In questo Consiglio Comunale (11/10/2018) occorre discutere e approvare questo Progetto di Fusione tra ATC Spa con ATC Mobilità e Parcheggi Spa (allegato A), oltre ad una serie di altre operazioni concatenate.
Quella che viene proposta è una serie di atti distinti ma collegati tra loro, tanto che è giustamente prevista la clausola della contestualità di tutti gli atti al fine della loro validità. Si tratta, quindi, di una proposta articolata e complessa, ma di cui si forniscono poche spiegazioni e soprattutto mancano logiche motivazioni sugli scopi e sull’utilità di questa serie concatenata di iniziative. Nella proposta di delibera si fa riferimento come motivazione esplicita solo all’avvio di “un percorso di riorganizzazione delle aziende a mezzo fusione per incorporazione di ATC SPA in ATC MP SPA e contestuale revisione della struttura azionaria di ATC ESERCIZIO Spa”; ma questa riorganizzazione è incentrata sulla mera semplificazione derivante dal passaggio da tre a due società (viene eliminata ATC SPA) con implicito conseguimento di ipotetici ma indeterminati risparmi … troppo poco! Parlare di “riorganizzazione” in modo così generico appare un gioco di parole ad effetto!Manca una reale spiegazione sul perché dall’attuale struttura ad holding (dove ATC Spa è la capogruppo, mentre le società ATC MP Spa e ATC Esercizio Spa sono società controllate e dedite ad uno specifico settore industriale) si debba passare a due distinte società con simile compagine sociale.
Quella che viene proposta è una serie di atti distinti ma collegati tra loro, tanto che è giustamente prevista la clausola della contestualità di tutti gli atti al fine della loro validità. Si tratta, quindi, di una proposta articolata e complessa, ma di cui si forniscono poche spiegazioni e soprattutto mancano logiche motivazioni sugli scopi e sull’utilità di questa serie concatenata di iniziative. Nella proposta di delibera si fa riferimento come motivazione esplicita solo all’avvio di “un percorso di riorganizzazione delle aziende a mezzo fusione per incorporazione di ATC SPA in ATC MP SPA e contestuale revisione della struttura azionaria di ATC ESERCIZIO Spa”; ma questa riorganizzazione è incentrata sulla mera semplificazione derivante dal passaggio da tre a due società (viene eliminata ATC SPA) con implicito conseguimento di ipotetici ma indeterminati risparmi … troppo poco! Parlare di “riorganizzazione” in modo così generico appare un gioco di parole ad effetto!Manca una reale spiegazione sul perché dall’attuale struttura ad holding (dove ATC Spa è la capogruppo, mentre le società ATC MP Spa e ATC Esercizio Spa sono società controllate e dedite ad uno specifico settore industriale) si debba passare a due distinte società con simile compagine sociale.
Qualche
spiegazione in più si ritrova nella delibera del
Consiglio
Comunale del Comune di La Spezia n. 6 del 22/03/2017,
approvata con i 17 voti dell’allora maggioranza PD e avversata dai 13 voti del
centrodestra e di Rifondazione. In questa delibera si fa esplicito riferimento
ad una motivazione che nella delibera attuale non viene riportata: “Atc SpA, ad oggi, pur svolgendo attività
rilevanti e consentite, quali la gestione delle reti e degli impianti correlati
al TPL, che detiene, non ha
caratteristiche dimensionali tali che ne consentano il mantenimento (…) risulta
quindi necessaria l’aggregazione di Atc SpA ed Atc MP SpA, ai fini di una razionalizzazione delle partecipazioni
detenute dal Comune della Spezia e del contenimento dei costi di funzionamento
delle stesse”.
Dunque,
si tratta di una mera “razionalizzazione
delle partecipazioni detenute dal Comune della Spezia”, con il pretesto di applicare una disposizione di legge (che guarda caso
non viene applicata per altri casi similari), ma è una motivazione valida solo
per il Comune di La Spezia e non per tutti gli altri Comuni interessati, i
quali subiscono una decisione senza alcun diretto beneficio, ma soprattutto
senza alcuna prospettiva, poiché è una motivazione priva di analisi
sull’attuale situazione e sulle problematiche del trasporto pubblico a livello locale, ma più di ogni altra cosa mancante di indicazioni sulle scelte da fare
per migliorare questo servizio in futuro.
Si
tratta di scelte operate dalla precedente maggioranza PD della Spezia a pochi
mesi dalle elezioni che viene semplicemente riproposta dalla nuova Giunta di
centrodestra in perfetta continuità, riproducendo così i pochi pregi (la mera
razionalizzazione) e i molti difetti (la mancanza di analisi e di prospettiva)
della precedente delibera n. 6/2017 del Consiglio Comunale spezzino.
Del
resto, il dibattito registrato nel Consiglio Comunale spezzino del 8/10/2017 ha
evidenziato le dichiarazioni della consigliera PD Pecunia, la quale
dimenticandosi della vecchia delibera approvata dal suo partito nel 2017, afferma: “Sembra non ci sia da parte vostra la
volontà di rispondere alle richieste della minoranza. Non ci è stato detto qual
è la funzione aldilà della razionalizzazione, non si è detto quali opportunità
ci lascia. Non si capisce che cosa si voglia fare del trasporto pubblico locale
a fronte di un nuovo soggetto giuridico”.
Appunto sono le stesse cose che affermiamo anche noi in questo intervento, ma la Pecunia dimentica di criticare gli stessi difetti della precedente delibera ora riproposta e, infatti, nonostante le generiche ma giuste critiche, poi la consigliera del PD ha votato a favore della presente delibera.
