sabato 7 marzo 2020

SARZANA: UN BILANCIO 2020 CON LUCI E OMBRE (terza parte)

In questi giorni il Sindaco Ponzanelli e l’assessore Baroni hanno entusiasticamente presentato alla stampa il bilancio preventivo 2020 del Comune di Sarzana, sottolineando come: “Il dato più significativo riguarda la costante riduzione dell’indebitamento complessivo dell’ente, passato da 29.120.977 del 2018 a 27.150.310 del 2020. Di pari passo alla razionalizzazione della spesa e alla lotta agli sprechi, si evidenzia inoltre la capacità di intercettare finanziamenti regionali e statali che hanno ormai raggiunto la quota di circa 18 milioni di euro in altrettanti mesi di attività amministrativa”. Questa enfasi positiva è stata giustificata dai due amministratori in considerazione della gravosa eredità ricevuta a seguito del subentro nella gestione del Comune dopo le elezioni del 2018: “In un contesto di enorme difficoltà e con un’eredità disastrosa da gestire, stiamo coniugando gli obiettivi di risanamento di bilancio a continui investimenti” (CDS del 21/2/2020).
Colpisce la similitudine di questa enfasi con la medesima utilizzata dai predecessori in analoghe circostanze; l’ex Sindaco Cavarra e l’ex assessore Ravecca nel 2017 dichiaravano che: “Tirando le somme del lavoro svolto nell’arco della consigliatura, il sindaco e la sua vice hanno ricordato molti dei provvedimenti e degli obiettivi ottenuti nella propria attività. “A partire dal risanamento dei conti – hanno detto - che ha significato abbassare del 10% l'indebitamento del Comune, alla lotta all’elusione e all’evasione fiscale (…), al taglio delle spese di rappresentanza (compresa la rottamazione dell'auto blu) che in cinque anni significa un risparmio di circa 75mila euro” (CDS del 29/04/2017). Ancora in campagna elettorale l’ex Sindaco Cavarra dichiarava entusiasta che: “Ripianando i debiti abbiamo costruito le basi per far decollare il futuro della città” (La Nazione 6/6/2018).
In entrambe le comunicazioni viene esaltata come estremamente positiva ciò che in realtà è una mera normalità; infatti, chi contrae dei mutui (privati o Enti Locali) ha l’obbligo contrattuale di pagare le rate annuali (costituite da quota capitale e quota interessi), come stabilito dal piano di ammortamento di ciascun mutuo, poiché l’eventuale non rispetto del piano di rientro comporterebbe gravi conseguenze a partire dalle conseguenti segnalazioni di inadempienza e morosità.
Quindi entrambi gli schieramenti hanno esagerato nell’enfatizzare la riduzione dell’indebitamento. Semmai altri aspetti andrebbero segnalati. Per esempio, la “rigidità” del bilancio 2020 è diminuita al 54,92% rispetto al 69,35% del 2013 o al 73,43% del 2014 o al 57,86% del 2018; una minor “rigidità” è un indicatore positivo. Infatti, la spesa per il rimborso dei vari mutui contratti nel tempo (ammonta per il 2020 a circa 1,3 €/milioni per quota capitale e a circa 0,4 €/milioni per quota interessi), insieme a quella per il personale (circa 5,2 €/milioni) e a quella per il servizio dei rifiuti (circa 6,3 €/milioni), costituisce elemento significativo per comprendere la “rigidità” di un bilancio, dato che occorrono oltre 13,2 €/milioni di entrate correnti (queste ultime pari a circa 24,3 €/milioni) per pagare le quote annuali di queste tre voci di costo. Il “grado di rigidità” del bilancio sarzanese negli ultimi 5 anni è stato sempre abbastanza alto, oscillando tra il 54-60% (ma più basso rispetto agli anni della crisi 2013/14), indicando sia il peso e l’importanza di queste tre voci, che la quantità di risorse residue disponibili (circa 11,0 €/milioni) per pagare tutti gli altri servizi. In sostanza, sono (seppur di poco) migliorate le capacità di spesa del Comune e, conseguentemente, le possibilità di operare scelte “politiche”. 
