martedì 30 ottobre 2018

PARTECIPATE: ACAM ACQUE SPA E I PROBLEMI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO (quindicesima parte)

In data 6/12/2004 ACAM Spa costituiva la società ACAM Acque Spa, con un capitale sociale composto di 2.426.005 azioni del valore di € 10 ciascuna, totalmente detenuto dalla stessa Capogruppo; conferendogli il ramo aziendale relativo alla gestione del Servizio Idrico Integrato (in sigla: SII) svolto nei Comuni già serviti in precedenza da ACAM Spa; in data 29/12/2004 ACAM Acque Spa diventava pienamente operativa, svolgendo questa attività fino ad oggi.
ACAM Spa ha sempre esercitato il controllo totale su ACAM Acque Spa, praticando quale Capogruppo anche una attività di direzione e di coordinamento fino alla data del 11/4/2018 quando, a seguito del perfezionamento dell’operazione di aggregazione, IREN ha accorpato la Capogruppo ACAM Spa, sostituendola nell’esercizio dell’attività di controllo, di direzione e di coordinamento, in quanto ha acquisito il 99,99986% delle sue azioni (il restante è rimasto al Comune di Pontremoli). Con la chiusura dell’operazione di acquisizione da parte del Gruppo IREN i Comuni spezzini ex Soci di ACAM Spa, tramite un concambio azionario, sono diventati soci di IREN Spa.
In data 26/10/2006 ACAM Acque Spa (quale gestore del servizio idrico) aveva stipulato con l’Ente d’Ambito Territoriale Ottimale n. 4 Spezzino (ATO) una convenzione di servizio per la regolazione dei rapporti tra l’ATO ed il Gestore del SII. Attraverso questa convenzione, ACAM Acque Spa assumeva, con modalità di affidamento “in house”, la gestione del SII fino al 31/12/2033. Nel 2016 questa convenzione di servizio veniva adeguata alle nuove disposizioni dell’Autorità nazionale competente (deliberazione AEEGSI 656/2015/R/IDR).
Il "vecchio" Gruppo ACAM

Nel 2014  veniva costituito (con legge regionale n. 1 del 24/2/2014) “ATO Est – Provincia della Spezia” (ATO); la società ACAM Acque Spa vi gestiva il servizio idrico in 26 Comuni  (ora con IREN sono diventati 27) rispetto ai 32 enti spezzini facenti parte dell’ATO; si tratta dunque della gestione nettamente prevalente a livello provinciale rispetto agli altri operatori presenti, rappresentando in tutti i parametri dimensionali oltre il 90% dell’intero ATO.
Occorre ricordare che il Servizio Idrico Integrato (SII) è costituito dall’insieme dei vari servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua per gli usi civili, nonché di fognatura e di depurazione delle acque reflue. Sotto questo profilo va evidenziato come ACAM Acque Spa disponga di molti impianti costruiti nel tempo alcuni dai vari Comuni e altri da ACAM; tutti realizzati grazie a specifici finanziamenti pubblici e/o a disponibilità del bilancio dei vari enti pubblici interessati.
ACAM Acque dopo l'aggregazione
Si tralasciano volutamente le analisi sulle problematiche relative all’affidamento del servizio, quelle riguardanti la gestione dell’ATO, quelle attinenti alle tariffe, quelle sulla proprietà delle reti, nonché quelle sulla qualità e quantità delle forniture e trattamento delle acque, in quanto saranno oggetto di una trattazione specifica; conseguentemente l’analisi prosegue, concentrata solo su alcune problematiche gestionali e aziendali.
In estrema sintesi, ACAM Acque Spa alla data del 31/12/2015 gestiva 1.900 Km di rete idrica e 845 Km di rete fognaria; distribuiva 33 milioni di metri cubi/anno di acqua e trattava 12 milioni di metri cubi/anno di acque reflue; amministrava 130.641 clienti per il servizio acquedotto (di cui 106.992 anche per il servizio fognatura e 100.842 anche per il servizio depurazione), servendo 208.075 abitanti; utilizzava questi impianti: - 358 opere di presa (da fonti sotterranee e superficiali, di cui: 106 pozzi da 36 aree di emungimento; 242 sorgenti; 10 perforazioni); - 111 centrali pompaggio acquedotto; - 362 serbatoi; - 2 potabilizzatori; - 126 stazione sollevamento liquami; - 130 impianti di trattamento primario; - 30 impianti di trattamento secondario; - 1 impianto con trattamento anche terziario; - 17 condotte sottomarine.
Si tratta di una articolata dotazione di impianti che hanno raggiunto lo scopo di garantire una buona copertura del servizio acquedotto per la popolazione residente tecnicamente servibile, con limitati episodi di assenza o razionamento della risorsa idrica, con adeguata copertura del servizio di depurazione (in termini di agglomerati serviti sul totale servibili); ma presenta ancora varie criticità soprattutto per l’obsolescenza degli impianti, ma anche per un livello qualitativo e quantitativo differenziato di infrastrutturazione presente nelle varie aree provinciali.
Se i servizi di approvvigionamento idrico (captazione e adduzione dell’acqua) sono generalmente presenti problematiche di ordinaria amministrazione, è nel settore della fornitura di acqua potabile (potabilizzazione e distribuzione dell’acqua) che manifestano rilevanti necessità di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a causa della vetustà ed obsolescenza delle reti e delle sue varie componenti (tubazioni, giunti, saracinesche, valvole, etc.), che nel corso degli anni subiscono fenomeni vari di degrado, corrosione, rottura, etc. derivanti da tipologia di materiali, modalità di installazione, caratteristiche del terreno di posa, etc.
Le perdite idriche, sia occulte che manifeste, rappresentano uno dei fenomeni di maggiore criticità, alla luce dei vari effetti negativi in termini di operatività (pronto intervento), di disservizio (bassa pressione e erogazione del servizio) e di onerosità (costi di riparazione dell’infrastruttura e talvolta di beni di terzi danneggiati), ingenerando disservizi più o meno diffusi, interruzioni impreviste della fornitura e quindi restrizioni all’uso della risorsa idrica.

