sabato 8 settembre 2018

TRASPARENZA, QUESTA SCONOSCIUTA … IL BILANCIO CONSOLIDATO (prima parte)

Premessa. Le leggi italiane sono tante e spesso complicate, scritte male e da “interpretare”, a volte iper-puntigliose e in altre circostanze anche stucchevoli; le leggi, comunque, dovrebbero essere applicate, ma spesso ci sono molti modi per eluderle  e/o per aggirarle e/o per non rispettarle anche perché sono assai scarsi i controlli e, quindi, chi non le applica spesso non incorre in alcuna sanzione.
Uno dei maggiori antidoti a questa situazione è costituito dall’obbligo (assai ampio) impartito alle Amministrazioni Pubbliche di rendere pubblici dati ed informazioni, cui corrisponde un vero e proprio diritto in capo a qualunque cittadino di pretenderne la pubblicazione. Invero, il corretto flusso informativo e la loro pubblicazione in favore dei cittadini è lo strumento principe per indurre chi Amministra ad una maggiore responsabilità e per garantire un corretto funzionamento dei vari apparati pubblici e, quindi, è assai utile per assicurare l’esercizio effettivo della democrazia. Una maggiore trasparenza dovrebbe consentire un controllo diffuso da parte della cittadinanza e permettere il contrasto dell’opacità (legislativa, amministrativa e informativa) e dell’elevato livello di burocratizzazione, quali presupposti della “mala-amministrazione”, nonché della corruzione e dell’illegalità. Ma anche la trasparenza è spesso annunciata a parole, ma inapplicata nei fatti; la trasparenza è un concetto poliedrico, adattabile per ogni uso, sempre di moda, fa parte dei “nobili principi” richiamati da tutti, una sorta di “parola magica” che può persino illudere e imbrogliare le persone con facili slogan ripetuti a tamburo battente (“vogliamo trasparenza, democrazia diretta, coerenza, onestà, ecc.”).
1)      La centralità ignorata del bilancio consolidato.
Entro il 30 settembre i Comuni devono approvare il Bilancio Consolidato del 2017 e si corre il rischio che anche questo secondo bilancio (dopo quello dell’anno scorso riguardante il 2016) si trasformi in un stanco e noioso rituale, poiché per gli uffici è un ulteriore aggravio di lavoro, per molti Amministratori è un rischio, per quasi tutti i consiglieri è una vera e propria incognita difficile da districare, mentre per i cittadini è una questione incomprensibile.
Eppure, un Bilancio Consolidato fatto bene dovrebbe rappresentare “in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico della complessiva attività svolta dall’Ente attraverso le proprie articolazioni organizzative, i suoi enti strumentali e le sue società controllate e partecipate”.
Dunque, questo dovrebbe diventare il vero bilancio di ogni Comune, ma questa centralità è sconosciuta a molti e, quindi, non viene approfondito e generalmente è scarsamente dibattuto anche da chi ricopre cariche politiche di opposizione, che al contrario, avrebbero parecchie occasioni e motivi per mettere “sotto pressione” le rispettive “maggioranze”.
A partire dagli anni novanta, gli Enti Locali italiani hanno avviato un processo di esternalizzazione dei servizi che ha dato vita al fenomeno assai esteso e variegato delle “partecipate”, determinando conseguentemente una più o meno elevata perdita di significatività dei loro bilanci annuali in diretta proporzione all’estensione di questo fenomeno; ora invece il Bilancio Consolidato tende a ricomporre in un unico atto questo articolato universo di organismi, anzi è uno strumento attraverso cui si può esercitare un effettivo controllo sulla “giungla delle partecipate”.
L’importanza del Bilancio Consolidato consiste, quindi, non tanto nella “aggregazione contabile” dei bilanci, quanto nell’iniziale processo di individuazione del GAP (Gruppo Amministrazione Pubblica) articolato in due elenchi destinati a:
a)       fornire una chiara ed esaustiva rappresentazione del GAP: il soggetto al vertice è rappresentato dal Comune (capogruppo), mentre gli altri soggetti corrispondono agli organismi, enti e società controllati o partecipati o su cui il Capogruppo esercita un potere di influenza o di controllo significativo.
b)       Individuare i soggetti del GAP che devono essere ricompresi anche nel perimetro del consolidamento (poiché non tutte le entità comprese nel GAP possono confluire nel consolidamento per la loro irrilevanza o per la mancanza di informazioni significative).
Il Bilancio Consolidato è, dunque, un documento consuntivo di esercizio che permette di rappresentare la complessiva situazione patrimoniale ed economica del Comune capogruppo, aggregata ai risultati delle società da questo partecipate e facenti parte del GAP.
2)      Il rischio di una occasione persa.
