Il
Porto
di La Spezia è uno scalo definibile naturale/storico data la sua collocazione alla fine di
una profonda baia, articolata in varie insenature che nel tempo sono state
attrezzate; dispone di uno specchio acqueo di circa 15 kmq. fino alla diga
foranea (lunga 2,2 km.) che lo protegge e da cui si accede con
due aperture alle estremità; la profondità del fondale varia da 8,00 m. a 14,00
m. e per l’accesso delle navi sono stati realizzati dei canali che
periodicamente vengono dragati per mantenerne la profondità di oltre 14,00 m..
L’area
demaniale marittima in gestione all’Autorità Portuale si estende per una
superficie a terra di circa 2,2 kmq.
(vedere mappa), ma in realtà quasi tutto il Golfo è direttamente
condizionato dal Porto e dalle varie attività che vi si svolgono.
Infatti, nella
rada della Spezia si affacciano sul mare i Comuni di Portovenere, La Spezia e
Lerici e lungo questo articolato fronte-mare
si svolgono varie attività che il Piano
Regolatore del Porto identifica in 10 specifici ambiti (vedere tabella e
mappa): nel Comune di Portovenere vi sono strutture industriali e per la
nautica sociale; in quello spezzino sono collocate varie funzioni portuali (militare,
mercantile, crocieristico, della nautica e del diportismo) e alcune strutture
cantieristiche e industriali; nel Comune di Lerici si ritrovano attività
cantieristiche e strutture per la nautica sociale; vi sono poi varie attività
di acquacoltura e di mitilicoltura (vedere mappa).
Insomma,
nell’area del Golfo
di Spezia vengono svolte varie attività produttive, le quali si
interfacciano con i vari centri abitati, intrecciandosi inevitabilmente con le altre
iniziative presenti nell’immediato entroterra (commerciali, turistiche,
culturali e ricreative), costituendo di fatto un vero e proprio distretto produttivo (vedere mappa).
Lo
sviluppo dell’area, in particolare della città di La Spezia, è storicamente
connesso a quello del suo Porto; in tal senso, basta una sintetica verifica
della dinamica demografica dell’area del Golfo in rapporto al resto della
Provincia: nel 1861 l’incidenza della popolazione di quest’area (25.364 residenti) rispetto a quella
provinciale (98.650 residenti) era
del 25,71%, ma con la costruzione
dell’arsenale militare e il successivo sviluppo della altre attività
(cantieristica, porto mercantile, ecc.) questa incidenza è cresciuta in modo
costante al 51,61% del 1911 e poi al
58,21% del 1936, per poi calare nel
periodo bellico e post-bellico al 55,92%
nel 1951, con una risalita al suo massimo del 59,08% nel 1971 e, quindi, iniziare una lenta diminuzione fino al
48,53% nel 2011; al 31/12/2018 la popolazione dei tre comuni ammonta a 106.792 residenti rispetto a quella
provinciale di 219.556 abitanti con
una incidenza in leggero aumento al 48,64%,
questo incremento conferma l’importanza dell’attuale sviluppo portuale.
La
“centralità”
del Porto
sta emergendo in maniera evidente soprattutto in questi ultimi anni e, quindi,
è inevitabile che le problematiche di “espansione territoriale” di
quest’ultimo e/o quelle dell’articolazione e dell’accrescimento delle sue funzioni provochino effetti diretti
(spesso con ricadute negative in termini di traffico e inquinamento per
polveri e rumori) sulle aree urbane adiacenti con immediate e inevitabili ripercussioni
sul dibattito politico e amministrativo locale; ma oramai l’importanza del Porto spezzino
come nodo infrastrutturale dei trasporti di merci e passeggeri (con conseguente
suo inserimento nella pianificazione a dimensione regionale, nazionale ed
europea) ha nei fatti costituito un “superamento” delle logiche e delle
esigenze prettamente locali.
Sotto questo profilo il Porto di La Spezia in questi ultimi
decenni ha assunto una nuova dimensione con la sua notevole espansione nel retro-porto situato nel Comune di Santo
Stefano e per la crescente importanza delle problematiche legate allo sviluppo
della tecnologia intermodale e dei collegamenti (ferroviari, stradali, aerei e portuali) non solo con
l’immediato entroterra, ma soprattutto con i principali terminal intermodali e con le aree produttive nazionali ed europee.
