sabato 10 novembre 2018

SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: investimenti e costo dell’acqua (seconda parte)


Con l’entrata in vigore dal 1/1/2016 del nuovo Metodo Tariffario Idrico (MTI-2) 2016/2019 (delibera 664/2015/R/idr), il quadro di regole approvato dall'Autorità Nazionale ARERA mira ad incentivare i necessari investimenti nel settore idrico con il fine di migliorare la qualità dei servizi e risolvere alcune gravi criticità; ne elenchiamo alcune:
·      l’Italia è da anni soggetta a procedure di infrazione per il mancato rispetto delle direttive comunitarie in materia di acque (Direttiva 2000/60/CE): Bruxelles chiede 62,7 €/milioni come somma forfettaria e una penalità di circa 347 €/mila al giorno dal pronunciamento della sentenza fino alla messa in regola;
·      c’è, poi, il grave deficit infrastrutturale in cui versa larga parte dal Paese: le acque di scarico del 22% della popolazione italiana non sono depurate, più del 30% dell’acqua immessa negli acquedotti si perde nelle reti di adduzione e distribuzione (percentuale in costante aumento da anni), una quota ancora rilevante di utenti lamenta interruzioni nel servizio;·      la gestione del settore idrico è estremamente frammentata: negli ultimi 10 anni il numero degli operatori si è ridotto, ma si contano ancora 350 società di gestione, con circa 110 casi di operatori verticalmente integrati, e oltre 2.000 gestioni in economia.
In questo contesto nazionale, la situazione spezzina in questi ultimi anni è stata caratterizzata prima dalla grave crisi economico-finanziaria del Gruppo ACAM (2013-2018) e poi dalla sua successiva aggregazione con il Gruppo IREN conclusosi in data 11/4/2018; in tale occasione ACAM Acque Spa ha mantenuto, con modalità di affidamento “in house”, la gestione del SII (Sistema Idrico Integrato) spezzino fino al 31/12/2033, anche se ora è sottoposta al controllo totale di IREN.
Fino al 2018 uno dei problemi fondamentali di ACAM Acque Spa è sempre stato quello degli investimenti sia rispetto ai limiti derivanti dall’alto livello di indebitamento, che nella quantità delle somme investite troppo basse rispetto alle reali esigenze.
Il livello elevato dei debiti di ACAM Acque Spa è confermato ancora nel 2017 da due aspetti: a) un rapporto debiti (228,9 €/milioni)/patrimonio netto (30,9 €/milioni) pari a 7,4 anche se in miglioramento rispetto agli anni precedenti; b) l’indebitamento verso il sistema bancario (la parte più consistente della voce “debiti”) registrava ancora passività finanziarie pari a 111,5 €/milioni.
Per quanto riguarda gli investimenti effettuati dalla vecchia gestione di ACAM Acque Spa: nel 2017 sono stati investiti circa 6,3 €/milioni (in calo rispetto ai 6,7 €/milioni del 2016 e ai 7,5 €/milioni del 2015); nel periodo 2010-2017 sono stati complessivamente investiti circa 48,0 €/milioni, con una media annua di quasi 6,0 €/milioni e con la punta più bassa nel 2013 con 3,7 €/milioni.
ACAM Acque Spa, a seguito del passaggio sotto IREN, ha presentato un nuovo Programma degli Interventi” per il biennio 2018-2019 con la previsione di un incremento degli investimenti pari a circa 26 €/milioni (di cui circa 13 €/milioni nel 2018 e altrettanti nel 2019) in buona parte conseguenti all’introduzione di nuovi obiettivi di qualità tecnica, prevedendo complessivamente di investire nel 2018 circa 19,7 €/milioni e nel 2019 altri 21,2 €/milioni; di cui solo per nuove opere rispettivamente la somma di 12,3 e 12,6 €/milioni.
Gli investimenti promessi ACAM Acque Spa sono illustrati sinteticamente in questa tabella:

Gli investimenti di ACAM Acque Spa sono ripartiti in 6 settori di intervento, come viene evidenziato in questa tabella sintetica:
Gli investimenti di ACAM Acque Spa sono ripartiti su tutti i 26 Comuni serviti, anche se gli interventi più consistenti vanno in favore delle opere dell’ATO e del Comune di La Spezia, come viene evidenziato in questa tabella:
 
