L’iter
amministrativo per dare attuazione alle previsioni del Masterplan
Palmaria 10/5/2019 è scandito da una serie di atti deliberativi finalizzati
alla redazione finale dell’Atto di Intesa; tra questi atti
riveste particolare importanza la recente approvazione del testo di “Accordo di Programma per la valorizzazione
dell’Isola Palmaria” (delibera Giunta
Regionale n. 1099 del 9/12/2019 e delibera del Consiglio Comunale n. 58 del 14/12/19).
Il
Protocollo d’Intesa (sottoscritto il 14/3/2016)
riguardava diversi beni immobili, ad
oggi in uso al Ministero della Difesa, da “valorizzare” mediante “interventi di recupero, restauro e
riqualificazione, nell’ottica di uno sviluppo
del territorio sostenibile sotto i profili economico, sociale e paesaggistico-ambientale”;
questi beni erano stati individuati e suddivisi in due categorie (Protocollo, pag. 2):
- i beni (elencati nel relativo allegato b) destinati a passare al patrimonio del Comune di Porto Venere, tramite l’Agenzia del Demanio, al fine di avviare il loro processo di valorizzazione (come poi indicato nel Masterplan);
- i beni (elencati nel relativo allegato b) destinati a passare al patrimonio del Comune di Porto Venere, tramite l’Agenzia del Demanio, al fine di avviare il loro processo di valorizzazione (come poi indicato nel Masterplan);
-
i beni (elencati nell’allegato c),
che rimangono nella disponibilità della Marina
Militare e soggetti ad interventi di innovazione e di manutenzione
straordinaria, opere finanziate senza oneri per le Amministrazioni Statali e,
quindi, a carico del Comune di Porto Venere.
Il
Protocollo prevedeva che il trasferimento dei
beni (riportati nell’allegato b) in
proprietà al Comune dovesse avvenire con la stipula di un apposito Accordo di programma tra gli Enti
sottoscrittori, con contestuale previsione di impegno del Comune ad eseguire a propria cura e spese i
previsti interventi di innovazione e manutenzione degli immobili che restavano nella
disponibilità della Marina Militare.
Nel
fascicolo Fase 2 del Masterplan (datato Milano 10/8/2018) si
parlava della destinazione d’uso degli immobili rimanenti alla Marina (riportati nell’allegato c)come “residenziale”
e con il mantenimento dei “due stabilimenti balneari” (oltre
servizi) attualmente presenti; le possibili modalità di intervento indicate per questi
immobili erano di due tipi: - “leggera”
(solo manutenzione ordinaria,
adeguamento normativo e messa in sicurezza) oppure “pesante” (anche manutenzione
straordinaria) e il conseguente costo di intervento veniva calcolato
approssimativamente tra “1,8-2,6 milioni di euro a seconda del livello di intervento ipotizzato. Tali costi sono
da considerarsi di massima ed indicativi non avendo a disposizione un computo
metrico dettagliato; pertanto si rimanda ad uno studio più approfondito circa
le reali consistenze degli immobili” (Relazione 2 fase, pag. 95).
Nelle
premesse dell’Accordo, invece, si fa
riferimento a “stime parametriche”
degli oneri per la manutenzione (ordinaria
e/o straordinaria) ammontanti “in un
range compreso tra 1,8 e 3,4 milioni
di euro”, ma nell’articolato viene poi precisato che: “Il Comune di Porto Venere si impegna a realizzare, a proprie cura e spese, i previsti
interventi di innovazione tecnologica e manutenzione anche straordinaria (…)
per un impegno di spesa massimo presunto
concordato tra le Parti in euro
2.600.000,00 (…). Tale impegno di spesa dovrà, in ogni caso, essere
commisurato alle risorse effettivamente
a disposizione del Comune di Porto Venere, complessivamente destinate al
finanziamento del programma di valorizzazione, che non potranno essere in ogni
caso superiori alla quota del 24%
(ventiquattro%) dell’importo ricavato
dall’Ente a seguito della positiva conclusione del procedimento di alienazione dei beni immobili elencati
nell’allegato “A”” (comma 4 dell’art. 3 dell’Accordo
di programma).
