L’emergenza
sanitaria derivante dal diffondersi del Covid-19 ha prodotto notevoli
ripercussioni sui vari servizi di trasporto pubblico anche se questo settore non è mai stato bloccato. Il trasporto pubblico locale (TPL) spezino ha risentito pesantemente le conseguenze dell'epidemia: “Nei soli mesi di marzo e aprile 2020 si sono determinate perdite
derivanti dai mancati introiti della vendita dei titoli di viaggio, per circa 1,5 milioni di Euro. La limitazione dei carichi massimi dei
bus, in attuazione delle normative anti-contagio volte al mantenimento del distanziamento sociale, unito
all’elemento psicologico, potrebbero determinare, per i mesi a venire, una perdita di utenza complessiva anche
oltre il 50% rispetto all’anno
precedente” (Relazione al bilancio 2019, pag. 12).
Per
coprire una parte delle perdite da mancata bigliettazione sono state erogate risorse statali disposte dal Decreto Rilancio, ma queste non saranno
comunque sufficienti a bilanciare il disavanzo economico che probabilmente si
potrà determinare a fine 2020.
Un’altra parte delle perdite sono
state in parte mitigate: - sia dal ricorso alla cassa integrazione (“Fondo
Bilaterale”) e dallo smaltimento delle ferie
residue; - che dalla gestione
emergenziale (congrua riduzione del servizio proporzionale alle esigenze di
mobilità al tempo del lockdown e
conseguente gestione ottimale del personale); ma le maggiori spese per le misure di prevenzione (disinfezioni, pulizie,
display e/o locandine informative, ecc.) e i limiti derivanti dal distanziamento sociale impatteranno
negativamente con carattere di straordinarietà ed imprevedibilità sui costi: “costringendo l’Azienda, nel caso in cui la
cittadinanza tornasse ad utilizzare in maniera diffusa i servizi di trasporto
pubblico, ad aumentare il servizio” (Relazione al bilancio 2019, pag. 12).
Del
resto, nei vari servizi di trasporto pubblico si scontrano le esigenze di prevenzione della
diffusione della pandemia con le necessità di evitare le conseguenze negative in termini economici e finanziari sui
bilanci aziendali; questo scontro si è evidenziato sia tra il Governo e le
varie Regioni, che tra politici e amministratori dalle diverse appartenenze
politiche. Uscendo dalle vivaci polemiche derivanti dalla strumentalizzazione
ideologica e partitica, bisogna riconoscere le oggettive difficoltà a trovare
idonee soluzioni a questo conflitto tra esigenze di prevenzione e quelle di
salvaguardia dei bilanci: “Allo stato
attuale non è stata presentata nessuna soluzione praticabile per garantire il distanziamento sui mezzi pubblici. Si è
parlato di paratie mobili, tende o simili, ma è impossibile dotare tutti i
mezzi pubblici regionali, treni e autobus, di queste attrezzature in così poco
tempo, e la riduzione di capienza dei mezzi (fino al 50%) non potrebbe essere compensata in alcun modo. Senza il 100% di capienza autorizzata non è
possibile garantire il trasporto di studenti e lavoratori in tempo per la
ripresa della scuola e dei ritmi lavorativi normali. Il nodo da risolvere,
evidentemente, non è economico anche
con risorse supplementari le regioni non sarebbero in grado di raddoppiare
l’offerta di mezzi” (Comunicato Regione Liguria del 10/8/2020).
Queste
pesanti conseguenze derivanti dalla pandemia colpiscono un settore (il TPL) già
caratterizzato da una delicata e problematica pregressa gestione organizzativa
ed economica e finanziaria.
Il
TPL spezzino
è attualmente gestito da ATC Esercizio Spa (società operativa dal 1/10/2009) in
esito ad una gara indetta dalla Provincia per
il periodo 1/7/2009-30/6/2015 (subentrando nella gestione del servizio ad ATC Spa), affidamento poi più
volte prorogato fino ad arrivare ad oggi e senza indire la relativa gara di
affidamento, proroghe motivate: “al fine di non interrompere il servizio di
trasporto pubblico locale” (L.R. n. 18 del 5/8/2014).
La prolungata incertezza nel
procedere ad un affidamento a medio termine ha inevitabili conseguenze negative
organizzative ed economiche: “gli Enti
locali competenti avrebbero dovuto dirimere quale procedura da adottare per l’affidamento futuro, ovvero mettere il
servizio TPL
a gara o procedere con un affidamento “in house”. Merita
sottolineare la necessità che vengano assunte quanto prima decisioni definitive
da parte della proprietà e degli Enti locali competenti al fine di consentire
ad ATC Esercizio
Spa di programmare le
proprie attività nel medio-lungo termine ed accedere con maggior facilità a forme di finanziamento in grado di
soddisfare l’esigenza, ormai non più procrastinabile, di rinnovare radicalmente il parco mezzi” (Relazione al bilancio 2018,
pag. 12).