Il Porto di La Spezia si trova nel
centro dell’arco costiero che va da Genova a Livorno, incrociando l’asse della costa Tirreno-Brennero e rientra,
quindi, nel contesto dei trasporti trans-europei
(rete TEN-T, corridoio prioritario Helsinki-La Valletta); è direttamente collegato alle reti autostradali e
ferroviarie (con oltre
3,5 km. di strade interne e 17 km. di binari) per assicurare il collegamento ai
network
stradali e ferroviari nazionali (ad esempio con il nodo intermodale di
Parma e di Verona), facilitando il trasferimento delle merci dalla nave alla
banchina, fino ai mercati finali (import) e viceversa (export); serve i mercati più
importanti: le aree di produzione e di consumo del nord Italia, della Svizzera,
dell’Austria e della Baviera. Ci sono, poi, oltre 50 compagnie di navigazione
regolari che fanno scalo in questo Porto, collegandolo di fatto con oltre 200 porti
in tutto il mondo. Inoltre, l’aeroporto internazionale di Pisa dista 80 km. (vedere mappa).
Dopo
l’approvazione definitiva del nuovo Piano
Regolatore Portuale, avvenuta nel dicembre del 2006 da parte del Consiglio
Regionale della Liguria, gli investimenti attuativi (con le necessarie
varianti) hanno avuto un forte impulso con lo scopo in particolare di: a) incrementare il traffico delle merci e dei
crocieristi (interventi in infrastrutture di banchina con ampliamento delle
attuali aree portuali per circa 140 mila mq. di piazzali); b) miglioramento dei collegamenti
ferroviari e stradali e della sua internazionalizzazione; c) miglioramento del rapporto porto-città
(fascia di rispetto, installazione di barriere antirumore); d) effettuazione di bonifiche e dragaggi;
e) maggiore efficienza delle operazioni
portuali ad incremento delle produttività e della competitività (sviluppo
delle infrastrutture immateriali).
In
questo ultimo decennio, infatti, il Porto di La Spezia sta vivendo una fase cruciale,
dato che sono stati avviati diversi progetti alla conclusione dei quali il suo
“volto”
sarà sostanzialmente modificato, per esempio: negli anni 2009-12 erano previsti
investimenti per complessivi € 370
€/milioni; negli anni 2012-14 erano previsti 17 investimenti per
complessivi € 464.241.198,67; nel
periodo 2016-18 erano previsti 23
investimenti per complessivi €
383.326.348.97; mentre per il periodo 2018-20 sono previsti 37 investimenti
per complessivi € 360.565.776,27.
Pur
tenendo conto degli investimenti duplicati (per maggior durata e/o per le
varianti), nonché (a partire dal dicembre 2016) della
presenza aggiuntiva del porto di Marina di Carrara, si comprende in modo chiaro
e immediato l’entità e l’importanza degli investimenti riguardanti il Porto spezzino.
Le
principali opere si possono così sinteticamente riepilogare: - Completamento
del terminal Ravano alla Marina di
Canaletto (50 mila mq); - Nuova banchina di Fossamastra (10 mila mq); -
Ampliamento del terminal del Golfo
(80 mila mq); - Nuova stazione ferroviaria de “La Spezia marittima” e
riorganizzazione dei binari; - Collegamento stradale del varco Stagnoni con i terminal del levante; - Nuovo waterfront della Spezia con stazione
marittima crociere di calata Paita; - Implementazione della fascia di rispetto
tra porto e città; - Bonifiche e dragaggi dei bacini portuali e del canale di
accesso al porto.
Questi
nuovi investimenti sono attuati sia direttamente sia mediante il coinvolgimento
di operatori privati (ad esempio: - gruppo Contship per la realizzazione
della nuova banchina in area Canaletto/Ravano; - gruppo TARROS/ARKAS per l'ampliamento del terminal di Levante; -
tre compagnie di navigazione per lo sviluppo della attività crocieristica e del
nuovo waterfront), mentre in passato
rimanevano quasi esclusivamente a carico dello Stato, evidenziando così la
delicatezza della problematica della privatizzazione
strisciante di beni demaniali e delle funzioni portuali.
