L’attuale
Masterplan
Palmaria 2019 trova la sua origine nel Protocollo di intesa siglato in data
14/3/2016 tra l’Agenzia del Demanio, il Ministero della Difesa-Marina Militare,
la Regione Liguria e il Comune di Portovenere per la valorizzazione di numerosi
beni immobili, tra fabbricati e terreni, presenti nell’Isola Palmaria.
Per
comprendere alcune caratteristiche dell’attuale Masterplan Palmaria 2019 occorre
esaminare con attenzione questo Protocollo di intesa.
Il
Sindaco di Portovenere veniva autorizzato alla stipula di questo Protocollo
dalla delibera del Consiglio Comunale n.
34 del 18/11/2015 (approvata all’unanimità), nella quale veniva ricordato: a)
l’elaborazione di “linee guida
preliminari per un programma di
valorizzazione dell’Isola Palmaria”; b) l’individuazione di beni
immobili presenti nella Palmaria da mettere “a disposizione del programma di
valorizzazione, immobili che necessitano di interventi di recupero,
restauro e valorizzazione e che mostrano forti
potenzialità capaci di contribuire ad uno sviluppo del territorio sostenibile
dal punto di vista economico, sociale ed ambientale”; c) l’avvio sin
dal 2013 di “un tavolo tecnico di lavoro per valutare l’inserimento di immobili nel
“Programma
di valorizzazione dell’Isola Palmaria”, con le finalità comuni di
favorire il processo di valorizzazione
dell’isola quale esempio di sviluppo sostenibile di un bene di grande
valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico, e contribuire alla sua
valorizzazione nell’ambito di un progetto che faccia costante riferimento alla presenza storica, culturale e materiale,
della Marina Militare, recuperando i beni inseriti nel processo di
valorizzazione dell’Isola”.
Su
queste basi programmatiche (“in
concordanza con le prospettive di valorizzazione condivise e le finalità istituzionali degli enti coinvolti”)
venivano individuati gli immobili suddivisi in due categorie, al fine della
relativa valorizzazione: “- beni indicati
nell’allegato b) del Protocollo d’intesa per i quali il Ministero della
Difesa potrebbe dichiarare la disponibilità ad acconsentire al passaggio al patrimonio del Comune di Portovenere
secondo le procedure definite, al fine di avviare il loro processo di
valorizzazione; - beni indicati nell’allegato c) del Protocollo d’intesa che rimangono nella disponibilità della Forza
Armata e che saranno oggetto di interventi di riqualificazione come da schema di protocollo”.
Il
Protocollo di
intesa del 14/3/2016 è composto di una premessa e di 4 articoli.
Nella premessa si fa riferimento alla comune volontà di tutte le parti di
attivare “un programma di valorizzazione dell’Isola Palmaria finalizzato alla riqualificazione ambientale ed
allo sviluppo turistico”.
Nell’art.
1 vengono richiamati e condivisi “i
contenuti del progetto preliminare di valorizzazione
dell’isola Palmaria”
riportati nell’allegato all’atto stesso. Quello che viene definito come “progetto”
sono in realtà mere slides sintetiche
riguardanti: - elencazione dei vari vincoli presenti sull’isola; - breve
indicazione su cosa si intende per “valorizzazione”
(“Palmaria
può rappresentare un prodotto innovativo e di alta qualità nell’offerta turistica internazionale. Questo potrà
accadere nella misura in cui saprà configurarsi come luogo di sperimentazione di nuove forme di
ospitalità e di turismo sostenibile …”); - generici criteri di
sostenibilità (ambientale, sociale, economica); - riassuntive indicazioni
organizzative (ufficio di progetto, ufficio found
rising, collaborazioni e consulenze, cabina di regia); - accennate note
sulle infrastrutture (acquedotto, fognature, gas, strade, strutture per la
nautica, strutture digitali ed energetiche); - sommarie proposte su: ecoturismo in
mare e a terra, centro convegni e celebrazioni, educazione ambientale,
ricerca; - schematica elencazione dei vari beni; - semplici indicazioni di
percorso (Protocollo
d’intesa, gruppi di lavoro, individuazione percorso, studio di
fattibilità, singoli accordi, passaggio effettivo beni, avvio opere di
valorizzazione).
