sabato 10 agosto 2019

PALMARIA: MASTERPLAN VS UNESCO (settima parte)

La costa ligure tra le Cinque Terre e Portovenere è considerata dall’UNESCO un modello di “armoniosa interazione tra uomo e natura” che ha dato vita ad un paesaggio unico per le sue caratteristiche ambientali “di eccezionale qualità scenica”.
Infatti, l’iscrizione di “Portovenere, Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria” nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, è avvenuta in base ai criteri II (“è un sito culturale di eccezionale valore che illustra uno stile di vita tradizionale”), IV (“è un esempio eccezionale di paesaggio dove il layout e la disposizione dei piccoli villaggi, storicamente stratificati, in relazione al mare, e la formazione dei terrazzi circostanti che superavano gli svantaggi di un ripido terreno irregolare”) e V (“è un notevole paesaggio culturale creato dagli sforzi dell’uomo nell’arco di più di un millennio in un ambiente naturale aspro e drammatico. Esso rappresenta l'interazione armoniosa tra uomo e natura per produrre un paesaggio di eccezionale qualità scenica” - Decisione n. 826 del 6/12/1997).
Questa iscrizione è, dunque, avvenuta non tanto per la bellezza dei luoghi o per la sua naturalità, al contrario proprio per esaltare un tipo di intervento umano rispettoso e armonioso dell’ambiente naturale (particolarmente impervio e irregolare), dando vita a insediamenti umani e a un modellamento del territorio capace di “produrre un paesaggio di eccezionale qualità scenica”, quale testimonianza di una cultura tradizionale rurale e marinara che è pervenuta fino ad oggi.
Un “paesaggio culturale” è un paesaggio nel quale la natura porta i segni dell’opera dell’uomo e ne racconta la storia e l’evoluzione; rappresenta le “opere congiunte dell’uomo e della natura” (art. 1 della Convenzione UNESCO 1972); degno di essere tutelato costituzionalmente (“Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, art. 9 Costituzione italiana); concetti del resto ripresi dalla legislazione italiana: per paesaggiosi intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”, la cui tutela, “volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime”, è diretta “a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale” (art. 131 D.lgs. 22/1/2004 n. 42).
Tra gli scopi dell’UNESCO vi è la salvaguardia del Patrimonio Mondiale, affinché questo possa essere trasmesso alle generazioni future, contrastandone sia la degradazione spontanea (fenomeni climatici, metereologici, di alterazione dovuta al passare del tempo), sia di degradazione naturale e ambientale (inquinamento, aggressioni biologiche, agenti geologici e idrogeologici), che le alterazione e/o le distruzione umane, affinché non sia persa una testimonianza “eccezionale” (e pertanto unica) e “universale” (ovvero importante per tutti i popoli del mondo).
Il Masterplan Palmaria 2019 riconosce i valori del “paesaggio culturale” dell’Isola, ma ha come suo “presupposto” il concetto di “processo di valorizzazione” da intendersi come “una gamma di potenziali interventi che possono essere realizzati anche con tempistiche differenti a seconda dell’evolversi dello scenario complessivo nel medio-lungo periodo. Lo scopo è quello di attivare così un processo dinamico sull’isola dove la coltivazione e la promozione di buone pratiche diventino propedeutiche allo sviluppo futuro dell’isola stessa, che potrà così potenzialmente rappresentare un prodotto innovativo e di alta qualità nell’offerta turistica nazionale ed internazionale, anche in quanto luogo di sperimentazione di nuove forme di ospitalità e di turismo sostenibile” (Relazione 3° fase pag. 36).
Questo “processo di valorizzazione” costituisce una sorta di “peccato originale” del Masterplan Palmaria 2019, poiché chiaramente si prefigge di trasformare profondamente l’attuale situazione ambientale e paesaggistica dell’Isola: “Il processo progettuale così inteso si configura come elemento promotore per incentivare trasformazioni territoriali di qualità, improntate su una progettazione attiva ed integrata, capace di garantire risultati concreti nel lungo termine ed assicurare un equilibrio tra le esigenze legate allo sviluppo e al mantenimento delle peculiarità e dei valori locali (Relazione 3° fase pag. 130).
