sabato 13 luglio 2019

PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO (sesta parte)

Nel 2017 la Regione Liguria ha istituito gli “Ambiti territoriali strategici di rilevo regionale” (art. 2 della legge regionale di stabilità n. 29/2017), introducendo norme di semplificazione sia delle procedure decisionali che della normativa territoriale (previsione di un Commissario Straordinario e di specifici “atti di intesa” tra gli Enti interessati aventi efficacia di variante dei vigenti piani urbanistici e territoriali, generali e di settore, di livello comunale e regionale), con  la possibilità di accedere ai finanziamenti del “Fondo Strategico Regionale” per finanziare le imprese e gli investimenti infrastrutturali per il sistema portuale ligure e per lo sviluppo del turismo.
Tra i vari “Ambiti territoriali strategici” sono stati individuati due progetti nella Provincia spezzina: “d) Isola Palmaria a Portovenere; e) Waterfront di La Spezia”; si tratta di due progetti differenti, pienamente autonomi e che riguardano due siti posti in Comuni diversi: il primo è situato nel Comune di Portovenere e riguarda “un programma di valorizzazione dell’Isola Palmaria”; il secondo, invece, è posto nel Comune di La Spezia e attiene a varie operazioni di riorganizzazione del Porto, denominate Waterfront, in particolare alla costruzione del nuovo molo crociere, alla riqualificazione funzionale ed architettonica delle aree ricomprese tra la calata Paita ed il molo Garibaldi, al fine di implementare le dotazioni a servizio dell’attività crocieristica, nonché alla realizzazione della nuova stazione Marittima.
Non è un caso, che questi due “Ambiti” siano stati, però, indicati insieme, poiché esistono forti legami tra questi due differenti progetti. Il primo elemento di contatto riguarda la loro lunga “gestazione”: il progetto riguardante la Palmaria trova la sua “gestazione” negli anni 2000, in particolare a partire dal 2013-2016. Quello riguardante il Waterfront ha una “gestazione” molto più vecchia, ma trova una accelerata nel 2006 con il concorso internazionale di idee sui circa 15 ettari di spazi fronte mare, per poi svilupparsi, modificarsi e concretizzarsi in questi ultimi anni.
Insomma, si tratta di progetti che hanno subito nel tempo varie modificazioni, ma hanno visto una condivisione “politicamente trasversale” almeno nelle idee basilari; infatti, entrambi i progetti sono stati pensati e progettati da amministrazioni gestite da esponenti del centro-sinistra, ma ora vivono la loro fase finale e realizzativa grazie agli esponenti del centro-destra e, di fatto, godono del “nulla osta” dell’attuale governo “gialloverde”.
Entrambi i progetti prevedono una “sdemanializzazione” di aree. Nella Palmaria sono interessate a questa dismissione varie aree e immobili demaniali che dovrebbero passare al Comune di Porto Venere; questi immobili necessitano di interventi di recupero, restauro e valorizzazione e che vengono ritenuti (per le loro potenzialità) capaci di contribuire ad uno sviluppo (definito a priori) “sostenibile” dal punto di vista economico, sociale ed ambientale come stabilito nel Protocollo di intesa 2016.
Per il Waterfront in data 19/6/2018 è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa per l’avvio di un procedimento, a conclusione del quale una rilevante porzione di aree (una buona parte di Calata Paita territorialmente in capo all’Autorità di Sistema Portuale, in quanto attualmente aree del demanio marittimo) potranno essere trasferite al Comune della Spezia per destinazioni varie attinenti l’espansione turistica, contribuendo così allo  sviluppo di una nuova immagine della città: “da sede portuale a metropoli d’acqua, con lo scopo dichiarato di attrarre attività diverse tali da valorizzare e rafforzare l’economia locale.
Un terzo elemento di collegamento riguarda la fase realizzativa di questi due progetti improntata su una forte sinergia tra “pubblico e privato” sotto forma di “project financing” o di “concessioni pluriennali”. Nel caso del Waterfront il Comitato di Gestione del Porto in data 18/6/18 ha dato il proprio assenso alla dichiarazione di fattibilità della proposta di project financing precedentemente avanzata da Royal Caribbean e MSC (proposta poi allargata anche alla Costa Crociere) per la gestione sia del servizio crociere che della realizzazione delle strutture necessarie, come definite nella successiva gara di appalto a loro aggiudicata; in particolare, queste tre grandi compagnie di navigazione dovranno costruire nel porto di La Spezia e di Marina di Carrara un nuovo terminal crociere con una spesa di circa 41 €/milioni e poi gestirne il funzionamento grazie ad una concessione della durata di 37 anni. L’aggiudicatario dovrà disporre delle risorse finanziarie necessarie per realizzare le opere di cui sopra e rendere i servizi oggetto della concessione, non essendo previsto alcun contributo pubblico.
