Una
tariffa
è il prezzo per fruire di un servizio;
è un corrispettivo a fronte di
servizi erogati (trasporto ferroviario, servizio postale e telefonico,
fornitura del gas, elettricità, acqua o altre utenze); è fissata da un’autorità o ente o impresa pubblica, ma è definita in
base a rapporti contrattuali.
Una
tariffa,
dunque, non è un tributo (come sono
le imposte dirette o indirette o le varie tipologie di tasse), in quanto non è
un prelievo caottivo introdotto da
una legge, ma è un corrispettivo per
esempio per usufruire del servizio
idrico integrato (SII), come previsto dall’art. 154 del Dlgs.
3/4/2006, n. 152: “1. La tariffa
costituisce il corrispettivo del
servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari,
dell’entità dei costi di gestione delle
opere, dell’adeguatezza della
remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota
parte dei costi di funzionamento
dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo
il principio del recupero dei costi
e secondo il principio “chi inquina paga”.
Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”.Dunque,
la normativa stabilisce che la tariffa dell’acqua è determinata tenendo conto
della necessità di “copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio” (full cost recovery), per consentire all’affidatario
del SII di
recuperare tutti i costi sostenuti
per l'erogazione del servizio stesso.
Il
procedimento di calcolo della tariffa è piuttosto complesso ed è regolamentato
da una metodologia fissata a livello nazionale (analisi che tralasciamo per
motivi di spazio); tuttavia il principio fondamentale di tale calcolo è
piuttosto semplice: le somme raccolte attraverso le bollette devono coprire
completamente tutti i costi di gestione del servizio e anche i costi della
realizzazione di nuove opere, cioè il servizio dovrebbe essere integralmente finanziato dai proventi
della tariffa.
Questa regola è affermata sia dalla legislazione comunitaria che da quella nazionale
e appare del tutto coerente con il progressivo abbandono di un modello di gestione dei servizi pubblici locali di
rilevanza economica basato sul finanziamento diretto da parte degli enti assuntori
(cioè parzialmente a carico del contribuente). Quindi, la tariffa dell’acqua è un corrispettivo determinato in modo tale
da assicurare la copertura integrale dei
costi di investimento e di esercizio del servizio stesso.
A questo punto occorre introdurre una
distinzione terminologica tra metodo tariffario e tariffa (propriamente detta): il
primo è l'algoritmo matematico generale valido su tutto il territorio
nazionale; la seconda rappresenta il concreto corrispettivo della fornitura del servizio, che sarà diverso a
seconda dell’Ambito Territoriale
Ottimale (ATO)
di riferimento.
Le
competenze per la determinazione del metodo tariffario, da un lato, e delle tariffe,
dall'altro, fanno capo a diversi enti; in sintesi, i soggetti coinvolti sono
quattro: il Ministero dell’Ambiente definisce
il costo della risorsa idrica; l’Autorità
Nazionale (AEEGSI, ora ARERA) predispone ed approva il metodo tariffario;
l'Ente di Governo (EGA) dell’ATO (in collaborazione con il gestore del servizio
idrico integrato) predispone la tariffa; ARERA poi approva
la tariffa
e controlla la corretta gestione.
Le
competenze e le modalità di calcolo della tariffa sono variate nel tempo (tralasciamo questi
aspetti di variazione per motivi di spazio); a partire dall'anno 2013 la
competenza per l’approvazione delle tariffe è passata all’Autorità Nazionale (AEEGSI,
ora ARERA),
la quale ha attualmente stabilito che il Metodo Tariffario Idrico per il secondo periodo
regolatorio (MTI-2), prevede che il valore delle tariffe 2016, 2017, 2018 e
2019 si ottenga moltiplicando il valore delle tariffe dell'anno 2015 per i coefficienti moltiplicativi ("teta2016-2017-2018-2019")
risultanti dalle elaborazioni dei dati effettuate applicando il metodo predisposto
dall’Autorità.