Questa trasformazione si pone in chiaro contrasto con le caratteristiche di paesaggio culturaleindividuate dall’UNESCO nella iscrizione della Palmaria nei siti del Patrimonio Mondiale.
Pur riconoscendo la necessità di prestare una continua attenzione alle peculiarità di un territorio ritenuto “fragile e sensibile”, il Masterplan Palmaria 2019 è finalizzato allo sviluppo turistico dell’Isola, senza però valutarne gli impatti sulla fragilità del suo eco-sistema: “Uno degli obiettivi del Masterplan è la promozione di un turismo sostenibile e culturale necessario al fine di preservare l’eccellenza ambientale del sito della Palmaria. Gli aspetti di educazione e formazione concorrono ad una consapevolezza (awareness) del patrimonio della Palmaria che prescindono dal “solo” numero di visitatori. Si rimanda pertanto ad una data successiva e, congiuntamente con un ente specializzato, la definizione e lo studio della Capacità di Carico (Carrying Capacity) monitorando nel tempo le azioni intraprese dal Masterplan. (Relazione 3° fase pag. 79).
Masterplan - Relazione fase 2, p. 31
L’impatto negativo del turismo di massa sull’ambiente si è già manifestato in questi ultimi anni specie nell’area delle Cinque Terre, ma la prospettiva di uno sviluppo del turistico di massa aperta dal Masterplan Palmaria 2019 per una piccola isola sarebbe alquanto più devastante.
Del resto, fin dal 1997 la missione di esperti dell’ICOMOS (che aveva visitato la zona per la redazione della relazione di riconoscimento del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale) aveva segnalato il potenziale rischio per questa zona rappresentato proprio dallo sviluppo turistico di massa, sollecitando l’Italia ad assicurare, attraverso la legislazione e un’accurata gestione del sito, che le sue qualità essenziali fossero protette adeguatamente per preservare le caratteristiche uniche di questo “paesaggio culturale”.
Il sito “Portovenere, Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria” è divenuto progressivamente assai vulnerabile per l’impatto di cambiamenti socio-economici molto forti e profondi. Tra questi, un ruolo importante spetta all’indebolimento dell’agricoltura e dei valori sociali della cultura contadina e marinara, poiché in passato il buon funzionamento e la salvaguardia del territorio dipendevano dall’efficienza del sistema agricolo (mantenimento di una fitta rete di percorsi pedonali, manutenzione delle coltivazioni sui terrazzamenti, gestione dei rii, ecc.).
Masterplan - Relazione fase 1, pag. 195
Non vanno dimenticate le trasformazioni demografiche caratterizzate da un progressivo invecchiamento della popolazione e dall’allontanamento dei giovani verso la città che ha progressivamente svuotato i borghi.
La crescita forte e continua del turismo di massa lungo le coste è uno dei principali motivi di questi negativi cambiamenti, in quanto favorisce: - la perdita di identità; - il depauperamento e il degrado dei paesaggi; - i problemi di accessibilità (sviluppo di reti infrastrutturali in contrasto con i caratteri geomorfologici); - i problemi ambientali (smaltimento dei rifiuti, inquinamento, mancanza d’acqua potabile nei mesi estivi, reti fognarie sottodimensionate rispetto al carico insediativo ordinario, infiltrazione della falda acquifera, erosione delle coste in seguito alla realizzazione di pennelli, pontili e porticcioli turistici, ecc.); - lo sviluppo di modelli insediativi incongrui rispetto ai caratteri esistenti; - l’abbandono delle attività tradizionali.
Il dissesto idrogeologico pare essere una delle più gravi conseguenze del progressivo abbandono del territorio, generando a sua volta la crescente perdita delle caratteristiche “sceniche” del sito. Proprio a seguito dell’alluvione del 13/08/2010 a Porto Venere, ma soprattutto di quella del 25/10/2011 a Monterosso e Vernazza, il Centro del Patrimonio Mondiale aveva attivato una procedura per la verifica dello stato di conservazione del sito, con controlli sul posto (nell’Ottobre 2012) e con l’adozione nel 2013 della Decisione 37COM7B.78 che evidenziava la necessità di: • rivedere il sistema di gestione del sito; • dotare il sito di un piano di gestione; • definire una buffer zone per una maggiore e più appropriata protezione. Nel 2014 è stata siglata una convenzione per avviare i lavori di stesura del Piano di Gestione, Piano che nel settembre 2016 è stato poi trasmesso al Centro del Patrimonio Mondiale per la sua approvazione.
