In
data 6/12/2004 ACAM
Spa costituiva la società ACAM Acque Spa, con un capitale sociale composto
di 2.426.005 azioni del valore di €
10 ciascuna, totalmente detenuto dalla stessa Capogruppo; conferendogli il ramo
aziendale relativo alla gestione del Servizio
Idrico Integrato (in sigla: SII) svolto nei Comuni già serviti in precedenza
da ACAM Spa;
in data 29/12/2004 ACAM Acque Spa diventava pienamente operativa,
svolgendo questa attività fino ad oggi.
ACAM
Spa
ha sempre esercitato il controllo totale su ACAM Acque Spa, praticando quale
Capogruppo anche una attività di direzione e di coordinamento fino alla data
del 11/4/2018 quando, a seguito del perfezionamento dell’operazione di
aggregazione, IREN
ha accorpato la Capogruppo ACAM Spa, sostituendola nell’esercizio dell’attività
di controllo, di direzione e di coordinamento, in quanto ha acquisito il
99,99986% delle sue azioni (il restante è rimasto al Comune di Pontremoli). Con
la chiusura dell’operazione di acquisizione da parte del Gruppo IREN i Comuni spezzini ex
Soci di ACAM Spa,
tramite un concambio azionario, sono diventati soci di IREN Spa.
In
data 26/10/2006 ACAM
Acque Spa (quale gestore del
servizio idrico) aveva stipulato con l’Ente
d’Ambito Territoriale Ottimale n. 4 Spezzino (ATO)
una convenzione di servizio per la regolazione dei rapporti tra l’ATO ed
il Gestore del SII.
Attraverso questa convenzione, ACAM Acque Spa assumeva, con modalità di
affidamento “in house”, la gestione del SII fino al 31/12/2033. Nel 2016 questa convenzione di servizio veniva adeguata
alle nuove disposizioni dell’Autorità nazionale competente (deliberazione AEEGSI
656/2015/R/IDR).Il "vecchio" Gruppo ACAM |
Nel
2014 veniva costituito (con legge
regionale n. 1 del 24/2/2014) “ATO Est –
Provincia della Spezia” (ATO); la società ACAM Acque Spa vi gestiva il
servizio idrico in 26 Comuni (ora con IREN sono
diventati 27) rispetto ai 32 enti spezzini facenti parte dell’ATO; si
tratta dunque della gestione nettamente prevalente a livello provinciale rispetto
agli altri operatori presenti, rappresentando in tutti i parametri dimensionali
oltre il 90% dell’intero ATO.
Occorre
ricordare che il Servizio Idrico
Integrato (SII)
è costituito dall’insieme dei vari servizi pubblici di captazione, adduzione e
distribuzione di acqua per gli usi civili, nonché di fognatura e di depurazione
delle acque reflue. Sotto questo profilo va evidenziato come ACAM Acque Spa
disponga di molti impianti costruiti nel tempo alcuni dai vari Comuni e altri
da ACAM;
tutti realizzati grazie a specifici finanziamenti pubblici e/o a disponibilità
del bilancio dei vari enti pubblici interessati.
ACAM Acque dopo l'aggregazione |
In estrema
sintesi, ACAM
Acque Spa alla data del 31/12/2015 gestiva 1.900 Km di rete idrica e
845 Km di rete fognaria; distribuiva 33 milioni di metri cubi/anno di acqua e
trattava 12 milioni di metri cubi/anno di acque reflue; amministrava 130.641
clienti per il servizio acquedotto (di cui 106.992 anche per il servizio
fognatura e 100.842 anche per il servizio depurazione), servendo 208.075
abitanti; utilizzava questi impianti: - 358 opere di presa (da fonti
sotterranee e superficiali, di cui: 106 pozzi da 36 aree di emungimento; 242
sorgenti; 10 perforazioni); - 111 centrali pompaggio acquedotto; - 362
serbatoi; - 2 potabilizzatori; - 126 stazione sollevamento liquami; - 130
impianti di trattamento primario; - 30 impianti di trattamento secondario; - 1
impianto con trattamento anche terziario; - 17 condotte sottomarine.