Il
Comune deve, rispettando un cronoprogramma di massima, provvedere alla
progettazione definitiva ed esecutiva in favore dei beni della Marina
Militare (entro il primo semestre 2022) ed alla realizzazione dei vari interventi (entro il secondo semestre 2024);
interventi da effettuarsi comunque entro e non oltre 5 anni (prorogabili) dalla data di sottoscrizione dell’Accordo; in caso di non rispetto di tali
scadenze è previsto che il Comune assuma comunque “l’impegno a stanziare il 10%”
(cioè € 260.000,00) a garanzia dell’esecuzione dei suindicati
interventi.
Insomma,
da una parte, sono state dimensionate ad un livello più elevato le previsioni di spesa a carico del Comune
(fino a 2,6 €/milioni), ma
dall’altra, sono state introdotte limitazioni (“quota del 24%”) in
rapporto alle “risorse effettivamente a disposizione”. In sostanza, i predetti
oneri di intervento deriveranno da una
quota del ricavato dall’alienazione
di alcuni degli immobili che verranno prima trasferiti in proprietà al Comune (identificati nell’allegato “A” dell’Accordo
di programma) per poi essere venduti a privati all’asta (entro il primo semestre 2021).
L’allegato
“A” contiene l’elenco di 13 immobili (con relative pertinenze),
già catalogati nelle 67 schede
allegate al Masterplan, ma non è stata ancora
resa nota sia una perizia del loro
valore singolo, ma soprattutto non è chiaro quali opere edilizie saranno rese
possibili e quali destinazioni urbanistiche vi potranno essere applicate,
poiché la loro alienabilità/appetibilità
dipende proprio da questi indispensabili elementi.
Per
esempio. Nel Masterplan è stata svolta una “Analisi urbanistica delle destinazioni d’uso
e delle prescrizioni del P.U.C. per gli immobili del Programma di
Valorizzazione dell’isola Palmaria”, dalla quale si ricava che per gli
immobili posti in “Ambiti di
riqualificazione” sono previste varie destinazioni (come: “Attrezzature ricettive e pubblici esercizi”
o “Residenziale”) che danno diritto a
“ampliamento sino al 20 % delle superfici
utili attuali” o “In caso di
demolizione e ricostruzione la Superficie Utile massima potrà essere di mq. 300”
o “gli edifici esistenti, potranno essere
ampliati solo per adeguamento igienico sanitario (qualora siano privi di
servizi igienici) sino ad un massimo di 8 mq. nel rispetto delle
caratteristiche tipologiche, formali e strutturali” (Relazione 2 fase, pag. 65-67).
Questi
esempi fanno immediatamente comprendere come “l’appetibilità” degli
immobili da porre in vendita possa aumentare se le attuali previsioni
urbanistiche venissero confermate e/o incrementate con le nuove norme che
dovranno essere introdotte con la predisposizione dell’Atto di
Intesa; infatti, più un immobile è “appetibile” e più
facilmente si riesce a venderlo, conseguendo congrui ricavi necessari per le far fronte alle spese del Comune.
Del
resto, l’Accordo di programma evidenzia come le risorse ricavate dalla
vendita dei 13 immobili contenuti
nell’allegato “A” siano
fondamentali, in quanto “complessivamente
destinate al finanziamento del
programma di valorizzazione”; dunque, per questi beni attualmente demaniali si prevede una totale privatizzazione con probabili “incentivi
urbanistici” (che verranno individuati nell’Atto di Intesa) per renderli
facilmente alienabili.
Inoltre,
non bisogna dimenticare che il Masterplan
prevede per gli altri immobili che passeranno nella proprietà del Comune (e non
rientranti nell’allegato “A”) la
possibilità di ricorrere al project financing (realizzazione da
parte di privati delle opere senza oneri finanziari per gli enti pubblici in
cambio di una concessione della
gestione per lunghi periodi, pare 70 anni!!!): “Quale migliore strumento utile per la valorizzazione degli Asset contenuti nel Programma di Valorizzazione è stato scelto quello della concessione di valorizzazione a lungo
periodo. La concessione è assentita a
titolo oneroso e risulta finalizzata alla riqualificazione e riconversione
dei beni attraverso interventi di recupero, restauro e ristrutturazione anche
con l’introduzione di nuove destinazioni
d’uso finalizzate allo svolgimento
di attività economiche o di servizio
dei cittadini, nel rispetto delle previsioni del codice dei beni culturali
e del paesaggio”
(Relazione
3 fase,
pag. 128).
