sabato 27 luglio 2019

PORTO DI SPEZIA: WATERFRONT, UNA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE (seconda parte)

Waterfront è una parola inglese composta di due termini: a) “front=fronte” (“limite, bordo, soglia”) da intendersi però non solo come semplice linea, ma come “fascia di territorio” dove si incontrano l’acqua e la terraferma; b) “water=acqua” (sia essa di mare, di fiume o di lago); genericamente indica i fronti di territorio a contatto con l’acqua, ma anche lo “spazio di relazione” esistente tra i due elementi; è un concetto diverso sia da “litorale” (perché è strettamente connesso con il fronte urbano), sia da “lungomare” (in quanto è solo una strada che costeggia una riva), che da “fronte del porto” (termine limitativo, poiché una banchina ne costituisce semmai una parte).
Nel caso spezzino, il Waterfront  è quella fascia urbana (quartieri, strade, ecc.) posta a confine lungo tutti gli spazi portuali; si tratta di uno spazio urbano e portuale molto ampio e di difficile individuazione e definizione, ma che si sviluppa lungo quasi tutto il Golfo di Spezia e risulta assai articolato in funzione delle diverse attività portuali prospicienti.
Il Waterfront è, dunque, strettamente connesso allo sviluppo del Porto, anzi quest’ultimo ha sempre fino ad oggi condizionato la parte urbana adiacente con la realizzazione delle varie opere a carattere infrastrutturale e/o collegate alla gestione in sicurezza delle varie attività portuali, nonché alla capacità trasportistica della domanda di mobilità ferroviaria e veicolare collegata alle varie attività mercantili e crocieristiche.
Il dibattito sul Waterfront è inevitabilmente aperto da molto tempo, così come molte sono state le proposte e i progetti avanzati, ma in questi ultimi anni è divenuto un tema ricorrente sia per dare risposta alle esigenze di espansione dell’attività portuale, che per la necessità di dare soluzioni ai notevoli disagi dei residenti che sopportano quotidianamente rilevanti problemi di traffico, parcheggi, inquinamento da polveri e da rumori, ecc.; sul Waterfront si concentrano, dunque, molti interessi anche contrapposti e si formano o si disfanno alleanze politiche a seconda della problematica o del progetto da affrontare.
Tra i vari progetti elaborati nel tempo sul Waterfront, intendiamo ora soffermare l’attenzione sulla conversione d’uso in chiave turistico-ricreativa della fascia costiera denominata “Calata Paita”: è un’area attualmente demaniale ed è in uso e sotto la giurisdizione dell’AdSP (Autorità Portuale) e che verrà ulteriormente cementificata e parzialmente sdemanializzata; si tratta di un’area strategica, in quanto: a) da una parte, è contigua alla unica passeggiata a mare (“passeggiata Morin” e dove tra l’altro avvengono tutte le manifestazioni marinare cittadine); b) è destinata ad ospitare la nuova infrastrutturazione marittima per il potenziamento dell’offerta crocieristica, con il fine di una specializzazione ulteriore del Porto.
Quest’area è da tempo oggetto di discussioni e di un articolato processo di pianificazione, pertanto con difficoltà ne vengono tratteggiate sinteticamente le tappe più significative:
- se ne parlava già nel 1993 col PTC (Piano Territoriale di Coordinamento La Spezia-Val di Magra); nel 1995 questa tematica veniva ripresa nel “Documento intenti”; nel 1998 veniva presentato un “Piano d’area del primo bacino portuale”;
- nel 2002 questo argomento aveva un posto di rilievo nel PUC (Piano Urbanistico Comunale), in quanto riprendeva il progetto del 1998, promuovendo l’area demaniale marittima di circa 150.000 mq. come luogo di possibile estensione della città, con un mix funzionale di destinazioni d’uso volto a realizzare un nuovo quartiere con funzioni pubbliche e private (culturali, ricettive turistiche, commerciali, alberghiere, una stazione marittima per navi da crociera, il potenziamento dell’offerta nautica con un nuovo porticciolo per circa 300 imbarcazioni, i servizi per il trasporto marittimo integrati al trasporto su gomma pubblico e privato); questo progetto nel 2005 veniva ripreso nel nuovo PTC e  nel 2006 era previsto anche nel nuovo PRP (Piano Regolatore Portuale);
 - su queste premesse, l’AdSP (in accordo con Comune della Spezia e Regione Liguria)  emanava un concorso internazionale di idee (bando del 12/10/2005), terminato in data 15/10/2007 con la graduatoria finale e la vittoria della proposta progettuale “Le forme dell’acqua” avanzata dallo studio di architettura dell’arch. Llavador, con studio in Valencia;
- nel 2010 veniva redatto un masterplan e iniziava la procedura amministrativa (con ad esempio il parere Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Affare n. 71 bis); successivamente il progetto era rivisto dall’AdSP, in accordo con l’Amministrazione Comunale, anche per mancanza di interessi concreti da parte di operatori privati e per prevedere nuove funzioni ed assetti idonei a soddisfare sia le esigenze del Porto (riorganizzazione per i traffici crocieristici), che della Città (integrazione con l’attuale fronte mare cittadino);
