In
questi giorni il Sindaco Ponzanelli e l’assessore Baroni hanno
entusiasticamente presentato alla stampa il bilancio preventivo 2020 del Comune
di Sarzana, sottolineando come: “Il dato
più significativo riguarda la costante
riduzione dell’indebitamento complessivo dell’ente, passato da 29.120.977 del 2018 a 27.150.310 del 2020. Di pari passo alla
razionalizzazione della spesa e alla
lotta agli sprechi, si evidenzia
inoltre la capacità di intercettare
finanziamenti regionali e statali che hanno ormai raggiunto la quota di
circa 18 milioni di euro in
altrettanti mesi di attività amministrativa”. Questa enfasi positiva è
stata giustificata dai due amministratori in considerazione della gravosa eredità ricevuta a seguito del
subentro nella gestione del Comune dopo le elezioni del 2018: “In un contesto di enorme difficoltà e con un’eredità
disastrosa da gestire, stiamo coniugando gli obiettivi di risanamento di bilancio a continui investimenti” (CDS del 21/2/2020).
Colpisce la similitudine di questa enfasi con la medesima utilizzata dai predecessori in analoghe circostanze; l’ex Sindaco Cavarra e l’ex assessore Ravecca nel 2017 dichiaravano che: “Tirando le somme del lavoro svolto nell’arco della consigliatura, il sindaco e la sua vice hanno ricordato molti dei provvedimenti e degli obiettivi ottenuti nella propria attività. “A partire dal risanamento dei conti – hanno detto - che ha significato abbassare del 10% l'indebitamento del Comune, alla lotta all’elusione e all’evasione fiscale (…), al taglio delle spese di rappresentanza (compresa la rottamazione dell'auto blu) che in cinque anni significa un risparmio di circa 75mila euro” (CDS del 29/04/2017). Ancora in campagna elettorale l’ex Sindaco Cavarra dichiarava entusiasta che: “Ripianando i debiti abbiamo costruito le basi per far decollare il futuro della città” (La Nazione 6/6/2018).
In entrambe le comunicazioni viene esaltata come estremamente positiva ciò che in realtà è una mera normalità; infatti, chi contrae dei mutui (privati o Enti Locali) ha l’obbligo contrattuale di pagare le rate annuali (costituite da quota capitale e quota interessi), come stabilito dal piano di ammortamento di ciascun mutuo, poiché l’eventuale non rispetto del piano di rientro comporterebbe gravi conseguenze a partire dalle conseguenti segnalazioni di inadempienza e morosità.
Colpisce la similitudine di questa enfasi con la medesima utilizzata dai predecessori in analoghe circostanze; l’ex Sindaco Cavarra e l’ex assessore Ravecca nel 2017 dichiaravano che: “Tirando le somme del lavoro svolto nell’arco della consigliatura, il sindaco e la sua vice hanno ricordato molti dei provvedimenti e degli obiettivi ottenuti nella propria attività. “A partire dal risanamento dei conti – hanno detto - che ha significato abbassare del 10% l'indebitamento del Comune, alla lotta all’elusione e all’evasione fiscale (…), al taglio delle spese di rappresentanza (compresa la rottamazione dell'auto blu) che in cinque anni significa un risparmio di circa 75mila euro” (CDS del 29/04/2017). Ancora in campagna elettorale l’ex Sindaco Cavarra dichiarava entusiasta che: “Ripianando i debiti abbiamo costruito le basi per far decollare il futuro della città” (La Nazione 6/6/2018).
In entrambe le comunicazioni viene esaltata come estremamente positiva ciò che in realtà è una mera normalità; infatti, chi contrae dei mutui (privati o Enti Locali) ha l’obbligo contrattuale di pagare le rate annuali (costituite da quota capitale e quota interessi), come stabilito dal piano di ammortamento di ciascun mutuo, poiché l’eventuale non rispetto del piano di rientro comporterebbe gravi conseguenze a partire dalle conseguenti segnalazioni di inadempienza e morosità.