La gran parte dei consiglieri e degli assessori comunali e una parte dei Sindaci hanno una obiettiva difficoltà ad accostarsi al bilancio comunale (sia esso preventivo che rendiconto), ma nutrono aperta avversione nei confronti del Bilancio Consolidato, poiché dovrebbero: a) conoscere e capire il bilancio del proprio Comune; b) aver chiaro quali sono gli Enti da far rientrare nel GAP; c) conoscere e comprendere i bilanci di questi Enti; d) comprendere le operazioni di consolidamento; e) valutare gli esiti del consolidamento; f) trarre dall’insieme una serie di indicazioni politiche e amministrative. Per la gran parte dei “politici” sono questioni troppo complicate, troppo tecniche e assai complicate … meglio rimanere “coperti” dietro la redazione effettuata dagli Uffici comunali.
Il problema è che anche gli Uffici comunali, sicuramente competenti, non avendo adeguati stimoli e quasi nessun controllo, sono generalmente portati ad una interpretazione “restrittiva”, mettere nel GAP solo gli Enti più noti e nel perimetro di consolidamento solo quelli che rientrano chiaramente nei parametri stabiliti, escludendo al minimo dubbio tutti gli altri. Gli organi deputati al controllo non ricevendo né stimoli né contrasti interpretativi sono portati ad avallare ogni proposta.
Insomma, l’approvazione del Bilancio Consolidato rischia di essere una ennesima occasione persa, una riforma giusta e corretta viene vanificata nella sua concreta applicazione da una visione meramente “burocratica” e “tecnicistica”.
3)      La “giungla delle partecipate” continua a prosperare.   
L’immediata conseguenza di questa occasione perduta è che la “giungla delle partecipate” continuerà a prosperare con notevoli conseguenze: sul piano dello “spreco” e della “dispersione” delle risorse pubbliche; sul piano della “opacità”; sul piano della “mala-amministrazione”; sul piano della “legalità”. 
Eppure, anche a livello locale alcune vicende hanno già “colpito” l’opinione pubblica (e forse hanno contribuito non poco ai cambiamenti avvenuti alla guida di alcuni Comuni); basta ricordare solo quelle più recenti: la grave crisi finanziaria del Gruppo ACAM; il fallimento di AST (Ameglia Servizi Turistici); la grave crisi finanziaria della SPS (Sarzana Patrimonio e Servizi).
Insomma, il Bilancio Consolidato e la “ricognizione di tutte le partecipazioni” sarebbero ottime occasioni per infondere una maggiore responsabilizzazione degli Enti, portandoli a ragionare sulla necessità di razionalizzare le varie entità partecipate, operando una valutazione complessiva sulla convenienza o meno a mantenerle in essere sulla base di puntuali ed effettive motivazioni.
Al contrario, quasi tutti i Comuni non hanno ancora fatto una vera ricognizione di tutte le loro partecipazioni nelle varie entità, nelle varie forme giuridiche via via costituite negli anni.
Non ci sono solo ACAM Spa e ATC Spa, ci sono tante altre entità che spesso vengono ignorate, come per esempio: Consorzio Energia Liguria, l’Associazione Enoteca Regionale, il consorzio CIR, l’ente Cidaf, l’Associazione Val di Magra Formazione, la Fondazione Genova/Liguria Film Commission e molte altre ancora.
In conclusione. Sul fronte del grande impegno per cambiare la Pubblica Amministrazione quella della trasparenza (open government) è davvero una sfida centrale, al cui interno un posto di rilievo spetta alla necessità di conoscere prima per poi razionalizzare (cioè disboscare/tagliare/ridurre) la “giungla delle partecipate”. Ma questo obiettivo può essere raggiunto solo se si diffonde la conoscenza del fenomeno articolato e complesso delle partecipate e la consapevolezza della necessità di imporvi le regole della buona amministrazione, poiché senza influenzare il funzionamento interno degli organi di potere saranno improbabili dei positivi cambiamenti politici e amministrativi di lungo periodo.
Euro Mazzi


PS: altri post sul Bilancio Consolidato:
-          UNA OCCASIONE PERSA PER UNA BUONA AMMINISTRAZIONE …: QUI
-          UNA BATTAGLIA PER LA TRASPARENZA E LA GIUSTIZIA REDISTRIBUTIVA DELLE RISORSE PUBBLICHE: QUI


PPS: da tempo abbiamo posto attenzione alla giungla delle partecipate”, ecco pertanto alcuni post su questo argomento:
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- RENDICONTO 2016: una lacunosa e cattiva gestione delle partecipate: QUI
- ENOTECA REGIONALE LIGURE: OCCORRE FARE CHIAREZZA E TRASPARENZA: QUI
- ENOTECA: DA UNA NOMINA INOPPORTUNA L’OCCASIONE PER UN RILANCIO:
QUI
- PRIVATIZZARE L’ENOTECA PER PORRE FINE AD UNA CATTIVA GESTIONE PUBBLICA: QUI
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA:
QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
12 - PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
 

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