- l’AdSP predisponeva un apposito “Protocollo d’Intesa”, poi sottoscritto in data 19/6/2018 da Regione Liguria, AdSP, Comune della Spezia, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Agenzia del Demanio; successivamente con la legge regionale n. 29 del 28/12/2017, il Waterfront spezzino veniva inserito tra gli ambiti territoriali strategici di rilievo regionale finalizzati alla realizzazione di interventi finanziabili con il Fondo Strategico Regionale; in questi ultimi mesi sono in corso le varie procedure per la definizione dei due progetti esecutivi, per i relativi appalti e l’avvio dei cantieri.
Questo progetto (ora denominato semplicisticamente Waterfront) è articolato in due distinte e autonome parti sia per le procedure di varianti alla pianificazione urbanistica o di settore, che per gli aspetti realizzativi:
a)    La realizzazione del nuovo molo crociere, che verrà realizzato dall’AdSP per far fronte alla domanda crescente di accosti di grandi navi da crociera (fino a 4 contemporaneamente) ed è ricompreso nel progetto più generale di riqualificazione e conversione d’uso, in chiave turistico-ricreativa, di questa parte del Waterfront spezzino.
Il nuovo molo crociere (avente forma trapezia, orientato in direzione Nord – Sud e con un estendimento di circa 16.900 mq., lungo una linea mediana che forma un angolo di circa 50° con la calata Paita) consentirà l’accosto di due navi da crociera di ultima generazione, lungo i due lati di banchina che si sviluppano a levante per 393 metri e a ponente per 339 metri.
Il collegamento fra il molo crociere e la calata Paita avverrà mediante una piattaforma in c.a.,  sostenuta alle due estremità sulla quale troverà posto la carreggiata composta da due corsie carrabili e da due marciapiedi destinati ai pedoni e alle biciclette. L’intervento prevede anche l’elettrificazione del primo accosto di ponente del molo Garibaldi e l’elettrificazione dei due nuovi accosti (con un impegno di potenza di 10 MW ad accosto) che verranno realizzati con il nuovo molo crociere. Questo progetto con decreto del Ministero dell’Ambiente n. 29 del 11/02/2019 è stato escluso dalla VIA con prescrizioni/raccomandazioni (domanda presentata in data 21/05/2018).
La realizzazione di queste opere dovrebbe essere conclusa in 24 mesi e, dunque, dovrebbe terminare nel 2021; il costo complessivo diretto è valutato in circa 28 €/milioni, ma occorrerebbe tenere in considerazione anche altri costi indiretti, come per esempio la spesa di circa 20 €/milioni per le opere di dragaggio della zona prospiciente il Molo Garibaldi e del canale di accesso al nuovo molo crociere.
b)   La realizzazione, sul sedime del molo stesso, della nuova Stazione Crociere spezzina, con l’obiettivo sia di sviluppare ulteriormente il settore crocieristico, oltre che con il nuovo molo anche con opere destinate all’accoglienza dei passeggeri (customer attention); inoltre, la riqualificazione di questa zona del Porto dovrà avvenire con ulteriori spazi (non ancora ben definiti e progettati) destinati a nuove funzioni pubblico/private turistico-ricreativa.
In proposito, lo stesso sindaco della Spezia Peracchini dichiarava in data 2/10/2018 che: “Ci saranno 58mila metri quadrati che torneranno alla città (…) Uno spazio che ci piacerebbe fosse economicamente sostenibile e alla portata di tutti, con un albergo a cinque stelle, appartamenti, una scuola per i nostri giovani, luoghi di comunità e per divertirsi, come un acquario, una piscina”.
Sinteticamente l’iter della pratica può essere così riassunta:
- nel giugno 2017 era stata presentata una proposta da parte di RoyalCaribbean e MSC (in seguito si era aggiunta anche Costa Crociere);
- a seguito di istruttoria nel novembre 2017 AdSP richiedeva integrazioni e modifiche e nell’aprile 2018 veniva presentato da parte delle tre Compagnie una nuova proposta con le integrazioni richieste; - nel giugno 2018 l’AdSP dichiarava la fattibilità della proposta e la stessa veniva inserita nel Piano triennale delle opere del Porto;
- nell’ottobre 2019 l’AdSP pubblicava il bando di Gara di Project Financing, con scadenza  nel gennaio 2019, riguardante sia l’affidamento per una durata di 37 anni del servizio di accoglienza dei passeggeri che della realizzazione della nuova Stazione Crociere (i cui costi sono stati stimati in circa 35 €/milioni), dietro al pagamento di un canone (sino alla realizzazione del nuovo Molo Paita sarà di 200 €/mila annui, per poi salire a 538 €/mila);
- a seguito della valutazione dell’unica offerta ricevuta, nell’aprile 2019 veniva aggiudicata la gara ai proponenti (Royal Caribbean, MSC Cruises e Costa Crociere).
