Continuiamo a valutare la reale “ottemperanza”
delle risposte consegnate dalla società Recos
alle richieste del 18/10/2019 della
Regione; in questo post ci limitiamo ad esaminare la problematica contenuta nel
comparto tematico n. 3: “massimizzazione
produzione compost di qualità/ minimizzazione impurità (procedura di
conferimento, accettazione, stoccaggio dei rifiuti e congedo automezzi) - richieste di integrazione 16-18”; in
sostanza occorre capire come la società Recos
intenda migliorare la qualità del compost prodotto dal biodigestore.
Una
scarsa qualità originaria della
FORSU derivante dalla raccolta (seppur differenziata e porta a porta) comporta
la presenza di eccessive impurità
(specie le plastiche) e, quindi, accresciuti rischi di una scarsa qualità del compost
in uscita; partendo da questa considerazione Recos ha presentato una nuova procedura di controllo dei rifiuti in ingresso, articolata in vari passaggi:
b)
un controllo
documentale e visivo al momento dell’arrivo del mezzo con il rifiuto nella
zona pesa del biodigestore
prima del loro scarico nelle apposite fosse di ricezione (oppure tale controllo sarà fatto dopo lo scarico);
c)
una analisi
merceologica iniziale (nei primi 3 mesi di conferimento) e successive analisi periodiche (a scelta
discrezionale) verranno svolte per valutare
meglio la qualità dei materiali in ingresso;
d)
in caso di rifiuto non conforme, questo dovrà essere ricaricato sul mezzo
di trasporto e respinto con annotazione sul relativo formulario di
accompagnamento e sul registro di carico/scarico; per la sua ripresa si
utilizzerà la benna montata su carroponte in dotazione all’impianto e la pala
gommata;
e)
nel caso in cui la presenza di materiale non compostabile non pregiudichi la
possibilità di lavorazione del carico, il rifiuto verrà comunque accettato con inoltro al conferitore di
una formale comunicazione
riguardante la scarsa qualità del
materiale conferito;
f)
il ripetersi nel tempo di conferimenti
di materiali di scarsa qualità potrà portare alla rescissione del contratto e all’azienda in questione sarà vietato di
conferire ulteriormente materiale presso l’impianto;
g)
la definizione
dei materiali (CER) ammissibili in ingresso e delle soglie
di frazioni estranee (è stato stabilito un massimale convenzionalmente
del 15% in peso) serviranno per
determinare il respingimento del carico
(con relative procedure di stoccaggio rifiuti/congedo automezzi);
h)
una volta stabilito un massimale di
impurità in ingresso ammissibili è stato nuovamente elaborato uno specifico schema a blocchi, in cui
indicare le stime relative alle varie frazioni in uscita dall’impianto di
trattamento FORSU, nonché un bilancio di
massa standard e variabile (vedere schemi a latere).
Recos ritiene questa strategia
di accettazione dei rifiuti adeguata per assicurare una buona qualità del compost prodotto dal biodigestore: “1.
Salvaguardare il processo dalla presenza
di frazioni estranee che possano compromettere la qualità meccanica e
chimico fisica delle lavorazioni; 2. Incoraggiare
i produttori (per la quasi totalità enti pubblici o appaltatori di enti
pubblici) a produrre frazioni il più
possibile pulite da frazioni estranee e dunque idonee al trattamento,
perseguendo benefici sia sotto il profilo ambientale sia delle pratiche di
raccolta. I due scopi devono essere contemperati con l’interesse pubblico a cui
i servizi sono asserviti, per le frazioni derivanti dalla raccolta di Comuni e
appaltatori concessionari di Comuni o ambiti. Per quanto sopra, gli scopi
potranno essere perseguiti tramite la fissazione
di soglie tariffarie di ingresso crescenti
al crescere delle frazioni estranee e fino al limite presumibile di: - Per
il CER 20 01 08 (organico) → massimo 20% - Per il CER 20 02 01 (verde) →
massimo 10%” (Procedura di controllo dei
rifiuti in ingresso, pag. 7).
In
fase di pretrattamento (vagliatura primaria), i vari
materiali scartati (sovvallo) in quanto frazioni non compostabili (plastica,
inerti, ecc.) o difficilmente compostabili (es. il cartone) sono valutati in
modo standard ammontanti al 10%, una
variazione di questa quota di sovvallo all’interno della FORSU,
determina un aumento/diminuzione sia dei materiali da inviare a ulteriore
trattamento o smaltimento, sia la quantità/qualità
del compost
finale.
