sabato 18 gennaio 2020

PALMARIA: CONFUSIONE OPPORTUNISTICA (undicesima parte)

A seguito dell’avvio delle “attività tecniche necessarie per l’adozione dell’Atto di Intesa(delibera della Giunta Regionale n. 532 del 21/6/2019) relative alla Palmaria, il Comune di Portovenere aveva attivato la procedura di Vas (fase di scoping = verifica preliminare), prontamente recepita dalla Regione (delibera Giunta Regionale n. 1098 del 9/12/2019) con l’approvazione del Rapporto preliminare e l’avvio sia della VAS che del “processo di elaborazione dell’Atto di Intesa”.
In data 14/1/2020 l’assessore regionale Scajola, rispondendo ad una interrogazione del M5S, precisava che: 1) il Masteplan Palmaria 2019 rappresenta “un modello dal punto di vista qualitativo di recupero di una zona importante (…) una idea della Palmaria in futuro” dicendosi sicuro che “verrà realizzato”; 2) il Masterplan è un documento tecnico idoneo per la fase di “scoping” iniziale che verrà poi sostituito da uno Schema di Piano adottato da Regione e da Comune; 3) la VAS verrà fatta su questo nuovo Schema di Piano; 4) l’inchiesta pubblica deve essere richiesta da Comune e associazioni ambientaliste e poi eventualmente recepita dalla Regione; 5) di fatto la partecipazione (= inchiesta pubblica) è già stata fatta nel corso della redazione del Masterplan, ricordando come questo strumento sia stato redatto in pieno accordo con la Sovrintendenza e gli altri Enti competenti.In realtà, l’interrogazione chiedeva con precisione se la Regione fosse intenzionata ad “applicare la VAS ordinaria al Masterplan Palmaria, in coerenza con il dettato normativo vigente, affiancando alla procedura di valutazione ambientale anche una Inchiesta Pubblica”, ma la sintetica risposta dell’assessore ha, da un lato, evidenziato che “la VAS verrà fatta sullo Schema di Piano”, ma dall’altro ha fatto intendere una “velata contrarietà” a dotare l’attuale procedura di una inchiesta pubblica, ovvero di un  percorso partecipato previsto dalla legge ma in forma non obbligatoria.
Dalla risposta dell’assessore traspare anche una certa confusione, poiché la delibera della Giunta Regionale n. 1098 del 9/12/2019 parla esplicitamente che: “debba attivarsi il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica per detto ambito in quanto trattasi di attività di pianificazione territoriale rientrante nel caso di cui all’art. 3, comma 1, lett. b), della l.r. 32/2012 e s.m., assumendo a riferimento quale schema di piano il “masterplan” come in premessa predisposto ed approvato dalle Amministrazioni che hanno sottoscritto il 7 dicembre 2016 il Protocollo d’Intesa per la valorizzazione dell’Isola Palmaria”, mentre nella risposta del 14/1/2020 questa procedura sembrerebbe rimandata: “la VAS verrà fatta sullo Schema di Piano” … la perplessità genera due domande: 1) perché “la VAS verrà fatta sullo Schema di Piano” se la dGR n. 1098/2019 ha già dato l’avvio alla VAS?; 2) perché ora il Masterplan viene assunto “a riferimento quale schema di piano?
La confusione aumenta se si fa riferimento ad altre precedenti dichiarazioni dell’assessore Scajola: - in data 15/7/2019 affermava: “Come già previsto ed ampiamente comunicato, specie in occasione degli incontri pubblici, i contenuti del Masterplan, che non produce effetti operativi, devono essere assorbiti con un atto di pianificazione territoriale ed urbanistica, nella forma dell’Atto di Intesa previsto dall’articolo 2 della legge regionale 29/2017 (ambiti territoriali strategici di rilievo regionale) da sottoporre, per la parte che costituirà eventualmente modifica ai vigenti piani territoriali ed urbanistici, alle procedura di verifica ambientale (VAS) stabilita dalla legge regionale 32/2012 e s.m.” (risposta interpellanza  in data 15/7/2019);
-  in data 6/8/2019 affermava: “il masterplan della Palmaria non costituisce un piano urbanistico e quindi non può essere sottoposto a Vas, una procedura che potrà essere svolta solo quando il Masterplan verrà tradotto in un piano urbanistico” (dichiarazione su La Repubblica del 6/8/2019).
