martedì 9 giugno 2020

BIODIGESTORE DI SALICETI: UN COMPOST DI QUALITÀ? (decima parte)

Continuiamo a valutare la reale “ottemperanza” delle risposte consegnate dalla società Recos alle richieste del 18/10/2019 della Regione; in questo post ci limitiamo ad esaminare la problematica contenuta nel comparto tematico n. 3: “massimizzazione produzione compost di qualità/ minimizzazione impurità (procedura di conferimento, accettazione, stoccaggio dei rifiuti e congedo automezzi) - richieste di integrazione 16-18”; in sostanza occorre capire come la società Recos intenda migliorare la qualità del compost prodotto dal biodigestore.
Una scarsa qualità originaria della FORSU derivante dalla raccolta (seppur differenziata e porta a porta) comporta la presenza di eccessive impurità (specie le plastiche) e, quindi, accresciuti rischi di una scarsa qualità del compost in uscita; partendo da questa considerazione Recos ha presentato una nuova procedura di controllo dei rifiuti in ingresso, articolata in vari passaggi:
b) un controllo documentale e visivo al momento dell’arrivo del mezzo con il rifiuto nella zona pesa del biodigestore prima del loro scarico nelle apposite fosse di ricezione (oppure tale controllo sarà fatto dopo lo scarico);
c) una analisi merceologica iniziale (nei primi 3 mesi di conferimento) e successive analisi periodiche (a scelta discrezionale) verranno svolte  per valutare meglio la qualità dei materiali in ingresso;
d) in caso di rifiuto non conforme, questo dovrà essere ricaricato sul mezzo di trasporto e respinto con annotazione sul relativo formulario di accompagnamento e sul registro di carico/scarico; per la sua ripresa si utilizzerà la benna montata su carroponte in dotazione all’impianto e la pala gommata;
e) nel caso in cui la presenza di materiale non compostabile non pregiudichi la possibilità di lavorazione del carico, il rifiuto verrà comunque accettato con inoltro al conferitore di una formale comunicazione riguardante la scarsa qualità del materiale conferito;
f) il ripetersi nel tempo di conferimenti di materiali di scarsa qualità potrà portare alla rescissione del contratto e all’azienda in questione sarà vietato di conferire ulteriormente materiale presso l’impianto;
g) la definizione dei materiali (CER) ammissibili in ingresso e delle soglie di frazioni estranee (è stato stabilito un massimale convenzionalmente del 15% in peso) serviranno per determinare il respingimento del carico (con relative procedure di stoccaggio rifiuti/congedo automezzi);
h) una volta stabilito un massimale di impurità in ingresso ammissibili è stato nuovamente elaborato  uno specifico schema a blocchi, in cui indicare le stime relative alle varie frazioni in uscita dall’impianto di trattamento FORSU, nonché un bilancio di massa standard e variabile (vedere schemi a latere). 
Recos ritiene questa strategia di accettazione dei rifiuti adeguata per assicurare una buona qualità del compost prodotto dal biodigestore: “1. Salvaguardare il processo dalla presenza di frazioni estranee che possano compromettere la qualità meccanica e chimico fisica delle lavorazioni; 2. Incoraggiare i produttori (per la quasi totalità enti pubblici o appaltatori di enti pubblici) a produrre frazioni il più possibile pulite da frazioni estranee e dunque idonee al trattamento, perseguendo benefici sia sotto il profilo ambientale sia delle pratiche di raccolta. I due scopi devono essere contemperati con l’interesse pubblico a cui i servizi sono asserviti, per le frazioni derivanti dalla raccolta di Comuni e appaltatori concessionari di Comuni o ambiti. Per quanto sopra, gli scopi potranno essere perseguiti tramite la fissazione di soglie tariffarie di ingresso crescenti al crescere delle frazioni estranee e fino al limite presumibile di: - Per il CER 20 01 08 (organico) → massimo 20% - Per il CER 20 02 01 (verde) → massimo 10%” (Procedura di controllo dei rifiuti in ingresso, pag. 7).   
In fase di pretrattamento (vagliatura primaria), i vari materiali scartati (sovvallo) in quanto frazioni non compostabili (plastica, inerti, ecc.) o difficilmente compostabili (es. il cartone) sono valutati in modo standard ammontanti al 10%, una variazione di questa quota di sovvallo all’interno della FORSU, determina un aumento/diminuzione sia dei materiali da inviare a ulteriore trattamento o smaltimento, sia la quantità/qualità del compost finale.
Successivamente verrà svolta una vagliatura (vagliatura secondaria) dei materiali nel corso del processo di trattamento, la cui funzione è quella di operare una separazione finale del compost vero e proprio dal materiale strutturante residuo: “Tale vagliatura è indispensabile per rimuovere dal compost gli elementi estranei (quali, ad esempio, residuo di plastiche che per dimensioni ridotte non è possibile rimuovere nei passaggi precedenti) e quindi incrementare la resa qualitativa del prodotto finale” (Relazione generale, pag. 74).