In
questo scenario di “privatizzazione strisciante” di beni attualmente di proprietà
del demanio pubblico, al Comune
resta la “regia” dell’operazione, cioè la sua trasformazione in una “agenzia immobiliare” senza averne però né le
competenze e né le professionalità idonee, ma soprattutto senza avere la
finalità di guadagnarci, poiché al contrario al Comune rimarranno tutti gli
oneri operativi e finanziari a cui dovrà far fronte con l’utilizzo di una parte
dei ricavi delle vendite ed
eventualmente con il ricorso ai finanziamenti
europei (“le opere ambientali di
valorizzazione potranno esser sostenute grazie ai fondi PSR e LIFE di finanziamento comunitario” - Relazione 3 fase, pag. 124).
Intanto,
il Comune ha già dovuto sopportare gli
oneri conseguenti al passaggio in proprietà degli “immobili, manufatti e attrezzature strumentali alla rete idrica presente sull’isola, al
fine di consentire alla Civica Amministrazione l’avvio dei lavori connessi alla
manutenzione/rifacimento dell’acquedotto, con relativi allacciamenti alla rete
idrica degli immobili che rimangono nella disponibilità della Marina Militare”
(testo Accordo di programma).
In conclusione.
Nel
concetto di “valorizzazione” posto alla base del Masterplan bisogna leggere
due distinti elementi: a) una “privatizzazione strisciante” di beni
demaniali; b) uno
sviluppo basato su servizi turistici
adeguati: “Accogliere e Connettere. Al
fine di superare il gap infrastrutturale ed evitare il congestionamento dei
flussi, adeguare l’assetto del sistema infrastrutturale esistente e favorire l’implementazione
di forme di trasporto ecosostenibile via terra e via mare per promuovere uno sviluppo dell’isola in
termini turistici” (Relazione 3 fase, pag. 30); in questo consiste il “modello Capri”: uno sviluppo meramente
turistico-economico … non proprio un buon esempio di valorizzazione delle
bellezze dell’isola!!!
Questa
chiave di lettura fa comprendere come il Comune rischi di trasformarsi in una specie di “agenzia
immobiliare” e il Masterplan in una “ghiotta occasione” che si articola in varie fasi:
la dismissione del patrimonio demaniale, la conduzione delle aste di vendita e
dei bandi di concessione, la gestione dei finanziamenti europei e il governo di
uno sviluppo turistico.
Riteniamo
pericoloso prefigurare la conversione di habitat naturali con usi
produttivi del suolo e un aumento del carico turistico sull’isola, soprattutto
di un turismo mordi e fuggi legato al movimento dei “croceristi” (sul modello 5
Terre) che contrasta con la necessità di proteggere e tutelare dei beni
ambientali, storici e culturali posti su un territorio assai fragile e limitato.
In
sintesi, sono queste le ragioni di un impegno per difendere l’isola come bene comune per la sua bellezza, contrastando il progetto di una “Palmaria,
un futuro da Capri” (Comunicato del 8/2/2016 assessore regionale
Scajola) … e sono ragioni buone e giuste. Appunto!
Euro Mazzi
Questo post fa parte di un
più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel
contesto regionale ligure.
Post relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
7) PALMARIA:
MASTERPLAN VS UNESCO: QUIPost relativi al Masterplan della Palmaria:
1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
2) PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN: QUI
3) PALMARIA: TUTELATA O APERTA ALLA SPECULAZIONE?: QUI
4) PALMARIA: IL PRIMATO DELLA FINANZA SULLA TUTELA AMBIENTALE: QUI
5) PALMARIA: LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE: QUI
6) PALMARIA: WATERFRONT E IL BUSINESS CROCIERISTICO: QUI
8) PALMARIA: MASTERPLAN VS SIC NATURA 2000: QUI
9) PALMARIA: CONSERVARE LA BELLEZZA?: QUI
Post relativi al Porto di La Spezia:
1) PORTO DI SPEZIA: UNA CENTRALITÀ PROBLEMATICA: QUI
Post relativi allo sviluppo turistico della Val di Magra:
- IL VUOTO DI PROSPETTIVA: QUI
- LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
- PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …: QUI
Altri post sull’argomento:
- PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
- ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
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