sabato 3 novembre 2018

SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: Quanto ci costa l’acqua (prima parte)

Una tariffa è il prezzo per fruire di un servizio; è un corrispettivo a fronte di servizi erogati (trasporto ferroviario, servizio postale e telefonico, fornitura del gas, elettricità, acqua o altre utenze); è fissata da un’autorità o ente o impresa pubblica, ma è definita in base a rapporti contrattuali.
Una tariffa, dunque, non è un tributo (come sono le imposte dirette o indirette o le varie tipologie di tasse), in quanto non è un prelievo caottivo introdotto da una legge, ma è un corrispettivo per esempio per usufruire del servizio idrico integrato (SII), come previsto dall’art. 154 del Dlgs. 3/4/2006, n. 152: “1. La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”. Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”.Dunque, la normativa stabilisce che la tariffa dell’acqua è determinata tenendo conto della necessità di “copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio” (full cost recovery), per consentire all’affidatario del SII di recuperare tutti i costi sostenuti per l'erogazione del servizio stesso.
Il procedimento di calcolo della tariffa è piuttosto complesso ed è regolamentato da una metodologia fissata a livello nazionale (analisi che tralasciamo per motivi di spazio); tuttavia il principio fondamentale di tale calcolo è piuttosto semplice: le somme raccolte attraverso le bollette de­vono coprire completamente tutti i costi di gestione del servizio e anche i costi della realizzazione di nuove opere, cioè il servizio dovrebbe essere integralmente finanziato dai proventi della tariffa. Questa regola è affermata sia dalla legislazione comunitaria che da quella nazionale e appare del tutto coerente con il progressivo abbandono di un modello di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica basato sul finanziamento diretto da parte degli enti assuntori (cioè parzialmente a carico del contribuente). Quindi, la tariffa dell’acqua è un corrispettivo determinato in modo tale da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del servizio stesso.
A questo punto occorre introdurre una distinzione terminologica tra metodo tariffario e tariffa (propriamente detta): il primo è l'algoritmo matematico generale valido su tutto il territorio nazionale; la seconda rappresenta il concreto corrispettivo della fornitura del servizio, che sarà diverso a seconda dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di riferimento.
Le competenze per la determinazione del metodo tariffario, da un lato, e delle tariffe, dall'altro, fanno capo a diversi enti; in sintesi, i soggetti coinvolti sono quattro: il Ministero dell’Ambiente definisce il costo della risorsa idrica; l’Autorità Nazionale (AEEGSI, ora ARERA) predispone ed approva il metodo tariffario; l'Ente di Governo (EGA) dell’ATO (in collaborazione con il gestore del servizio idrico integrato) predispone la tariffa; ARERA poi approva la tariffa e controlla la corretta gestione.
Le competenze e le modalità di calcolo della tariffa sono variate nel tempo (tralasciamo questi aspetti di variazione per motivi di spazio); a partire dall'anno 2013 la competenza per l’approvazione delle tariffe è passata all’Autorità Nazionale (AEEGSI, ora ARERA), la quale ha attualmente stabilito che il Metodo Tariffario Idrico per il secondo periodo regolatorio (MTI-2), prevede che il valore delle tariffe 2016, 2017, 2018 e 2019 si ottenga moltiplicando il valore delle tariffe dell'anno 2015 per i coefficienti moltiplicativi ("teta2016-2017-2018-2019") risultanti dalle elaborazioni dei dati effettuate applicando il metodo predisposto dall’Autorità.
La struttura dell’articolazione dei corrispettivi all'utenza (cioè la tariffa) viene definita dall’Ente di Governo dell'Ambito (EGA), ed è composta da: - quota fissa, indipendente dal consumo di acqua, espressa in Euro/anno; - quota variabile, in relazione al consumo di acqua, espressa in €/m3; i prezzi unitari del servizio di acquedotto variano poi in base a scaglioni di consumo.
La tariffa del SII comprende le quote relative al servizio acquedotto, al servizio fognatura e al servizio depurazione. Le tariffe del servizio acquedotto sono diversificate in funzione della tipologia dell'utenza secondo le seguenti categorie: - uso domestico residente; - uso domestico non residente; - uso pubblico di interesse comunale; - usi industriale, commerciale e servizi; - uso allevamento.
La struttura della tariffa acquedotto è del tipo binomiale, in quanto costituita da una quota fissa e da una quota variabile in funzione del consumo; mentre quella dei servizi di fognatura e di depurazione può anche essere identica per tutte le tipologie di consumo ed è applicata alle utenze effettivamente allacciate alla rete fognaria recapitante ad un  impianto di depurazione in funzione.
La struttura tariffaria è così articolata: - una quota fissa (ex nolo contatore - in molti casi unica per l’intero servizio idrico, in altri invece suddivisa in acquedotto e fognatura/depurazione); - diverse tariffe per il servizio acquedotto applicate secondo fasce di consumo: - con una tariffa agevolata per i consumi più bassi; - una tariffa base; - da una a tre tariffe eccedenza per consumi più elevati (quindi, per comprendere le variazioni di spesa per il servizio idrico integrato, è opportuno tenere conto non solo delle singole tariffe ma anche delle dimensioni delle fasce di consumo); - una tariffa per il servizio di fognatura; - una tariffa per il servizio di depurazione.
