sabato 14 settembre 2019

BIODIGESTORE DI SALICETI: IL TRASFORMISMO E LA “RUMENTA” (prima parte)

In data 16/5/2019 è stato pubblicamente presentato dalla società Re.Cos. Spa il progetto del nuovo impianto biodigestore anaerobico per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata da realizzare nell’area di Saliceti (nel comune di Vezzano Ligure) accanto al già esistente impianto TMB (trattamento meccanico-biologico) per la produzione di CDR (combustibile da rifiuti).
Questo nuovo impianto sorgerà su un’area di 60mila mq., di cui 25mila mq. sarà occupato da un edificio a struttura coperta (appositamente mantenuta in depressione per evitare fughe all’esterno), dove le sostanze organiche introdotte verranno lavorate e trasformate per produrre biogas (metano) e ammendante compostato misto; l’impianto è dimensionato per il trattamento di circa 60mila ton. all’anno di Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani), di cui circa 29mila ton. provenienti dalla raccolta spezzina e le rimanenti da quella dell’area del Tigulio e di Genova.La presentazione del progetto se ha chiarito la definitiva localizzazione dell’impianto rispetto alle varie ipotesi precedenti (ad esempio a Boscalino di Arcola), dall’altra ha sviluppato ulteriormente le polemiche tra i sostenitori e gli oppositori a questo nuovo impianto, in particolare in merito: alla localizzazione; alla possibilità di inquinamento della falda acquifera; ai possibili rischi derivanti da incidenti all’impianto (odori, perdite di percolato, dispersione di batteri, esplosioni, ecc.); all’aumento del traffico veicolare nella zona;  agli errori procedurali (mancato aggiornamento dei vari Piani, mancata attivazione della VAS, ecc.).
Progetto impianto digestore di Saliceti
La realizzazione di questo nuovo impianto presenta aspetti assai complessi, articolati, specialistici e tecnici e, pertanto, appare opportuno specificare alcune problematiche.
1)   Perché il progetto è stato presentato dalla società Re.Cos. Spa? Questa società è operativa dal 1/10/2016 e nasce il 29/9/2016 a rogito del Notaio Biglia di Saronno, è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri e dispone di un capitale sociale di € 3.516.000,00 interamente versato e ripartito tra i seguenti soci: - ACAM Spa con una quota del 49% del capitale sociale (ora a seguito dell’aggregazione da IREN); - il 51% è posseduto dall’RTI costituito tra IREN Ambiente Spa e Ladurner Srl (con il 25,5% ciascuna).
Questa nuova società era il frutto di una complessa operazione di scissione parziale e proporzionale di ACAM Ambiente Spa che prevedeva: a) la concessione dell’usufrutto dei due complessi impiantistici (impianto TMB di Saliceti e quello di Boscalino); b) la cessione di un ramo aziendale collegato alla gestione di questi due impianti con una serie di impegni: 1) l’affidamento in gestione, la manutenzione e l’esecuzione di opere di revamping dell’impianto TMB di Saliceti di produzione di CDR per ripristinarlo e passare alla produzione di CSS (combustibile solido secondario, più prezioso rispetto al CDR), con una capacità di trattamento di 85mila ton. di indifferenziato (poi aumentata a 96.000 ton. e poi a 105.000 ton.), di cui 55mila ton. provenienti da Spezia e 30mila ton. dal Tigulio; 2) l’affidamento in gestione e la manutenzione dell’impianto di trasferenza/compostaggio sito in Boscalino; 3) la realizzazione di un impianto di Digestione anaerobica presso il sito di Boscalino per il trattamento della frazione organica e verde con una capacità di 20mila ton. di organico, di cui 15mila ton. provenienti dallo spezzino.