La
struttura dell’articolazione dei corrispettivi all'utenza (cioè la tariffa)
viene definita dall’Ente di Governo dell'Ambito
(EGA),
ed è composta da: - quota fissa, indipendente dal consumo di acqua, espressa in
Euro/anno; - quota variabile, in relazione al consumo di acqua, espressa in €/m3;
i prezzi unitari del servizio di acquedotto variano poi in base a scaglioni di
consumo.
La
tariffa
del SII
comprende le quote relative al servizio
acquedotto, al servizio fognatura
e al servizio depurazione. Le tariffe
del servizio acquedotto sono
diversificate in funzione della tipologia
dell'utenza secondo le seguenti categorie: - uso domestico residente; - uso
domestico non residente; - uso pubblico di interesse comunale; - usi industriale,
commerciale e servizi; - uso allevamento.
La
struttura della tariffa
acquedotto è del tipo binomiale,
in quanto costituita da una quota fissa
e da una quota variabile in funzione
del consumo; mentre quella dei servizi di fognatura e di depurazione può anche essere
identica per tutte le tipologie di
consumo ed è applicata alle utenze effettivamente
allacciate alla rete fognaria recapitante ad un impianto di
depurazione in funzione.
La
struttura tariffaria è così
articolata: - una quota fissa (ex
nolo contatore - in molti casi unica per l’intero servizio idrico, in altri
invece suddivisa in acquedotto e fognatura/depurazione); - diverse tariffe
per il servizio acquedotto applicate
secondo fasce di consumo: - con una tariffa agevolata
per i consumi più bassi; - una tariffa base; - da una a tre tariffe eccedenza per consumi più elevati (quindi, per comprendere le
variazioni di spesa per il servizio idrico integrato, è opportuno tenere conto
non solo delle singole tariffe ma
anche delle dimensioni delle fasce di
consumo); - una tariffa
per il servizio di fognatura; - una tariffa
per il servizio di depurazione.
Per
il servizio acquedotto, in alcune
città, viene applicata una tariffa Pro-capite
in cui le fasce di consumo non sono fisse ma variano in relazione al numero dei
componenti del nucleo familiare al fine di non penalizzare le famiglie numerose,
disincentivando gli sprechi di consumo.
A
livello nazionale si opera un calcolo convenzionale della spesa media per una utenza tipo (famiglia di 3 persone con un ipotizzato
consumo medio di 150 m3, pari a un consumo pro capite medio di 56 m3/ab/annuo);
al totale della spesa media concorrono
5 diverse componenti: - la quota fissa; - il costo del servizio acquedottistico;
- il costo del servizio di fognatura; - il costo del servizio di depurazione; -
l'IVA (pari al 10% dell' imponibile).
ARERA per il 2017 ha
stimato la spesa media nazionale di una
utenza tipo (famiglia di 3 persone con un consumo di 150 m3/annui) in circa 303,5 €, ossia 2,02 € per metro cubo consumato, con questa composizione: - la quota fissa rappresenta il 9,8% della bolletta per un costo medio
di 29,7 €; - il costo del servizio acquedotto rappresenta il 39,2% del totale per un costo medio di 119.0 €; - il costo del
servizio di fognatura è pari al 12,8%
del totale per un importo medio di 38,9
€; - costo del servizio di depurazione
è pari al 29,1% del totale per un
importo medio di 88,4 €; - l’IVA incide per il 9,1% è pari a 27,6 €. La
stessa ARERA
ha, altresì, evidenziato come la bolletta dell’utenza domestica presenti un’elevata variabilità anche nell’ambito
della medesima area geografica, riflettendo una notevole eterogeneità dei costi unitari del servizio.
Secondo
una ricerca di Federconsumatori, la spesa
media della stessa tipologia di utenza (consumo di 150 m3/annui di una
famiglia di 3 persone) nel periodo 2011-2016 è passata da un totale di € 217 nel 2011 a € 283 nel 2016, ossia con un incremento del 30% in cinque anni, cioè un incremento medio annuale del 6%.