Si
tratta di una articolata dotazione di impianti che hanno raggiunto lo scopo di garantire una buona copertura del servizio
acquedotto per la popolazione residente tecnicamente servibile, con limitati episodi di assenza o razionamento
della risorsa idrica, con adeguata
copertura del servizio di depurazione (in termini di agglomerati serviti sul
totale servibili); ma presenta ancora varie criticità soprattutto per l’obsolescenza
degli impianti, ma anche per un livello
qualitativo e quantitativo differenziato di infrastrutturazione presente nelle
varie aree provinciali.
Se
i servizi di approvvigionamento idrico
(captazione e adduzione dell’acqua) sono generalmente presenti problematiche di
ordinaria amministrazione, è nel settore della fornitura di acqua potabile (potabilizzazione e distribuzione
dell’acqua) che manifestano rilevanti necessità di interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria a causa della vetustà
ed obsolescenza delle reti e delle sue varie componenti (tubazioni, giunti,
saracinesche, valvole, etc.), che nel corso degli anni subiscono fenomeni vari
di degrado, corrosione, rottura, etc. derivanti da tipologia di materiali,
modalità di installazione, caratteristiche del terreno di posa, etc.
Le perdite idriche, sia occulte che manifeste, rappresentano uno dei fenomeni di maggiore criticità, alla luce dei vari effetti negativi in termini di operatività (pronto intervento), di disservizio (bassa pressione e erogazione del servizio) e di onerosità (costi di riparazione dell’infrastruttura e talvolta di beni di terzi danneggiati), ingenerando disservizi più o meno diffusi, interruzioni impreviste della fornitura e quindi restrizioni all’uso della risorsa idrica.
Le perdite idriche, sia occulte che manifeste, rappresentano uno dei fenomeni di maggiore criticità, alla luce dei vari effetti negativi in termini di operatività (pronto intervento), di disservizio (bassa pressione e erogazione del servizio) e di onerosità (costi di riparazione dell’infrastruttura e talvolta di beni di terzi danneggiati), ingenerando disservizi più o meno diffusi, interruzioni impreviste della fornitura e quindi restrizioni all’uso della risorsa idrica.
Le
criticità del servizio di fognatura
si riferiscono: a) alle assenze di infrastruttura e, dunque, alla necessità di
estensione della rete nelle aree ancora non servite; b) alla riconfigurazione
del sistema depurativo per piccoli impianti periferici e/o di manutenzione per
tutti gli altri impianti; c) obsolescenza e carenza di reti fognarie; d) obsolescenza
degli impianti (in particolare per sollevamenti e separatori).
Conto economico di ACAM Acque Spa |
Le
criticità del servizio di depurazione
si riferiscono all’adeguamento, manutenzione e revisione (per vetustà e
obsolescenza) degli impianti presenti nelle aree urbanizzate, ma anche di
superamento di deficit impiantistico in alcuni territori (per esempio nei nuclei
costieri).
Ci
sono, poi, criticità di carattere
gestionale: da una parte, la sostituzione dei contatori d’utenza vecchi e
alla loro disagevole ubicazione; dall’altra, l’aggiornamento della piattaforma
informatica di gestione tecnicoamministrativa dei clienti.
Conto patrimoniale di ACAM Acque Spa |
Uno
dei problemi fondamentali di ACAM Acque Spa è sempre stato quello degli investimenti. Nel 2017 sono stati
investiti 6,3 €/milioni, in calo
rispetto ai 6,7 €/milioni del 2016 e
ai 7,5 €/milioni del 2015; nel
periodo 2010-2017 sono stati complessivamente investiti circa 48,0 €/milioni, con una media annua di
quasi 6,0 €/milioni e con la punta
più bassa nel 2013 con 3,7 €/milioni
(cioè proprio nell’anno del ricorso alla procedura di ristrutturazione del
debito).
Se
si scorporano i pochi dati a disposizione si può notare come si registri una
costante riduzione degli investimenti
per nuove opere (dal 46,19% del
2014 si passa al 29,80% del 2017),
mentre aumentano gli interventi di
manutenzione e di risanamento (dal 31,04%
del 2014 al 45,73% del 2017) a
ulteriore conferma dei problemi derivanti dall’obsolescenza degli impianti e della rete idrica e fognaria.
