A
seguito dell’avvio delle “attività tecniche necessarie per l’adozione dell’Atto di Intesa”
(delibera della Giunta Regionale n. 532 del 21/6/2019) relative alla Palmaria,
il Comune di Portovenere aveva attivato la
procedura di Vas (fase di scoping = verifica preliminare),
prontamente recepita dalla Regione (delibera Giunta Regionale n. 1098 del
9/12/2019) con l’approvazione del Rapporto
preliminare e l’avvio sia della VAS
che del “processo di elaborazione dell’Atto di Intesa”.
In
data 14/1/2020 l’assessore regionale Scajola, rispondendo ad una interrogazione
del M5S, precisava che: 1) il Masteplan Palmaria
2019 rappresenta “un
modello dal punto di vista qualitativo di recupero di una zona importante (…)
una idea della Palmaria
in futuro” dicendosi sicuro che “verrà
realizzato”; 2) il Masterplan è
un documento tecnico idoneo per la fase di “scoping”
iniziale che verrà poi sostituito da
uno Schema di Piano adottato da
Regione e da Comune; 3) la VAS verrà
fatta su questo nuovo Schema di Piano; 4) l’inchiesta pubblica deve essere
richiesta da Comune e associazioni ambientaliste e poi eventualmente recepita
dalla Regione; 5) di fatto la partecipazione (= inchiesta pubblica) è già stata fatta nel corso della redazione del
Masterplan, ricordando come questo strumento
sia stato redatto in pieno accordo con la Sovrintendenza e gli altri Enti
competenti.In
realtà, l’interrogazione chiedeva con precisione se la Regione fosse
intenzionata ad “applicare la VAS ordinaria al Masterplan Palmaria, in coerenza con
il dettato normativo vigente, affiancando alla procedura di valutazione
ambientale anche una Inchiesta Pubblica”,
ma la sintetica risposta dell’assessore ha, da un lato, evidenziato che “la VAS
verrà fatta sullo Schema di Piano”,
ma dall’altro ha fatto intendere una “velata contrarietà” a dotare l’attuale
procedura di una inchiesta pubblica,
ovvero di un percorso partecipato
previsto dalla legge ma in forma non obbligatoria.
Dalla
risposta dell’assessore traspare anche una certa confusione, poiché la delibera della Giunta Regionale n. 1098 del
9/12/2019 parla esplicitamente che: “debba
attivarsi il procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica per detto ambito in quanto trattasi di attività di pianificazione territoriale rientrante nel
caso di cui all’art. 3, comma 1, lett. b), della l.r. 32/2012 e s.m., assumendo
a riferimento quale schema di piano
il “masterplan”
come in premessa predisposto ed approvato dalle Amministrazioni che hanno
sottoscritto il 7 dicembre 2016 il Protocollo d’Intesa per la valorizzazione
dell’Isola Palmaria”,
mentre nella risposta del 14/1/2020 questa procedura sembrerebbe rimandata: “la VAS
verrà fatta sullo Schema di Piano”
… la perplessità genera due domande: 1) perché “la VAS verrà fatta sullo Schema di Piano” se la dGR n. 1098/2019
ha già dato l’avvio alla VAS?; 2) perché ora il Masterplan
viene assunto “a riferimento quale schema di piano”?
La confusione
aumenta se si fa riferimento ad altre precedenti dichiarazioni dell’assessore
Scajola: - in data 15/7/2019 affermava: “Come
già previsto ed ampiamente comunicato, specie in occasione degli incontri
pubblici, i contenuti del Masterplan, che non produce effetti operativi,
devono essere assorbiti con un atto di pianificazione territoriale ed
urbanistica, nella forma dell’Atto di Intesa previsto dall’articolo 2 della
legge regionale 29/2017 (ambiti territoriali strategici di rilievo regionale)
da sottoporre, per la parte che costituirà eventualmente modifica ai vigenti
piani territoriali ed urbanistici, alle procedura di verifica ambientale (VAS) stabilita dalla legge regionale
32/2012 e s.m.” (risposta interpellanza in data 15/7/2019);
- in data 6/8/2019 affermava: “il masterplan della Palmaria non costituisce un piano urbanistico e quindi non può essere sottoposto a Vas, una procedura che potrà essere svolta solo quando il Masterplan verrà tradotto in un piano urbanistico” (dichiarazione su La Repubblica del 6/8/2019).
- in data 6/8/2019 affermava: “il masterplan della Palmaria non costituisce un piano urbanistico e quindi non può essere sottoposto a Vas, una procedura che potrà essere svolta solo quando il Masterplan verrà tradotto in un piano urbanistico” (dichiarazione su La Repubblica del 6/8/2019).
