mercoledì 22 febbraio 2017

AGGREGAZIONE ACAM/IREN: GARANZIE REALI O ASTRATTE? (parte quarta)

La delibera con cui nei prossimi giorni i vari organi consiliari dei Comuni soci di Acam decideranno sulla “prospettiva di aggregazione” stabilisce alcune garanzie da inserire nell’avviso pubblico al fine di selezionare un operatore economico in grado di incorporare il Gruppo Acam.

Garanzie verso i lavoratori di ACAM. La delibera prevede di richiedere al “soggetto incorporante” di impegnarsi per un periodo di tempo ben determinato (massimo 5 anni) verso i lavoratori di Acam per: a) mantenere “gli attuali livelli occupazionali ed il completo superamento delle condizioni di esubero e connesse modalità di demansionamento mediante la destinazione a servizi operativi come oggi previsti nel piano di riassetto del Gruppo ACAM ai sensi dell’articolo 182 – bis della Legge Fallimentare”; b) “Il mantenimento dei vigenti CCNL e accordi sindacali di secondo livello in atto nelle società del Gruppo ACAM, salvo ipotesi migliorative da concordare con le OO.SS. rappresentative”; c) “La dimensione territoriale a livello provinciale per tutto il personale non direttamente impiegato in attività operative, per un congruo periodo e comunque non inferiore a cinque anni”.
Queste sono garanzie “minime” necessarie per ottenere il consenso dei lavoratori e delle loro Organizzazioni Sindacali, ma sono garanzie avulse dalla realtà e per valutarle adeguatamente occorre tener presente che il Piano Industriale di Iren 2015-2020 punta molto sull’efficientamento, cioè sui benefici economici derivanti da tagli di costi, risparmi e razionalizzazioni.
Non è un caso che proprio a partire dal 9/1/2017 è entrato nel vivo il processo di integrazione e armonizzazione per i circa 6.000 dipendenti del Gruppo Iren (nato in seguito all’acquisizione continua di diverse aziende locali) e che attualmente conta circa 200 contratti integrativi aziendali e, quindi, con diversità di trattamenti all’interno della stessa società. Iren punta alla semplificazione e unitarietà della gestione del personale, riducendo il costo del lavoro, e conseguentemente ha disdettato tutti i contratti integrativi, rompendo di fatto il confronto in merito con i sindacati che dopo oltre un anno non aveva prodotto risultati.
Iren mira, in particolare: ad armonizzare l’orario lavorativo per tipologia di attività, ad adottare trattamenti economici e normativi omogenei tra i diversi territori, a rafforzare gli strumenti di welfare e, soprattutto, a collegare la retribuzione aggiuntiva ai risultati aziendali.
La RSU Iren di Parma il 3/1/2017 ha così commentato l’iniziativa di Iren: “La disdetta unilaterale di tutti gli accordi aziendali è un oltraggio alla dignità dei lavoratori (…) L’intento aziendale di “stimolare un costruttivo confronto” cancellando 50 anni di accordi aziendali è un insulto ai rappresentanti dei lavoratori”.
Dunque, in questo contesto le garanzie rilasciate ai lavoratori non possono essere considerate come impegni effettivi: trascorso un certo periodo di tempo anche i lavoratori “spezzini” probabilmente dovranno accettare l’omogeneizzazione normativa e la riorganizzazione aziendale e affrontare il nodo di nuovi probabili esuberi. 
Garanzie verso ACAM.  Questo tipo di garanzie mirano al mantenimento di un presidio territoriale spezzino per almeno 5 anni: “La permanenza della dimensione operativa locale nell’ambito dei servizi pubblici e strumentali a gestione del Gruppo e, per almeno il primo quinquennio, con la permanenza dei soggetti giuridici ACAM Acque ed ACAM Ambiente”.
Si tratta di una garanzia “astratta”, poiché il Piano Industriale 2015-20 di Iren punta sulla “Razionalizzazione della struttura societaria” mediante un progressivo accentramento delle società integralmente controllate (con l’attività operativa svolta da sole 4 società per Generazione e Teleriscaldamento, Mercato, Reti, Ambiente) e una loro progressiva riduzione numerica, per determinare una consistente riduzione dei costi operativi e una maggior chiarezza nella responsabilità dei risultati e nel raggiungimento degli obiettivi, oltre ad essere un fattore determinante nel processo di integrazione del Gruppo.