Conto economico di ACAM Acque Spa
Le criticità del servizio di fognatura si riferiscono: a) alle assenze di infrastruttura e, dunque, alla necessità di estensione della rete nelle aree ancora non servite; b) alla riconfigurazione del sistema depurativo per piccoli impianti periferici e/o di manutenzione per tutti gli altri impianti; c) obsolescenza e carenza di reti fognarie; d) obsolescenza degli impianti (in particolare per sollevamenti e separatori).
Le criticità del servizio di depurazione si riferiscono all’adeguamento, manutenzione e revisione (per vetustà e obsolescenza) degli impianti presenti nelle aree urbanizzate, ma anche di superamento di deficit impiantistico in alcuni territori (per esempio nei nuclei costieri).  
Ci sono, poi, criticità di carattere gestionale: da una parte, la sostituzione dei contatori d’utenza vecchi e alla loro disagevole ubicazione; dall’altra, l’aggiornamento della piattaforma informatica di gestione tecnicoamministrativa dei clienti.
Conto patrimoniale di ACAM Acque Spa
Per superare queste criticità occorrono adeguati investimenti e una costante attenzione al miglioramento qualitativo del servizio.  Sul piano della ricerca di una maggiore “qualità” del servizio ACAM Acque Spa deve fare ancora molto per adeguarsi agli standard medi, ma occorre segnalare come abbia adottato una “Carta dei Servizi”, valida dalla data del 1/7/2016, con la quale si è assunta una serie di impegni a maggior tutela degli utenti, integrando il contratto di somministrazione e i regolamenti di fornitura, adeguandoli alle nuove normative delle Autorità di settore.
Uno dei problemi fondamentali di ACAM Acque Spa è sempre stato quello degli investimenti. Nel 2017 sono stati investiti 6,3 €/milioni, in calo rispetto ai 6,7 €/milioni del 2016 e ai 7,5 €/milioni del 2015; nel periodo 2010-2017 sono stati complessivamente investiti circa 48,0 €/milioni, con una media annua di quasi 6,0 €/milioni e con la punta più bassa nel 2013 con 3,7 €/milioni (cioè proprio nell’anno del ricorso alla procedura di ristrutturazione del debito).
Se si scorporano i pochi dati a disposizione si può notare come si registri una costante riduzione degli investimenti per nuove opere (dal 46,19% del 2014 si passa al 29,80% del 2017), mentre aumentano gli interventi di manutenzione e di risanamento (dal 31,04% del 2014 al 45,73% del 2017) a ulteriore conferma dei problemi derivanti dall’obsolescenza degli impianti e della rete idrica e fognaria.
La necessità di effettuare investimenti per risolvere le criticità della “vecchiaia” della rete e delle carenze impiantistiche è, altresì, una delle motivazioni che hanno spinto i Comuni-soci a scegliere la strada dell’aggregazione con IREN, poiché l’elevato livello dell’indebitamento del Gruppo ACAM non solo impediva il rispetto dei Piani di investimento già presentati negli anni passati, ma riversava sul bilancio economico della società elevati oneri finanziari sia per interessi passivi che per quota capitale destinata al rimborso dei finanziamenti sottoscritti proprio per far fronte agli investimenti.
Infatti, nello stato patrimoniale del bilancio di ACAM Acque Spa la voce “debiti” è assai consistente: nel 2017 ammonta a 228,9 €/milioni in crescita rispetto agli anni precedenti, anche se in calo rispetto al 2012 (229,4 €/milioni), ma più elevata rispetto al 2010 (192,8 €/milioni).  L’indebitamento verso il sistema bancario rappresenta la parte più consistente della voce “debiti”; nel 2017 vi erano ancora: - passività finanziarie a medio/lungo termine pari a 99,0 €/milioni (in calo rispetto ai 126,7 €/milioni del 2015) costituiti tra l’altro da: 90,9 €/milioni per mutui, un fondo rischi per derivati di 6,5 €/milioni; - passività finanziarie a breve pari a 12,5 €/milioni, in live calo rispetto al 2016.
Si tratta di una esposizione finanziaria ancora elevata, ma in calo rispetto a quella presente nell’Accordo di Ristrutturazione per: - un debito senior del valore complessivo di 95,7 €/milioni (al 2023 ad un tasso di interesse del 4,25%); - interessi maturati ma non liquidati sul debito senior pari a 16,2 €/milioni negli anni 2013-2015; - un debito subordinato del valore complessivo di 36,1 €/milioni (a partire dal 2024 ad un tasso di interesse del 4,0%).
Il livello elevato di queste due voci (debito e indebitamento finanziario) è confermato: a) da un rapporto debiti (228,9 €/milioni)/fatturato (58,7 €/milioni) pari a 3,9 nel 2017 (in miglioramento rispetto a 4,55 del 2011 e 4,51 del 2012); b) da un rapporto debiti (228,9 €/milioni)/patrimonio netto (30,9 €/milioni) pari a 7,4 nel 2017 (in miglioramento rispetto a 9,09 del 2012 e 8,29 del 2013).
Bastano questi pochi dati per comprendere come sia stato inevitabile ricorrere anche per ACAM Acque Spa (insieme alle altre società del Gruppo) all’Accordo di ristrutturazione del debito (ex art. 182 bis legge fallimentare disposto con provvedimento del Tribunale di Spezia del 19/7/2013-18/9/2013) allo scopo di ridurre proprio la pressione sul debito pregresso.
Dal 2013 fino alla data del 11/4/2018 ACAM Acque Spa, come tutte le altre società del Gruppo, ha continuato il percorso di risanamento previsto dall’Accordo che conteneva, in particolare: a) le proposte di ristrutturazione delle esposizioni debitorie delle singole Società in favore dei creditori (rappresentanti oltre il 60% del debito); b) le manovre finanziarie ed industriali da attuare per assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei al Piano e permettere il risanamento dell’indebitamento complessivo e il riequilibrio della situazione finanziaria delle Società stesse, nonché la riduzione dei costi industriali e di struttura (incluso il costo del personale).
Questo Accordo, tra l’altro, ha comportato una riduzione del personale del Gruppo di 99 unità sino al 31/12/2017 (attraverso incentivi all’esodo, legge Fornero e licenziamenti, ecc.), nonché un consistente rimborso del debito bancario.
A seguito dell’aggregazione con IREN è stato stipulato un accordo in data 10/4/2018 con le banche per l’estinzione della posizione debitoria residua e la liberazione delle garanzie e successiva cessazione della procedura di ristrutturazione del debito.
L’aggregazione con IREN ha previsto, altresì, il superamento degli esuberi, il mantenimento della territorialità per tutti i dipendenti, la nomina di un membro quale rappresentante dei soci ex ACAM, la permanenza per 10 anni di ACAM Acque e ACAM Ambiente, la definizione della governance delle due società, il rispetto degli impegni negli investimenti assunti nell’ambito della ristrutturazione del debito e le prospettive industriali.
ACAM Acque Spa entra nel Gruppo IREN con un valore della produzione al 2017 pari a 58,7 €/milioni in aumento rispetto al 2016 (56,4 €/milioni), ma in netto calo rispetto agli anni precedenti (62,3 €/milioni del 2015 e 61,1 €/milioni del 2014), con costi di produzione pari a 53,5 €/milioni nel 2017 in crescita rispetto a tutti gli anni precedenti e, quindi, con una differenza ricavi-costi (margine operativo lordo) in calo. Il notevole miglioramento degli oneri finanziari (passati da 6,7 €/milioni del 2012 ai 2,3 €/milioni del 2017) nonché la riduzione delle imposte (dai 7,2 €/milioni del 2014 ai 0,5 €/milioni  del 2017) ha permesso di chiudere il bilancio 2017 con un utile di € 2.378.660, in aumento rispetto al 2016 (1,7 €/milioni ), ma in calo rispetto al 2015 (5,5 €/milioni) e al 2014 (3,7 €/milioni).