Sulla
base di queste alquanto generiche
indicazioni programmatiche nell’art. 2 viene ribadita la volontà delle
varie parti firmatarie di: “perseguire gli obiettivi previsti nel piano
di valorizzazione dell’isola Palmaria predisposto dal Comune di Portovenere in
concorso con la Marina Militare”. Viene però specificato che: “2. I contenuti del piano saranno attuati
tramite successivi accordi di programma
o con gli atti amministrativi che saranno ritenuti più adatti al raggiungimento
degli obiettivi comuni”. In particolare vengono elencate alcune attività da
svolgere: il recupero di alcuni immobili in uso alla Marina
Militare che potrebbero essere messi a disposizione del progetto di valorizzazione dell’isola; il miglioramento di alcuni beni che rimangono in uso alla Marina
Militare; la predisposizione di un progetto pilota fortemente basato sulla
presenza storica, culturale e materiale, della Marina Militare; la valorizzazione dell’isola Palmaria
quale esempio “di sviluppo sostenibile di un bene di grande valore storico,
culturale, ambientale e paesaggistico”.
Si
passa poi alla elencazione dei beni immobili secondo la loro destinazione
finale e con l’impegno del Ministero della Difesa-Marina Militare alla dismissione dei beni, non più di
utilità a fini istituzionali, a fronte di interventi
di riqualificazione di immobili che la Marina manterrà sul territorio.
Oltre
a questo onere, in capo al Comune di
Portovenere rimane anche l’obbligo: a)
di realizzazione o di manutenzione
delle reti e dei beni strumentali (strade e reti tecnologiche); b) di inserire nel programma i propri beni presenti
nell’isola; c) di coinvolgere nel
procedimento anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e le
competenti Soprintendenze per due beni (Forte Cavour ed Ex Batteria Sperimentale).
Nell’art.
3 si enuncia l’impegno delle parti “a
dare attuazione al presente Protocollo d’intesa individuando i percorsi amministrativi ritenuti più
idonei al raggiungimento degli obiettivi e sottoscrivendo i necessari accordi
di programma”.
Viene
stabilito che la Marina Militare sarà “manlevata da ogni controversia e conseguenti
eventuali oneri di qualunque natura
(…) e fattispecie di responsabilità civile verso terzi”.
La
costituzione di una “cabina di regia” con l’obiettivo di seguire e coordinare tutte
le fasi di attuazione del programma di valorizzazione.
Nell’art.
4 viene prevista una scadenza: “entro il
termine massimo di anni 3 (tre)
dalla data di sottoscrizione della presente intesa” con possibilità di proroga di un anno, pena la decadenza
della dismissione dei beni stessi.
Dopo
questa breve analisi risulta chiaro come il Protocollo d’intesa 2016 abbia
rappresentato non solo la comune volontà
degli Enti sottoscrittori di concorrere alla realizzazione dell’aspirazione del
Comune di Portovenere “di trasformare
l’isola in un’attrattiva
turistica di altissimo livello, sia nazionale che internazionale”,
ma soprattutto abbia condizionato il
percorso di redazione del progetto definitivo: per i tempi (scadenza entro 3+1
anni), per le forme organizzative (costituzione di una “cabina di regia”, dei
percorsi amministrativi), per le modalità del processo di “sdemanializzazione” (l’Agenzia del
Demanio si occuperà di trasferire gli immobili in proprietà al Comune tramite accordi attuativi successivi), nonché per
la scelta dello scenario su cui
costruire il masterplan.
Infatti,
lo scenario 5bis
è nato come compromesso tra le opposte necessità di “promuovere
la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico dell’isola
mirando a garantire l’equilibrio economico dell’operazione considerata
nel suo complesso”.
