sabato 15 giugno 2019

PALMARIA: DAL PROTOCOLLO AL MASTERPLAN (seconda parte)

L’attuale Masterplan Palmaria 2019 trova la sua origine nel Protocollo di intesa siglato in data 14/3/2016 tra l’Agenzia del Demanio, il Ministero della Difesa-Marina Militare, la Regione Liguria e il Comune di Portovenere per la valorizzazione di numerosi beni immobili, tra fabbricati e terreni, presenti nell’Isola Palmaria.
Per comprendere alcune caratteristiche dell’attuale Masterplan Palmaria 2019 occorre esaminare con attenzione questo Protocollo di intesa.
Il Sindaco di Portovenere veniva autorizzato alla stipula di questo Protocollo dalla delibera del Consiglio Comunale  n. 34 del 18/11/2015 (approvata all’unanimità), nella quale veniva ricordato: a) l’elaborazione di “linee guida preliminari per un programma di valorizzazione dell’Isola Palmaria”; b) l’individuazione di beni immobili presenti nella Palmaria da mettere “a disposizione del programma di valorizzazione, immobili che necessitano di interventi di recupero, restauro e valorizzazione e che mostrano forti potenzialità capaci di contribuire ad uno sviluppo del territorio sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale”; c) l’avvio sin dal 2013 di “un tavolo tecnico di lavoro per valutare l’inserimento di immobili nel Programma di valorizzazione dell’Isola Palmaria, con le finalità comuni di favorire il processo di valorizzazione dell’isola quale esempio di sviluppo sostenibile di un bene di grande valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico, e contribuire alla sua valorizzazione nell’ambito di un progetto che faccia costante riferimento alla presenza storica, culturale e materiale, della Marina Militare, recuperando i beni inseriti nel processo di valorizzazione dell’Isola”.
Su queste basi programmatiche (“in concordanza con le prospettive di valorizzazione condivise e le finalità istituzionali degli enti coinvolti”) venivano individuati gli immobili suddivisi in due categorie, al fine della relativa valorizzazione: “- beni indicati nell’allegato b) del Protocollo d’intesa per i quali il Ministero della Difesa potrebbe dichiarare la disponibilità ad acconsentire al passaggio al patrimonio del Comune di Portovenere secondo le procedure definite, al fine di avviare il loro processo di valorizzazione; - beni indicati nell’allegato c) del Protocollo d’intesa che rimangono nella disponibilità della Forza Armata e che saranno oggetto di interventi di riqualificazione come da schema di protocollo”.
Il Protocollo di intesa del 14/3/2016 è composto di una premessa e di 4 articoli. Nella premessa si fa riferimento alla comune volontà di tutte le parti di attivare “un programma di valorizzazione dell’Isola Palmaria finalizzato alla riqualificazione ambientale ed allo sviluppo turistico”.
Nell’art. 1 vengono richiamati e condivisi “i contenuti del progetto preliminare di valorizzazione dell’isola Palmaria” riportati nell’allegato all’atto stesso. Quello che viene definito come “progetto” sono in realtà mere slides sintetiche riguardanti: - elencazione dei vari vincoli presenti sull’isola; - breve indicazione su cosa si intende per “valorizzazione” (“Palmaria può rappresentare un prodotto innovativo e di alta qualità nell’offerta turistica internazionale. Questo potrà accadere nella misura in cui saprà configurarsi come luogo di sperimentazione di nuove forme di ospitalità e di turismo sostenibile …”); - generici criteri di sostenibilità (ambientale, sociale, economica); - riassuntive indicazioni organizzative (ufficio di progetto, ufficio found rising, collaborazioni e consulenze, cabina di regia); - accennate note sulle infrastrutture (acquedotto, fognature, gas, strade, strutture per la nautica, strutture digitali ed energetiche); - sommarie proposte su: ecoturismo in mare e a terra, centro convegni e celebrazioni, educazione ambientale, ricerca; - schematica elencazione dei vari beni; - semplici indicazioni di percorso (Protocollo d’intesa, gruppi di lavoro, individuazione percorso, studio di fattibilità, singoli accordi, passaggio effettivo beni, avvio opere di valorizzazione).
Sulla base di queste alquanto generiche indicazioni programmatiche nell’art. 2 viene ribadita la volontà delle varie parti firmatarie di: “perseguire gli obiettivi previsti nel piano di valorizzazione dell’isola Palmaria predisposto dal Comune di Portovenere in concorso con la Marina Militare”. Viene però specificato che: “2. I contenuti del piano saranno attuati tramite successivi accordi di programma o con gli atti amministrativi che saranno ritenuti più adatti al raggiungimento degli obiettivi comuni”. In particolare vengono elencate alcune attività da svolgere: il recupero di alcuni immobili in uso alla Marina Militare che potrebbero essere messi a disposizione del progetto di valorizzazione dell’isola; il miglioramento di alcuni beni che rimangono in uso alla Marina Militare; la predisposizione di un progetto pilota fortemente basato sulla presenza storica, culturale e materiale, della Marina Militare; la valorizzazione dell’isola Palmaria quale esempio “di sviluppo sostenibile di un bene di grande valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico”.
Si passa poi alla elencazione dei beni immobili secondo la loro destinazione finale e con l’impegno del Ministero della Difesa-Marina Militare alla dismissione dei beni, non più di utilità a fini istituzionali, a fronte di interventi di riqualificazione di immobili che la Marina manterrà sul territorio.
Oltre a questo onere, in capo al Comune di Portovenere rimane anche l’obbligo: a) di realizzazione o di manutenzione delle reti e dei beni strumentali (strade e reti tecnologiche); b) di inserire nel programma i propri beni presenti nell’isola; c) di coinvolgere nel procedimento anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e le competenti Soprintendenze per due beni (Forte Cavour ed Ex Batteria Sperimentale).
