Il
Consorzio
Intercomunale Rifiuti (CIR), ha sede a La Spezia, ne sono soci i 10 Comuni
della Val di Magra e del Golfo (Ameglia, Arcola, Castelnuovo M., La Spezia,
Lerici, Ortonovo, Portovenere, S. Stefano M., Sarzana e Vezzano Ligure); si è
occupato della gestione dei rifiuti nell’area spezzina a partire dal 1995 (in
sostituzione del Consorzio incenerimento
Rifiuti di La Spezia - CONIR) e veniva posto in liquidazione con la decisione
assunta in data 9/6/99 di revocare le competenze e i servizi fino ad allora
svolti per passarle ad ACAM, cessando
così le proprie funzioni operative a partire dal 1/7/99. Scopo
principale del CIR
era stato la costruzione di una
discarica per RSU (con relativa strada di accesso) in località Val Bosca nel Comune della Spezia per
far fronte all’emergenza rifiuti del periodo (appalto mediante licitazione
privata per un importo complessivo dei lavori L. 9.481.937.527 + IVA). Il
progetto era stato approvato per lo smaltimento di 218.000 m3, ma con successivo ampliamento, veniva autorizzato per
complessivi 350.000 m3 (determina
Provinciale n.17 del 4/08/98).
Abbiamo l’obiettivo di rimettere al centro dell’impegno politico le competenze, lo studio attento delle questioni, l'analisi e il tentativo di comprensione, la valorizzazione del pensiero e delle esperienze, restituendo passione alla politica. Cerchiamo di fare luce sulle decisioni e sulle pratiche di governo locale (Comuni e Regione), ma anche sui centri del potere presenti nel territorio.
sabato 26 ottobre 2019
sabato 19 ottobre 2019
LE “MAI MORTE”: IL CASO CIDAF (diciassettesima parte)
Il
Consorzio Intercomunale Deleghe Agricoltura e Foreste
(CIDAF)
è un ente che ha sede in Sarzana (Località Pallodola); nella compagine sociale partecipano
10 Comuni (Spezia, Sarzana, Arcola, Castelnuovo M., Lerici, Ameglia, Ortonovo,
Portovenere, Santo Stefano e Vezzano L.); l’ex sindaco di Ortonovo F.G. è l’attuale commissario
liquidatore, poiché l’Ente è ancora nella proceduta di liquidazione aperta
fin dal 1/5/2011.
In
questi ultimi anni il CIDAF è sparito dall’attenzione delle varie
amministrazioni comunali, molte delle quali non riportano più questo Consorzio
nell’elenco degli Enti partecipati sia sul piano degli obblighi di trasparenza
(nel sito “Amministrazione trasparente”),
che a livello di bilancio consolidato (nel perimetro del gruppo comunale),
evidenziando così una generale disattenzione, ma soprattutto una preoccupante
carenza di verifiche gestionali.
Eppure
il CIDAF,
pur essendo da anni in liquidazione, è un’entità ancora “viva”; ha un proprio
bilancio che al 31/12/2017 presentava: a) residui
attivi da riscuotere per crediti vantati verso Enti pubblici (in gran parte
dagli stessi Comuni soci) che non avevano ancora pagato per € 65.779,75 e per € 793,46; b) residui passivi
per spese ancora da saldare per €
105.119,54. La gestione di cassa al 1/1/2017 presentava un saldo iniziale
di € 43.117,22; nel corso dell’anno
venivano riscossi € 21.038,00 e
pagati € 46.259,21 e, pertanto, al
31/12/2017 il saldo di cassa ammontava a €
21.496,01.
lunedì 14 ottobre 2019
L’AGONIA FALLIMENTARE DELLA SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (sedicesima parte)
La sezione ligure della Corte dei Conti ha (finalmente!) aperto
una indagine sulle partecipate del Comune di Sarzana e in una
sua recente delibera ha accertato alcune: “criticità riscontrate relativamente alla gestione delle società partecipate”,
invitando l’Ente locale a “comunicare
l'aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla gestione delle
partecipazioni societarie al 31 dicembre 2019” (Corte dei Conti, delibera
n. 79/2019/PRSE, pag. 10), accertamento che arriva in contemporanea con la conclusione delle indagini già
aperte da tempo dalla locale Guardia di Finanza.
Questo
atteso pronunciamento giunge all’esito dell’iter di esame del rendiconto del 2016 (allora
redatto dalla Giunta Cavarra e approvato dal Consiglio Comunale nel 2017),
passato per una specifica istruttoria (Corte dei Conti, Osservazioni n. 20/2019
del 14/5/2019), seguita dalle controdeduzioni del Comune (del 21/5/2019), e
giunte così al deferimento all’adunanza pubblica del 23/5/2019.
sabato 5 ottobre 2019
BIODIGESTORE DI SALICETI: IMPIANTO SI O NO? (quarta parte)
La
proposta di realizzazione del biodigestore
anaerobico localizzato a Saliceti, nel Comune di Vezzano, ha sollevato vivaci polemiche tra i fautori e i
contrari al nuovo impianto.
Da
parte della società Re.Cos. Spa viene
negata l’esistenza di ogni tipo di rischio
per: “la coerenza e la rispondenza del progetto alla
pianificazione pubblica e le garanzie
che esso assicura in termini di qualità tecnologica, tutela ambientale,
sicurezza per il territorio in cui l’impianto sarà inserito”; insistendo
sulla bontà della localizzazione del nuovo impianto: “non stiamo parlando di un’area a
destinazione agricola (sistema
autostradale che l’ha prevalentemente condizionata e modificata, altri impianti
industriali e similari, quali la ex Barberis, l’impianto di Cdr, l’autoparco,
le attrezzature e l’impiantistica Salt)”; la scelta del sito consentirebbe anche
una proficua sinergia gestionale con
l’impianto TMB già presente (dichiarazione del 30/8/2019).
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