Il
richiamo alla necessità di assicurare l’equilibrio economico deriva direttamente dagli oneri posti in capo al Comune di
Portovenere dal Protocollo stesso: la realizzazione e manutenzione
delle infrastrutture (acquedotto, fognature, gas, strade, strutture per la
nautica, strutture digitali ed energetiche) e, soprattutto, le spese per la
riqualificazione degli immobili che la Marina manterrà sul territorio, nonché
le spese per la ristrutturazione degli altri immobili.
Il
Comune di Portovenere (e conseguentemente la Regione) non dispongono di queste ingenti somme (approssimativamente stimati
in oltre 20 €milioni) e, conseguentemente, devono inevitabilmente recuperare
queste risorse attraverso la vendita degli
immobili a privati e/o la loro concessione per lunghi periodi, appunto per
permettere il recupero degli investimenti da effettuare.
Nel
2016, al momento della stipula, questi aspetti sono stati scarsamente
evidenziati e, quindi, non è stata colta l’importanza del Protocollo di intesa nell’incidere
sugli sviluppi successivi; questa sottovalutazione continua ancora oggi.
L’attuale
polemica sviluppatasi sui social contro il masterplan si concentra spesso su aspetti
esteriori (turismo esclusivo o per ricchi), propagandistici (“Palmaria, un futuro da Capri”) e genericamente
ambientalistici (“la Palmaria non si tocca”), senza rendersi conto che l’attuale Masterplan Palmaria
2019 è il frutto “concordato” e unitario di diverse
volontà di Enti pubblici che
rispondono a diverse esigenze (locali, regionali, militari, culturali, ecc.) e
che si sono manifestate nel tempo (2013-2019), i quali hanno ricevuto indirizzi espressi da
esponenti di diversi partiti (centro-sinistra, centro-destra, gialloverde), ma
soprattutto hanno tutti sottoscritto e condiviso il Protocollo d’intesa 2016 e ora apprezzano e sostengono il Masterplan Palmaria 2019.
Qualsiasi
critica avanzata all’impostazione, alle finalità e allo scenario contenuti nel Masterplan Palmaria
2019 per essere efficace deve necessariamente partire da una
richiesta di revisione del Protocollo d’intesa 2016 rivolta ad ogni singolo contraente (nessuno escluso), in caso contrario
rimarrà una mera “polemica” senza possibilità di incidere realmente sull'attuale
processo di valorizzazione della Palmaria.
In
tal senso, appare evidente come il Masterplan Palmaria 2019 costituisca una tappa
indispensabile nel processo di “sdemanializzazione” perché
rappresenta il momento di maggiore definizione del progetto di valorizzazione
che era stato “superficialmente” abbozzato nella fase di stipula; anzi il Protocollo d’intesa
ha fortemente condizionato la redazione dello stesso masterplan.
Insomma,
nel Protocollo
sono già espressi gli elementi per pensare non a un programma di mera
valorizzazione di singoli cespiti immobiliari, ma di una precisa visione:
“di trasformare
l’isola in un’attrattiva
turistica di altissimo livello, sia nazionale che internazionale”. Siamo lontani (ma non molto) dalla semplicistica battuta “faremo della Palmaria la Capri della Liguria”.
Euro Mazzi
Questo post fa parte di un più ampio
studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto
regionale ligure.
Altri post sulla Palmaria:1) PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
Altri post sull’argomento:
- LA LEZIONE DEL BRUEGEL: QUI
- PORTUS LUNAE: SARÀ GRANDEUR? VEDREMO …: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO STL (SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA): QUI
- ALLUVIONI, DEGRADO PAESAGGISTICO E … “FUGA” DEI TURISTI …: QUI
molto giusto! Purtroppo nessuno ha seguito il nostro Gruppo Progettante- LABORATOTIO PALMARIA NELLA OPPOSIZIONE ATTIVA AL PROTOCOLLO... COMUNQUE RESISTIAMO E ANDREMO AVANTI CON LA NOSTRA AZIONE .
RispondiEliminaGRASP THE FUTURE Gruppi di Ricerca Azione Solidale Partecipata www.graspthefuture. eu
GIORGIO PIZZIOLO E RITA MICARELLI