Appunto sono le stesse cose che affermiamo anche noi in questo intervento, ma la Pecunia dimentica di criticare gli stessi difetti della precedente delibera ora riproposta e, infatti, nonostante le generiche ma giuste critiche, poi la consigliera del PD ha votato a favore della presente delibera.
Al
contrario è stato coerente con il precedente voto contrario di Rifondazione il
consigliere Lombardi che ha sollevato perplessità e dubbi, parlando di privatizzazione
incombente, di assenza di incentivi per l’utilizzo dei mezzi pubblici, di possibili
futuri licenziamenti e di tagli delle corse.
Del
resto, i dubbi sollevati dal consigliere Lombardi erano quelle di una parte del
sindacato, a suo tempo contrari alla “newco”,
in quanto questa intendeva guadagnare principalmente dall'uso dei posteggi (e
quindi dai mezzi privati) e non dalla promozione del servizio di trasporto pubblico,
mettendo conseguentemente a rischio anche i livelli occupazionali e il
mantenimento dell'affidamento “in house”.
Il
mantenimento dell'affidamento “in house”
è, invece, la motivazione non esplicitata della previsione di escludere la
Provincia dalla compagine sociale di ATC Esercizio
Spa al fine marcare una netta separazione (evitando così un palese conflitto di
interesse) tra l’ente che indice la gara di affidamento del Trasporto nel
bacino L Spezzino e la società che vi potrebbe partecipare (cioè ATC Esercizio
Spa).
Questa motivazione non è esplicitata nell’attuale
proposta di delibera, mascherando altresì la circostanza che questo palese
conflitto di interesse si è già pienamente manifestato nell’attualità poiché
ATC Esercizio Spa era controllata per l’89,40% da ATC Spa, in quest’ultima a
sua volta la Provincia era socia con la quota del 21,03%; guarda caso ATC
Esercizio Spa è l’attuale gestore del servizio TPL (Trasporto Pubblico Locale) in
esito ad una gara indetta dalla stessa Provincia nel 2009, subentrando
nella gestione del servizio di TPL proprio ad ATC Spa. Anzi la stessa ATC Esercizio Spa è operativa dal 1/10/2009 proprio per “aggirare”, come del
resto è stato fatto in molte altre Province italiane, i vincoli posti dalla
normativa europea sulla libera concorrenza.
Insomma,
in questa proposta di delibera ciò che viene riportato in modo palese come
motivazione (la mera razionalizzazione) risulta essere poca cosa, ma ciò che emerge
sottotraccia evidenzia "interessi particolari": a) la “razionalizzazione
delle partecipazioni detenute dal Comune della Spezia” è questione che interessa solo il Comune di Spezia; b) mentre l’altra
motivazione (evitare il conflitto di interesse) riguarda esclusivamente la
Provincia.
Tutti gli altri Comuni soci avrebbero dovuto
cogliere questa occasione in cui i due maggiori soci di ATC Spa (cioè la Provincia della
Spezia con la quota del 21,03% e il Comune della Spezia con la quota del 69,82%)
avevano degli interessi specifici da sistemare, per avanzare serie e concrete
proposte di revisione del servizio di TPL, ma anche di
gestione della sosta e della mobilità a livello Provinciale, ma hanno preferito
“il silenzio accomodante”, soccombendo così alle decisioni del socio più
importante (il Comune della Spezia).
Sono mancate le proposte di percorsi
alternativi, come per esempio il mantenimento della struttura ad holding, alleggerendo e semplificando
la governance delle aziende
controllate per conseguire comunque dei risparmi, procedendo comunque alla
dismissione della quota della Provincia (utilizzando le riserve di ATC Spa), facendo
così guadagnare alla stessa delle liquidità utili per sistemare il proprio
disastrato bilancio ed eliminando la stessa dalla compagine sociale di queste partecipate.
Alla base di questo “silenzio accomodante” da
parte dei Comuni vi
è una sostanziale mancanza di analisi e di prospettiva del servizio di TPL; si tratta comunque di un rinviare le decisioni che
inevitabilmente dovranno essere (prima o poi) prese per risolvere sia i gravi problemi economici e
finanziari delle società partecipate dedite al TPL che le problematiche legate
al bando del servizio.
Non
si può infatti tacere che le partecipate pubbliche gestori del TPL abbiano
generalmente una bassa efficienza economica (evidenziata per esempio dal
maggior livello dei costi operativi rispetto ai ricavi, nonché dalla
circostanza di avere meno del 40% dei costi operativi coperti dalle entrate tariffarie
e dove la contribuzione pubblica è più elevata delle entrate tariffarie);
si tratta di società che hanno quindi un elevato
grado di dipendenza dalle risorse pubbliche, dipendenza che a sua volta ha
rallentato gli inevitabili interventi di efficientamento, di riorganizzazione e
di ristrutturazione industriale.
In
conclusione siamo di fronte all’ennesima occasione persa da una classe politica e
amministrativa non adeguata ad affrontare le problematiche articolate e complesse che il
servizio TPL presenta; per questi motivi non voteremo né a favore né contro,
manifestando la nostra protesta contro la Vostra superficialità e il Vostro “silenzio accomodante” con cui avete seguito e gestito questa proposta nel
suo lungo iter biennale; questa protesta si manifesterà, quindi, nel non partecipare
al voto.
I Consiglieri Comunali:
Euro Mazzi -
Maria Luisa Isoppo - Giorgio Salvetti -
Francesco Baracchini - UN LUNGIMIRANTE ASSURDO AMMINISTRATIVO: deliberare a fine 2015 il programma per l'ATC del 2012-2015: QUI
PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
12 - PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP: QUI
Altri post su questo argomento:
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI
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