Nell’art. 3 si enuncia l’impegno delle parti “a dare attuazione al presente Protocollo d’intesa individuando i percorsi amministrativi ritenuti più idonei al raggiungimento degli obiettivi e sottoscrivendo i necessari accordi di programma”.
Viene stabilito che la Marina Militare sarà “manlevata da ogni controversia e conseguenti eventuali oneri di qualunque natura (…) e fattispecie di responsabilità civile verso terzi”.
La costituzione di unacabina di regia” con l’obiettivo di seguire e coordinare tutte le fasi di attuazione del programma di valorizzazione.
Nell’art. 4 viene prevista una scadenza: “entro il termine massimo di anni 3 (tre) dalla data di sottoscrizione della presente intesa” con possibilità di proroga di un anno, pena la decadenza della dismissione dei beni stessi.
Dopo questa breve analisi risulta chiaro come il Protocollo d’intesa 2016 abbia rappresentato non solo la comune volontà degli Enti sottoscrittori di concorrere alla realizzazione dell’aspirazione del Comune di Portovenere “di trasformare l’isola in un’attrattiva turistica di altissimo livello, sia nazionale che internazionale”, ma soprattutto abbia condizionato il percorso di redazione del progetto definitivo: per i tempi (scadenza entro 3+1 anni), per le forme organizzative (costituzione di unacabina di regia”, dei percorsi amministrativi), per le modalità del processo di “sdemanializzazione” (l’Agenzia del Demanio si occuperà di trasferire gli immobili in proprietà al Comune tramite accordi attuativi successivi), nonché per la scelta dello scenario su cui costruire il masterplan.
Infatti, lo scenario 5bis è nato come compromesso tra le opposte necessità di  promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico dell’isola mirando a garantire l’equilibrio economico dell’operazione considerata nel suo complesso”.
Il richiamo alla necessità di assicurare l’equilibrio economico deriva direttamente dagli oneri posti in capo al Comune di Portovenere dal Protocollo stesso: la realizzazione e manutenzione delle infrastrutture (acquedotto, fognature, gas, strade, strutture per la nautica, strutture digitali ed energetiche) e, soprattutto, le spese per la riqualificazione degli immobili che la Marina manterrà sul territorio, nonché le spese per la ristrutturazione degli altri immobili.
Il Comune di Portovenere (e conseguentemente la Regione) non dispongono di queste ingenti somme (approssimativamente stimati in oltre 20 €milioni) e, conseguentemente, devono inevitabilmente recuperare queste risorse attraverso la vendita degli immobili a privati e/o la loro concessione per lunghi periodi, appunto per permettere il recupero degli investimenti da effettuare.
Nel 2016, al momento della stipula, questi aspetti sono stati scarsamente evidenziati e, quindi, non è stata colta l’importanza del Protocollo di intesa nell’incidere sugli sviluppi successivi; questa sottovalutazione continua ancora oggi.
L’attuale polemica sviluppatasi sui social contro il masterplan si concentra spesso su aspetti esteriori (turismo esclusivo o per ricchi), propagandistici (“Palmaria, un futuro da Capri”) e genericamente ambientalistici (“la Palmaria non si tocca”), senza rendersi conto che l’attuale Masterplan Palmaria 2019 è il frutto “concordato” e unitario di diverse volontà di Enti pubblici che rispondono a diverse esigenze (locali, regionali, militari, culturali, ecc.) e che si sono manifestate nel tempo (2013-2019), i quali hanno ricevuto indirizzi espressi da esponenti di diversi partiti (centro-sinistra, centro-destra, gialloverde), ma soprattutto hanno tutti sottoscritto e condiviso il Protocollo d’intesa 2016 e ora apprezzano e sostengono il Masterplan Palmaria 2019.
Qualsiasi critica avanzata all’impostazione, alle finalità e allo scenario contenuti nel Masterplan Palmaria 2019 per essere efficace deve necessariamente partire da una richiesta di revisione del Protocollo d’intesa 2016 rivolta ad ogni singolo contraente (nessuno escluso), in caso contrario rimarrà una mera “polemica” senza possibilità di incidere realmente sull'attuale processo di valorizzazione della Palmaria.
In tal senso, appare evidente come il Masterplan Palmaria 2019 costituisca una tappa indispensabile nel processo di “sdemanializzazione” perché rappresenta il momento di maggiore definizione del progetto di valorizzazione che era stato “superficialmente” abbozzato nella fase di stipula; anzi il Protocollo d’intesa ha fortemente condizionato la redazione dello stesso masterplan.
Insomma, nel Protocollo sono già espressi gli elementi per pensare non a un programma di mera valorizzazione di singoli cespiti immobiliari,  ma di una precisa visione: di trasformare l’isola in un’attrattiva turistica di altissimo livello, sia nazionale che internazionale”. Siamo lontani (ma non molto) dalla semplicistica battutafaremo della Palmaria la Capri della Liguria”.
 
Euro Mazzi
 
Questo post fa parte di un più ampio studio sulle problematiche dello sviluppo turistico spezzino nel contesto regionale ligure.
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1)      PALMARIA, UN FUTURO DA CAPRI?: QUI
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1 commento:

  1. molto giusto! Purtroppo nessuno ha seguito il nostro Gruppo Progettante- LABORATOTIO PALMARIA NELLA OPPOSIZIONE ATTIVA AL PROTOCOLLO... COMUNQUE RESISTIAMO E ANDREMO AVANTI CON LA NOSTRA AZIONE .
    GRASP THE FUTURE Gruppi di Ricerca Azione Solidale Partecipata www.graspthefuture. eu
    GIORGIO PIZZIOLO E RITA MICARELLI

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