Nuovo Programma Investimenti 2018-19
Da segnalare l’aumento del costo del personale registrato nel 2017 (pari a 12,4 €/milioni) rispetto al 2016 (12,2 €/milioni) per l’effetto congiunto di: • rinnovo del contratto di lavoro; • diminuzione dell’organico medio per circa 10 dipendenti; • incremento del costo degli straordinari.  L’organico nel 2017 era composto di 236 unità a tempo indeterminato (di cui 233 full time e 3 part time) in calo rispetto alle 246 unità del 2016.
In conclusione. ACAM Acque Spa con il 2018 ha cessato la sua appartenenza al Gruppo ACAM ed è entrata nel Gruppo IREN; ci vorrà del tempo per superare le criticità attualmente presenti. Intanto, IREN in data 19/4/2018 ha promesso maggiori investimenti nel settore idrico per un totale di 38 €/milioni nel biennio 2018-19 (+23 €/milioni rispetto all’ultimo piano approvato da ACAM) … bene ne prendiamo atto; ma è assai riduttivo e superficiale esaltare questa pioggia di investimenti, poiché se quanto promesso è un importante indicatore, non bisogna dimenticare altri aspetti altrettanto decisivi, tutti legati all’atavica carenza di controlli sia sul rispetto degli impegni, sia sulla qualità progettuale, sia sulla effettiva utilità degli interventi che sulla qualità dei lavori effettivamente eseguiti.
In tal senso, basta per esempio ricordare le vicende del depuratore dei Paduletti di Castelnuovo Magra su cui in questi anni sono stati investiti molti soldi, ma con risultati alquanto scadenti e ora si dovrà intervenire nuovamente … speriamo almeno che il prossimo investimento svolto da IREN sia finalmente risolutivo e non “una semina nella sabbia che fa magri raccolti”.

