La
delibera con cui nei prossimi giorni i vari organi consiliari dei Comuni soci
di Acam decideranno sulla “prospettiva di aggregazione” stabilisce alcune
garanzie da inserire nell’avviso pubblico al fine di selezionare un operatore
economico in grado di incorporare il Gruppo Acam.
Garanzie
verso i lavoratori di ACAM. La delibera prevede di richiedere al “soggetto
incorporante” di impegnarsi per un periodo di tempo ben determinato (massimo 5
anni) verso i lavoratori di Acam per: a) mantenere “gli attuali livelli
occupazionali ed il completo superamento delle condizioni di esubero e connesse modalità di demansionamento mediante la
destinazione a servizi operativi come oggi previsti nel piano di riassetto del
Gruppo ACAM ai sensi dell’articolo 182 – bis della Legge Fallimentare”; b) “Il mantenimento dei vigenti CCNL e accordi sindacali di secondo livello in
atto nelle società del Gruppo ACAM, salvo ipotesi migliorative da concordare
con le OO.SS. rappresentative”; c) “La
dimensione territoriale a livello
provinciale per tutto il personale non direttamente impiegato in attività
operative, per un congruo periodo e comunque non inferiore a cinque anni”.
Queste
sono garanzie “minime” necessarie per ottenere
il consenso dei lavoratori e delle loro Organizzazioni Sindacali, ma sono garanzie avulse dalla realtà e per
valutarle adeguatamente occorre tener presente che il Piano Industriale di Iren
2015-2020 punta molto sull’efficientamento, cioè sui benefici economici
derivanti da tagli
di costi, risparmi e razionalizzazioni.
Non
è un caso che proprio a partire dal 9/1/2017 è entrato nel vivo il processo di
integrazione e armonizzazione per i circa 6.000 dipendenti del Gruppo Iren
(nato in seguito all’acquisizione continua di diverse aziende locali) e che
attualmente conta circa 200 contratti integrativi aziendali e, quindi, con
diversità di trattamenti all’interno della stessa società. Iren punta alla semplificazione e unitarietà della gestione
del personale, riducendo il costo
del lavoro, e conseguentemente ha disdettato tutti i contratti integrativi,
rompendo di fatto il confronto in merito con i sindacati che dopo oltre un anno
non aveva prodotto risultati.
Iren
mira, in particolare: ad armonizzare l’orario lavorativo per tipologia di
attività, ad adottare trattamenti economici e normativi omogenei tra i diversi
territori, a rafforzare gli strumenti di welfare
e, soprattutto, a collegare la retribuzione aggiuntiva ai risultati aziendali.
La
RSU Iren di Parma il 3/1/2017 ha così commentato l’iniziativa di Iren: “La disdetta unilaterale di tutti gli
accordi aziendali è un oltraggio alla
dignità dei lavoratori (…) L’intento aziendale di “stimolare un costruttivo
confronto” cancellando 50 anni di accordi aziendali è un insulto ai rappresentanti dei lavoratori”.
Dunque,
in questo contesto le garanzie rilasciate ai lavoratori non possono essere considerate
come impegni effettivi: trascorso un certo periodo di tempo anche i lavoratori “spezzini” probabilmente dovranno
accettare l’omogeneizzazione normativa e la riorganizzazione aziendale e affrontare il nodo di nuovi
probabili esuberi.
Garanzie
verso ACAM.
Questo tipo di garanzie mirano al
mantenimento di un presidio territoriale
spezzino per almeno 5 anni: “La
permanenza della dimensione operativa
locale nell’ambito dei servizi pubblici e strumentali a gestione del Gruppo
e, per almeno il primo quinquennio, con la permanenza dei soggetti giuridici
ACAM Acque ed ACAM Ambiente”.