Quindi entrambi gli schieramenti hanno esagerato nell’enfatizzare la riduzione dell’indebitamento. Semmai
altri aspetti andrebbero segnalati. Per esempio, la “rigidità” del bilancio
2020 è diminuita al 54,92% rispetto
al 69,35% del 2013 o al 73,43% del 2014 o al 57,86% del 2018; una minor “rigidità”
è un indicatore positivo. Infatti, la spesa per il rimborso dei vari
mutui contratti nel tempo (ammonta per il 2020 a circa 1,3 €/milioni per quota capitale e a circa 0,4 €/milioni per quota interessi), insieme a quella per il
personale (circa 5,2 €/milioni) e a
quella per il servizio dei rifiuti (circa 6,3
€/milioni), costituisce elemento significativo per comprendere la “rigidità”
di un bilancio, dato che occorrono oltre 13,2
€/milioni di entrate correnti (queste ultime pari a circa 24,3 €/milioni) per pagare le quote annuali di queste tre
voci di costo. Il “grado di rigidità” del bilancio
sarzanese negli ultimi 5 anni è stato sempre abbastanza alto, oscillando tra il 54-60% (ma più basso rispetto agli anni
della crisi 2013/14), indicando sia il peso e l’importanza di queste tre voci, che la
quantità di risorse residue disponibili (circa 11,0 €/milioni) per pagare tutti gli altri servizi. In sostanza, sono
(seppur di poco) migliorate le capacità di spesa del Comune e, conseguentemente, le possibilità
di operare scelte “politiche”.
Insomma, invece di spiegare ai sarzanesi
la reale condizione del bilancio e quanto a loro “costa” questa gravosa situazione
in termini di tasse, imposte e tariffe, chi amministra ricorre all’esaltazione
di “particolari
contabili” (come appunto la riduzione dell’indebitamento) non
particolarmente significativi e/o alla politica degli “annunci” con lo scopo di
trasmettere una immagine immediatamente “ultra-positiva”, seppur in un “contesto di enorme difficoltà”.
Per
esempio, prevedere un “bonus bebè” di € 100 a nascita, quando le nascite sono annualmente circa 120-140,
significa “distribuire” al massimo
circa € 14.000; se poi questa erogazione venisse collegata ad un regolamento e/o
al reddito, allora potrebbero essere anche molti meno; insomma nulla di strutturalmente
significativo, ma solo “annunci di oboli” distribuiti più o
meno a pioggia, anche se qualcuno potrebbe obiettare che “poco è meglio di niente”.
Del
resto, il “contesto di enorme difficoltà” è ben
sintetizzato dal negativo risultato di amministrazione previsto anche per il 2020 pari a € -3.628.510,26; risultato in linea con
il piano di rientro annuale (quota minima di € 185.774,09 concordato nel 2016 per rientrare dal deficit allora
emerso di € -5.573.222,70).
Conseguentemente,
la pressione fiscale comunale rimane elevata;
le entrate proprie sono in costante crescita: nel 2009 erano 15,4 €/milioni e sono aumentate nel
2020 a 21,9 €/milioni, anche se il
punto più elevato è stato registrato nel 2015 con 22,6 €/milioni. La pressione fiscale comunale (calcolata sulle
entrate proprie: tributarie + extratributarie) sulle famiglie sarzanesi nel
2009 ammontava a € 1.580,40 e nel 2020
è prevista in € 2.123,12 (con un
incremento di ben € 542,73).
La
spesa corrente è prevista per il 2020 in 23,1
€/milioni, in aumento rispetto ai 22,6
€/milioni del 2009, ma anche sull’ammontare degli anni precedenti … e
questo non è un fatto positivo!
A
pesare di più è la spesa per “acquisto di
beni e servizi” previsti per 13,3
€/milioni; la spesa del personale era in calo grazie all’avvenuta non
sostituzione dei pensionamenti, ma ora è prevista in aumento attestandosi a 5,2 €/milioni rispetto ai 5,0 €/milioni del 2018.
La
spesa sociale è da anni in costante riduzione: dai 7,4 €/milioni del 2009 si è passati a 3,4 €/milioni del 2017 e per il 2020 si prevede una spesa di circa 3,5 €/milioni.
La
gestione dei rifiuti costa circa 6,3 €/milioni
in aumento rispetto ai 5,8 €/milioni
del 2018 e del 2017, ma in notevole incremento rispetto ai 3,9 €/milioni del 2010.
I
proventi derivanti dai servizi pubblici a domanda individuale diminuiscono
notevolmente attestandosi a € 762.238,79
(ma erano 1,0 €/milioni nel 2019), mentre
le spese restano a 1,7 €/milioni con
un grado di copertura del 44,18%, la percentuale più bassa rispetto al 72,49%
del 2016 … e questo è un aspetto decisamente negativo, poiché restano a carico
del bilancio comunale circa € 962.909,48.
L’aspetto
più significativo del bilancio 2020 sono le elevate previsioni di investimento; nella
delibera sul Programma delle Opere Pubbliche 2020/22 sono previsti investimenti
triennali per complessivi 25,3 €/milioni
così ripartiti: 8,1 nel 2020; 11,6 nel 2021; 5,9 nel 2022.
