/milioni del 2018), poiché ai debiti da finanziamento (27,1 €/milioni) vanno aggiunti quelli verso i fornitori pari a 8,6 €/milioni (erano 1,3 €/milioni nel 2018) e quelli tributari, previdenziali e altri pari a 4,5 €/milioni; l’esposizione debitoria è in aumento rispetto agli ultimi 3 anni, ma è in calo riguardo alla media di 57,4 €/milioni del periodo 2008-2015 (vedere grafico a latere).
In questo contesto caratterizzato da pesanti criticità finanziarie, inevitabilmente la pressione fiscale comunale rimane elevata; le entrate proprie sono in costante crescita: nel 2009 erano 15,4 €/milioni e sono aumentate nel 2019 a 21,3 milioni e nel  2020 è previsto un ulteriore incremento a 21,9 €/milioni (anche se il punto più elevato è stato registrato nel 2015 con 22,6 €/milioni). La pressione fiscale comunale (calcolata sulle entrate proprie: tributarie + extratributarie) sulle famiglie sarzanesi nel 2009 ammontava a € 1.580,40 e nel 2019 è stata di € 2065,72 e nel 2020 è prevista in € 2.123,12.
Questa elevata pressione fiscale, del resto, è necessaria per finanziare una spesa corrente che non accenna a diminuire: è stata nel 2018 di 20,4 €/milioni, è cresciuta nel 2019 a 21,1 €/milioni ed è prevista per il 2020 in 23,1 €/milioni.
In conclusione.
Il rendiconto del 2019 ha evidenziato diverse criticità che dimostrano come le cause del peggioramento del disavanzo a -5,4 €/milioni siano ben più complesse rispetto al mero adeguamento del fondo anticipazione di liquidità, dimostrando come al bilancio del Comune di Sarzana non manchino le risorse, ma semmai la capacità di riscuotere i crediti; molte risorse (pari a 17,0 €/milioni) vengono immobilizzate nei fondi accantonati e vincolati proprio per la presenza delle criticità qui analizzate; si tratta di risorse consistenti immobilizzate invece di poter essere più utilmente impiegate per risolvere alcuni problemi dei sarzanesi.
Su questo bilancio (che presenta diverse criticità) pesano due incognite: da una parte, l’evoluzione della recessione quale conseguenza derivante dal blocco delle attività; dall’altra, lo sviluppo delle misure governative/europee a sostegno degli Enti Locali, delle famiglie, delle imprese e delle varie attività presenti nel territorio.
Per i Comuni che già oggi presentano problemi e difficoltà a riscuotere i propri crediti questa recessione potrebbe determinare un nuovo aggravamento, dovuto a una eventuale progressiva penuria di risorse economiche dei contribuenti.
In tal senso, i prossimi mesi saranno cruciali nel determinare l’evoluzione finanziaria dei Comuni, in un contesto recessivo di vasta e profonda portata; questa situazione è destinata a protrarsi nel tempo e potrà eventualmente procedere in senso positivo solo in presenza di fatti di “straordinaria amministrazione”, come per esempio: la vendita di immobili, un costante flusso di contributi finanziari esterni (dal Governo e/o dalla Regione e/o dall’Europa), una sentenza contro Gefil assai favorevole … ma nel frattempo i sarzanesi dovranno continuare a subire una costante elevata pressione fiscale comunale (la più elevata della Val di Magra), continuando però a camminare “sul filo di un rasoio”.

 Euro Mazzi 

 
PS: questo post fa parte di un ampio studio sui bilanci comunali e sulle partecipate pubbliche locali, qui riportiamo solo quelli riferibili al Comune di Sarzana:
1) ANALISI SINTETICA DEL BILANCIO DI SARZANA: UNA SITUAZIONE FINANZIARIA PESANTE: QUI
2) COMUNE DI SARZANA: UN BILANCIO “sul filo di un rasoio” …: QUI
3) SARZANA: UN BILANCIO 2020 CON LUCI E OMBRE: QUI

 Per vedere gli altri post sulla TARI:
CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI

 Per vedere gli altri post sulle partecipate sarzanesi:
- SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
- SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
- PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
- PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
- PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
- IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI

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