sabato 22 dicembre 2018

PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO … (prima parte)

Nella primavera del 2019 dovrebbero terminare i lavori relativi al progetto “Portus Lunae”, cioè le opere per il collegamento ciclopedonale realizzato da Salt (Società Autostrada Ligure Toscana Spa) che consentirà di uscire dall’autostrada (A12 Sestri Levante – Livorno) per visitare il Parco  del Museo Archeologico Nazionale di Luni.
I lavori, attualmente ancora in corso, riguardano il secondo lotto, appaltato nel 2014 da Salt con un bando del valore di 12,5 €/milioni, assegnato nel 2015 per un importo di € 9.516.930,05 (+ IVA) all’ATI (associazione temporanea imprese) composta da: Dott. Carlo Agnese Spa di Milano/Spezia (capogruppo), Varia Costruzioni Srl di Lucca e Armando Cimolai Centro Servizi Srl di Pordenone. 
In particolare, i lavori appaltati (su progetto redatto dall’arch. Gino Piarulli) riguardano la realizzazione di: una piazzola parcheggio (per 25 posti auto e 6 posti bus, nel lato a mare dell’autostrada), un sottocavalcavia multimediale (di circa 26 metri che conterrà un percorso audiovisivo sulle origini e la storia di Luni), che condurrà al “Parco delle pietre” con accesso alle rampe su un tipico terrazzamento ligure (nel lato mare, articolata su diverse piane con 117 ulivi come omaggio al territorio e all'anno di nascita della città), una passerella pedonale sull’autostrada (con uno sviluppo di quasi 400 metri), sorretta da un faro (ad indicare l’antico porto romano di Luni), con percorsi tematici, verde e barriere antirumore.
Questo secondo lotto completa i lavori già realizzati con il primo stralcio riguardante: un parcheggio (per macchine e pullman nel lato a monte dell’autostrada) e un percorso di collegamento con il sito archeologico che si unisce a quello proveniente dal lato a mare; le opere del primo stralcio sono costate circa 5,5 €/milioni (… opere da tempo inutilizzate e attualmente conquistate dal degrado).
L’idea di fondo del progetto “Portus Lunae” consiste nel “catturare” l’attenzione di coloro che transitano sull’autostrada in entrambe le direzioni per permettergli di sostare con l’auto per poi poter accedere “a piedi” al Parco museale di Luni.
Proprio per questa caratteristica, i sostenitori di quest’opera hanno sempre parlato in modo assai entusiastico: di “formula innovativa di integrazione tra le grandi infrastrutture per la mobilità e i territori da esse attraversate”; di “una sosta culturale on the road”; di “una ricaduta positiva diretta a favore di chi abita il territorio”; di “ricucitura tra la zona a monte e quella a mare dell’A12”; “un esempio da seguire”; di “sinergia pubblico-privato e ad una collaborazione tra diverse istituzioni”; di “un progetto bello, integrato nel paesaggio e in grado di attirare molti più turisti e di valorizzare il parco archeologico”.
Particolarmente ottimistiche, poi, erano le stime di “attrazione” dei nuovi turisti: Salt stimava un milione di visitatori all'anno a Luni; in occasione del referendum sulla fusione tra Castelnuovo e Ortonovo i rispettivi due sindaci parlavano di oltre 1.500.000 di turisti e di floride prospettive di sviluppo economico per il territorio dei Comuni interessati.
Tutto bene dunque! Ma al di là di questi calorosi giudizi e di queste ottimistiche stime, la realtà è assai più articolata tra “luci e ombre.
A parte i tempi dilatati di realizzazione (alla consegna dei lavori nel giugno 2015 si parlava di 700 giorni … già abbondantemente superati!!!); a destare i maggiori dubbi sono proprio le modalità con cui si cerca di incrementare sensibilmente l'afflusso turistico nel Parco archeologico di Luni, nonché la somma complessiva investita per realizzare questo progetto.
Per spiegare queste “ombre” occorre, però, fare una breve cronistoria del progetto “Portus Lunae”, ripartendo dall’osteggiato progetto “Archeogrill”.
Infatti, Salt avrebbe dovuto realizzare anche quest’ultimo progetto (redatto dall’arch. Francesco Karrer) già alla fine degli anni ’80; con il costo di ben 13,5 €/milioni doveva essere costruita un’area attrezzata lungo il medesimo tratto autostradale. In particolare, era prevista la realizzazione di: una grande area di sosta con strutture ricettive, un centro congressi, parchi tematici, un lago con dune artificiali, la ricostruzione dell’antico molo, sentieri pedonali per condurre i turisti alla zona archeologica di Luni. Questo progetto aveva sollevato molte critiche per il notevole impatto ambientale sia degli ambientalisti che di varie personalità della cultura e dello spettacolo (basterà ricordare l’articolo di Antonio Cederna “Terra bruciata. Archeogrill, l'ultima volgarità” apparso su “L'Espresso” del 22/10/1989), contrasti sfociati in accesa polemica politica, che alla fine portavano alla sua definitiva archiviazione.
L’idea di promuovere interventi tesi a coniugare le potenzialità delle infrastrutture autostradali (su cui si muovono grandi numeri di persone) con lo sfruttamento a fini turistici dei cosi detti “giacimenti culturali” veniva risollevato nell’anno 2002 all’interno della Commissione Parlamentare "Infrastrutture e Cultura", istituita in accordo con MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti ) e MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo); questa commissione selezionava 5 progetti, tra i quali figurava quello riguardante l’Area archeologica di Luni. Questa serie di iniziative venivano supportate dagli stanziamenti previsti dalla legge Obiettivo e dalla Finanziaria 2003 per le infrastrutture e la cultura; nel 2004 veniva finanziato per 22,76 €/milioni il progetto presentato da Salt denominato “Portus Lunae”, diviso in due stralci per realizzare il collegamento del sito archeologico di Luni con le due Aree di sosta da realizzare sull'Autostrada A12.
L’iter burocratico e autorizzativo durava molti anni (tra il 2003 e il 2015), poiché il progetto esecutivo del secondo lotto doveva essere variato per limitarne l’impatto ambientale e per superare il «nodo» del depuratore di Luni Mare che bloccava l’opera con l’avvio dell’impianto dei Portoneti.