Le
opere più significative riguardano: - il nuovo polo scolastico con una spesa
preventivata di 9,2 €/milioni per il
1° lotto e di 3,8 €/milioni per il 2° lotto; - opere di
contenimento del dissesto sulla viabilità circostante la Fortezza per 1,0 €/milioni; - il ponte sul Calcandola per 2,7 €/milioni; - il
completamento della piscina di S. Caterina per 2,2 €/milioni; -
l’adeguamento del canale delle acque medie di Marinella 1° lotto per 2,5 €/milioni.
Nel 2020 è previsto l’avvio dei lavori di alcune di queste opere, come per esempio la riqualificazione idraulica a Marinella, gli interventi sul dissesto attorno alla Fortezza, il completamento dell’argine Parmignola, il completamento della piscina di Santa Caterina, la progettazione della nuova Poggi-Carducci, la viabilità nel quartiere Bradia. La parte più consistente degli interventi viene, però, rinviata agli anni successivi.
Nel 2020 è previsto l’avvio dei lavori di alcune di queste opere, come per esempio la riqualificazione idraulica a Marinella, gli interventi sul dissesto attorno alla Fortezza, il completamento dell’argine Parmignola, il completamento della piscina di Santa Caterina, la progettazione della nuova Poggi-Carducci, la viabilità nel quartiere Bradia. La parte più consistente degli interventi viene, però, rinviata agli anni successivi.
Nelle
varie delibere pubblicate attinenti al bilancio non si riscontrano indicazioni
precise sulle modalità progettuali ed esecutive, ma neanche sulle coperture di
questi importanti investimenti; questa scarsità di informazioni lascia perplessi, poiché per esempio coprire
questo consistente piano di investimenti con disponibilità di bilancio o con
mutui o con il retratto della vendita di immobili di proprietà o con contributi
pubblici (europei, statali o regionali) o con un mix di queste quattro
possibilità cambia notevolmente sia i prossimi bilanci che la reale possibilità di realizzare nei tempi programmati queste opere;
senza considerare che prevedere non significa realizzare un’opera, poiché a
volte queste si “impantanano”, come per esempio è già avvenuto per la piscina di
Santa Caterina, i cui albori progettuali risalgono addirittura a 25 anni fa.
Dunque,
in attesa dei necessari e obbligatori chiarimenti in merito, il giudizio
(positivo o negativo) deve restare obbligatoriamente “sospeso”.
In conclusione. Il bilancio
preventivo 2020 del Comune di Sarzana presenta “luci e ombre”,
all’interno di un “contesto di enorme difficoltà” che permane da
anni, con un equilibrio economico e finanziario assai precario e periodicamente
scosso da vicende come il riconoscimento di debiti fuori bilancio o come quelle
legate al negativo andamento di alcune partecipate (vedere il caso SPS). Questa situazione è destinata a
protrarsi nel tempo e potrà eventualmente procedere in senso positivo solo in presenza
di fatti di “straordinaria amministrazione” come per esempio: la vendita di
immobili, un costante flusso di contributi finanziari esterni (dal Governo e/o
dalla Regione e/o dall’Europa), una sentenza contro Gefil assai favorevole … ma
nel frattempo i sarzanesi devono continuare a subire una costante elevata pressione fiscale comunale (la più elevata della Val
di Magra), poiché deve finanziare un eccessivo
livello della spesa corrente.
Le
varie coalizioni partitiche succedutesi alla guida del Comune si sono scontrate
con la cruda realtà economica e finanziaria dell’Ente, caratterizzata da
continui e sostanziosi risultati
negativi di amministrazione e da alcune criticità, come per esempio l’andamento della riscossione delle entrate (in particolare della TARI, dei proventi
delle sanzioni per violazione del codice della strada e di alcuni servizi a
domanda individuale). Quest’ultimo fattore di criticità che si estrinseca sia
nelle ridotte percentuali d’incasso
dei proventi in conto competenza rispetto alle entrate accertate, sia nella contenuta riscossione dei residui
relativi alle annualità arretrate, limita
i flussi finanziari in entrata e, permanendo una elevata spesa corrente, potrebbe aumentare i rischi di uno squilibrio
sistemico, che un piano di investimenti “ambizioso” potrebbe a sua volta amplificare.
Insomma,
chiunque amministri il Comune deve camminare “sul filo
di un rasoio” … Vedremo!
Euro
Mazzi
- PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
- IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
PS: questo post fa parte di un ampio studio sui bilanci comunali e sulle
partecipate pubbliche locali, qui riportiamo solo quelli riferibili al Comune
di Sarzana:
1) ANALISI
SINTETICA DEL BILANCIO DI SARZANA: UNA SITUAZIONE FINANZIARIA PESANTE: QUI
2) COMUNE DI SARZANA: UN BILANCIO “sul filo di un rasoio” …: QUI
Per vedere gli altri post sulle partecipate sarzanesi:
- SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
- SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
- PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI - SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
- SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
- PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
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- PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI
- PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
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