Successivamente
verrà svolta una vagliatura (vagliatura secondaria) dei materiali
nel corso del processo di trattamento, la cui funzione è quella di operare una
separazione finale del compost vero e proprio dal materiale
strutturante residuo: “Tale vagliatura è
indispensabile per rimuovere dal compost
gli elementi estranei (quali, ad
esempio, residuo di plastiche che per dimensioni ridotte non è possibile
rimuovere nei passaggi precedenti) e quindi incrementare la resa qualitativa del prodotto finale”
(Relazione generale, pag. 74).
Il
materiale strutturante residuo viene
ricircolato in testa all’impianto per un nuovo utilizzo (con l’aggiunta di
verde fresco) nel processo (che appunto prevede l’aggiunta di verde strutturante
alla frazione digestato per l’avvio alla fase di compostaggio) con una
pezzatura più grande (della dimensione < di 15 mm del compost): “I processi meccanici (vagliatura) e biologici (fase
aerobiche di compostaggio) portano a un graduale deterioramento di questo
materiale. Dopo un certo numero di ricircoli, quindi, si avrà una riduzione dimensionale (nonché
biologica) del materiale strutturante fino a diventare sostanzialmente non più
adatto allo scopo di strutturazione della miscela” (Relazione
generale, pag. 73).
Insomma, la qualità e la quantità finale
di compost
dipende sia dalla qualità originaria
della FORSU derivante dalla raccolta, sia dall’efficienza della strategia
di accettazione e di selezione del conferito, che dall’efficienza della
vagliatura secondaria;
conseguentemente aumenta/diminuisce anche la quantità del sovvallo da
inviare a ulteriore trattamento o smaltimento, mentre “L’eventuale aumento di quantitativo della produzione stimata può solo
essere determinato da un peggioramento
della qualità intrinseca del materiale in quanto questo potrebbe essere
possibile solo aumentando la dimensione
della forometria del vaglio secondario e quindi ottenere un compost a granulometria superiore”
(Relazione generale, pag. 74).
In conclusione.
Recos ha
indubbiamente migliorato il progetto originario; si tratta di un fatto
positivo, quale diretta conseguenza sia della procedura di VIA e delle integrazioni
richieste dagli uffici regionali che dell’articolata lotta degli oppositori alla realizzazione dell’impianto.
Però,
anche questa analisi nel merito della produzione del compost ha evidenziato varie problematiche incentrate sulla
sua qualità finale e sulla quantità dei sovvalli da inviare a ulteriore trattamento o smaltimento.
Recos ha sempre
rassicurato sulla buona qualità del compost,
arrivando a giustificare la bassa resa in compost del suo progettato biodigestore
(rispetto ad altri impianti similari) proprio per mantenere questa qualità, ma non ha prodotto alcuna
analisi sulla qualità della raccolta dei rifiuti conferiti dai vari Comuni
spezzini e genovesi, mentre le procedure di controllo e di vagliatura sembrano
essere ancora troppo superficiali e poco sofisticate sul piano tecnologico.
Questi limiti sull’efficienza del controllo e della vagliatura dei materiali avviati al processo di biodigestione possono portare ad una bassa qualità del compost; mentre manca
la previsione di analisi sulla presenza nel compost di eventuali microrganismi
dannosi (batteri, spore, ecc.) per le produzioni alimentari, nonché per la
salute umana e animale e l’impegno ad applicare adeguati trattamenti di
igienizzazione (pastorizzazione) pre e post digestione in una unità apposita.
In generale, bisognerebbe valutare attentamente la qualità del compost prodotto, poiché l’uso in agricoltura di questo ammendante compostato prodotto se fosse di bassa qualità potrebbe generare problemi sia nell’inquinamento dei terreni che nelle produzioni agricole e/o nell’allevamento e, quindi, condizionare negativamente la stessa possibilità di sua commercializzazione e di suo riutilizzo.
Non è un caso, infatti, che Recos non abbia presentato alcuna valutazione degli eventuali ricavi conseguiti dalla commercializzazione del compost che verrà prodotto a Saliceti (si tratta di circa 14.300 ton./anno) e questo rappresenta, non tanto e non solo un atteggiamento prudenziale, ma la consapevolezza di un suo scarso valore commerciale, poiché potrebbe non essere di alta qualità.
Questi limiti sull’efficienza del controllo e della vagliatura dei materiali avviati al processo di biodigestione possono portare ad una bassa qualità del compost; mentre m
In generale, bisognerebbe valutare attentamente la qualità del compost prodotto, poiché l’uso in agricoltura di questo ammendante compostato prodotto se fosse di bassa qualità potrebbe generare problemi sia nell’inquinamento dei terreni che nelle produzioni agricole e/o nell’allevamento e, quindi, condizionare negativamente la stessa possibilità di sua commercializzazione e di suo riutilizzo.