Questi
ultimi tre anni sono stati caratterizzati da costanti e vivaci polemiche tra i
vari schieramenti partitici e sociali, ma da pochi provvedimenti. Tra questi
ultimi va ricordato come il gruppo ATC sia stato recentemente interessato ad una mera semplificazione organizzativa derivante dal
passaggio da tre a due società (con l’eliminazione di ATC SPA a seguito di sua fusione con la società
incorporante ATC
MP Spa deliberata entro l’ottobre 2018). Conseguentemente si è passati da una struttura
ad holding (dove ATC Spa era la capogruppo che
controllava società dedite ad uno
specifico settore industriale) a due distinte società (ATC MP Spa e ATC Esercizio Spa).
La
contestuale revisione della struttura azionaria di ATC
Esercizio Spa è stata effettuata al fine di permettere il mantenimento dell’affidamento “in house” del servizio TPL (infatti, l’esclusione della Provincia dalla
compagine sociale di ATC
Esercizio Spa aveva lo scopo di evitare un palese conflitto di interesse tra l’ente che indice
la gara di affidamento del servizio TPL nel bacino L Spezzino e la società che vi
potrebbe partecipare, cioè ATC Esercizio Spa).
A fronte di questa prolungata incertezza decisionale, i problemi reali persistono e si
aggravano: “Tra il mese di
aprile e maggio 2018 si è insediato il C.d.A. (… che) ha dovuto sin da subito
far fronte ad una situazione piuttosto allarmante
circa lo stato del parco mezzi ed un
costante calo degli introiti derivati
dalla vendita dei titoli di viaggio. Contestualmente affrontava il taglio
ai corrispettivi imposto dalla Provincia della Spezia e contenuto in un più ampio
accordo siglato tra la Società e l’Ente concedente in prossimità del rinnovo
degli organi sociali. E’ apparsa, dunque, ben chiara al nuovo organo
amministrativo la necessità di agire celermente per consentire all’Azienda di invertire il trend negativo e
permettere sia un recupero in termini di
vendite sia continuare a garantire
il servizio TPL. Il tutto all’interno di una
trattativa lunga ed estenuante con
l’Ente concedente per limitare i tagli previsti ai corrispettivi e ottenere un
affidamento del servizio con una temporalità maggiore rispetto al 30.06.2020” (Relazione al
bilancio 2018, pag. 1).
In
questo contesto, la situazione economica e finanziaria della società ATC Esercizio Spa presenta
risultati di esercizio positivi: nel 2019 pari ad € 132.175,73 in calo rispetto agli anni precedenti; nel periodo
2009-2013 i risultati sono stati altalenanti ma sostanzialmente negativi con
una perdita massima di € -589.461
nel 2011; negli anni 2014-15 vi è stato un consistente aumento (€ +2.165.742) per poi iniziare
inesorabilmente a calare (vedere grafico a lato).
Questi
risultati sono dovuti ad una sostanziale stasi nei ricavi con una tendenza ad
una leggera riduzione: nel 2010 ammontavano a 36,6 €/milioni e nel 2019 ammontano a 34,6 €/milioni; i costi della produzione sono sempre stati
inferiori ai ricavi, ma non in misura tale da determinare un margine operativo
più ampio, il quale oscilla tra lo 0,56%
(pari a € 293.623) dei ricavi registrato
nel 2019 e il suo massimo del 6,26% (pari
a € 2.260,05) del 2015 (vedere grafico
a lato).
Tra
i costi quello del personale è in costante calo (da € 19.476.830 del 2010 a € 18.407.452
del 2019); anche il costo del carburante è in calo: dai 4,0 €/milioni del 2013 ai 3,0
€/milioni del 2019, quest’ultimo in riduzione rispetto al 2018 per “Euro
80.664,57, dovuta ad Euro -34.156,63 per riduzione di
consumi e ad Euro – 46.507,94 per
riduzione prezzi” (Relazione al bilancio 2019, pag. 3).
Il
patrimonio netto aziendale ammonta nel 2019 a 7,1 €/milioni in costante crescita rispetto al 2009 (3,5 €/milioni), ma è frutto di una crescita troppo lenta che lo mantiene ad un
livello basso; l’attivo circolante è raddoppiato, passando da 10,5 €/milioni del 2010 a 20,9 €/milioni del 2019; anche i debiti
sono aumentati, poiché passano da 6,6
€/milioni del 2009 a 11,8 €/milioni
del 2019 (vedere grafico a lato).