Per la Palmaria il Masterplan 2019 prevede varie opere di riqualificazione nei tre principali macro-ambiti con costi complessivi valutati tra 21-25 €/milioni, di cui si ipotizza a carico diretto degli enti pubblici una somma compresa tra 9-11 €/milioni, mentre i restanti 12-13 €/milioni sarebbero a carico dei privati. Questi elevati costi complessivi, che gli Enti pubblici non possono sostenere direttamente, verranno probabilmente rimessi da investitori privati mediante la vendita di alcuni immobili, il project financing, la concessione della gestione per lunghi periodi (si parla di 70 anni) e il ricorso ai finanziamenti europei.
Il legame fondamentale tra questi due progetti deriva, però, dallo sviluppo e dalla gestione dei flussi turistici, specie di quello crocieristico.
Per la Palmaria l’attuale presenza di “visitatori” è stata quantificata in circa 150/165.000 persone all’anno, di cui circa il 95% sono “fruitori della balneazione (…) principalmente i dipendenti (ed ex dipendenti) della Marina Militare con una quota inferiore relativa ai residenti dei comuni limitrofi (Portovenere, Le Grazie, Marola, Fezzano e La Spezia)” (Relazione terza fase, pag. 26), mentre il restante 5% sono “escursionisti”. Questi “visitatori” per numero e caratteristiche non sono assolutamente in grado di assicurare agli investitori privati la prospettiva sia del “comodo” rientro dall’investimento che dalla possibilità di un congruo guadagno; dunque, deve essere assicurato a questi investitori un nuovo “flusso di turisti” aventi caratteristiche di “spesa adeguate”.
Per quanto il Masterplam 2019 non si pronunci in merito (e pare una scelta voluta!): “Si rimanda pertanto ad una data successiva e, congiuntamente con un ente specializzato, la definizione e lo studio della Capacità di Carico” (Relazione terza fase, pag. 79), tutti gli indizi portano a pensare che sia il “crocerista” una delle figure ideali utili per rassicurare gli investitori privati e spingerli così ad un impegno concreto nella realizzazione del Masterplan 2019 della Palmaria.
In particolare, sono i nuovi flussi turistici che potranno derivare dagli investimenti sul Waterfront potranno essere determinanti e i dati statistici e quelli previsionali lo dimostrano in modo chiaro.
Infatti, se nel periodo 2006-2012 il traffico crocieristico nel porto della Spezia è oscillato tra i 31mila passeggeri del 2009 e i 90.408 del 2011, è stata la svolta avvenuta dopo il 2012 (cioè da quando sono entrate le grandi compagnie crocieristiche: Royal Caribbean, Iberocruceros, MSC Crociere, Costa Crociere) a definire lo sviluppo del settore nel porto spezzino con una media di croceristi di circa 466.500 negli anni 2013-2018 (vedere il grafico); a fine 2019 potrebbe essere raggiunto il punto più elevato superando i 700.000 croceristi, mentre si prevede di superare il milione di passeggeri entro il 2025/35. Anche i dati riguardanti il numero di scali di navi da crociera testimonia lo sviluppo di questo settore spezzino: 144 nel 2016, 176 toccate nave nel 2014, 175 nel 2015, 144 nel 2016, 143 nel 2017, 129 nel 2018 e oltre le 160 nel 2019.
Non ci sono molte analisi sull’impatto complessivo di questo sviluppo crocieristico sul territorio spezzino; esiste uno studio del 2015 dove questo contributo economico viene stimato in una spesa diretta di circa 30,9 €/milioni e in 96 €/milioni il contributo totale generato a livello nazionale.
Mancano analisi costi/benefici sulla realizzazione del Waterfront, ma si può comunque presumere che il lungo periodo di concessione (di 37 anni) sia in grado di assicurare alle tre compagnie di navigazione che hanno vinto l’appalto una congrua remunerazione dell’investimento iniziale di circa 41 €/milioni, poiché sono circolate stime sulla previsione di un fatturato di 415 €/milioni per tutta la durata della concessione.
