sabato 22 febbraio 2020

PORTUS LUNAE: UNA “GRANDEUR” RIDIMENSIONATA … (seconda parte)

In data 18/5/2019 sono state inaugurate le due nuove aree di sosta (sull’autostrada A12 in entrambe le direzioni) e la passerella (di circa 400 metri a forma di falce per ricordare l’antico porto romano) che permettono l’accesso ciclo-pedonale al Museo e Area Archeologica di Luni.
La costruzione stessa è stata progettata in modo da attirare l’attenzione di coloro che transitano sull’autostrada con possibilità di parcheggiare “comodamente la macchina” e percorre “a piedi” il tratto di strada ciclo-pedonale realizzato per raggiungere l’area archeologica; Portus Lunaedoveva diventare una specie di “calamita turistica” per valorizzare il sito archeologico, inserendolo in un sistema turistico più ampio e adeguato all’importanza dell’area.
Questo progetto è stato definito sulla stampa come “faraonico” sia per le opere monumentali (progettate a più riprese e realizzate in circa trent’anni), che soprattutto per il loro elevato costo di circa 22 €/milioni di denaro pubblico; opere che hanno riguardato: - per il primo lotto: la realizzazione di una piazzola parcheggio per auto e bus turistici nel lato a monte dell’autostrada; - per il secondo lotto: una piazzola parcheggio lato a mare, percorsi tematici, aree verdi, barriere antirumore, un sottocavalcavia multimediale, il “Parco delle pietre” con accesso alle rampe su “un tipico terrazzamento ligure” con un  piante di olivo, con entrata a sinistra per la passerella sull’autostrada sorretta da un Faro che conduce al museo, mentre a destra esiste la possibilità di entrare nella tenuta di Marinella (entrata contestata dai proprietari che non hanno concesso esplicita servitù).
Quando le opere del secondo lotto furono presentate in data 24/6/2015 presso il Senato (alla presenza del Sen. Massimo Caleo, del Presidente del Senato Piero Grasso, del ministro della Cultura Dario Franceschini, del viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini, del presidente della Commissione Cultura del Senato Andrea Marcucci, del sindaco di Ortonovo Francesco Pietrini e dei vertici della Salt) furono ipotizzati almeno un milione di visitatori annuali per l’area archeologica: “Si stima che su questa tratta passino 36mila persone al giorno - ha specificato Monica Paganini per Salt - quindi, incrociando questo dato con quelli relativi alla consistenza dei gruppi in visita all’area, e alla durata delle visite stesse, possiamo ipotizzare che il progetto Portus Lunae possa portare un milione di visitatori all’anno a Luni”. L’entusiastico controcanto di Caleo: “Ne basterebbe anche la metà, ci potremmo accontentare!”” (G.d.S, del 24/6/2015).
Insomma, l’intera opera avrebbe dovuto esaltare le potenzialità di richiamo del sito dell’antica Luni; le aspettative erano notevoli e già pochi giorni dopo l’inaugurazione si parlava di “boom”:  Boom nell’antica Luni: oltre 700 tra gli scavi. E ora arrivano gli sposi. L’inaugurazione di Portus Lunae (…) oltre 100 al mattino per la cerimonia ufficiale, 638 i biglietti staccati nel pomeriggio nelle quattro ore di visite guidate” (La Nazione del 21/5/2019).
Durante un Consiglio comunale appositamente tenuto dal Comune di Luni nell’area archeologica venivano riportati questi dati: “un aumento del 32% è stato rilevato da maggio, ovvero da dopo l'inaugurazione della passerella Portus Lunae. Si è registrato anche un picco a +110% proprio nello stesso mese, ovvero subito dopo l’apertura” (GdS del 23/11/2019).
Sulla stampa questo presunto “boom” è proseguito fino ad oggi; recentemente alcuni articoli di giornale hanno esaltato le 19.528 presenze registrate nel 2019: “Portus Lunae, boom di visitatori all’area archeologica (…) In grande crescita dunque il Museo archeologico nazionale di Luni e zona archeologica che ha registrato un 47% in più di visitatori dopo l’inaugurazione della passerella autostradale “Portus Lunae” di SALT (che consente di raggiungere il museo direttamente dalla A12), l’apertura della nuova sede espositiva e gli interventi di miglioramento del percorso museale con nuovi pannelli e audio guide” (La Voce Apuana del 30/1/2020).
Nonostante l’inaugurazione e tutte le altre conseguenti iniziative realizzate, il risultato conseguito nel 2019 (per quanto non ancora definitivo) segnala solo un incremento di visitatori, ma in proporzioni nettamente inferiori alle aspettative: “Le ambizioni di Portus Lunae: 2.739 visitatori ogni giorno” (Il Secolo XIX del 15/5/2019); in sostanza, queste “ambizioni” sono state “ridimensionate” a circa 53 visitatori al giorno!
Del resto, questo risultato era prevedibile data la “superficialità” con cui sono state predisposte sia il progetto  Portus Lunae”, che in generale molte delle iniziative definite “di valorizzazione del territorio” che non hanno fino ad oggi inciso nel determinare uno sviluppo sistematico del turismo legato a Luni e alla Val di Magra; come già rilevato in precedenza: “Dietro al progetto trentennale “Portus Lunae” non si ritrovano equilibrate analisi e competenti valutazioni sulla sua adeguatezza a intercettare la domanda turistica; le esigenze turistiche sono molto diversificate, il turismo non è un fenomeno omogeneo per il quale basta presentare un prodotto e il successo è assicurato; occorre conoscere la domanda prima di creare l’offerta utile, cioè quale “accoglienza” bisogna predisporre sul territorio. In sostanza, se è giusto destinare adeguate risorse per valorizzare in senso turistico un territorio, ogni investimento deve essere preceduto da idonee analisi e adeguate valutazioni per evitare la dispersione delle risorse investite” (vedere QUI).
