Dopo
aver esaminato alcuni aspetti dell’assistenza socio-sanitaria a livello
territoriale ed aver rilevato una sostanziale mancanza di analisi e di dibattito sui problemi, sostituita da una
costante e veemente polemica partitica
incentrata su singole disfunzioni e/o
carenze, passiamo ora a verificare
alcune problematiche emergenti dall’articolazione territoriale del Distretto socio-sanitario n. 19 Val di
Magra, prendendo ad esempio i tre Comuni (Luni, Castelnuovo M. e Ameglia)
che danno vita all’Ambito sociale n. 67.
Fin
dal 2006 (legge regionale 24/5/2006 n. 12) è stato impostato in Liguria un sistema integrato di servizi sociali e
sociosanitari e, in tal senso, sono stati definiti gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) al fine di programmare e gestire l’organizzazione dei servizi sociali di base,
per una popolazione pari ad almeno 10.000 abitanti, destinatari da parte di
ogni Distretto Sociosanitario, del
cofinanziamento regionale per sostenere la rete
dei servizi sociali; l’ATS è altresì un punto decentrato delle attività proprie del Distretto sociosanitario.
La normativa attualmente in vigore stabilisce per l’ATS una importante funzione di presidio territoriale, cioè dovrebbe rappresentare: “la sede di accesso alla rete locale di interventi e servizi sociali e può rappresentare anche il punto decentrato delle attività sociosanitarie”, provvedendo alla erogazione “delle prestazioni sociali di base di informazione, consulenza, servizio sociale professionale, assistenza domiciliare, sostegno socio-educativo, aiuto personale e familiare, attraverso l'Unità Operativa Multiprofessionale in cui sono presenti competenze psicosociali, educative e amministrativo-contabili”.
La normativa attualmente in vigore stabilisce per l’ATS una importante funzione di presidio territoriale, cioè dovrebbe rappresentare: “la sede di accesso alla rete locale di interventi e servizi sociali e può rappresentare anche il punto decentrato delle attività sociosanitarie”, provvedendo alla erogazione “delle prestazioni sociali di base di informazione, consulenza, servizio sociale professionale, assistenza domiciliare, sostegno socio-educativo, aiuto personale e familiare, attraverso l'Unità Operativa Multiprofessionale in cui sono presenti competenze psicosociali, educative e amministrativo-contabili”.
L’ATS ha, dunque, funzioni assai
importanti nell’erogazione delle prestazioni
sociali di base, prestazioni assai varie e articolate, ma che possono
essere ricomprese in tre grandi categorie: a) interventi di servizio sociale professionale (informazione,
consulenza, percorsi di orientamento, attività di supporto ed accompagnamento);
b) interventi a sostegno della persona e
del nucleo familiare (ad esempio: assistenza economica e domiciliare; permanenza
nel proprio domicilio; affido familiare e a tempo parziale; sostegno
socio-educativo; centri diurni polivalenti; interventi di socializzazione; inserimenti
di minori, anziani, persone svantaggiate e disabili in strutture residenziali e
semiresidenziali); c) attività di prevenzione
e recupero sociale (ad esempio: inserimento occupazionale e
socio-lavorativi protetti; promozione del tempo libero).
Per quanto
riguarda i tre comuni di Ameglia,
Castelnuovo Magra e Luni costituenti l’ATS
n. 67 (facente parte del Distretto
sociosanitario n. 19 Val di Magra) l’esercizio delle funzioni
sociali di base è attualmente gestito in forma associata mediante una convenzione
approvata alla fine del 2014 e recentemente prorogata di ulteriori tre anni
(con scadenza quindi nel 2021) senza apportare modifiche in quanto “non sono effettivamente pervenute richieste di modifica e/o integrazioni” da parte dei
Comuni interessati.
La
mancanza di valutazioni sul
funzionamento di questa triennale esperienza di gestione associata dei servizi
sociali è incauta, in perfetta
continuità con il modo assai sbrigativo
con cui fin dall’inizio è stata impostata questa forma associativa di erogazione del servizio.
Infatti,
occorre ricordare come in occasione della approvazione della convenzione, nel
corso della discussione nel Consiglio Comunale castelnovese del 22/12/2014, erano
state sollevate vivaci critiche da parte dei consiglieri Mazzi e Baracchini; ne
sintetizziamo qui solo alcune incentrate:
a) sulla genericità
con cui è stata scelta la forma associata ritenuta aprioristicamente e senza alcuna dimostrazione: “una valida soluzione (…) in quanto assicura
una migliore qualità del servizio, una gestione uniforme sull'intero territorio
interessato ed un contenimento dei costi relativi”;
b) sulla indeterminatezza
della “programmazione congiunta” dei
servizi sociali dei tre Comuni, nonché sul “coordinamento
dei servizi sociali con i servizi sanitari della ASL e con altri interventi ed
attività sociali presenti nel territorio”;
c) sulla indefinitezza
degli elementi di base del servizio (risorse umane e finanziare impiegate,
tipologia utenti da servire, standard qualitativi del servizio, ecc.),
derivante dall’assenza di una precisa
analisi della situazione socio-sanitaria e dei bisogni presenti nella
popolazione;
d)
sull’illegittimità di prevedere la delega
alla Conferenza di Ambito di “approvare
il Piano delle Attività dell'Ambito Territoriale Sociale”, espropriando
così i consigli Comunali della loro funzione di indirizzo, ma soprattutto
evidenziando che prima si fa la
convenzione, poi si decide a cosa serve tale convenzione (assurdo!!!);
e)
sulla irregolarità del demandare ad elementi
tecnici o a personale esterno le decisioni su come deve essere svolta l’azione socio-assistenziale, mentre il
Consiglio Comunale democraticamente eletto è di fatto privato di tale potestà;
f)
sull’assurdità di prevedere un “Collegio di Vigilanza” composto dagli
stessi Sindaci, i quali sono anche membri della Conferenza di Ambito, cioè sono
i controllori di se stessi.