Il Centro del Patrimonio Mondiale ha preso atto del Piano di Gestione, sottolineando però alcune indicazioni che sembrano contrastare con le indicazioni del Masterplan Palmaria 2019: “Attualmente, una serie di piani e regolamenti di salvaguardia concorrono a garantire la gestione del sito (…) Vi sono rigorose limitazioni alla creazione di strutture turistiche. Sono state previste misure a sostegno del mantenimento delle terrazze e del paesaggio e delle attività agricole, tuttavia queste si applicano su base volontaria. Il mantenimento delle terrazze rimane di responsabilità dei singoli agricoltori e proprietari terrieri (…) In considerazione dei molteplici livelli di strumenti di protezione e pianificazione in atto, il sistema/piano di gestione del sito deve garantire che l'OUV del sito sia rispettato da tutti questi strumenti e che vengano istituiti e attuati meccanismi di coordinamento e armonizzazione tra le loro disposizioni” (Risoluzione WHC/17/41.COM/8E del 19/5/2017).
In proposito, non va dimenticato che parte dei redattori di questo Piano di Gestione sono anche presenti nel contesto del Masterplan Palmaria 2019 e, quindi, non meraviglia scoprire evidenti contraddizioni; una conferma ci perviene dalla constatazione della presenza nel Piano di Gestione della scheda progetto n. 25 denominata “Programma di Valorizzazione dell’Isola Palmaria”; questa scheda ricopia quasi integralmente il Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 14/3/2016, riportando persino le stesse espressioni; questo Protocollo è l’origine del Masterplan Palmaria 2019.
Allora occorre ricordare come la scelta dello scenario 5bis (posto alla base del Masterplan) è avvenuta proprio sulla base delle problematiche legate alla compatibilità economica dell’operazione di “valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico dell’isola mirando a garantire l’equilibrio economico dell’operazione considerata nel suo complesso, si è giunti all’elaborazione di un nuovo scenario 5bis. Sostanzialmente, il nuovo scenario ricalca le risultanze dello scenario 5 di equilibrio, fissando però i limiti e la portata degli obiettivi reputati coerenti dal Tavolo Tecnico rispetto al Protocollo di Intesa sottoscritto il 14 marzo 2016 (Relazione fase 3, pag. 32).
In conclusione. Di fatto, con quest'ultima motivazione viene stabilita la preminenza dell’equilibrio economico-finanziario dell’intera operazione legata alla valorizzazione della Palmaria, rispetto alla tutela e conservazione del “paesaggio culturale; ipotesi in aperto contrasto con le indicazioni fornite dall’UNESCO.
Le operazioni finanziarie legate al Masterplan Palmaria 2019 si basano sullo sviluppo di un flusso turistico sull’isola in grado di generare adeguati ricavi per ripagare quanto meno degli investimenti fatti e possibilmente assicurare un guadagno congruo; ipotesi in aperto contrasto con le indicazioni fornite dall’UNESCO.
Anche una futura e strisciante “privatizzazione esclusiva” dell’isola … e “un futuro da Capri” è in aperto contrasto con le indicazioni fornite dall’UNESCO. Appunto!
Euro Mazzi


Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1)      PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2)      PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3)      PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4)      PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5)      PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6)      PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
Post relativi al Porto di La Spezia:

1)      PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA: QUI
2)      PORTO DI SPEZIA: WATERFRONT, UNA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
-        IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI   
-        LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
-        PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …:  QUI
Altri post sull’argomento:
-        PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
-        ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
 
 

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