Un esempio tra i tanti possibili, sorprende come quasi nessuno abbia (quantomeno) esaminato i dati statistici di più anni sui flussi dei visitatori al Parco archeologico di Luni  (e più in generale ai vari siti di potenziale richiamo dei turisti); questa analisi elementare risulta fondamentale per valutare adeguatamente sia l’andamento storico dei visitatori che le potenzialità del sito.
Infatti, l’analisi dei dati fino ad oggi disponibili (dal 1997 al 2018 permette di evidenziare una media annua di 18.370 visitatori, di cui 7.763 paganti e 10.607 con biglietto gratuito; la prevalenza dei visitatori con biglietto gratuito (pari al 57,74%), generalmente rilasciato ai minori di 18 anni (con prevalenza per le visite organizzate delle scuole) e ai visitatori della prima domenica del mese (da ottobre a marzo), indica una ben delineata tipologia di utenti non condizionata dalla presenza delle opere di collegamento autostradale Portus Lunae.
Se poi si confrontassero i dati della media di periodo 1997-2018 di 18.370 visitatori con quelli relativi al 2019 di 19.528 visitatori ci si renderebbe conto di un incremento di soli 1.158 visitatori in più (pari al +6,30%), segnalando così un significativo incremento, ma non certamente un “boom”.
Peraltro, in termini assoluti il risultato del 2019 è nettamente inferiore al flusso registrato nel 1997 di 24.393 visitatori (di cui 13.749 con biglietti gratuiti), collocando il 2019 al 9 posto (su 23 anni) nella graduatoria degli anni con maggiori visitatori (vedere grafico qui a lato).
Questi dati ridimensionano il contributo dato dall’opera realizzata sull’autostrada e aprono scenari ben più articolati. Semmai, il dato del 2019 segnale una ripresa di interesse per l’area archeologica di Luni, poiché nel periodo 2010-2019 la media annua è stata di 15.838 visitatori e, dunque, il risultato del 2019 ne rappresenta il suo massimo di periodo (+3.690 pari al 23,30%).
Per valutare adeguatamente il contributo dell’opera di collegamento realizzata sull’autostrada A12 bisognerebbe avere a disposizione i dati della SALT sul numero effettivo degli accessi con il biglietto autostradale rilevati dai tornelli e riferibili a più anni; al momento alcune informazioni di stampa parlano di neanche 6.000 visitatori autostradali nei 7 mesi del 2019, concentrati soprattutto nelle settimane successive all’inaugurazione … sono tanti, ma non rappresentano certamente un “boom”!
Insomma, un incremento di visitatori c’è stato rispetto sia all’anno precedente (+6.241 visitatori pari a +46,97%, di cui circa 6.000 sono gli utilizzatori del collegamento autostradale), che alla media del periodo 2010-2019 (15.838); dunque, l’inaugurazione delle opere di collegamento autostradali ha richiamato l’attenzione sull’area archeologica di Luni, ma questo incremento non rappresenta un “boom”!
Invece in molte dichiarazioni (riportate anche sulla stampa o sui social) viene automaticamente e indiscriminatamente messo in relazione diretta l’afflusso di visitatori al sito del 2019 con l’utilizzo delle opere autostradali (piegando la statistica alla propaganda ...), poiché gli utilizzatori di questo collegamento sono stati solo ¼ del totale dei visitatori. 
Altrettanto semplicistica è la definizione di “opera inutile” sollevata da molti critici alla realizzazione del Portus Lunae”, nel senso che ogni opera che si fa a qualcosa serve comunque (per esempio anche solo come collegamento per i tanti “passeggiatori” che frequentano la tenuta di Marinella); rimane però il senso di una “cattedrale nel deserto” se non proprio della dispersione del denaro pubblico rispetto a progetti omogenei di marketing territoriale e/o di interventi diretti di valorizzazione del Museo e dell’Area archeologica di Luni.
Il vero nodo politico è la mancanza di analisi, di programmazione e di un progetto per caratterizzare e valorizzare il futuro di questo territorio; purtroppo, chi ha governato questi territori in questi anni ha preferito coltivare le suggestioni che abbagliano l’elettore al momento del voto ... che assicurano consensi elettorali, ma che non creano prospettive di sviluppo ...
Sorprende come a fronte di queste carenze progettuali la retorica propagandistica della “Grande Luni” sia stata usata in molte occasioni; per esempio, nel referendum sulla proposta di fusione tra i Comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra, nonché nel referendum sul cambio del nome da Ortonovo a Luni, ma soprattutto sono state fatte varie campagne elettorali piene di promesse di sviluppo turistico ... e oggi si riscontrano ancora questi “miseri risultati” ... purtroppo, ma questa è la realtà!
Euro Mazzi

 
Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.

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1)      PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA: QUI
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