La
necessità di effettuare investimenti per risolvere le criticità della “vecchiaia” della rete e delle carenze impiantistiche
è, altresì, una delle motivazioni che hanno spinto i Comuni-soci a scegliere la
strada dell’aggregazione con IREN, poiché
l’elevato livello dell’indebitamento del Gruppo ACAM non solo impediva il rispetto dei Piani di investimento già presentati
negli anni passati, ma riversava sul bilancio economico della società elevati oneri finanziari sia per interessi
passivi che per quota capitale destinata al rimborso dei finanziamenti
sottoscritti proprio per far fronte agli investimenti.
Infatti,
nello stato patrimoniale del bilancio di ACAM Acque Spa la voce “debiti” è assai consistente: nel 2017 ammonta a 228,9 €/milioni in crescita rispetto
agli anni precedenti, anche se in calo rispetto al 2012 (229,4 €/milioni), ma più elevata rispetto al 2010 (192,8 €/milioni). L’indebitamento
verso il sistema bancario rappresenta la parte più consistente della voce “debiti”; nel 2017 vi erano ancora: - passività
finanziarie a medio/lungo termine pari a 99,0
€/milioni (in calo rispetto ai 126,7 €/milioni del 2015) costituiti tra
l’altro da: 90,9 €/milioni per
mutui, un fondo rischi per derivati di 6,5
€/milioni; - passività finanziarie a breve pari a 12,5 €/milioni, in live calo rispetto al 2016.
Si
tratta di una esposizione finanziaria ancora elevata, ma in calo rispetto a
quella presente nell’Accordo di Ristrutturazione per: - un debito senior del
valore complessivo di 95,7 €/milioni
(al 2023 ad un tasso di interesse del 4,25%); - interessi maturati ma non
liquidati sul debito senior pari a 16,2 €/milioni
negli anni 2013-2015; - un debito subordinato del valore complessivo di 36,1 €/milioni (a partire dal 2024 ad
un tasso di interesse del 4,0%).
Il
livello elevato di queste due voci (debito
e indebitamento finanziario) è
confermato: a) da un rapporto debiti (228,9
€/milioni)/fatturato (58,7 €/milioni)
pari a 3,9 nel 2017 (in
miglioramento rispetto a 4,55 del
2011 e 4,51 del 2012); b) da un
rapporto debiti (228,9 €/milioni)/patrimonio netto (30,9 €/milioni) pari
a 7,4 nel 2017 (in miglioramento
rispetto a 9,09 del 2012 e 8,29 del 2013).
Bastano
questi pochi dati per comprendere come sia stato inevitabile ricorrere anche
per ACAM Acque
Spa (insieme alle altre società del Gruppo) all’Accordo di ristrutturazione del debito (ex art. 182 bis legge
fallimentare disposto con provvedimento del Tribunale di Spezia del 19/7/2013-18/9/2013)
allo scopo di ridurre proprio la
pressione sul debito pregresso.
Dal
2013 fino alla data del 11/4/2018 ACAM Acque Spa, come tutte le altre società del Gruppo, ha
continuato il percorso di risanamento previsto dall’Accordo che conteneva, in particolare: a) le proposte di ristrutturazione delle esposizioni
debitorie delle singole Società in favore dei creditori (rappresentanti
oltre il 60% del debito); b) le manovre
finanziarie ed industriali da attuare per assicurare il regolare pagamento
dei creditori estranei al Piano e permettere il risanamento dell’indebitamento complessivo e il riequilibrio della situazione
finanziaria delle Società stesse, nonché la riduzione dei costi industriali e di struttura (incluso il costo
del personale).
Questo
Accordo, tra l’altro, ha comportato
una riduzione del personale del Gruppo di 99
unità sino al 31/12/2017 (attraverso incentivi all’esodo, legge Fornero e
licenziamenti, ecc.), nonché un consistente rimborso del debito bancario.
A
seguito dell’aggregazione con IREN è stato stipulato un accordo in data 10/4/2018
con le banche per l’estinzione della
posizione debitoria residua e la
liberazione delle garanzie e successiva cessazione della procedura di
ristrutturazione del debito.