Non è un caso, infatti, che Recos non abbia presentato alcuna valutazione degli eventuali ricavi conseguiti dalla commercializzazione del compost che verrà prodotto a Saliceti (si tratta di circa 14.300 ton./anno) e questo rappresenta, non tanto e non solo un atteggiamento prudenziale, ma la consapevolezza di un suo scarso valore commerciale, poiché potrebbe non essere di alta qualità.
Questa
circostanza, fa comprendere perché Recos
non abbia puntato su impianti di compostaggio
aerobico (se si recupera solo compost
si guadagna solo con la tariffa di ritiro della FORSU), mentre realizzando un biodigestore
anaerobico potrà
guadagnare sia con il ritiro della FORSU, che con vendita del bio-metano e,
soprattutto, potrà lucrare sugli incentivi statali.
Le
lotte degli oppositori a questo progetto
hanno avuto il merito di costringere Recos
a migliorare il progetto, ma soprattutto hanno sensibilizzato gli Enti Locali (Comune, Provincia e Regione)
costringendoli a procedere con cautela
e a riporre maggiore attenzione nel
processo autorizzativo; purtroppo, l’opinione pubblica è ancora troppo
disattenta sui rischi ambientali e sui costi derivanti dalla gestione dei
rifiuti, sul loro trattamento e smaltimento, limitandosi spesso alla generica
lamentela sulla TARI, non comprendendo che il livello quest’ultima deriva
proprio dai costi sostenuti dai Comuni per il complessivo servizio di raccolta
dei rifiuti, di cui il biodigestore ne farà parte.
Se
il nuovo biodigestore
venisse autorizzato, la popolazione e i suoi rappresentanti istituzionali oltre
a rivendicare opportune sedi dove operare un costante monitoraggio e il
controllo sul buon funzionamento dell’impianto, dovrebbero richiedere anche un
controllo costante sul rifiuto conferito (e quindi su una buona raccolta
differenziata e sulla non presenza di materiali non compostabili negli scarti
di cucina o del giardino), dettagliate analisi sul digestato e sul compost
finale, affinché quest’ultimo sia un “prodotto”(e non un rifiuto) da poter
essere poi riutilizzato senza pericolosità o dannosità per l’ambiente e le
persone.
Euro
Mazzi
2) BIODIGESTORE DI SALICETI: GLI AFFARI NELLA “RUMENTA”: QUI
3) BIODIGESTORE DI SALICETI: PER LA TUTELA DELLA FALDA ACQUIFERA: QUI
4) BIODIGESTORE DI SALICETI: IMPIANTO SI O NO?: QUI
5) BIODIGESTORE DI SALICETI: PRIMI PARZIALI RISULTATI: QUI
6) BIODIGESTORE DI SALICETI: SI CHIUDE IL CICLO DEI RIFIUTI?: QUI
7) BIODIGESTORE DI SALICETI: INTEGRAZIONI LACUNOSE: QUI
8) BIODIGESTORE DI SALICETI: L’ACQUA È TUTELATA?: QUI
9) BIODIGESTORE DI SALICETI: EMISSIONI E ODORI SOSTENIBILI?: QUI
Altri post riguardanti il biodigestore:
1) BIODIGESTORE DI
SALICETI: IL TRASFORMISMO E LA “RUMENTA”: QUI2) BIODIGESTORE DI SALICETI: GLI AFFARI NELLA “RUMENTA”: QUI
3) BIODIGESTORE DI SALICETI: PER LA TUTELA DELLA FALDA ACQUIFERA: QUI
4) BIODIGESTORE DI SALICETI: IMPIANTO SI O NO?: QUI
5) BIODIGESTORE DI SALICETI: PRIMI PARZIALI RISULTATI: QUI
6) BIODIGESTORE DI SALICETI: SI CHIUDE IL CICLO DEI RIFIUTI?: QUI
7) BIODIGESTORE DI SALICETI: INTEGRAZIONI LACUNOSE: QUI
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Altri post riguardanti questo argomento:
1) SE ACAM PIANGE I COMUNI NON RIDONO … E NOI PAGHIAMO: QUI
2) IL LUNGO CREPUSCOLO DI ACAM: AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI RIASSETTO 2013: QUI
3) IL CREPUSCOLO DI ACAM E LA PRIVATIZZAZIONE PARZIALE DEL SERVIZIO SMALTIMENTO RIFIUTI: QUI
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