Queste
due dichiarazioni evidenziavano con chiarezza (e giustamente come hanno già riconosciuto
alcune sentenze che hanno definito questo strumento come un “atipico atto pianificatorio”)
che il Masterplan,
non essendo un vero piano a valenza urbanistica, doveva essere prima tradotto
in un atto urbanisticamente valido (cioè l’Atto di intesa) e solo in questa fase essere
assoggettato a VAS.
Questa
confusione si riverbera anche sul
modo di procedere, poiché: a) limitarsi alla sola verifica di assoggettabilità
a VAS significa non approfondire gli impatti sui vincoli naturalistici e ambientali presenti sull’Isola (Parco naturale regionale, SIC,
Unesco, ecc.); b) nel Rapporto Preliminare approvato non sono presi in
considerazione gli scenari alternativi, facendo così venire meno la valutazione
su una pluralità di opzioni alternative quando questi sono ancora percorribili;
c) non effettuare l’Inchiesta Pubblica significa evitare un coinvolgimento
partecipativo più ampio su problematiche così importanti.
A
questa confusione sulla procedura di
Vas, si aggiunge una sorprendente genericità del Rapporto Preliminare su alcuni aspetti cruciali, il quale in
gran parte si limita a ricalcare l’impostazione e i contenuti del Masterplan.
Per
esempio. La trasformazione del Masterplan in “Schema di Piano” avviene con una semplice nota in fondo alla pagina: “Da questo momento in poi del presente
documento il termine “Masterplan” verrà sostituito dal termine “Piano”” (Rapporto Preliminare, pag. 3).
Altro
esempio. Nel Rapporto Preliminare
viene condotta una “Analisi della
coerenza esterna tra gli obiettivi del Piano e gli strumenti di pianificazione
territoriale” (da pag. 7 a pag. 33) e l’analisi dei vari piani si è conclusa con
un giudizio sintetico: a) di “coerenza” per i seguenti piani: Piano di Gestione del Sito Unesco; Piano
Territoriale di Coordinamento Paesistico – PTCP; Piano del Parco di Portovenere
(comprensivo di: Riserve Naturali Integrali -RNI, Riserve Naturali Orientate - RNO,
Area di Tutela Marina - ATM, Aree e Strutture di Servizio - ASS, Aree di
Sviluppo - ASV, Aree di Produzione Agricola - APA, Aree di Riqualificazione
Prioritaria - ARQ); Piano Territoriale di Coordinamento della Costa - PCC, Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTC Spezia;
In proposito basta riportare, per esempio, il seguente giudizio: “Il Piano (= Masterplan) risulta, pertanto, congruente con gli obiettivi del programma di valorizzazione del Piano di Gestione Unesco, condividendone e confermandone l’approccio ed i risultati” (Rapporto Preliminare, pag. 9).
b) hanno invece
ottenuto un giudizio di “parziale coerenza” i seguenti piani:
Riserve Parziali d’interesse
Paesaggistico - RP, Piano di assetto idrogeologico e il piano di bacino - PdB e
Piano Urbanistico Comunale di Portovenere - PUC.
Questa
sostanziale “coerenza” del Masterplan con i vari Piani è, però, spiegabile
con il tipo di confronto effettuato incentrato in gran parte sulle rispettive
finalità e sugli obiettivi generali (non è un caso che siano stati usati molti
verbi coniugati all’infinito come: Mantenere,
Tutelare, Valorizzare, Sorvegliare, Programmare, ecc.); si è trattato di un
confronto sulla “coerenza esterna” e, pertanto, non vi è traccia di una analisi
di merito approfondita sulle effettive previsioni. In proposito basta riportare, per esempio, il seguente giudizio: “Il Piano (= Masterplan) risulta, pertanto, congruente con gli obiettivi del programma di valorizzazione del Piano di Gestione Unesco, condividendone e confermandone l’approccio ed i risultati” (Rapporto Preliminare, pag. 9).
Ancora
un esempio. Manca una stima della capacità
di carico della Palmaria, cioè
non viene svolta alcuna valutazione sulle conseguenze derivanti dall’adozione
del Masterplan.
Nel
Rapporto Preliminare dopo aver
riconosciuto che “le azioni progettuali
previste implicano un incremento di carico insediativo” (Rapporto Preliminare, pag. 3)
successivamente viene evidenziato semplicemente che: “Si rimanda pertanto ad una
data successiva e, congiuntamente con un ente specializzato, la definizione e
lo studio della Capacità di Carico
(Carrying Capacity) monitorando nel tempo le azioni intraprese dal Masterplan”
(Rapporto Preliminare, pag. 77).
Insomma, se non c’è uno studio specifico sulla “Capacità di Carico” come può essere definito
“eco-sostenibile” il modello di sviluppo turistico previsto dal Masterplan?