Queste due dichiarazioni evidenziavano con chiarezza (e giustamente come hanno già riconosciuto alcune sentenze che hanno definito questo strumento come un “atipico atto pianificatorio”) che il Masterplan, non essendo un vero piano a valenza urbanistica, doveva essere prima tradotto in un atto urbanisticamente valido (cioè l’Atto di intesa) e solo in questa fase essere assoggettato a VAS.
Questa confusione si riverbera anche sul modo di procedere, poiché: a) limitarsi alla sola verifica di assoggettabilità a VAS significa non approfondire gli impatti sui vincoli naturalistici e ambientali presenti sull’Isola (Parco naturale regionale, SIC, Unesco, ecc.); b) nel Rapporto Preliminare approvato non sono presi in considerazione gli scenari alternativi, facendo così venire meno la valutazione su una pluralità di opzioni alternative quando questi sono ancora percorribili;  c) non effettuare l’Inchiesta Pubblica significa evitare un coinvolgimento partecipativo più ampio su problematiche così importanti.
A questa confusione sulla procedura di Vas, si aggiunge una sorprendente genericità del Rapporto Preliminare su alcuni aspetti cruciali, il quale in gran parte si limita a ricalcare l’impostazione e i contenuti del Masterplan.
Per esempio.  La trasformazione del Masterplan in “Schema di Piano” avviene con una semplice nota in fondo alla pagina: “Da questo momento in poi del presente documento il termine “Masterplan” verrà sostituito dal termine “Piano” (Rapporto Preliminare, pag. 3).
Altro esempio. Nel Rapporto Preliminare viene condotta una “Analisi della coerenza esterna tra gli obiettivi del Piano e gli strumenti di pianificazione territoriale” (da pag. 7 a pag. 33) e l’analisi dei vari piani si è conclusa con un giudizio sintetico: a) di “coerenza” per i seguenti piani: Piano di Gestione del Sito Unesco; Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico – PTCP; Piano del Parco di Portovenere (comprensivo di: Riserve Naturali Integrali -RNI, Riserve Naturali Orientate - RNO, Area di Tutela Marina - ATM, Aree e Strutture di Servizio - ASS, Aree di Sviluppo - ASV, Aree di Produzione Agricola - APA, Aree di Riqualificazione Prioritaria - ARQ); Piano Territoriale di Coordinamento della Costa - PCC, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTC Spezia;
b) hanno invece ottenuto un giudizio di “parziale coerenza” i seguenti piani: Riserve Parziali d’interesse Paesaggistico - RP, Piano di assetto idrogeologico e il piano di bacino - PdB e Piano Urbanistico Comunale di Portovenere - PUC.
Questa sostanziale “coerenza” del Masterplan con i vari Piani è, però, spiegabile con il tipo di confronto effettuato incentrato in gran parte sulle rispettive finalità e sugli obiettivi generali (non è un caso che siano stati usati molti verbi coniugati all’infinito come: Mantenere, Tutelare, Valorizzare, Sorvegliare, Programmare, ecc.); si è trattato di un confronto sulla “coerenza esterna” e, pertanto, non vi è traccia di una analisi di merito approfondita sulle effettive previsioni.
In proposito basta riportare, per esempio, il seguente giudizio: “Il Piano (= Masterplan) risulta, pertanto, congruente con gli obiettivi del programma di valorizzazione del Piano di Gestione Unesco, condividendone e confermandone l’approccio ed i risultati” (Rapporto Preliminare, pag. 9).
Ancora un esempio. Manca una stima della capacità di carico della Palmaria, cioè non viene svolta alcuna valutazione sulle conseguenze derivanti dall’adozione del Masterplan. Nel Rapporto Preliminare dopo aver riconosciuto che “le azioni progettuali previste implicano un incremento di carico insediativo” (Rapporto Preliminare, pag. 3) successivamente viene evidenziato semplicemente che: “Si rimanda pertanto ad una data successiva e, congiuntamente con un ente specializzato, la definizione e lo studio della Capacità di Carico (Carrying Capacity) monitorando nel tempo le azioni intraprese dal Masterplan” (Rapporto Preliminare, pag. 77). Insomma, se non c’è uno studio specifico sulla “Capacità di Caricocome può essere definito “eco-sostenibile” il modello di sviluppo turistico previsto dal Masterplan?
