sabato 23 giugno 2018

PARTECIPATE: LA VENDITA DI ASP (dodicesima parte)

In data 18/5/2017 è stata aggiudicata all’asta per un controvalore di € 768.499,00 la quota pari al 98,42% (corrispondente al valore nominale di € 95.470,00) del capitale sociale della società AUTOPARCO LA SPEZIA Srl (A.SP. Srl), sede in Vezzano Ligure.
Successivamente, in data 1/8/2017, con rogito notaio Orengo di Mondovì, sono state concluse le formalità di vendita; il compratore (la società Xcel Petrolium Srl, sede in Milano, con capitale sociale di € 2.652.000) ha versato ai soci venditori il controvalore offerto in asta, divenendo proprietario della quota del 98,42% del capitale sociale di A.SP. (si rimanda al precedente post per altre informazioni: QUI).
I soci venditori sono:
a) C.A.F. (Cooperativa Autocisternisti Fossano scarl, attualmente in liquidazione coatta amministrativa) ha venduto la propria quota (per nominali € 46.000,00 pari al 47,42% del capitale sociale) al controvalore di € 370.275,31; b) il COMUNE della SPEZIA ha ceduto la propria quota (di nominali € 17.850,00 pari al 18,40%) al controvalore di € 143.672,76;
c) il COMUNE di SANTO STEFANO MAGRA ha liquidato la propria quota (di nominali € 6.120,00 pari al 6,31%) al controvalore di € 49.269,11;
d) il COMUNE di SARZANA ha alienato la propria quota (di nominali € 5.100,00 pari al 5,26%) al controvalore di € 41.069,12;
e) il COMUNE di VEZZANO LIGURE ha venduto la propria quota (di nominali € 12.750,00 pari al 13,14%) al controvalore di € 102.603,64;
f) la C.C.I.A.A. della Spezia € 7.650,00 pari al 7,89% al controvalore di € 61.609,06.
Gli altri tre soci (ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI, C.N.A e CONFARTIGIANATO della Spezia, ciascuno proprietari di una quota di nominali € 510,00 pari allo 0,53%) non hanno venduto e, pertanto, sono rimasti nella compagine sociale insieme al nuovo socio di maggioranza.
La procedura di asta è stata curata dai due commissari liquidatori del socio C.A.F. (Cooperativa Autocisternisti Fossano scarl, in liquidazione coatta amministrativa dal 2007), a cui gli altri soci pubblici venditori avevano conferito apposita delega.
Per i vari soci pubblici con la vendita delle proprie quote termina una vicenda assai tribolata ed esemplare sotto il profilo della inopportunità dell’investimento di denaro pubblico in attività prettamente private e, oltretutto, quali soci di minoranza di una cooperativa poi di fatto fallita.
Infatti, l’attività di A.SP. è tipica del settore “privato”, essendo volta alla fornitura di servizi logistici per gli autotrasportatori, non svolge alcun servizio pubblico ed è volta al conseguimento di profitti; l’area di proprietà di A.SP. ha un valore a bilancio di oltre 4,0 milioni ed è situata a 700 metri dall'uscita di Santo Stefano dell’autostrada A12, si estende su una superficie di 40mila metri quadrati ed offre spazio per circa 200 veicoli pesanti; oltre al parcheggio sull’area è compresa una palazzina per i servizi, un impianto di lavaggio, un distributore, uno stacker per movimentare container; l’area è recintata e video sorvegliata.
Proprio per l’assenza di alcun interesse pubblico i quattro Comuni soci avevano da tempo deciso di procedere alla vendita delle loro quote mediante asta; il prezzo iniziale di cessione era stabilito in € 1.544.968,00 (determinato da apposita perizia del 10/2/2010), ma a seguito di varie aste andate deserte, con relativi ribassi dell’importo, si è pervenuti alla somma effettivamente incassata nell’agosto 2017 di € 768.499,00.
La mancanza di controlli e la delega per la vendita affidata ai commissari liquidatori di C.A.F. non hanno permesso ai Comuni interessati di valutare adeguatamente sia le problematiche gestionali (soprattutto quelle legate al coinvolgimento nella gestione fallimentare di Caf scarl); che la procedura di vendita delle quote sociali.
Bastano poche semplici considerazioni per comprendere che chi ha comprato ha saputo, al contrario, ben valutare la propria convenienza.
Nel 2010 il patrimonio netto di A.SP. ammontava a € 265.457,00 mentre nel 2016 era cresciuto a € 934.338,00, cioè è migliorato del 251,97%; al contrario il prezzo di vendita stabilito nel 2010 in € 1.544.968,00 è calato a € 768.499,00 (pari a -50,26%). Sul piano patrimoniale i debiti e i crediti sono stati dimezzati: a) i debiti sono passati dai 2,2 €/milioni del 2009 ai 1,4 €/milioni del 2016; b) i crediti sono diminuiti da 0,6 €/milioni del 2009 ai 0,3 €/milioni del 2016; le immobilizzazioni sono diminuite ma soltanto a causa dell’ammortamento, poiché il valore di mercato degli immobili di proprietà è certamente superiore ai 4 €/milioni del loro prezzo originario.
I ricavi di A.SP.  dal 2009 al 2016 sono più che raddoppiati, passando da € 248.978,00 a € 507.931,00; i costi sono al contrario diminuiti del 7,49%; la differenza tra ricavi e costi è in progressivo aumento: da € 63.233,00 del 2009 a € 354.260,00 del 2016; gli utili sono quasi triplicati, passando da € 61.854,00 del 2009 a € 226.972,00 del 2016.
Insomma, bastano queste sintetiche note per comprendere come i Comuni-soci non siano mai stati in grado di svolgere un ruolo attivo e propositivo all’interno della società A.SP.; non si comprende perché ben quattro importanti comuni spezzini hanno assunto una partecipazione complessiva del 43,11% del capitale di questa società che svolgeva attività ad interesse prettamente privato; non si capisce quale ruolo questi soci pubblici abbiano svolto nel corso degli anni nella gestione di questa società; non si riesce ad afferrare la logica per cui non hanno rivendicato neanche la distribuzione degli utili; in generale, è impenetrabile la logica che ha sorretto tutta la vicenda di questa partecipata: le motivazioni vanno ricercate fuori dalla “normale” logica amministrativa, dovendo semmai entrare nei meandri delle scelte “opache” …
Alla fine, i cittadini dei quattro Comuni coinvolti devono accontentarsi quanto meno di aver evitato i rischi di eventuali perdite (con la conseguente necessità per i soci di ripianarle) e di aver comunque incassato un controvalore dalla vendita.
In conclusione. I privati (cioè il socio Caf scarl, i gestori dell’autoparco e ora il compratore) hanno sicuramente tratto un “legittimo vantaggio” dalla complessiva vicenda di A.SP.; mentre il coinvolgimento di ben quattro Comuni in questa attività (prettamente di carattere privato) non appare giustificato; insomma, un ottimo esempio di “welfare al contrario”, cioè Enti pubblici che “aiutano” i benestanti e non i poveri/bisognosi.
 
Euro Mazzi   
 

PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
10 - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI
11 - IL CASO ESEMPLARE DELLA PARTECIPATA SARZANESE SPS: QUI
Altri post su questo argomento:
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI

- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI
 

 




 
 

 

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