Si tratta di una garanzia “astratta”, poiché
il Piano Industriale 2015-20 di Iren punta sulla “Razionalizzazione della struttura societaria” mediante un
progressivo accentramento
delle società integralmente controllate (con l’attività operativa svolta da sole
4 società per Generazione e Teleriscaldamento, Mercato, Reti, Ambiente) e
una loro progressiva riduzione numerica, per determinare una consistente riduzione dei costi operativi e una maggior chiarezza
nella responsabilità dei risultati e nel raggiungimento degli obiettivi, oltre
ad essere un fattore determinante nel processo di integrazione del Gruppo.
E’ prevedibile che ben presto questo
presidio territoriale spezzino venga riassorbito nella struttura di Iren e
sostituito con semplici uffici.
Garanzie
verso i Comuni-soci di ACAM. Sono le vere e uniche garanzie
effettive richieste ad Iren, tenuto conto che l’intento è di non procedere con
ulteriori dismissioni di assets e/o
di quote societarie, ma di favorire una “fusione per incorporazione” di Acam in Iren, la
sola in grado di permettere e garantire il permanere di una partecipazione: “La sussistenza di opportune misure di governance e patti parasociali in grado di permettere la valenza decisionale del
territorio provinciale relativamente ai servizi che lo interessano direttamente”.
Quindi
l’ipotesi dell’incorporazione è preferita anche (e soprattutto) perché permette
di possedere le nuove azioni e poter
così entrare nella “governance”
dell’incorporante, cioè nei delicati e dinamici equilibri tra soci pubblici
(i comuni e quindi i sindaci riferibili ai partiti) e privati (i quali mirano a
massimizzare i profitti) che controllano l’assemblea dei soci.
Conseguentemente,
esiste un “prezzo” o meglio: “Un valore
base, da porre a base d’asta, riconosciuto pari a 58 mln di euro, come da relazione estimativa redatta da PWC agli
atti della società ACAM”.
Il
valore di Acam è un dato particolarmente importante, poiché è posto alla base
della gara per determinare l’offerta economica di chi intende aggiudicarsi
l’acquisto del Gruppo Acam, ma anche per determinare il prezzo di “conversione”
(“rapporto di concambio”) delle
quote di proprietà dei singoli soci. Trattandosi di una fusione per
incorporazione (cioè Iren assorbe Acam) i
soci di Acam avranno diritto ad avere un determinato numero di azioni della
incorporante.
Garanzie
verso i cittadini. Si tratta di una garanzia inserita nel
contesto della valutazione della
proposta industriale avanzata dal soggetto incorporante: “la valutazione dei minori impatti tariffari che lo stesso potrà
garantire”. Si tratta solo di una “ipotesi” dato che il Piano industriale
di Acam prevede comunque continui
adeguamenti tariffari in aumento sia per l’acqua che per la gestione dei
rifiuti.
Del
resto, già gli attuali utenti di Iren in molte occasioni si sono lamentati dei periodici rincari tariffari relativi
alla gestione dei rifiuti, anche perché hanno aumentato la raccolta
differenziata e si aspettavano sconti. Stesso discorso per l’acqua: l’Aeegsi ha
recentemente approvato le tariffe 2016-2019 per i gestori del Servizio Idrico
Integrato della Regione Emilia-Romagna con incrementi medi intorno al 5,5%.
Dunque,
tutti auspicherebbero un operatore che
riduce le tariffe, ma poi puntualmente arrivano i rincari.
Insomma,
le garanzie poste nella delibera
appaiono “astratte” e poco aderenti alla realtà, sembrano mirare al consenso immediato di
lavoratori e cittadini; sono invece garanzie concrete solo quelle avanzate per
i Comuni-soci di Acam che riceveranno “effettive” azioni per entrare così nella
“governace” di Iren e ottenere dei dividendi (assai
vantaggiosi per le loro casse); ma gli
utili eventualmente incassati dai Comuni deriveranno proprio dalle riduzioni
dei costi e/o dall’aumento delle tariffe previsti nel Piano Industriale
2015-2020 e allora … prepariamoci già oggi al futuro rito ipocrita dei comunicati e degli ordini del giorno di “solidarietà”
verso i lavoratori o i cittadini “colpiti” dalle inevitabili ricadute delle
prossime ristrutturazioni organizzative.
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