Eppure nel capitolo “Variazioni attese a seguito dell’attuazione del Piano” si valuta un incremento consistente di turisti sull’Isola:Incremento flussi turistici: si stima a fine scenario un incremento positivo dei flussi turistici, ipotizzato tra il 25%-35% in più rispetto alla situazione attuale, ovvero dall’odierno bacino di utenza turistica stimabile intorno alle 150.000 – 165.000 persone all’anno, il numero di visitatori a seguito dell’attuazione del piano oscillerà tra le 190.000 – 220.000 persone all’anno (Rapporto Preliminare, pag. 44). Come è possibile che l’impatto di questi 220.000 turisti all’anno sul limitato e fragile ambiente della Palmaria non solo non sia stato ancora valutato, ma si possa considerare come “ininfluente”?
In conclusione.
Intorno alla procedura di Vas appena avviata esiste molta confusione, sarebbe auspicabile l’applicazione di una VAS ordinaria comprensiva dell’Inchiesta pubblica (= percorso partecipato); circostanza che rappresenterebbe la prima vera e reale occasione di confronto tra sostenitori e detrattori del Masterplan, permettendo così alle istanze della “contestazione” di potersi esprimere,  essere ascoltate, registrate e ricevere una risposta adeguatamente motivata. Questo confronto (se fatto in modo aperto) potrebbe giovare a entrambi i fronti e contribuire probabilmente all’eventuale sviluppo di soluzioni intermedie maggiormente condivise, evitando così uno sterile “muro contro muro”.
Dietro a questa confusione potrebbe esserci anche un opportunistico tentativo per aggirare non solo un necessario e doveroso confronto pubblico, ma soprattutto per eludere le difficoltà connesse con “l’armonizzazione” delle norme dei vari Piani che riguardano la Palmaria, adottando uno strumento fatto di norme aperte, flessibili e adattabili in quanto non pienamente definite, cioè “un processo dinamico: “L’obiettivo del Piano di valorizzazione dell’isola Palmaria è di configurarsi più che come un progetto come un processo che non propone delle azioni e delle soluzioni predeterminate, ma piuttosto una gamma di potenziali interventi che possono essere realizzati anche con tempistiche differenti a seconda dell’evolversi dello scenario complessivo nel medio lungo periodo. Lo scopo è quello di attivare così un processo dinamico sull’isola dove la coltivazione e la promozione di buone pratiche diventino propedeutiche allo sviluppo futuro dell’isola stessa, che potrà così potenzialmente rappresentare un prodotto innovativo e di alta qualità nell’offerta turistica nazionale ed internazionale, anche in quanto luogo di sperimentazione di nuove forme di ospitalità e di turismo sostenibile” (Rapporto Preliminare, pag. 71).
Operando in questo modo “fluido” tutto diventerebbe possibile, coerente, congruo e positivo, poiché non ci sarebbe possibilità né di confronto/scontro, né di un giudizio di merito.
In sostanza, si tenta di evitare una valutazione complessiva del Masterplan, con la preferenza per uno sviluppo di tanti progetti sui singoli immobili o su specifiche aree.
Invece, occorrerebbe ora far emergere: - una corretta analisi ambientale; - l’individuazione delle principali problematiche ambientali; - una adeguata valutazione degli impatti; - una valutazione e un confronto con reali scenari alternativi.
Insomma, la confusione è come la “nebbia bassa, quel che trova lascia” … allora speriamo nel vento … “se si alza il vento la nebbia si disperde” (proverbio).

Euro Mazzi

 
Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1)      PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
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3)      PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
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Post relativi al Porto di La Spezia:
1)      PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA:
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2)      PORTO DI SPEZIA: WATERFRONT, UNA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
-        IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI   
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