E’ prevedibile che ben presto questo presidio territoriale spezzino venga riassorbito nella struttura di Iren e sostituito con semplici uffici.
Garanzie verso i Comuni-soci di ACAM. Sono le vere e uniche garanzie effettive richieste ad Iren, tenuto conto che l’intento è di non procedere con ulteriori dismissioni di assets e/o di quote societarie, ma di favorire una “fusione per incorporazione” di Acam in Iren, la sola in grado di permettere e garantire il permanere di una partecipazione: “La sussistenza di opportune misure di governance e patti parasociali in grado di permettere la valenza decisionale del territorio provinciale relativamente ai servizi che lo interessano direttamente”.
Quindi l’ipotesi dell’incorporazione è preferita anche (e soprattutto) perché permette di possedere le nuove azioni e poter così entrare nella “governance” dell’incorporante, cioè nei delicati e dinamici equilibri tra soci pubblici (i comuni e quindi i sindaci riferibili ai partiti) e privati (i quali mirano a massimizzare i profitti) che controllano l’assemblea dei soci.
Conseguentemente, esiste un “prezzo” o meglio: “Un valore base, da porre a base d’asta, riconosciuto pari a 58 mln di euro, come da relazione estimativa redatta da PWC agli atti della società ACAM”.
Il valore di Acam è un dato particolarmente importante, poiché è posto alla base della gara per determinare l’offerta economica di chi intende aggiudicarsi l’acquisto del Gruppo Acam, ma anche per determinare il prezzo di “conversione” (“rapporto di concambio”) delle quote di proprietà dei singoli soci. Trattandosi di una fusione per incorporazione (cioè Iren assorbe Acam) i soci di Acam avranno diritto ad avere un determinato numero di azioni della incorporante.
Garanzie verso i cittadini.  Si tratta di una garanzia inserita nel contesto della valutazione della proposta industriale avanzata dal soggetto incorporante: “la valutazione dei minori impatti tariffari che lo stesso potrà garantire”. Si tratta solo di una “ipotesi” dato che il Piano industriale di Acam prevede comunque continui adeguamenti tariffari in aumento sia per l’acqua che per la gestione dei rifiuti.
Del resto, già gli attuali utenti di Iren in molte occasioni si sono lamentati dei periodici rincari tariffari relativi alla gestione dei rifiuti, anche perché hanno aumentato la raccolta differenziata e si aspettavano sconti. Stesso discorso per l’acqua: l’Aeegsi ha recentemente approvato le tariffe 2016-2019 per i gestori del Servizio Idrico Integrato della Regione Emilia-Romagna con incrementi medi intorno al 5,5%.
Dunque, tutti auspicherebbero un operatore che riduce le tariffe, ma poi puntualmente arrivano i rincari.
Insomma, le garanzie poste nella delibera appaiono “astratte” e poco aderenti alla realtà, sembrano mirare al consenso immediato di lavoratori e cittadini; sono invece garanzie concrete solo quelle avanzate per i Comuni-soci di Acam che riceveranno “effettive” azioni per entrare così nella “governace” di Iren e ottenere dei dividendi (assai vantaggiosi per le loro casse); ma gli utili eventualmente incassati dai Comuni deriveranno proprio dalle riduzioni dei costi e/o dall’aumento delle tariffe previsti nel Piano Industriale 2015-2020 e allora … prepariamoci già oggi al futuro rito ipocrita dei comunicati e degli ordini del giorno di “solidarietà” verso i lavoratori o i cittadini “colpiti” dalle inevitabili ricadute delle prossime ristrutturazioni organizzative.
Euro Mazzi

Vedi qui le precedenti puntate:
prima parte:  qui
seconda parte: qui
terza parte: qui
 
 

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