L’aggregazione
con IREN ha
previsto, altresì, il superamento degli esuberi, il mantenimento della
territorialità per tutti i dipendenti, la nomina di un membro quale
rappresentante dei soci ex ACAM, la permanenza per 10 anni di ACAM Acque
e ACAM Ambiente,
la definizione della governance delle
due società, il rispetto degli impegni negli investimenti assunti nell’ambito
della ristrutturazione del debito e le prospettive industriali.
ACAM Acque Spa entra nel Gruppo IREN
con un valore della produzione al 2017 pari a 58,7 €/milioni in aumento rispetto al 2016 (56,4 €/milioni), ma in
netto calo rispetto agli anni precedenti (62,3
€/milioni del 2015 e 61,1 €/milioni del 2014), con costi di produzione pari a 53,5 €/milioni nel 2017 in crescita rispetto a tutti gli anni precedenti
e, quindi, con una differenza ricavi-costi (margine operativo lordo) in calo. Il notevole miglioramento degli oneri finanziari (passati da 6,7 €/milioni del 2012 ai 2,3
€/milioni del 2017) nonché la
riduzione delle imposte (dai 7,2 €/milioni del 2014 ai 0,5 €/milioni del 2017) ha permesso di chiudere il bilancio
2017 con un utile di € 2.378.660, in
aumento rispetto al 2016 (1,7 €/milioni ), ma in calo rispetto al
2015 (5,5 €/milioni) e al 2014 (3,7
€/milioni).
Da
segnalare l’aumento del costo del
personale registrato nel 2017 (pari a 12,4
€/milioni) rispetto al 2016 (12,2
€/milioni) per l’effetto congiunto di: • rinnovo del contratto di lavoro; •
diminuzione dell’organico medio per circa 10 dipendenti; • incremento del costo
degli straordinari. L’organico nel 2017
era composto di 236 unità a tempo
indeterminato (di cui 233 full time e
3 part time) in calo rispetto alle 246 unità del 2016.
Nuovo Programma Investimenti 2018-19 |
In conclusione. ACAM Acque Spa con
il 2018 ha cessato la sua appartenenza al Gruppo ACAM ed è entrata nel Gruppo IREN; ci vorrà del tempo per superare le criticità attualmente presenti. Intanto,
IREN
in data 19/4/2018 ha promesso maggiori investimenti nel settore idrico per un
totale di 38 €/milioni nel biennio
2018-19 (+23 €/milioni rispetto all’ultimo piano approvato da ACAM) … bene ne
prendiamo atto; ma è assai riduttivo e
superficiale esaltare questa “pioggia di investimenti”, poiché se
quanto promesso è un importante indicatore, non bisogna dimenticare altri
aspetti altrettanto decisivi, tutti legati all’atavica carenza di controlli sia sul rispetto
degli impegni, sia sulla qualità
progettuale, sia sulla effettiva
utilità degli interventi che sulla qualità
dei lavori effettivamente eseguiti.
In
tal senso, basta per esempio ricordare le vicende del depuratore dei Paduletti di Castelnuovo Magra su cui in questi anni
sono stati investiti molti soldi, ma con risultati alquanto scadenti e ora si
dovrà intervenire nuovamente … speriamo almeno che il prossimo investimento
svolto da IREN
sia finalmente risolutivo e non “una
semina nella sabbia che fa magri raccolti”.
PS:
questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un
mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui
bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E
UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI
MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI
CULTURALI”: QUI
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”:
QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA
LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
12 - PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
13 -
IL PROGETTO DI FUSIONE DI ATC … “e facite ammuina”: QUI14 - PARTECIPATE: ATC E I PROBLEMI DEL TPL: QUI
Sull’aggregazione di Acam nel Gruppo Iren vedere anche i
seguenti post:
1)
CON LA FUSIONE PER
INCORPORAZIONE FINIRÀ ACAM …: QUI11) ACAM/IREN: È RISPETTATA LA NORMATIVA SUL “REGIME DEMANIALE” DELLE RETI IDRICHE?: QUI
12) ACAM-IREN: E/S-QUILIBRI TRA PATTI E VENDITE: QUI
Altri post su questo argomento:
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