Insomma, invece di spiegare ai sarzanesi la reale condizione del bilancio e quanto a loro “costa” questa gravosa situazione in termini di tasse, imposte e tariffe, chi amministra ricorre all’esaltazione di “particolari contabili” (come appunto la riduzione dell’indebitamento) non particolarmente significativi e/o alla politica degli “annunci” con lo scopo di trasmettere una immagine immediatamente “ultra-positiva”, seppur in un “contesto di enorme difficoltà”.
Per esempio, prevedere un “bonus bebè” di € 100 a nascita, quando le nascite sono annualmente circa 120-140, significa “distribuire” al massimo circa € 14.000; se poi questa erogazione venisse collegata ad un regolamento e/o al reddito, allora potrebbero essere anche molti meno; insomma nulla di strutturalmente significativo, ma solo “annunci di oboli” distribuiti più o meno a pioggia, anche se qualcuno potrebbe obiettare che “poco è meglio di niente”.
Del resto, il “contesto di enorme difficoltà” è ben sintetizzato dal negativo risultato di amministrazione previsto anche per il 2020 pari a € -3.628.510,26; risultato in linea con il piano di rientro annuale (quota minima di 185.774,09 concordato nel 2016 per rientrare dal deficit allora emerso di € -5.573.222,70).
Conseguentemente, la pressione fiscale comunale rimane elevata; le entrate proprie sono in costante crescita: nel 2009 erano 15,4 €/milioni e sono aumentate nel 2020 a 21,9 €/milioni, anche se il punto più elevato è stato registrato nel 2015 con 22,6 €/milioni. La pressione fiscale comunale (calcolata sulle entrate proprie: tributarie + extratributarie) sulle famiglie sarzanesi nel 2009 ammontava a € 1.580,40 e nel 2020 è prevista in € 2.123,12 (con un incremento di ben 542,73).
La spesa corrente è prevista per il 2020 in 23,1 €/milioni, in aumento rispetto ai 22,6 €/milioni del 2009, ma anche sull’ammontare degli anni precedenti … e questo non è un fatto positivo!
A pesare di più è la spesa per “acquisto di beni e servizi” previsti per 13,3 €/milioni; la spesa del personale era in calo grazie all’avvenuta non sostituzione dei pensionamenti, ma ora è prevista in aumento attestandosi a 5,2 €/milioni rispetto ai 5,0 €/milioni del 2018.
La spesa sociale è da anni in costante riduzione: dai 7,4 €/milioni del 2009 si è passati a 3,4 €/milioni del 2017 e per il 2020 si prevede una spesa di circa 3,5 €/milioni.
La gestione dei rifiuti costa circa 6,3 €/milioni in aumento rispetto ai 5,8 €/milioni del 2018 e del 2017, ma in notevole incremento rispetto ai 3,9 €/milioni del 2010.
I proventi derivanti dai servizi pubblici a domanda individuale diminuiscono notevolmente attestandosi a € 762.238,79 (ma erano 1,0 €/milioni nel 2019), mentre le spese restano a 1,7 €/milioni con un grado di copertura del 44,18%, la percentuale più bassa rispetto al 72,49% del 2016 … e questo è un aspetto decisamente negativo, poiché restano a carico del bilancio comunale circa € 962.909,48.
L’aspetto più significativo del bilancio 2020 sono le elevate previsioni di investimento; nella delibera sul Programma delle Opere Pubbliche 2020/22 sono previsti investimenti triennali per complessivi 25,3 €/milioni così ripartiti: 8,1 nel 2020; 11,6 nel 2021; 5,9 nel 2022.
Le opere più significative riguardano: - il nuovo polo scolastico con una spesa preventivata di 9,2 €/milioni per il 1° lotto e di 3,8 €/milioni per il 2° lotto; - opere di contenimento del dissesto sulla viabilità circostante la Fortezza per 1,0 €/milioni; - il ponte sul Calcandola per 2,7 €/milioni; - il completamento della piscina di S. Caterina per 2,2 €/milioni; - l’adeguamento del canale delle acque medie di Marinella 1° lotto per 2,5 €/milioni.
Nel 2020 è previsto l’avvio dei lavori di alcune di queste opere, come per esempio la riqualificazione idraulica a Marinella, gli interventi sul dissesto attorno alla Fortezza, il completamento dell’argine Parmignola, il completamento della piscina di Santa Caterina, la progettazione della nuova Poggi-Carducci, la viabilità nel quartiere Bradia. La parte più consistente degli interventi viene, però, rinviata agli anni successivi.