Progetto impianto digestore di Saliceti
Il progetto iniziale prevedeva una durata del regime di concessione dell’affidamento del servizio di 26 anni (presupponendo perciò un prolungamento dell’affidamento in house della gestione dei rifiuti ad ACAM Ambiente da parte dei Comuni fino al 2042); con investimenti previsti da realizzare per l’impianto CDR e la stazione di Boscalino pari a 6,7 €/milioni e per il nuovo impianto di Digestione anerobica pari a 8,6 €/milioni.
Questa operazione di “scissione” modificava l’originario “Piano di Riassetto del luglio 2013”(ex art. 182 bis della Legge Fallimentare, accordo di ristrutturazione del debito), poiché il prezzo per la cessione del 51% di questa nuova società faceva entrare nelle casse di ACAM circa 7,1 €/milioni (cifra posta a base d’asta), corrisposta per 4,1 €/milioni all’acquisto della partecipazione e per la restante parte all’esito delle verifiche.
La costituzione di questa società arrivava alla conclusione di un processo iniziato in data 4/6/2014 quando l’assemblea dei Soci di ACAM conferiva mandato all’AD Garavini di verificare la proposta di “project financing” avanzata in data 26/2/2014 ad ACAM Ambiente Spa dalla costituenda RTI (Raggruppamento Temporanea di Imprese) tra le società IREN Ambiente Spa e Ladurner Srl. Successivamente questo progetto è stato deliberato dalla Provincia, dai vari Consigli Comunali e poi definitivamente approvato all’unanimità dall’assemblea dei Sindaci-soci; infine era stata da ACAM indetta una gara nell’aprile 2016 e terminata nel luglio 2016 con l’aggiudicazione definitiva all’unica proposta presentata da IREN/Ladurner.
I motivi di spazio per non fare a Boscalino il digestore

