sabato 29 agosto 2020

REGIONALI 2020: il fumo e l’arrosto sulle partecipate (prima parte)

In data 20-21/9/2020 ci saranno le elezioni per il rinnovo del Presidente e del Consiglio della Regione Liguria, ma la campagna elettorale sembra essere fatta solo di vuoti slogans con una scarsa attenzione ai problemi reali (cioè quelli che poi gli eletti dovranno affrontare e risolvere).
Questa predominanza degli slogans deriva spesso dall’impreparazione e dell’improvvisazione di molti candidati; allora bisognerebbe che i vari candidati si ricordassero che fare politica significa: studio, impegno, confronto, capacità di aggregazione per ricercare le soluzioni e sacrificio per risolvere i problemi collettivi; fare politica non deve essere un modo per sistemare se stessi e la propria cerchia di amici e “cortigiani. La politica è arte nobile e difficile.Tra i problemi più importanti che la Regione Liguria deve risolvere sono quelli relativi alla gestione delle società partecipate; eppure quasi nessun candidato o partito o gruppo politico vi dedica una significativa attenzione.
La struttura delle partecipazioni societarie detenute dalla Regione è molto complessa, ma ha un baricentro nella società Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico Spa (FILSE, istituita nel 1975), la quale assume un ruolo di holding che controlla o ha partecipazioni in molte altre società che costituiscono il “Gruppo FILSE” (in proposito vedere il diagramma a lato).
FILSE svolge un’opera di intermediazione tra la Regione e le varie società partecipate, aumentando però sia le difficoltà di monitoraggio dell’Ente sulle proprie partecipate, che il ruolo strategico di FILSE nella gestione di rilevanti flussi finanziari.
La gran parte di queste società sono state costituite nel corso dell’ultimo trentennio e, dunque, derivano da decisioni assunte sia da Giunte guidate dal centro-destra che da quelle del centro-sinistra; le varie problematiche gestionali e societarie sono passate da una maggioranza all’altra spesso senza “elementi di rottura” rispetto alle passate gestioni, anzi l’aspetto della “continuità è forse il tratto che meglio rappresenta la gestione di tutte queste partecipate.
In questi ultimi anni, la Corte dei Conti ha meritoriamente sollevato “forti perplessità” sulla gestione di queste partecipate regionali che (in sintesi) hanno riguardato:
a)    La scarsa economicità nella erogazione di alcuni servizi. Per esempio:
-       la società Liguria Ricerche Spa (istituita nel 2000) svolge attività di ricerca in house (beneficiando dunque dell’affidamento diretto dei servizi senza appalto), ma presenta un’elevata spesa per consulenze esterne: “anziché svolgere direttamente l’attività, si rivolge al mercato. Così facendo, ci si chiede per quale ragione la collettività ligure debba sostenere costi aggiuntivi, pari al costo del personale della società medesima - incrementatosi notevolmente tra il 2015 ed il 2016, essendo passato da circa 500 mila euro ad 1 milione e mezzo di euro - per l’ottenimento di un servizio che potrebbe essere ottenuto direttamente dalla Regione, senza la costosa e poco utile attività di intermediazione di una struttura societaria che, ogni anno, genera costi per circa 2 milioni di euro” (Memoria Procuratore Corte Conti del 25/7/2019, pag. 52). Anche la società Liguria international Scpa (istituita nel 2002) riceve incarichi dalla Regione, ricorrendo successivamente ad affidamenti esterni, duplicando la medesima attività della società Liguria Ricerche Spa con evidente antieconomicità dell’azione amministrativa, eludendo inoltre allo specifico obbligo di accorpamento o di dismissione.
-       La società Liguria Digitale Spa (istituita nel 1988), svolge in house servizi che sarebbero disponibili anche sul mercato in regime di concorrenza, senza che la Regione valuti: “la congruità economica dell’offerta, avuto riguardo al valore all’oggetto ed al valore della prestazione, dando conto dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche” (Memoria Procuratore Corte Conti del 23/7/2020, pag. 10).  
b)   La lentezza nella procedura di dismissione delle partecipazioni non conformi. Per esempio:
- la società Parco tecnologico della Valbormida Srl (istituita nel 2009) ha accumulato una perdita complessiva nel periodo 2014-2017 di € 5.834.383,82, chiudendo il risultato di esercizio 2018 con una ulteriore perdita di € 233.535,00, pertanto sono “stati consumati circa 6 milioni di euro di risorse pubbliche senza alcun vantaggio, in assenza di ritorni economici per la collettività” (Memoria Procuratore Corte Conti del 23/7/2020, pag. 8).  
