sabato 25 luglio 2020

REFERENDUM: UN ABBINAMENTO CHE NON STA IN PIEDI (terza parte)

Il Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, che doveva inizialmente svolgersi in data 29/3/2020 e poi rinviato per l’emergenza Covid-19, si svolgerà il 20 e 21 settembre 2020 (definito “election day”), poiché si tiene insieme alle elezioni riguardante ben 7 Regioni (Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta) e quelle amministrative inerenti circa 1.050 comuni, di cui 19 comuni capoluoghi di provincia e 4 di regione (ad esempio: Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo).
Per il Comitato per il No al taglio del Parlamento questo “election day serve solo a fare confusione”,  poiché “Pretendere che una modifica della Costituzione su un punto centrale come il ruolo del parlamento venga discussa e votata da sola, è il minimo. Un voto di valenza costituzionale non può mischiarsi con uno di valore politico-amministrativo. Del resto nessuno può sostenere oggi, su basi motivate e certe, che votare in ottobre sarebbe più pericoloso che a settembre, non potendosi prevedere il decorso del Covid-19. Invece è certo che votare il 20 settembre renderebbe praticamente impossibile informare i cittadini e discutere del taglio dei parlamentari” (Alfiero Grandi del dichiarazione del 4/6/2020).
Del resto, la motivazione di questo “election day” (risparmio costi e minore chiusura scuole), viene di fatto mortificata dalla stessa previsione di spalmarlo su due giorni, mentre emergono dubbi di legittimità costituzionale perché:
a) mette insieme voti che hanno valenze e conseguenze diverse: - un voto di tipo amministrativo politico quale tipico esercizio della democrazia rappresentativa (rinnovi cariche regionali e comunali); - un voto di conferma o di rigetto di una modifica costituzionale riguardante la riduzione del numero dei parlamentari, cioè un referendum valido a prescindere dal numero dei votanti quale tipica espressione della democrazia diretta;
b) non rispetta il diritto di voto, crea cioè una disparità non accettabile nelle condizioni di voto tra i cittadini in base alla loro residenza tra: - quelli (circa un terzo dell’elettorato italiano) che devono anche votare per le elezioni amministrative in cui la propaganda dei partiti oscurerà quella sul merito della modifica costituzionale; - e quelli non interessati da queste elezioni amministrative; questa evidente disparità è in palese contrasto con l’articolo 48 della Costituzione (“il voto è personale, eguale, libero e segreto”).
Anche se non esiste un esplicito divieto di mettere assieme elezioni e referendum costituzionale (a differenza di quanto previsto per quelli abrogativi limitatamente alle elezioni politiche nazionali, vedere art. 34 legge n. 352/1970), sarebbe sempre preferibile distanziare opportunamente le consultazioni elettorali da quelle referendarie, poiché rispondono a logiche radicalmente diverse.
Soprattutto, andrebbe rispettata la logica e il valore del referendum costituzionale, poiché finalizzato alla revisione della Costituzione e basato su una scelta dicotomica (SI/NO); scelta tipicamente trasversale che contrasta con la logica di schieramento partiti/candidati tipico delle elezioni amministrative; non a caso i precedenti referendum costituzionali sono stati tutti svolti senza alcun abbinamento e con percentuali di affluenza crescenti: nel 2001 il 34,1% degli aventi diritto, nel 2006 il 53,7% e quello del 2016 del 65,4%.
Senza dimenticare che l’originaria data del 29/3/2020 non prevedeva alcun abbinamento derivante dal rinvio del referendum.
Bisogna, inoltre, rimarcare le carenze informative e l’assenza di un reale dibattito su questo referendum; fino ad oggi informazione e dibattito sono quasi del tutto assenti sia negli organi di informazione (stampa e televisione) che negli stessi social, mentre sarebbe opportuno che i cittadini avessero tutte le delucidazioni del caso nel corso di una campagna a sé stante e con un dibattito pubblico ampio, completo, preciso e senza interferenze improprie che deriverebbero da ogni tipo di elezione, politiche o amministrative.
Insomma, una campagna elettorale basata sullo scontro tra partiti e candidati per la formazione di consigli comunali o regionali non può confondersi con quella riguardante una revisione della Costituzione.
Comunque, il testo del quesito referendario è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente"Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?».
 
Sulle considerazioni di merito rimando per brevità ai due post già pubblicati in questo blog:
1)   REFERENDUM: LA BOIATA DEL “TAGLIO DEI PARLAMENTARI”: QUI
2)   REFERENDUM: UN “TAGLIO” ALLA RAPPRESENTANZA: QUI

Euro Mazzi


Questo post fa parte di una articolata analisi sulle proposte di riforma della Costituzione e sulle problematiche del sistema democratico e politico italiano.
I post relativi al “taglio dei parlamentari” sono i seguenti:
1)   REFERENDUM: LA BOIATA DEL “TAGLIO DEI PARLAMENTARI”: QUI
2)   REFERENDUM: UN “TAGLIO” ALLA RAPPRESENTANZA: QUI

I post sulla precedente proposta di riforma Renzi-Boschi sono i seguenti:
-  VERSO IL REFERENDUM: LIBERTÀ E GIUSTIZIA SOCIALE (una premessa …): QUI
1)   IL NUOVO SENATO: UNA (CONTRO)RIFORMA CONFUSA E POCO INCISIVA: QUI
2)  CONTRO-RIFORMA COSTITUZIONALE: UN SENATO DI “DESIGNATI” … UN GOVERNO “PIGLIATTUTTO”: QUI
3)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: IL RIDIMENSIONAMENTO DELLE AUTONOMIE LOCALI E UNA DERIVA NEOCENTRALISTA: QUI
4)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: RAFFORZAMENTO DELL’ESECUTIVO E PREMIERATO FORTE: QUI
5)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: UN PRESIDENTE ARBITRO O UNO DEI GIOCATORI?: QUI
6)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: UNA CORTE SOPRA LE PARTI O DI PARTE?: QUI
7)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: LA FAVOLA DELLE PROVINCE, ELIMINATE COME NOME e RINATE COME ENTI DI AREA VASTA …: QUI
8)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: SUI RISPARMI I CONTI NON TORNANO … TRA APPROSSIMAZIONI E DEMAGOGIA: QUI
9)  (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: DECISIONISMO SUPERFICIALE E CONFUSO: QUI
10) (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE: IL PREMIERATO STRISCIANTE: QUI
11) NO … è meglio!: QUI

Altri post sull’argomento:
-  IL POPULISMO DEL PDRenziano: QUI
-  NEMESI RENZIANA …: QUI
-  “HYBRIS” E IL RENZISMO …: QUI
-  LO STRARIPANTE “POPULISMO” DEL GOVERNO RENZI: QUI
-  UN QUESITO REFERENDARIO NON NEUTRALE MA SIMILE AD UNO SPOT: QUI
-  SE RENZI “CAVALCA” L’ANTIPOLITICA …: QUI
-  CONTRO)RIFORMA RENZI/BOSCHI: ALLA DISPERATA RICERCA DI PADRI NOBILI … e le tecniche di propaganda: QUI
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-  PANICO DA REFERENDUM: TRA “PAURE” E OTTIMISMO: QUI

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