Euro Mazzi

PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
12 - PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
13 -  IL PROGETTO DI FUSIONE DI ATC … “e facite ammuina”: QUI
14 - PARTECIPATE: ATC E I PROBLEMI DEL TPL: QUI

Sull’aggregazione di Acam nel Gruppo Iren vedere anche i seguenti post:
1)   CON LA FUSIONE PER INCORPORAZIONE FINIRÀ ACAM …: QUI
2)  FAR INCORPORARE ACAM PER “ENTRARE NELLA STANZA DEI BOTTONI”: QUI
3)  ACAM/IREN … PERDERE TEMPO NELLA FRETTA DI DECIDERE: QUI
4)  AGGREGAZIONE ACAM/IREN: GARANZIE REALI O ASTRATTE?: QUI
5)  ACAM/IREN … PER FAVORE, NON DALLA PADELLA ALLA BRACE …: QUI
6) ACAM/IREN: NOTIZIE E PAURE FASULLE SULLA MANCANZA DI ALTERNATIVE: QUI
7) IL PERCORSO DELLA PROPOSTA DI AGGREGAZIONE ACAM IN IREN: QUI
8) L’ARTICOLAZIONE DELLA PROPOSTA AGGREGATIVA DI IREN: QUI
9) ACAM/IREN: “OSCURANTISMO E MIOPIA …”: QUI
10) TRA LACUNE, SUPERFICIALITÀ E FORZATURE SCOMPARE ACAM E CI GUADAGNA SOLO IREN …: QUI
11) ACAM/IREN: È RISPETTATA LA NORMATIVA SUL “REGIME DEMANIALE” DELLE RETI IDRICHE?: QUI

12) ACAM-IREN: E/S-QUILIBRI TRA PATTI E VENDITE: QUI

Altri post su questo argomento:
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI


 



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