Il materiale strutturante residuo viene ricircolato in testa all’impianto per un nuovo utilizzo (con l’aggiunta di verde fresco) nel processo (che appunto prevede l’aggiunta di verde strutturante alla frazione digestato per l’avvio alla fase di compostaggio) con una pezzatura più grande (della dimensione < di 15 mm del compost): “I processi meccanici (vagliatura) e biologici (fase aerobiche di compostaggio) portano a un graduale deterioramento di questo materiale. Dopo un certo numero di ricircoli, quindi, si avrà una riduzione dimensionale (nonché biologica) del materiale strutturante fino a diventare sostanzialmente non più adatto allo scopo di strutturazione della miscela” (Relazione generale, pag. 73).
Insomma, la qualità e la quantità finale di compost dipende sia dalla qualità originaria della FORSU derivante dalla raccolta, sia dall’efficienza della strategia di accettazione e di selezione del conferito, che dall’efficienza della vagliatura secondaria; conseguentemente aumenta/diminuisce anche la quantità del sovvallo da inviare a ulteriore trattamento o smaltimento, mentre “L’eventuale aumento di quantitativo della produzione stimata può solo essere determinato da un peggioramento della qualità intrinseca del materiale in quanto questo potrebbe essere possibile solo aumentando la dimensione della forometria del vaglio secondario e quindi ottenere un compost a granulometria superiore” (Relazione generale, pag. 74).
In conclusione.
Recos ha indubbiamente migliorato il progetto originario; si tratta di un fatto positivo, quale diretta conseguenza sia della procedura di VIA e delle integrazioni richieste dagli uffici regionali che dell’articolata lotta degli oppositori alla realizzazione dell’impianto.
Però, anche questa analisi nel merito della produzione del compost ha evidenziato varie problematiche incentrate sulla sua qualità finale e sulla quantità dei sovvalli da inviare a ulteriore trattamento o smaltimento.
Recos ha sempre rassicurato sulla buona qualità del compost, arrivando a giustificare la bassa resa in compost del suo progettato biodigestore (rispetto ad altri impianti similari) proprio per mantenere questa qualità, ma non ha prodotto alcuna analisi sulla qualità della raccolta dei rifiuti conferiti dai vari Comuni spezzini e genovesi, mentre le procedure di controllo e di vagliatura sembrano essere ancora troppo superficiali e poco sofisticate sul piano tecnologico.
Questi limiti sull’efficienza del controllo e della vagliatura dei materiali avviati al processo di biodigestione possono portare ad una bassa qualità del compost; mentre manca la previsione di analisi sulla presenza nel compost di eventuali microrganismi dannosi (batteri, spore, ecc.) per le produzioni alimentari, nonché per la salute umana e animale e l’impegno ad applicare adeguati trattamenti di igienizzazione (pastorizzazione) pre e post digestione in una unità apposita.
In generale, bisognerebbe valutare attentamente la qualità del compost prodotto, poiché l’uso in agricoltura di questo ammendante compostato prodotto se fosse di bassa qualità potrebbe generare problemi sia nell’inquinamento dei terreni che nelle produzioni agricole e/o nell’allevamento e, quindi, condizionare negativamente la stessa possibilità di sua commercializzazione e di suo riutilizzo.
Non è un caso, infatti, che Recos non abbia presentato alcuna valutazione degli eventuali ricavi conseguiti dalla commercializzazione del compost che verrà prodotto a Saliceti (si tratta di circa 14.300 ton./anno) e questo rappresenta, non tanto e non solo un atteggiamento prudenziale, ma la consapevolezza di un suo scarso valore commerciale, poiché potrebbe non essere di alta qualità.
Questa circostanza, fa comprendere perché Recos non abbia puntato su impianti di compostaggio aerobico (se si recupera solo compost si guadagna solo con la tariffa di ritiro della FORSU), mentre realizzando un biodigestore anaerobico potrà guadagnare sia con il ritiro della FORSU, che con vendita del bio-metano e, soprattutto, potrà lucrare sugli incentivi statali.
Le lotte degli oppositori a questo progetto hanno avuto il merito di costringere Recos a migliorare il progetto, ma soprattutto hanno sensibilizzato gli Enti Locali (Comune, Provincia e Regione) costringendoli a procedere con cautela e a riporre maggiore attenzione nel processo autorizzativo; purtroppo, l’opinione pubblica è ancora troppo disattenta sui rischi ambientali e sui costi derivanti dalla gestione dei rifiuti, sul loro trattamento e smaltimento, limitandosi spesso alla generica lamentela sulla TARI, non comprendendo che il livello quest’ultima deriva proprio dai costi sostenuti dai Comuni per il complessivo servizio di raccolta dei rifiuti, di cui il biodigestore ne farà parte.
Se il nuovo biodigestore venisse autorizzato, la popolazione e i suoi rappresentanti istituzionali oltre a rivendicare opportune sedi dove operare un costante monitoraggio e il controllo sul buon funzionamento dell’impianto, dovrebbero richiedere anche un controllo costante sul rifiuto conferito (e quindi su una buona raccolta differenziata e sulla non presenza di materiali non compostabili negli scarti di cucina o del giardino), dettagliate analisi sul digestato e sul compost finale, affinché quest’ultimo sia un “prodotto”(e non un rifiuto) da poter essere poi riutilizzato senza pericolosità o dannosità per l’ambiente e le persone.
 
Euro Mazzi 


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