Questa sintetica risposta alla prima domanda evidenzia come: a) Re.Cos. non abbia avuto il mandato dei Comuni spezzini per realizzare il biodigestore a Saliceti, ma solo quello previsto a Boscalino; b) il nuovo biodigestore è diverso anche per le quantità trattate (cioè è dimensionato non solo sulle esigenze spezzine, ma anche su quelle del Levante Ligure), oltre a differenze progettuali.
2)   Perché le decisioni assunte nel 2015/16 non hanno suscitato le accese polemiche attuali? Una prima risposta è connessa sia alla reazione per il passaggio da una previsione alla sua effettiva realizzazione dell’impianto, che al mutamento del contesto progettuale; ma queste appaiono motivazioni superficiali, poiché l’attuale mobilitazione contro il biodigestore di Saliceti è ampia e coinvolge anche varie associazioni, partiti, esponenti politici di rilievo e gli stessi Enti locali.
Al contrario, l’operazione di scissione descritta in precedenza fu contestata da “pochi”: da alcuni consiglieri comunali, da qualche esponente ambientalista (ad esempio Cucciciello), da “gruppetti” sparsi di cittadini; eppure, nel progetto del 2015 era già prevista la realizzazione di un biodigestore seppur localizzato a Boscalino e di minori dimensioni. 
Progetto impianto digestore di Boscalino
Infatti, i Consigli dei Comuni-soci di ACAM si svolsero nel dicembre 2015 senza particolari e accesi contrasti, per esempio:
-       nel Comune di Luni due consiglieri di Rifondazione Comunista si astennero al momento del voto, suscitando le rimostranze degli altri consiglieri di maggioranza del PD  non gradendo questa distinzione dal loro voto favorevole.
-       ad Arcola il Piano veniva votato dalla maggioranza PD; il Sindaco chiedeva però un “ristoro economico” per i disagi eventualmente subiti dalla popolazione, come per l’analogo contributo percepito dai comuni di Vezzano e Santo Stefano per l’impianto CDR. Il Sindaco stesso rassicurava comunque i propri cittadini che: “non essendoci emissioni nell’aria non produrrà alcun inquinamento, noi comunque saremo sempre vigili a che non ci siano conseguenze per la salute dei nostri cittadini”.
-       a Spezia il Piano passava con il voto favorevole della maggioranza del PD, mentre  Rifondazione, FI e M5S votavano contro e 2 consiglieri si astenevano;
-       a Lerici il voto favorevole fu quasi unanime, pur con i dubbi del Sindaco che dichiarava: “voto di fiducia in un cambio di rotta da parte di Acam”, solo l’esponente di Sel votava contro.
-       a Sarzana il voto era favorevole da parte della maggioranza PD, contrari solo Zanetti e Chiappini, astenuta la Frassini. Il sindaco Cavarra dichiarava: “La strada portata avanti dal nuovo management è quella giusta, ora c'è bisogno di un segnale forte per sostenere il percorso propositivo dell'azienda”.
Progetto impianto digestore di Boscalino
-       a Vezzano il voto era favorevole da parte della maggioranza PD, solo 4 i voti contrari (M5S e centrodestra), oltre all’astensione dell’esponente di Rifondazione. 
-       A Castelnuovo M. il Piano passava con 6 voti favorevoli, di cui 5 dei consiglieri PD, 1 voto contrario e 1 di astensione da parte dei due rappresentati di Rifondazione, mentre 2 consiglieri della lista civica NOI PER CASTELNUOVO non partecipavano al voto per protesta (per le motivazioni di questa protesta vedere i post in calce al presente post).
-       La successiva assemblea dei soci composta dai Sindaci dei vari Comuni-soci all’unanimità approvava il Piano, dando il via libera all’indizione della gara, con l’esito sopra descritto.
Questa sintetica ricostruzione delle votazioni registrate nei vari Consigli Comunali evidenzia come il PD allora fosse totalmente schierato a favore sia del Piano di scissione che della realizzazione di un biodigestore (seppur a Boscalino e di minore dimensione); oggi al contrario tutti i principali esponenti del PD sono schierati contro; stesso cambiamento anche per alcuni Comuni (ad esempio quelli di Vezzano, Santo Stefano e Arcola). Cosa è cambiato per indurli a questa “evidente capriola”? Si può ritenere semplicemente che l’aver "perso" prima la Regione e poi alcuni Comuni (Spezia, Sarzana, ecc.) abbia originato la necessità di assumere “toni da opposizione” per ritornare ad essere “popolari”.
Stesso discorso vale (al contrario) per molti esponenti del centro-destra: nel 2015 si espressero contro o si astennero, pochi comunque votarono a favore. Oggi invece sono quasi tutti favorevoli. Anche per loro vale la stessa semplice risposta, ma opposta: avere "il governo" della Regione e di molti Comuni li porta ad essere “più responsabili”, votando favorevolmente alle stesse o simili soluzioni precedentemente già adottate dal PD. Insomma un chiaro esempio di “trasformismo”. 
Progetto impianto digestore di Boscalino
3)   Perché i rifiuti dal Tigulio? Una ulteriore conferma di questo “trasformismo” lo si ritrova nella questione dei rifiuti provenienti dal Levante Ligure. Nel dicembre 2014, per far fronte all’emergenza rifiuti nel genovese (a causa del blocco della discarica di Scarpino), veniva stipulato un accordo tra ACAM e AMIU, con il benestare della Regione Liguria e dell’assessore all’ambiente Raffaella Paita, nonché della Provincia di Spezia (vedere determina n. 936 del 23/12/2014), affinché circa 100 ton. al giorno di rifiuti del Levante ligure potessero essere inviate all’impianto di Saliceti.
La stessa scelta veniva adottata successivamente anche dalla nuova Giunta Toti che alla fine del 2015 riconosceva valenza regionale all’impianto di Saliceti, risolvendo nell’immediato il problema dell’emergenza rifiuti nel Levante ligure confermando l’invio di questi rifiuti a Saliceti, ma soprattutto modificando il Piano originariamente approvato di prevedere il biodigestore a Boscalino con lo spostamento a Saliceti, sito capace di ospitare un impianto più grande proprio per rispondere alle aumentate esigenze del Levante ligure.
In conclusione. La risposta a queste prime tre domande evidenzia il “trasformismo” di molti esponenti politici che rispondono ad un problema reale adeguandosi alle immediate necessità di acquisire consenso: nel momento del "governo" hanno assunto i tipici motti propagandistici “del fare”, del “dare risposte” e del “soddisfare i bisogni”; mentre "dall’opposizione" vengono evidenziate “le lacune”, “la cecità” e “l’insensibilità” di chi governa.
Progetto impianto digestore di Boscalino
Sembrerebbe che essere al "governo" rende “responsabili” e ti fa “ingoiare tutti i rospi”; in tal senso, si possono riportare le esemplari parole del Sindaco di Vezzano che in data 15/12/2015 dichiarava nell’approvare il Piano di ACAM: “Non è a cuor leggero che si ritiene di dover avallare tale percorso ma è in piena consapevolezza  del contesto che lo origina; chi amministra è chiamato ad assumersi delle responsabilità e, in assenza di altre opzioni validamente percorribili, è il senso di responsabilità che impone di approvare questa soluzione”. Al contrario, quando sei "all’opposizione" ti puoi permettere qualsiasi “strumentalizzazione propagandistica, avendo quale unico fine quello di mettere in difficoltà chi "governa", eludendo le problematiche reali e la ricerca di soluzioni anche alternative.
Questo modo di fare politica ha già fatto ed è destinato a fare “disastri”, alcuni esempi rimanendo nell’argomento: - la vicenda stessa del Gruppo ACAM è emblematica di una gestione quasi “fallimentare”; - la gestione dei rifiuti in Liguria è caratterizzata dalla “costante emergenza” tamponata con soluzioni improvvisate e di corto respiro; - le negative conseguenze ambientali della politica delle discariche a Spezia sono enormi; - i costi sostenuti dai cittadini sono elevati e la TARI rimane ad alti livelli, nonostante un progressivo aumento della raccolta differenziata.
I cittadini devono capire che il “trasformismo” è strettamente collegato al “clientelismo”, entrambi sono modi deleteri di fare politica che devono essere apertamente combattuti (a cominciare dal non ri-votare i “trasformisti”) se si vuole un reale cambiamento anche nell’affrontare problematiche così complesse e difficili come la scelta del biodigestore oggetto del presente post.
Una alternativa esiste e consiste nell’imparare a rimettere al centro dell’impegno politico le competenze, lo studio attento delle questioni, l’analisi e il tentativo di comprensione, la valorizzazione del pensiero e delle esperienze, restituendo passione alla politica e capacità di risoluzione dei problemi (… del resto, questo è lo scopo di questo blog).