- la Società per Cornigliano Spa (istituita nel 2003) presenta un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti e, quindi, andrebbe dismessa, ma suscita perplessità anche la presenza, tra il personale, di un’unità dirigenziale su solo quattro dipendenti e con ben cinque amministratori.
- la società Liguria patrimonio Srl (istituita nel 2010 nell’ambito dell’operazione di ristrutturazione di ACAM Spa di cui ne ha acquistato in blocco gli immobili di proprietà per riconcederli contestualmente in locazione al gruppo ACAM medesimo e si era finanziata per € 22.000.000) è priva di dipendenti e deputata alla mera gestione di specifici immobili e, pertanto, andrebbe dismessa/accorpata.
- la società Ligurcapital Spa (costituita nel 1989 al fine di: assumere partecipazioni temporanee e di minoranza, erogare finanziamenti, gestire operazioni di finanza evoluta) ha registrato nel 2018 un misero utile di € 25.272,00.
c) Una insufficiente riconciliazione dei crediti/debiti tra Regione e le singole società partecipate, derivante da un’analisi superficiale delle eventuali divergenze emergenti, analisi comunque indispensabile per una corretta predisposizione del bilancio consolidato regionale.
d) Il mancato rispetto degli obblighi legislativi di trasparenza per l’omessa pubblicazione, sui siti internet delle varie società di molti dati e documenti, come ad esempio: modalità e criteri di reclutamento del personale, dei tempi di pagamento, ecc. (Relazione della  Corte Conti del 23/7/2020, pag. 19).
e) Da varie problematiche gestionali, tra le altre quelle relative: al contenimento dei costi, al progressivo incremento del numero del personale,  alla presenza in alcune società di un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, all’opacità dei rapporti che legano la holding alle controllate, all’assenza di un reale controllo analogo”.
In conclusione.
I vari rilievi emessi dalla Corte dei Conti sulla gestione delle partecipate non dovrebbero essere declinati in senso meramente propagandistico ed elettoralistico, poiché non riguardano solo l’attuale maggioranza di centro-destra, poiché molte problematiche hanno preso consistenza durante le precedenti gestioni di centro-sinistra; anzi il vero cambiamento nella gestione della Regione Liguria si dovrebbe misurare proprio dalla capacità di intervenire su questa complessa ed articolata realtà delle partecipazioni.
Il cambiamento vero e reale non consiste nella semplice sostituzione di una maggioranza con un’altra, ma nella diversa (e si spera migliore) capacità gestionale sui medesimi problemi; al contrario, si continuerà nella gestione “clientelare”, sostituendo un gruppo di “fedeli cortigiani” con un altro, ma rimanendo nelle stesse logiche di occupazione del potere per destinare le c.d. “poltrone” ai propri “sostenitori”.
L’invito rivolto dal Procuratore della Corte dei Conti, per esempio, a non gestire “le proprie partecipazioni, senza alcuna valutazione del costo-opportunità delle risorse investite e senza una attenta disamina - in caso di beni e servizi disponibili sul mercato - della convenienza economica degli affidamenti in house” (Memoria Procuratore Corte Conti del 23/7/2020, pag. 11); oppure la richiesta di maggiore trasparenza; altrimenti, la sollecitazione ad evitare i fenomeni palesemente elusivi posti in essere attraverso le partecipate; o invece il sollecito a non perseguire affidamenti in deroga alle regole della concorrenza; ovvero la necessità di predisporre coerenti e precisi contratti di servizio (strumenti indispensabili per esercitare efficacemente la vigilanza, il controllo, la programmazione delle risorse e delle esigenze di funzionamento); nonché l’analisi puntuale dei risultati economici e della gestione finanziaria … non sono rivolti solo all'attuale Giunta Toti, ma anche a tutti gli altri candidati nel caso della loro elezione, affinché vi pongano la necessaria attenzione e attenta considerazione. Ma i cittadini devono sapere che queste partecipate comunque costano molti soldi ai bilanci della Regione e sarebbe utile che i vari candidati si confrontassero e prendessero pubblici impegni su come affrontare/risolvere queste problematiche.
Insomma, sarebbe meglio avere “più arrosto e meno fumo”, poiché è nell’interesse di tutti avere una classe politica decentemente all’altezza dei problemi che si devono risolvere.

Euro Mazzi

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