Questa
sintetica analisi del bilancio societario evidenzia non solo una sottocapitalizzazione della società, ma
soprattutto una crescita lenta ben
rappresentata da questi sintetici dati: “Sul
fronte ricavi TPL
si registra rispetto all’anno precedente un incremento complessivo del 2,7% e del 2,3% nei passeggeri trasportati” (Relazione al bilancio 2019, pag. 4).
L’andamento
dei passeggeri trasportati nel periodo 2010-2019 è altalenante, oscillando tra
il suo minimo di 17.190.200 passeggeri
del 2012 e i 18.642.297 passeggeri
del 2010, mentre nel 2019 sono stati registrati 18.242.751 passeggeri; questo andamento ha evidenti ripercussioni negative sulla
crescita dei ricavi da titoli di viaggio (pari a 11,2 €/milioni nel 2019).
Del
resto, la composizione dei ricavi evidenzia quanto sia importante e
determinante la contribuzione derivante dal contratto di servizio, cioè dalla
quota che ogni comune paga alla Provincia in favore della società che gestisce
il TPL spezzino:
nel 2019 ammonta a 16,8 €/milioni
pari al 54,29% dei ricavi da
servizio; in sostanza la contribuzione
pubblica è più elevata delle entrate tariffarie (vedere grafico
a lato).
In conclusione.
Le
problematiche relative alla gestione del
TPL spezzino sono molte ed articolate; le
conseguenze della pandemia rischiano di apportare ulteriori problemi e di
aggravare un già fragile equilibrio. In questo delicato contesto occorrerebbe una classe politica e
amministrativa adeguata ad
affrontare queste sfide articolate e complesse, mentre fino ad oggi sono
prevalse le logiche legate alla strumentalizzazione
propagandistica.
Si deve registrare una lentezza
burocratica e una costante incertezza
decisionale politica non solo rispetto all’affidamento del servizio, ma anche
in merito: agli assetti societari, ai piani di sviluppo industriale per i
prossimi anni, alla necessità di aumentare una bassa efficienza
economica e di diminuire l’elevato grado di dipendenza dalle risorse pubbliche, dipendenza che a sua
volta ha rallentato gli inevitabili interventi di efficientamento, di
riorganizzazione e di ristrutturazione industriale.
Questa sintetica analisi riguarda un periodo 2009/2019 in cui vari comuni
(in particolare quello di La Spezia in quanto principale azionista) e la
Regione hanno cambiato le loro maggioranze di governo (dal centro-sinistra al
centro-destra), ma su queste problematiche occorre evidenziare una perfetta continuità di vedute e di impostazioni,
poiché entrambi gli schieramenti sono molto
ideologizzati e scarsamente capaci di affrontare con decisione le problematiche gestionali, in quanto
privi di analisi serie e dettagliate su cui costruire un progetto per i prossimi anni.
In
questo contesto di inadeguatezza sia
dell’apparato burocratico che politico, l’eventuale ricorso agli aiuti
europei potrebbe rilevarsi come l’ennesima occasione
perduta, poiché se non si conoscono i problemi e non si elaborano adeguati
piani si rischia seriamente lo spreco di
risorse e l’aumento del debito
pubblico, cioè si rischia di “gettare
acqua nel deserto”.
Euro Mazzi
PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate
pubbliche locali, un mondo “sommerso”, ma foriero di ripercussioni non sempre
positive sui bilanci degli Enti Locali.
Per vedere gli altri post:
1 - SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI»
CHE NON ARRIVA: QUI
2 - AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 - SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 - SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI
VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
12 - PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
13 - IL PROGETTO DI FUSIONE DI ATC … “e facite ammuina”: QUI 14 - PARTECIPATE: ATC E I PROBLEMI DEL TPL: QUI
15 - PARTECIPATE: ACAM ACQUE SPA E I PROBLEMI DEL SERVIZIO IDRICO
INTEGRATO: QUI
16 - L’AGONIA FALLIMENTARE DELLA SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL: QUI
17 - LE “MAI MORTE”: IL CASO CIDAF: QUI
18
- LE “MAI MORTE” (2): IL CASO CIR: QUI
Altri post su questo argomento:
- UN LUNGIMIRANTE ASSURDO AMMINISTRATIVO: deliberare a fine 2015 il
programma per l'ATC del 2012-2015: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
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