In
data 22/5/2017 è stato siglato un Protocollo
di Intenti per i porti liguri tra il Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti (G. Del Rio), la Regione Liguria (Toti) e le Autorità di sistema
portuale del Mare Ligure Occidentale e Orientale (Roncallo) per definire le strategie di sviluppo e raggiungere
conseguentemente gli obiettivi finalizzati ad implementare la competitività dei sistemi portuali del Mar Ligure individuate: 1)
nella crescita dimensionale (opere a
mare, accessibilità lato terra e retroportualità, adesione al progetto “via della
seta” e connessioni a lungo raggio); 2) nell’assicurare una costante dotazione finanziaria per i conseguenti
investimenti (con fonti di finanziamento nazionali, regionali e comunitarie,
nonché con gli investimenti privati complementari); 3) nell’efficiente organizzazione del lavoro portuale (elevati
gradi di professionalità e flessibilità dei lavoratori portuali, loro formazione
continua e capacità di adattarsi ai nuovi schemi produttivi, anche attraverso
ricambi generazionali opportunamente gestiti sotto il profilo sociale).
Insomma,
la problematica dello sviluppo del Porto spezzino
si sta manifestando pienamente, con inevitabili ricadute commerciali,
economiche e sociali sul contesto in cui è inserito.
Il Porto si sta affermando per la sua “centralità” nell’ambito provinciale e sta modificando non solo l’ambiente circostante, ma anche il rapporto della città con il suo mare e, soprattutto, le relazioni tra i residenti, i lavoratori e gli operatori con il Porto stesso.
Il Porto si sta affermando per la sua “centralità” nell’ambito provinciale e sta modificando non solo l’ambiente circostante, ma anche il rapporto della città con il suo mare e, soprattutto, le relazioni tra i residenti, i lavoratori e gli operatori con il Porto stesso.
In
questo contesto, emerge l’importanza del ruolo dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, specie
dopo la riforma avviata nel 2016 con l’unificazione
dei due Porti di La Spezia e di Marina di Carrara in un unico Sistema portuale.
Questa
riorganizzazione di unità operative è
avvenuta nel contesto dei noti eventi
giudiziari riguardanti il Porto di La Spezia, rendendo necessarie
nuove nomine, una completa rivisitazione di appalti e di procedure (basti
pensare, per esempio, che l’Ente era sprovvisto di Piano per la Trasparenza e Anticorruzione,
obbligatorio per legge sin dal 2013).
Questi
avvenimenti hanno reso evidente la necessità di una maggiore trasparenza e di
più efficienti controlli sull’attività dell’Ente portuale e delle sue partecipate, come riconosciuto del resto
dalla stessa Autorità: “La trasparenza è misura di estremo rilievo e
fondamentale per la prevenzione della
corruzione e come tale è posta al centro di molte indicazioni e
orientamenti internazionali in quanto strumentale alla promozione dell’integrità, dello
sviluppo e della cultura della
legalità in ogni ambito dell’attività pubblica” (P.O.T. 2017-19, pag. 8).
La
“centralità”
del Porto di
Spezia rappresenta una svolta epocale
per il territorio spezzino, catalizzando consensi (per nuove occasioni di
lavoro) e conflitti (per le pessime condizioni ambientali per acqua, aria,
terra, rumore, rischio industriale), che potranno anche generare nuove e
diverse opzioni future (per la progressiva dismissione e riconfigurazione di molte aree industriali, militari e portuali). Questo passaggio chiave è
generalmente affrontato con veementi polemiche ideologiche e sterili contrapposizioni
personali o di partito, in un contesto di generale “inconsapevolezza” e “impreparazione”,
terreno fertile per lo sviluppo vincente dell’azione programmatrice degli investitori privati che mirano
soltanto a massimizzare il ritorno
economico in loro favore.
Euro
Mazzi
Questo post fa parte di un
più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel
contesto regionale ligure.
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
- IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI
- LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
- PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …: QUI
Altri post sull’argomento:
- PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
- ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
- IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI
- LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
- PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …: QUI
Altri post sull’argomento:
- PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
- ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
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