Questa parte del progetto Waterfront verrà, dunque, realizzato da tre importanti compagnie di crociera, le quali investiranno complessivamente circa 41 €/milioni. Questo progetto dovrebbe essere sottoposto alle procedure di valutazione ambientale nel contesto delle procedure previste per gli ambiti territoriali strategici di rilievo regionale.
Cronologicamente il primo indispensabile passo è l’ampliamento del Molo Garibaldi e il suo sdoppiamento funzionale (per servizio merci e per quello crocieristico); poi dovrà essere liberata la Calata Paita per poter così realizzare le nuove costruzioni e, infine, dovrebbe essere definita la progettualità relativa alle altre opere da realizzarvi per poi avviarne la fase esecutiva.
In conclusione. Nei prossimi anni il primo bacino portuale spezzino (in corrispondenza dell’ambito omogeneo d’intervento n. 5 “Marina di La Spezia”) verrà totalmente ristrutturato con l’impiego di consistenti investimenti pubblici e privati. Questi interventi di riqualificazione non solo contribuiranno allo sviluppo del traffico crocieristico (puntando al superamento del milione di passeggeri nel periodo 2025/35), ma modificheranno significativamente il Waterfront cittadino in chiave turistico-ricreativa.
La concessione per 37 anni (un tempo più lungo delle concessioni relative ai servizi pubblici!) a tre importanti compagnie di crociera rappresenta una sorta di “privatizzazione strisciante”, seppur giustificata dalle carenze di fondi pubblici per realizzare questi progetti.
Appare, però, evidente come l’intervento pubblico sia destinato principalmente alle opere generali (ad esempio il dragaggio e la realizzazione del molo), mentre quello riservato agli investitori privati riguarda la gestione di crescenti flussi turistici sicuramente in grado di generare adeguati ricavi per ripagare gli investimenti fatti e possibilmente assicurare un congruo guadagno.
Inoltre, la concessione per lunghi periodi (37 anni) rassicura gli investitori privati sulla reale possibilità del recupero degli investimenti effettuati. In proposito, non sono stati diffusi piani finanziari di fattibilità, ma a fronte di un investimento iniziale di circa 41 €/milioni, sono circolate stime sulla previsione di un fatturato di 415 €/milioni per tutta la durata della concessione di beni di proprietà del demanio pubblico.
Se agli investitori privati è assicurato (giustamente) un “congruo guadagno, la collettività (specie i residenti delle aree circostanti) deve invece continuare a subire le pessime condizioni ambientali (per la qualità e la circolazione delle acque nel golfo; per la qualità dell’aria dato le emissioni delle navi aggiuntive a quelle del traffico veicolare; per l'inquinamento da rumore, da polveri e dall'illuminazione; per i disagi causati dal traffico, dalle vibrazioni e dai campi elettromagnetici; per i rischi di incidenti industriali), avendo come unica consolazione la prospettiva della realizzazione di alcune opere di insonorizzazione e quelle di elettrificazione dei moli che permetterà fra qualche anno alle navi in sosta di spegnere i propri motori e non immettere più i loro “fumi” nell’ambiente circostante.
Non va dimenticato che tutti questi progetti non hanno avuto una preventiva valutazione ambientale strategica; inoltre, ogni singolo progetto è valutato a parte facendo così perdere di vista l’impatto complessivo in termini ambientali, urbanistici, sociali dei vari interventi, impedendo un ragionamento su eventuali scenari alternativi sull’area vasta.
Altresì, manca una vera Analisi Costi-Benefici per valutare correttamente il contributo di ogni progetto al benessere economico-sociale della collettività, applicando un approccio più attento all'ambiente e alle persone soprattutto quando si devono pianificare interventi in aree congestionate e urbanizzate come è appunto il Golfo di Spezia, in modo da assicurarne uno sviluppo realmente sostenibile e partecipato.
Euro Mazzi


Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.
Post relativi al Porto di La Spezia:
1)      PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA: QUI
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1)      PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2)      PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3)      PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4)      PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5)      PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6)      PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:

-        IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI   
-        LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
-        PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …:  QUI
Altri post sull’argomento:
-        PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
-        ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
 
 

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