La carenza di analisi sugli impatti e sui costi/benefici degli investimenti rappresenta una grave anomalia perché espone il territorio a grossi rischi senza la necessaria consapevolezza e capacità di assunzione delle necessarie contromisure.
In particolare, se questo tipo di investimenti stimolano positivamente le economie locali, comportano però anche elevati costi ambientali, sociali e culturali, nonché effetti non sempre positivi che si ripercuotono sia sulle popolazioni locali che sul territorio.
Mirare esclusivamente ad una immediata e forte crescita economica basata sul turismo crocieristico rischia di essere un successo effimero se non è inquadrato e “pilotato” in maniera intelligente e se non si pone attenzione alla preservazione dei caratteri peculiari del territorio stesso.
Un territorio diventa competitivo non solo se tutti i soggetti interessati fanno “il gioco di squadra” per sfruttare tutte le opportunità ed ottenere una posizione di vantaggio competitivo rispetto ad altre mete, ma soprattutto se i fattori materiali e immateriali necessari per far crescere le proprie competenze distintive riescono a preservare nel tempo le caratteristiche fondamentali del paesaggio e della cultura che rappresentano quella località, cercando di saperle sfruttare per poi potenziare l’immagine distintiva e competitiva del territorio per lungo tempo.
Lo sviluppo crocieristico spezzino dopo il 2012 ha certamente creato un plus-valore monetario nel breve-medio termine, ma per esempio nelle “Cinque Terre” ha creato anche grandi disagi e ora si cercano contromisure (ad esempio con l’introduzione del numero chiuso). In questo senso, il Masterplan 2019 della Palmaria può costituire non solo un utile alleggerimento della “pressione turistica” sulle “Cinque Terre”, ma rappresenta una importante articolazione dell’offerta ai crocieristi di nuove “attrazioni” presenti sul territorio con la non trascurabile possibilità di raggiungere la meta in poco tempo e via mare.
Del resto, il fattore “tempo” è assai importante per il crocerista, poiché la gran parte (il 70,29%) delle  loro escursioni “a terra” avviene nell’arco temporale di 11-14 ore di sosta delle toccate nave e un ulteriore 12,57% supera le 14 ore, mentre il 17,14% rimane al di sotto delle 10 ore.
In conclusione. Se si assume come centrale la problematica del business turistico, allora non solo il legame tra i due progetti della Palmaria con il Waterfront spezzino si consolida, ma pone oggettivamente quest’ultimo come il progetto fondamentale, come il punto di riferimento per quello della Palmaria; anzi, si può prevedere che il progetto Waterfront possa divenire il capofila/punto di riferimento per ulteriori progetti riguardanti altri territori spezzini, a cominciare da alcune zone assai “appetibili” attualmente inserite nel Parco delle Cinque Terre e in quello di Montemarcello-Magra-Vara.
Insomma, siamo veramente ad una svolta epocale per il territorio spezzino … ma ci arriviamo in maniera “inconsapevole”, “impreparati” e “distratti”; dunque, in queste condizioni non può che risultare vincente l’azione programmatrice degli investitori privati che mirano soltanto a massimizzare il ritorno economico in loro favore, mentre una buona parte dei politici (… e proprio per questo ricevono consenso dagli stessi residenti che poi ne pagano le negative conseguenze!) agisce con una visione “clientelare”, pensando cioè al successo immediato, ma lasciando agli investitori privati le “mani libere” per “guidare” inevitabilmente la progettazione esecutiva finale dei vari progetti in corso e di quelli che verranno … sono partite periodicamente già giocate, ma questa è appena iniziata!

Euro Mazzi

Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.
Altri post sulla Palmaria:
1)      PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2)      PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3)      PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4)      PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5)      PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
Altri post sull’argomento:

-          IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI   
-          LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
-          PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …:  QUI
-          PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
-      ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI

 

Nessun commento:

Posta un commento