Sia l’entità degli investimenti che la loro destinazione non possono che essere giudicati positivamente, ma occorre prudenza poiché come già evidenziato in altro post “è assai riduttivo e superficiale esaltare questa pioggia di investimenti”, poiché se quanto promesso è un importante indicatore, non bisogna dimenticare altri aspetti altrettanto decisivi, tutti legati all’atavica carenza di controlli sia sul rispetto degli impegni, sia sulla qualità progettuale, sia sulla effettiva utilità degli interventi che sulla qualità dei lavori effettivamente eseguiti”.
Del resto, è la stessa ACAM Acque Spa ad evidenziare come per l’anno 2017 la pianificazione degli investimenti previsti (pari a 10.934.500) abbia registrato un significativo scostamento nella loro realizzazione (pari a € 6.507.231), scostamento (di circa 3.960.239, pari a -40%) dovuto “in buona parte a ritardi nelle autorizzazioni finali per attivare alcuni cantieri relativi a significativi interventi e ad una complessiva rivisitazione delle priorità del Programma degli Interventi che si è sviluppata, nella seconda metà dell’anno, a seguito dell’ingresso di IRETI nella compagine aziendale di ACAM spa e che ha permesso di contare su una capacità finanziaria superiore a quella all’epoca disponibile per ACAM Acque”.
Giova, altresì, ricordare la sproporzione esistente tra investimenti promessi e la capacità di risoluzione delle varie criticità presenti nel SII (ne elenchiamo qui solo alcune):
criticità del sistema acquedottistico: - vetustà e sottodimensionamento delle infrastrutture impiantistiche; necessità di contenimento e riduzione delle perdite di rete soprattutto per le aree del Golfo e della Val di Magra; - necessità di installare misuratori di processo e sistemi di telecontrollo; adeguamento infrastrutturale ed impiantistico funzionale al rispetto della normativa sui livelli di cromo nell’acqua potabile (specie zone della Riviera); - riduzione delle interruzioni, dell’aumento della vita delle infrastrutture e miglioramento dell’efficienza.
criticità del sistema fognario: - superamento del sottodimensionamento/vetustà di alcune tratte; - generale adeguamento degli impianti di sollevamento (sistemi di pompaggio e telecontrollo); - maggiore efficienza della rete legata alle immissioni improprie di acque meteoriche parassite in fognatura;
criticità del sistema depurativo: - carenze di infrastrutture legato a problemi di relativa vetustà e obsolescenza delle opere elettromeccaniche e civili esistenti; - carenze di infrastrutture nelle aree costiere; - carenze parziali negli impianti posti a servizio di piccoli insediamenti.
Proprio tenendo conto della presenza di queste criticità, occorre ricordare che gli investimenti previsti per il 2018-19 sono solo una parte di un Piano più complessivo che arriva fino al 2033; infatti, ACAM Acque Spa si è impegnata a fare investimenti a fronte della determinazione della tariffa dell’acqua: “Il fabbisogno di investimenti per il Servizio Idrico Integrato nei 18 anni di Piano, compatibile con la sostenibilità tariffaria ed economico-finanziaria, è risultato pari a circa 198,677 M€, di cui 172,557 M€ in tariffa e 26,120 M€ con contributi (privati per allacci idrici/fognari e pubblici di vario tipo)”.
In tal senso, la tariffa dell’acqua applicata dal Gestore viene deliberata tenendo presente proprio il Piano degli investimenti; in proposito occorre evidenziare come dal 2009 al 2018 la tariffa idrica sia costantemente aumentata.
Per esempio, la tariffa per le utenze domestiche di base dal 2009 al 2018 è aumentata complessivamente del 37,10%; il costo annuo sostenuto da una famiglia tipo (composta di 3 persone con un consumo di 150 m3/anno) servita da ACAM Acque Spa è stato nel 2009 di € 219,5 ed è nel 2018 di € 348,25 con un incremento di € 129,20 (+37,10%).
In conclusione. L’acqua è una risorsa scarsa, l’ acqua potabile è un bene assai prezioso e unico; il SII permette una gestione in condizioni di monopolio naturale; le reti idriche/fognatura/depurazione hanno elevati costi di realizzazione e di manutenzione e, quindi, sono utilizzate come un servizio economico non gestito in regime di piena concorrenza. L’intervento regolatorio della tariffa idrica fornisce incentivi ai Gestori per realizzare gli investimenti infrastrutturali, i miglioramenti nella qualità del servizio e le attività funzionali per rendere un servizio affidabile, di qualità, ed efficiente, seppur all’interno di una gestione monopolistica.
Proprio perché i consumatori contribuiscono, attraverso la tariffa idrica, alla copertura dei costi operativi, fissi, ambientali e delle risorse sostenuti dai Gestori occorre che ci sia la massima trasparenza, conoscenza e partecipazione dei cittadini, affinché il principio europeo del full cost recovery (copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio”) non diventi una copertura di comodo, un pretesto per far pagare agli utenti i costi, trasferendo ai gestori gli utili, nonché in prospettiva, la proprietà strategica delle reti del servizio idrico … poiché la conoscenza dei problemi rende consapevoli e predispone al cambiamento reale.

Euro Mazzi

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