Insomma,
fin dall’inizio i servizi sociali erogati nell’Ambito n. 67 sono stati organizzati in modo nebuloso, la loro organizzazione è “autoreferenziale”, privi
di elementi programmatici in quanto non sono definiti né i bisogni, né sono
trasparenti le risposte e il grado di soddisfazione raggiunto.
Devono
essere ben chiari due aspetti: non si vuole in alcun modo mettere in
discussione a) la quotidiana attività e prestazione dei servizi in favore dei
cittadini; b) né la professionalità
degli operatori e il loro impegno;
semmai, si vuole tutelare sia il lavoro svolto, che il personale su cui cade di
fatto l’onere del buon funzionamento
di servizi organizzati in modo maldestro.
L’attenzione critica è rivolta solo all’approssimazione
e alla superficialità con cui politicamente
sono state decise le modalità
organizzative della gestione associata dei servizi sociali. Conseguentemente, desta meraviglia come
in occasione della decisione di prorogare la validità della convenzione del
2014 non sia stata avvertita alcuna necessità
di un ripensamento dell’organizzazione del servizio e di una verifica sulla sua effettiva capacità di
rispondere alle necessità della popolazione.
Queste
lacune sono ancora più gravi perché arrivano dopo la chiusura di altre esperienze associative messe in campo dai comuni
interessati. Per esempio, i due Comuni di Castelnuovo Magra e di Luni hanno
chiuso in questi ultimi mesi diversi servizi associati: di segreteria comunale;
dei vigili urbani, dell’amministrazione generale, della gestione finanziaria, del
SUAP (sportello unico attività produttive), del commercio, dei servizi sociali/educativi/culturali.
Questi
ripetuti fallimenti del tentativo di
esercitare in forma associata alcuni servizi tra i due Comuni di Castelnuovo
Magra e di Luni avrebbero dovuto già da tempo far riflettere i rispettivi
Amministratori Comunali, in particolare sia sulla velleità del progetto di fusione messo in campo nel 2013/14, che
sulla loro reale volontà e competenza a
organizzare i servizi comunali per aumentarne l’efficienza e l’efficacia
amministrativa in un quadro di necessari risparmi economici.
Invece,
è sorprendente la costanza con cui
questi Amministratori affrontano con superficialità, indeterminatezza,
genericità e in totale assenza di progetti e di programmazione queste
problematiche organizzative, dimostrando di aver imparato poco dai ripetuti fallimenti e dallo spreco di risorse
pubbliche.
Eppure,
l’associazione di servizi tra più comuni è uno dei modi che i
Comuni hanno a disposizione per tentare di aumentare le prestazioni in favore
dei cittadini, riducendone i costi; non
è sbagliato dunque lo strumento, è scorretto il modo con cui le tre
Amministrazioni Comunali di Ameglia, Castelnuovo Magra e Luni hanno impostato
questa soluzione organizzativa.
In
conclusione, il problema di fondo resta la capacità
di svolgere una effettiva programmazione, cioè di organizzare una attività
o un servizio secondo un programma che tenti di risolvere i problemi emersi da
puntuali analisi, dopo un
necessario confronto con gli utenti e gli operatori del settore, abilmente schematizzati ed elaborati al fine di pensare
creativamente alle possibili soluzioni, queste ultime espresse in un progetto chiaro
ed accurato, basato su di un modello organizzativo,
su tempi prestabiliti e sull’individuazione
delle risorse necessarie per realizzarlo … questo
è proprio quello che manca!
Luigi Einaudi ricordava come occorresse sempre “conoscere
per deliberare”, poiché in caso contrario si rischia di “pestare
l’acqua nel mortaio …”.
Euro Mazzi
Per
vedere gli altri post sul sistema sanitario Ligure e Spezzino:
1) SANITÀ
LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
8) IL DISTRETTO SOCIOSANITARIO: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
9) L’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA TERRITORALE: ALCUNI PROBLEMI DI SVILUPPO: QUI
Per vedere gli altri post sulla riforma sanitaria Ligure:
1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
PS: questo
post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Ligure e Spezzino,
un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del dibattito
politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la soddisfazione
dei bisogni di salute dei propri assistiti.
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
8) IL DISTRETTO SOCIOSANITARIO: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
9) L’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA TERRITORALE: ALCUNI PROBLEMI DI SVILUPPO: QUI
Per vedere gli altri post sulla riforma sanitaria Ligure:
1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
Altri post
su questi argomenti:
1) SPESA
SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA: QUI
2) SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3) SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
4) LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5) LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6) CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI
2) SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3) SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
4) LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5) LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6) CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI
Altri post inerenti i servizi
sociali:
- UNA CONVENZIONE SUPERFICIALE, IL RISCHIO DI UN FLOP
SUI SERVIZI SOCIALI: QUI
- APPROSSIMAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA GESTIONE DEI
SERVIZI SOCIALI: QUI
- SERVIZI SOCIALI A CASTELNUOVO MAGRA … INIZIAMO A
METTERE ORDINE E POI VERIFICHIAMO: QUI
- BILANCIO 2017: servizi sociali tra opacità e poche
risorse: QUI
- UN COMUNE CHE NON SA COME SPENDERE LE MOLTE RISORSE A
DISPOSIZIONE: QUI
Nessun commento:
Posta un commento