Eppure
nel capitolo “Variazioni attese a seguito
dell’attuazione del Piano” si valuta un incremento consistente di turisti sull’Isola:
“Incremento flussi turistici: si stima a
fine scenario un incremento positivo dei flussi turistici, ipotizzato tra il 25%-35% in più rispetto alla situazione
attuale, ovvero dall’odierno bacino di utenza turistica stimabile intorno alle 150.000 – 165.000 persone all’anno, il
numero di visitatori a seguito dell’attuazione del piano oscillerà tra le 190.000 – 220.000 persone all’anno” (Rapporto
Preliminare, pag. 44). Come è possibile che l’impatto di questi 220.000 turisti all’anno sul limitato e
fragile ambiente della Palmaria non solo non sia stato ancora valutato, ma si possa considerare
come “ininfluente”?
In conclusione.
Intorno
alla procedura di Vas appena avviata
esiste molta confusione, sarebbe
auspicabile l’applicazione di una VAS
ordinaria comprensiva dell’Inchiesta
pubblica (= percorso partecipato); circostanza che rappresenterebbe la prima vera e reale occasione di
confronto tra sostenitori e detrattori del Masterplan,
permettendo così alle istanze della “contestazione” di potersi
esprimere, essere ascoltate, registrate e
ricevere una risposta adeguatamente motivata. Questo
confronto (se fatto in modo aperto) potrebbe giovare a entrambi i fronti e
contribuire probabilmente all’eventuale sviluppo di soluzioni intermedie
maggiormente condivise, evitando così uno sterile “muro contro muro”.
Dietro
a questa confusione potrebbe esserci
anche un opportunistico tentativo
per aggirare non solo un necessario e doveroso confronto pubblico, ma soprattutto per
eludere le difficoltà connesse con “l’armonizzazione” delle norme dei
vari Piani che riguardano la Palmaria, adottando uno strumento fatto di norme aperte, flessibili e adattabili in
quanto non pienamente definite, cioè “un processo dinamico”: “L’obiettivo del Piano di valorizzazione
dell’isola Palmaria è di configurarsi più che come un progetto come un processo che non propone delle
azioni e delle soluzioni predeterminate, ma piuttosto una gamma di potenziali interventi che possono essere realizzati
anche con tempistiche differenti a seconda dell’evolversi dello scenario complessivo nel medio lungo periodo. Lo
scopo è quello di attivare così un processo
dinamico sull’isola dove la coltivazione e la promozione di buone pratiche
diventino propedeutiche allo sviluppo
futuro dell’isola stessa, che potrà così potenzialmente rappresentare un
prodotto innovativo e di alta qualità nell’offerta turistica nazionale ed
internazionale, anche in quanto luogo di sperimentazione
di nuove forme di ospitalità e di turismo sostenibile” (Rapporto Preliminare, pag. 71).
Operando
in questo modo “fluido” tutto diventerebbe possibile, coerente, congruo e positivo, poiché
non ci sarebbe possibilità né di confronto/scontro, né di un giudizio di merito.
In sostanza, si tenta di evitare una valutazione complessiva del Masterplan, con la preferenza per uno sviluppo di tanti progetti sui singoli immobili o su specifiche aree.
Invece, occorrerebbe ora far emergere: - una corretta analisi ambientale; - l’individuazione delle principali problematiche ambientali; - una adeguata valutazione degli impatti; - una valutazione e un confronto con reali scenari alternativi.
In sostanza, si tenta di evitare una valutazione complessiva del Masterplan, con la preferenza per uno sviluppo di tanti progetti sui singoli immobili o su specifiche aree.
Invece, occorrerebbe ora far emergere: - una corretta analisi ambientale; - l’individuazione delle principali problematiche ambientali; - una adeguata valutazione degli impatti; - una valutazione e un confronto con reali scenari alternativi.
Insomma,
la confusione è come la “nebbia bassa, quel che trova lascia” … allora speriamo nel vento … “se si alza il vento la nebbia si
disperde” (proverbio).
Euro
Mazzi
Questo post fa parte di un
più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel
contesto regionale ligure.
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
7) PALMARIA:
MASTERPLAN VS UNESCO: QUIPost relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
8) PALMARIA: MASTERPLAN VS SIC NATURA 2000: QUI
9) PALMARIA: CONSERVARE LA BELLEZZA?: QUI
10) PALMARIA: AGENZIA IMMOBILIARE: QUI
Post relativi al Porto di La Spezia:
1) PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA: QUI
2) PORTO DI SPEZIA: WATERFRONT, UNA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
- IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI
- LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
- PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …: QUI
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- PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
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