venerdì 18 settembre 2020

REGIONALI 2020: TRA INDEBITAMENTO E DERIVATI … (quarta parte)

 

Le verifiche condotte dalla Corte dei Conti sul rendimento 2019 della Regione Liguria hanno attestato la sostenibilità del suo indebitamento (Corte dei Conti, relazione 2019, pag. 149), il quale ammonta al 31/12/2019 a 795,5 €/milioni con oneri a carico della Regione, di cui:
- 562,2 /milioni per indebitamento vero e proprio con oneri a carico della Regione, a  sua volta articolato in: a) 200,9 €/milioni per mutui contratti in vari anni; b) 361,2 €/milioni per prestiti obbligazionari (contratti originariamente nel 2004 per 300,0 €/milioni e nel 2006 per 320,0 €/milioni);

- 233,3 €/milioni per anticipazioni di liquidità (non facenti parte dell’indebitamento e da pagare in 30 anni);

a queste somme vanno poi aggiunti 1,7 €/milioni per residuo mutui con oneri a carico dello Stato (di 275,5 €/milioni originarie); dunque l’indebitamento complessivo regionale al 31/12/2019 ammonta a 797,2 €/milioni.

Nel 2019 gli oneri sostenuti a servizio dell’indebitamento complessivo ammontano a: - 23,3 €/milioni per la quota interessi pagati; - 115,9 €/milioni per rimborso della sola quota capitale; il costo medio dell’indebitamento è stato nel periodo 2012-2019 pari a circa 158 €/milioni all’anno. 
L’indebitamento della Regione ha avuto un andamento tipico: - in forte crescita nei periodi di crisi (nel 2006 con +312,8  €/milioni; nel 2013 con +180,6 €/milioni; nel 2014 con +215,0 €/milioni); - in lenta riduzione negli altri anni; - dal 2005 al 2014 l’indebitamento ha avuto una crescita altalenante, ma è passato da 414,0 €/milioni del 2005 a 1.075,9 €/milioni (+59,80) del 2014; - dal punto più alto raggiunto nel biennio 2013-14 è iniziato a calare costantemente fino ai 902,5 €/milioni del 2018 e ai 797,2 €/milioni del 2019 (vedere grafico a lato).

Il livello dell’indebitamento della Liguria è elevato, ma se confrontato con quello delle altre regioni risulta essere tra i più bassi; per esempio, l’indebitamento a carico delle Regioni per abitante nel 2018 ammontava per la Liguria a € 572, mentre quello delle Regioni del Nord era di € 651, mentre quello di tute le Regioni si posizionava a € 1.100 (vedere grafico a lato).

Una conferma ci perviene anche dal confronto con il PIL regionale: la Liguria ha nel 2018 un rapporto debito/PIL pari a 1,80 (in calo rispetto a 1,98% del 2016), un livello più basso rispetto sia a quello delle regioni del Nord pari a 1,91%, che verso tutte le Regioni italiane ammontante a 3,85%. Insomma, l’indebitamento è elevato, ma ci sono altre Regioni più indebitate della Liguria!

A fronte dei prestiti obbligazionari (aventi varie scadenze tra il 2019 e il 2034), la Regione Liguria, fra il 2000 e il 2006, sottoscriveva tre contratti di derivati con Nomura International e altri contratti in strumenti finanziari derivati con Merrill Lynch International.
Su queste specifiche operazioni la Corte dei Conti esprimeva in più occasioni una forte preoccupazione per il rischio che queste esposizioni finanziarie potessero diventare progressivamente insostenibili, censurando lo spostamento del debito sulle gestioni future, le quali saranno destinate a farsi carico degli effetti negativi eventualmente a loro tramandati.
Le varie maggioranze susseguitesi alla guida della Regione dal 2000 fino ad oggi hanno sempre invece espresso giudizi “tranquillizzanti”, ma nello stesso tempo hanno in più occasioni dovuto intervenire per evitare seri problemi finanziari (… in perfetta “continuità gestionale”).
Con le banche stipulanti hanno sottoscritto ben due accordi transattivi: a) in data 8/7/2014 quello con Nomura International, per la chiusura di tre contratti di swap di ammortamento e il riacquisto nel 2015 di titoli obbligazionari per complessivi 80,0 €/milioni con conseguente stipula di nuovo mutuo trentennale di pari importo con il MEF; b) in data 14/12/2014 quello con Merrill Lynch International a seguito della chiusura di un giudizio di accertamento della validità dei contratti swap di ammortamento a suo tempo sottoscritti, instaurato presso l’High Court of Justice di Londra.

La Regione ha poi proceduto, in due successive tranches negli esercizi 2015 e 2016, al riacquisto di quote del prestito obbligazionario di 180,0 €/milioni corrispondendo però € 269.755.742,63 a seguito di stipula di due contratti di mutuo con il MEF (in data 11/12/2015 e 16/12/2016) per complessivi 180,0 €/milioni, nonché mediante l’utilizzo di € 83.243.886,26 derivanti dalla transazione dell’8/7/2014 con Nomura International per la chiusura di tre contratti di swap di ammortamento.
Nel corso dell’esercizio 2019, la Regione non ha ancora concluso una procedura, già autorizzata dal MEF, di riacquisto di ulteriori quote del prestito obbligazionario di 240,0 €/milioni con scadenza 22/11/2034.

L’esposizione finanziaria relativa a questi contratti derivati al 31/12/2019 presenta un saldo complessivo di circa +2,1 €/milioni (vedere tabella a lato), ma l’andamento nel periodo 2000-2019 ha evidenziato esposizioni anche fortemente negative, mentre sono sempre attuali le preoccupazioni per il futuro.

