La
prima indicazione utile su cui riflettere riguarda i votanti e gli astenuti.
Dal 1995 al 2022 il numero degli aventi diritto al voto alle elezioni comunali
sono stati in costante crescita passando da 6.999 del 1995 alle 7.128 del 2019
(+1,84%) per poi diminuire leggermente nelle ultime elezioni regionali del 2020
(7.062) e in quelle politiche del 2022 (6.823, pari a -2,51%); ora (nel 2024)
sono risaliti a 7.156 (+156 elettori, pari a +2,24%).
A
fronte di questo andamento, sostanzialmente in leggera crescita degli aventi
diritto al voto, stanno invece le indicazioni riguardanti sia i votanti che
l’astensione al voto.
I votanti hanno un andamento costantemente al ribasso, essendo passati dai 5.941 del 1995 (pari al 84,88% degli elettori) a 5.118 del 2019 (pari al 71,80% degli elettori); dunque a livello delle elezioni comunali i votanti sono calati di 823 unità.
Nelle ultime elezioni regionali del 2020 i votanti sono stati 4.983 (pari al 70,56% degli elettori), mentre in quelle politiche del 2022 sono stati 4.699 (pari al 68,87% degli elettori); dunque, il calo dei votanti è stato più marcato con -1.242 unità rispetto ai votanti del 1995.
Occorre subito notare che le elezioni per il rinnovo degli organi a livello comunale riscuotono sempre maggiore interesse negli aventi diritto al voto rispetto a quello delle elezioni più politiche; questo maggior interesse dipende sia dalla circostanza che gli elettori conoscono maggiormente i candidati e/o forse perché gli interessi per la politica di un comune riguardano più direttamente i cittadini rispetto a elezioni regionali o per il rinnovo di Camera e del Senato.
Al contrario, l’astensione al voto è in continua crescita; nelle elezioni comunali l’astensionismo è passato da 607 del 1995 (pari al 8,67% degli elettori) a 1.876 unità del 2022 (pari al 27,50% degli elettori).
A questo astensionismo dichiarato occorre aggiungere coloro che votano scheda bianco o annullano il proprio voto; nel 1995 vi erano state 451 schede non valide (pari al 6,44% degli elettori) progressivamente diminuite a 248 nel 2022 (pari al 3,63% degli elettori).
In conclusione a queste prime riflessioni, occorre segnalare che nel 2022 circa il 30% di elettori non ha espresso la propria preferenza politica; se si escludono coloro che risiedono all’estero e coloro che sono impossibilitati a votare per ragioni di salute, questi dati comunque segnalano un crescente malessere verso la “politica” espressa dai vari partiti o movimenti organizzati.
Del resto, a livello nazionale nelle ultime elezioni del settembre 2022 per il rinnovo della Camera dei Deputati su 46,0 milioni di elettori l’astensionismo è stato pari a 16,6 milioni (36,09% degli elettori) e le schede non valide sono state pari a 1,3 milioni (2,86% degli elettori); in sostanza quasi il 38,95% degli elettori non esprime il proprio orientamento elettorale.
Questa riflessione dovrebbe in prospettiva preoccupare tutti gli “attivisti politici”, poiché la disaffezione al voto è in costante crescita, anche se nelle elezioni comunali questo fenomeno è leggermente inferiore.
I votanti hanno un andamento costantemente al ribasso, essendo passati dai 5.941 del 1995 (pari al 84,88% degli elettori) a 5.118 del 2019 (pari al 71,80% degli elettori); dunque a livello delle elezioni comunali i votanti sono calati di 823 unità.
Nelle ultime elezioni regionali del 2020 i votanti sono stati 4.983 (pari al 70,56% degli elettori), mentre in quelle politiche del 2022 sono stati 4.699 (pari al 68,87% degli elettori); dunque, il calo dei votanti è stato più marcato con -1.242 unità rispetto ai votanti del 1995.
Occorre subito notare che le elezioni per il rinnovo degli organi a livello comunale riscuotono sempre maggiore interesse negli aventi diritto al voto rispetto a quello delle elezioni più politiche; questo maggior interesse dipende sia dalla circostanza che gli elettori conoscono maggiormente i candidati e/o forse perché gli interessi per la politica di un comune riguardano più direttamente i cittadini rispetto a elezioni regionali o per il rinnovo di Camera e del Senato.
Al contrario, l’astensione al voto è in continua crescita; nelle elezioni comunali l’astensionismo è passato da 607 del 1995 (pari al 8,67% degli elettori) a 1.876 unità del 2022 (pari al 27,50% degli elettori).
A questo astensionismo dichiarato occorre aggiungere coloro che votano scheda bianco o annullano il proprio voto; nel 1995 vi erano state 451 schede non valide (pari al 6,44% degli elettori) progressivamente diminuite a 248 nel 2022 (pari al 3,63% degli elettori).
In conclusione a queste prime riflessioni, occorre segnalare che nel 2022 circa il 30% di elettori non ha espresso la propria preferenza politica; se si escludono coloro che risiedono all’estero e coloro che sono impossibilitati a votare per ragioni di salute, questi dati comunque segnalano un crescente malessere verso la “politica” espressa dai vari partiti o movimenti organizzati.
Del resto, a livello nazionale nelle ultime elezioni del settembre 2022 per il rinnovo della Camera dei Deputati su 46,0 milioni di elettori l’astensionismo è stato pari a 16,6 milioni (36,09% degli elettori) e le schede non valide sono state pari a 1,3 milioni (2,86% degli elettori); in sostanza quasi il 38,95% degli elettori non esprime il proprio orientamento elettorale.
Questa riflessione dovrebbe in prospettiva preoccupare tutti gli “attivisti politici”, poiché la disaffezione al voto è in costante crescita, anche se nelle elezioni comunali questo fenomeno è leggermente inferiore.
Infatti, nelle ultime elezioni comunali del 2019 l'astensionismo è stato del
26,25%, a cui si deve aggiungere i voti non validi pari al 1,95%.
Il prodotto e il modo di fare “politica” deve necessariamente essere cambiato e rinnovato.
Il prodotto e il modo di fare “politica” deve necessariamente essere cambiato e rinnovato.
Cadute
le adesioni di tipo ideologico verso una “fede” politica, occorre che
tutti gli “attivisti politici” meditino assai bene su come “confezionare”
e “somministrare” la propria proposta politica, poiché l’astensionismo
segnala una caduta di consenso che in prospettiva potrebbe creare grossi
problemi di tenuta per il sistema democratico stesso.
Euro
Mazzi
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