Fatta questa
sintetica ma articolata premessa, passiamo ora ad analizzare la tariffa del SII
nella provincia spezzina, con particolare riferimento a quella praticata dal gestore del servizio ACAM Acque Spa.
L’ATO Est Provincia della Spezia (ATO) ha
tra i suoi compiti principali quello di definire: a) il Piano d’Ambito, comprensivo del Programma degli interventi, del
Piano economico-finanziario, del modello gestionale-organizzativo e del piano
tariffario; b) la ricognizione, l’aggiornamento e il monitoraggio delle opere del servizio di acquedotto,
fognatura e depurazione nonché la verifica
dell’effettiva realizzazione da parte del Gestore di quanto contento nel
Piano; c) l’approvazione delle tariffe, assicurando l’applicazione di importi
contenuti nei limiti imposti dalle deliberazioni dell’Autorità Nazionale (ARERA);
d) la tutela e l’assistenza al consumatore (si tralasciano volutamente le
analisi su queste competenze per mancanza di spazio, concentrando l’attenzione
sulla tariffa deliberata e applicata dal gestore).
La
tariffa
attualmente in vigore, in via provvisoria in quanto non ancora convalidata da ARERA, è
quella riferita all’anno 2018, approvata con deliberazione del Consiglio
Provinciale di Spezia n. 46 del 3/8/2018, con decorrenza dal 1 gennaio 2018, e che ACAM Acque Spa
è tenuta ad applicare.
La
complessiva articolazione tariffaria relativa all'utenza domestica è riportata nella seguente tabella:
In
proposito, occorre evidenziare come dal 2009 al 2018 la tariffa del SII sia costantemente aumentata; per
esempio, l’utenza domestica ha avuto un incremento
medio annuo del 4,12% per la tariffa di base sia per acquedotto che
per fognatura e depurazione, mentre del 5,26%
per la prima eccedenza di consumo e del 5,54%
per la seconda eccedenza di consumo per il servizio acquedotto; mentre per il
servizio di depurazione e di fognatura l’incremento delle due eccedenze è stato rispettivamente del
6,46% e del 5,67%.
La
tariffa
del SII
per le utenze domestiche di base dal 2009 al 2018 è aumentata complessivamente del 37,10%, mentre per la prima eccedenza l’incremento è stato del 47,30% per il servizio acquedotto e del
58,17% per fognatura e depurazione;
invece per la seconda eccedenza è stato rispettivamente del 49,90% e del 51,07%.
La spesa media di una famiglia tipo (famiglia di 3 persone con un consumo di 150
m3/annui) servita da ACAM Acque Spa è stato nel 2009 di € 219,5 ed è nel 2018 di € 348,25 con un incremento di € 129,20 (+37,10%).
In conclusione. Fare un'analisi della
tariffa del
servizio idrico è una operazione assai complessa e articolata, frutto di un quadro normativo
che, dopo la riforma “Galli” (1994), è stato oggetto di continui interventi in
materia di servizi pubblici locali e di società pubbliche (quasi sempre
effettuati, purtroppo, in assenza di un coerente ed organico disegno
complessivo). Il metodo tariffario
appare un sistema assai complicato e
scarsamente chiaro nel suoi elementi costitutivi, ma estremamente semplice
nel risultato finale: l’incremento della tariffa.
Scopo
finale di tutta questa complessa costruzione dovrebbe essere il miglioramento di efficienza del servizio
e una costante propensione agli investimenti necessari a dotare il nostro
Paese di un sistema idrico moderno ed efficiente, mantenendo, allo stesso
tempo, le tariffe ad un livello
compatibile con le imprescindibili esigenze
di universalità ed accessibilità del servizio.
Il
raggiungimento di detto obiettivo non solo costituisce una sfida complessa ma
non più differibile, ma si scontra con la sostanziale differenza che esiste: “tra il dire e il fare perché c'è di mezzo il mare”
… e bisogna saper nuotare!
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