Nelle varie delibere pubblicate attinenti al bilancio non si riscontrano indicazioni precise sulle modalità progettuali ed esecutive, ma neanche sulle coperture di questi importanti investimenti; questa scarsità di informazioni lascia perplessi, poiché per esempio coprire questo consistente piano di investimenti con disponibilità di bilancio o con mutui o con il retratto della vendita di immobili di proprietà o con contributi pubblici (europei, statali o regionali) o con un mix di queste quattro possibilità cambia notevolmente sia i prossimi bilanci che la reale possibilità di realizzare nei tempi programmati queste opere; senza considerare che prevedere non significa realizzare un’opera, poiché a volte queste si “impantanano”, come per esempio è già avvenuto per la piscina di Santa Caterina, i cui albori progettuali risalgono addirittura a 25 anni fa.
Dunque, in attesa dei necessari e obbligatori chiarimenti in merito, il giudizio (positivo o negativo) deve restare obbligatoriamente “sospeso”.
In conclusione. Il bilancio preventivo 2020 del Comune di Sarzana presenta “luci e ombre”, all’interno di un “contesto di enorme difficoltà” che permane da anni, con un equilibrio economico e finanziario assai precario e periodicamente scosso da vicende come il riconoscimento di debiti fuori bilancio o come quelle legate al negativo andamento di alcune partecipate (vedere il caso SPS). Questa situazione è destinata a protrarsi nel tempo e potrà eventualmente procedere in senso positivo solo in presenza di fatti di “straordinaria amministrazione” come per esempio: la vendita di immobili, un costante flusso di contributi finanziari esterni (dal Governo e/o dalla Regione e/o dall’Europa), una sentenza contro Gefil assai favorevole … ma nel frattempo i sarzanesi devono continuare a subire una costante elevata pressione fiscale comunale (la più elevata della Val di Magra), poiché deve finanziare un eccessivo livello della spesa corrente.
Le varie coalizioni partitiche succedutesi alla guida del Comune si sono scontrate con la cruda realtà economica e finanziaria dell’Ente, caratterizzata da continui e sostanziosi risultati negativi di amministrazione e da alcune criticità, come per esempio l’andamento della riscossione delle entrate (in particolare della TARI, dei proventi delle sanzioni per violazione del codice della strada e di alcuni servizi a domanda individuale). Quest’ultimo fattore di criticità che si estrinseca sia nelle ridotte percentuali d’incasso dei proventi in conto competenza rispetto alle entrate accertate, sia nella contenuta riscossione dei residui relativi alle annualità arretrate, limita i flussi finanziari in entrata e, permanendo una elevata spesa corrente, potrebbe aumentare i rischi di uno squilibrio sistemico, che un piano di investimenti “ambizioso” potrebbe a sua volta amplificare.
Insomma, chiunque amministri il Comune deve camminare “sul filo di un rasoio” … Vedremo!

Euro Mazzi  

 
PS: questo post fa parte di un ampio studio sui bilanci comunali e sulle partecipate pubbliche locali, qui riportiamo solo quelli riferibili al Comune di Sarzana:

1) ANALISI SINTETICA DEL BILANCIO DI SARZANA: UNA SITUAZIONE FINANZIARIA PESANTE: QUI
2) COMUNE DI SARZANA: UN BILANCIO “sul filo di un rasoio” …: QUI

Per vedere i post sulla TARI:
- CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI

Per vedere gli altri post sulle partecipate sarzanesi:
- SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
- SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
- PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
- PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
- PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
- IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI



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