Mentre venivano realizzate le opere del primo lotto, il progetto esecutivo del secondo stralcio veniva ridimensionato (cancellato il «grill», niente bar né servizi e neppure museo multimediale e dei servizi ad esso connessi lungo l’autostrada) e notevolmente variato (con la previsione di una “collinetta” artificiale gradonata posta a margine dell’area del depuratore, la realizzazione di un sottopasso del cavalcavia, la previsione di aree di interscambio con la Tenuta di Marinella e con l’area di Luni Mare, nonché una modifica del tracciato dell’attuale viabilità comunale). Questo nuovo progetto esecutivo veniva ufficialmente presentato in data 24/6/2015 al  Senato e subito dopo venivano avviati i lavori, ora in via di conclusione.
Questa sintetica ricostruzione dell’iter trentennale di questo progetto, non solo dimostra quanto siano lunghi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia, ma evidenzia come sia andato perso il senso stesso dell’operazione: l’eliminazione della parte «grill» sull’autostrada (seppur in nome di una giusta minore incidenza ambientale) ha depotenziato l’attrattività della sosta e rende meno probabile “convincere” chi transita a sostare con il mezzo e a percorrere a piedi la lunga distanza che lo separa dal Parco archeologico di Luni, rendendo così assai difficile la “conquista” di nuovi turisti. Ma l’aspetto più sorprendente è che dal primo progetto “Archeogrill” a quello del “Portus Lunae” l’importo del finanziamento statale sia cresciuto dai 13,5 ai 22,7 €/milioni, nonostante il notevole ridimensionamento delle opere da realizzare; aumento non spiegabile solo con l’effetto dell’inflazione-svalutazione, anche se parzialmente compensato dalla riduzione derivante dalla gara d’appalto.
Il progetto “Portus Lunae” ha certamente una sua logica ed una impostazione interessante, ma nel suo iter trentennale non si ritrovano equilibrate analisi e competenti valutazioni sulla sua adeguatezza a intercettare la domanda turistica; si tratta di una grave carenza. 
Le esigenze turistiche sono molto diversificate; il turismo non è un fenomeno omogeneo per il quale basta presentare un prodotto e il successo è assicurato; occorre conoscere la domanda prima di creare l’offerta utile, cioè quale tipo di “accoglienza” bisogna predisporre sul territorio.
In sostanza, se è giusto destinare adeguate risorse per sviluppare in senso turistico un territorio e se è fondamentale valorizzare l’Area archeologica di Luni, ogni investimento deve essere sempre preceduto da idonee analisi e da adeguate valutazioni per evitare la dispersione delle risorse pubbliche investite.
Insomma, alle analisi e alla programmazione sembra che ai nostri “governanti” di turno interessi l’intuizione, l’improvvisazione e l’efficacia propagandistica dell’illusione e dell’abbaglio connessi a questi progetti ("la grandeur"), nella speranza che la “grande bellezza” e il “genio italico” suppliscano al “vuoto” di prospettiva che purtroppo si intravvede dietro a queste iniziative.

Euro Mazzi

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