Per il servizio acquedotto, in alcune città, viene applicata una tariffa Pro-capite in cui le fasce di consumo non sono fisse ma variano in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare al fine di non penalizzare le famiglie numerose, disincentivando gli sprechi di consumo.
A livello nazionale si opera un calcolo convenzionale della spesa media per una utenza tipo (famiglia di 3 persone con un ipotizzato consumo medio di 150 m3, pari a un consumo pro capite medio di 56 m3/ab/annuo); al totale della spesa media concorrono 5 diverse componenti: - la quota fissa; - il costo del servizio acquedottistico; - il costo del servizio di fognatura; - il costo del servizio di depurazione; - l'IVA (pari al 10% dell' imponibile).
ARERA per il 2017 ha stimato la spesa media nazionale di una utenza tipo (famiglia di 3 persone con un consumo di 150 m3/annui) in circa 303,5 €, ossia 2,02 € per metro cubo consumato, con questa composizione: - la quota fissa rappresenta il 9,8% della bolletta per un costo medio di 29,7 €; - il costo del servizio acquedotto rappresenta il 39,2% del totale per un costo medio di 119.0 €; - il costo del servizio di fognatura è pari al 12,8% del totale per un importo medio di 38,9 €; - costo del servizio di depurazione è pari al 29,1% del totale per un importo medio di 88,4 €; - l’IVA incide per il 9,1% è pari a 27,6 €. La stessa ARERA ha, altresì, evidenziato come la bolletta dell’utenza domestica presenti un’elevata variabilità anche nell’ambito della medesima area geografica, riflettendo una notevole eterogeneità dei costi unitari del servizio.
Secondo una ricerca di Federconsumatori, la spesa media della stessa tipologia di utenza (consumo di 150 m3/annui di una famiglia di 3 persone) nel periodo 2011-2016 è passata da un totale di € 217 nel 2011 a € 283 nel 2016, ossia con un incremento del 30% in cinque anni, cioè un incremento medio annuale del 6%.
Fatta questa sintetica ma articolata premessa, passiamo ora ad analizzare la tariffa del SII nella provincia spezzina, con particolare riferimento a quella praticata dal gestore del servizio ACAM Acque Spa.
L’ATO Est Provincia della Spezia (ATO) ha tra i suoi compiti principali quello di definire: a) il Piano d’Ambito, comprensivo del Programma degli interventi, del Piano economico-finanziario, del modello gestionale-organizzativo e del piano tariffario; b) la ricognizione, l’aggiornamento e il monitoraggio delle opere del servizio di acquedotto, fognatura e depurazione nonché la verifica dell’effettiva realizzazione da parte del Gestore di quanto contento nel Piano; c) l’approvazione delle tariffe, assicurando l’applicazione di importi contenuti nei limiti imposti dalle deliberazioni dell’Autorità Nazionale (ARERA); d) la tutela e l’assistenza al consumatore (si tralasciano volutamente le analisi su queste competenze per mancanza di spazio, concentrando l’attenzione sulla tariffa deliberata e applicata dal gestore).
La tariffa attualmente in vigore, in via provvisoria in quanto non ancora convalidata da ARERA, è quella riferita all’anno 2018, approvata con deliberazione del Consiglio Provinciale di Spezia n. 46 del 3/8/2018, con decorrenza dal 1 gennaio 2018, e che ACAM Acque Spa è tenuta ad applicare.
La complessiva articolazione tariffaria relativa all'utenza domestica è riportata nella seguente tabella:
In proposito, occorre evidenziare come dal 2009 al 2018 la tariffa del SII sia costantemente aumentata; per esempio, l’utenza domestica ha avuto un incremento medio annuo del 4,12% per la tariffa di base sia per acquedotto che per fognatura e depurazione, mentre del 5,26% per la prima eccedenza di consumo e del 5,54% per la seconda eccedenza di consumo per il servizio acquedotto; mentre per il servizio di depurazione e di fognatura l’incremento delle due eccedenze è stato rispettivamente del 6,46% e del 5,67%.
La tariffa del SII per le utenze domestiche di base dal 2009 al 2018 è aumentata complessivamente del 37,10%, mentre per la prima eccedenza l’incremento è stato del 47,30% per il servizio acquedotto e del 58,17% per fognatura e depurazione; invece per la seconda eccedenza è stato rispettivamente del 49,90% e del 51,07%.
La spesa media di una famiglia tipo (famiglia di 3 persone con un consumo di 150 m3/annui) servita da ACAM Acque Spa è stato nel 2009 di € 219,5 ed è nel 2018 di € 348,25 con un incremento di € 129,20 (+37,10%).
In conclusione. Fare un'analisi della tariffa del servizio idrico è una operazione assai complessa e articolata, frutto di un quadro normativo che, dopo la riforma “Galli” (1994), è stato oggetto di continui interventi in materia di servizi pubblici locali e di società pubbliche (quasi sempre effettuati, purtroppo, in assenza di un coerente ed organico disegno complessivo). Il metodo tariffario appare un sistema assai complicato e scarsamente chiaro nel suoi elementi costitutivi, ma estremamente semplice nel risultato finale: l’incremento della tariffa.
Scopo finale di tutta questa complessa costruzione dovrebbe essere il miglioramento di efficienza del servizio e una costante propensione agli investimenti necessari a dotare il nostro Paese di un sistema idrico moderno ed efficiente, mantenendo, allo stesso tempo, le tariffe ad un livello compatibile con le imprescindibili esigenze di universalità ed accessibilità del servizio.
Il raggiungimento di detto obiettivo non solo costituisce una sfida complessa ma non più differibile, ma si scontra con la sostanziale differenza che esiste: tra il dire e il fare perché c'è di mezzo il mare… e bisogna saper nuotare!

Euro Mazzi

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