Per esempio, il contratto derivato stipulato con Merrill Lynch International, datato 4/4/2000 e collegato al prestito obbligazionario di 50,0 €/milioni, ha accumulato perdite al 31/12/2019 pari a € -13.048.704; anche il successivo contratto, stipulato con Nomura International in data 11/10/2002 al fine di neutralizzare gli effetti di quello precedente, ha visto altalenanti risultati ma attualmente segna una perdita di € -13.460.203; altri contratti hanno avuto risultati migliori come ad esempio lo swap di ammortamento (emesso l’11/11/2004 e collegato al prestito obbligazionario di 80,0 €/milioni) ha registrato un saldo attivo di € +11.890.413 alla data della sua estinzione nel 2019. 

La gestione di questi contratti derivati ha comportato anche l’accantonamento di somme sufficienti (pari a 19.181.978) a coprire il rischio sul credito; inoltre, sono state accantonate ulteriori somme in apposito conto di deposito vincolato (presso CARIGE spa) avente un saldo di € 135.486.846,78 che verrà alimentato da versamenti ulteriori di 8,0 €/milioni (stanziamento per i tre esercizi 2019-2021) a titolo di quota capitale da restituire agli investitori nel 2034 (Corte dei Conti, relazione 2019, pag. 368).
In conclusione.

L’indebitamento della regione Liguria è ritenuto sostenibile, ma è elevato e annualmente costa mediamente circa 158 €/milioni; in questo contesto di  indebitamento ci sono i prestiti obbligazionari su cui sono state impostate alcune operazioni in derivati (“interest rate swap o IRS”, che comportano lo scambio di flussi di cassa fra due soggetti, uno paga un tasso fisso alla controparte e questa il tasso variabile, entrambi applicati a un prestito obbligazionario c.d.  “nozionale”; sono stati stipulati con il fine di predeterminare il costo del debito e neutralizzare il rischio di una variazione sfavorevole dei tassi di interesse).

I derivati non sono di per sé negativi, ma sono contratti complessi, difficili da valutare e da gestire, anche la loro chiusura non è una cosa semplice, specie se non si dispone di “specialisti”; soprattutto non bisogna utilizzarli per altri scopi (per ottenere facili anticipazioni di cassa), senza capirne le implicazioni finanziarie di medio-lungo termine, trasformandole in “scommesse” che possono produrre rischi incalcolabili per la stabilità finanziaria del sottoscrittore.

Occorre ricordare che i derivati sono stati alla base della grande crisi finanziaria del 2007-2008 e sono contratti caratterizzati da notevole aleatorietà, che potrebbero determinare forte incertezza sulla tenuta degli equilibri di bilancio.

La gran parte degli Enti locali che ha fatto ricorso a questi derivati si sono poi trovati in grande difficoltà, rilevando anche perdite di milioni di euro addebitati ai bilanci e, quindi, tramite le tasse, scaricati nelletaschedei singoli cittadini (vedere in proposito: QUI) e costringendo il Governo a intervenire (con il DM del 10/7/2014 che prevede la ristrutturazione di questi debiti mediante la stipula di un finanziamento trentennale).

Sulla gestione dell’indebitamento e dei derivati occorre maggiore chiarezza e trasparenza (che non c’è stata sia quando a governare era il centro-sinistra che ora con il centro-destra), pubblicando integralmente i contratti originari e le modifiche successive; evidenziando i costi e i ricavi al fine di valutare l’efficacia e l’utilità dei vari contratti stipulati; la trasparenza in questa materia è fondamentale, poiché si parla tanto di riduzione delle spese degli apparati pubblici e/o di contenimento della spesa sanitaria e previdenziale, in quanto ritenute spese insostenibili, ma evidentemente le spese per coprire le perdite finanziarie non pongono problemi e/o poco interessa.

Non è un caso che nella campagna elettorale attuale, quasi nessun candidato faccia riferimento a queste problematiche, né si riscontrano polemiche specifiche su queste tematiche; la gran parte non se ne occupa per “ignoranza” (nel senso di non conoscenza), mentre i pochi “avveduti” tralasciano perché sono consci della complessità dei problemi e, dunque, della necessità di non assumere impegni specifici per mantenere “libertà di movimento” nella loro eventuale futura gestione amministrativa … ma se “il buongiorno si vede dal mattino” … “che succederà alla sera?” … “e come si può cambiare ciò che non si conosce?

 

Euro Mazzi



Precedenti post:
1 - REGIONALI 2020: il fumo e l’arrosto sulle partecipate: QUI
2 - REGIONALI 2020: l’ARTE della cartolarizzazione …: QUI
3 - REGIONALI 2020: RISORSE E SPESA REGIONALE …:  QUI
Post sul sistema sanitario Nazionale e Regionale:
1)   CORONAVIRUS E I “TAGLI” ALLA SANITÀ PUBBLICA: QUI
2)   CORONAVIRUS E LA SANITÀ LIGURE: QUI
 Per vedere gli altri post sulla riforma sanitaria Ligure:
1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
2) PIANO SOCIOSANITARIO: ACCENTRAMENTO ORGANIZZATIVO E DIREZIONALE:
 Post sull’ASL5 Spezzino:
1) ASL5 SPEZZINO: UNA “FATICOSA” SPESA SANITARIA: QUI
2) ASL5 SPEZZINO: UNA “FUGA” PROBLEMATICA …: QUI

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