Euro Mazzi    
 

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1)   SE ACAM PIANGE I COMUNI NON RIDONO … E NOI PAGHIAMO: QUI
2)   IL LUNGO CREPUSCOLO DI ACAM: AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI RIASSETTO 2013: QUI
3)   IL CREPUSCOLO DI ACAM E LA PRIVATIZZAZIONE PARZIALE DEL SERVIZIO SMALTIMENTO RIFIUTI: QUI
4)   ACAM: IL VIVACE CONFRONTO SUI SACRIFICI E SULLE TARIFFE: QUI

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2 commenti:

  1. salve,

    ricostruzione puntuale ..come dico sempre qualcuno dovrebbe farsi un esamino di coscienza .. anche e soprattutto tra gli ambientalisti che recentemente han fatto le marce con certa gente ..

    ..solo una cosa su Boscalino era già previsto l'import di Forsu dal Tugullio in quanto ricadente nella "nostra" area omogenea ..dunque la quantitá da trattare sarebbe stata maggiore delle 20 mila/anno nostrane ..

    ..p.s. vorrei chiedere la cortesia di correggere il mio cognome laddove è stato menzionato .. mi chiamo Cucciniello Corrado - Comitati Spezzini

    Distinti Saluti

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  2. Salve,

    ricostruzione dei fatti puntuale .. come dico sempre qualcuno dovrebbe farsi un esamino di coscienza
    ..anche e soprattutto tra gli ambientalisti che recentemente han fatto le marce con certa gente ..

    solo una cosa: a Boscalino si prevedeva già l'import di Forsu dal Tugullio in quanto facente parte della "nostra" area omogenea ..dunque la quantitá trattare non sarebbe stata solo 20mila ton/a ..

    p.s. una cortesia ..se volesse correggere il mio cognome laddove l'ha menzionato le sarei grato: mi chiamo Cucciniello Corrado Comitati Spezzini ..

    distinti saluti

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