Dopo
aver illustrato le caratteristiche generali del Piano Sociosanitario Regionale 2017-19
ed aver individuato nell’efficientamento il suo parametro ispiratore
fondamentale e nella “presa in carico
globale ed integrata”, quel concetto che meglio indica un cambiamento di approccio e di
innovazione organizzativa; passiamo
ora ad affrontare un altro aspetto di questa proposta di riforma.
Accentramento
organizzativo e direzionale.
Il Piano convalida
il sistema di “governance” della
sanità incentrato su Alisa, quale struttura che centralizza le funzioni di
programmazione e di gestione finanziaria, di controllo, di coordinamento e di
indirizzo delle Aziende sanitarie e degli altri Enti del Servizio Sanitario
regionale, nonché le funzioni di gestione di attività tecnico-specialistiche.
Con Alisa
l’organizzazione sanitaria ligure, di fatto, assume una struttura ad holding direttamente
dipendente dall’apparato politico e tecnico regionale, avente quali suoi “rami operativi” le Asl e gli altri Enti
sanitari.
Questo
accentramento
ha l’obiettivo di “promuovere e favorire omogeneità e standardizzazione della risposta assistenziale sul territorio
regionale”, da conseguire con: l’emanazione di indirizzi comuni a tutte le Asl (su: procedure, protocolli,
standard assistenziali, operativi e organizzativi); una programmazione coerente su tutto il territorio; l’allocazione delle risorse sulle reali
esigenze epidemiologiche e demografiche dei cittadini; una coerente gestione contrattuale e degli accreditamenti
(con Irccs, Aziende ospedaliere ed eventuali erogatori privati); l’attivazione
di un efficiente sistema di controlli;
la gestione con maggiori standard qualitativi; stabilire rapporti coerenti con tutti i soggetti (medici di
medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie e associazioni).
Il
Piano conferisce
a questa scelta
accentratrice una intonazione positiva, quale presupposto per
raggiungere sia una equità di accesso
alle cure, sia un elemento per governare
le varie strutture orizzontali
ed i percorsi ad elevata integrazione
ospedale-territorio, che requisito per esercitare un’efficace attività di
verifica e di controllo.
Questo
“accentramento”
si dovrebbe manifestare soprattutto rispetto ad alcuni aspetti:
a)
la gestione accentrata del rischio
clinico attraverso adeguate verifiche sulla rischiosità del Sistema
Sanitario, la figura del “risk manager”;
b)
la governance del controllo delle nuove tecnologie (Health
Technology Assessment - HTA);
c)
l’Area Centrale Acquisti (in sostituzione
della Centrale Regionale di Acquisto della Liguria, nata 2007 quale centrale di
committenza);
d)
la gestione delle risorse umane, con: - la riduzione dell’utilizzo
di contratti temporanei o “flessibili” per posizioni lavorative stabili; - la
limitazione al ricorso al lavoro interinale; - un complessivo ringiovanimento
del personale del SSR; - la formulazione di un piano annuale delle assunzioni
(con fissazione di un tetto di spesa); - la redazione di piani assunzionali
delle Asl; - l’Educazione Continua in Medicina (ECM);
e)
la Partnership
pubblico-privato attraverso: - la riforma del sistema di
autorizzazione, accreditamento e contrattualizzazione delle unità di offerta
sanitarie e sociosanitarie; - la revisione e gestione degli accordi
contrattuali;
f)
la gestione della prevenzione
(vigilanza e controllo) e della
promozione della salute (PNP, Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale,
screening oncologici, infezioni correlate all’assistenza e
antibiotico-resistenza, i fattori di rischio modificabili come gli stili e le
abitudini di vita);
g)
l’assistenza farmaceutica;
h) la gestione delle malattie rare;
i)
la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo e
la didattica;
l) la comunicazione sanitaria (trasparenza, anticorruzione, comunicazione
per la salute; comunicazione sanitaria; comunicazione istituzionale).
Inoltre,
il Piano assume
questo accentramento
quale adattamento organizzativo in relazione alle modalità
innovative di “presa in carico” della persona
cronica o fragile, assicurando:
a) l’integrazione
e il raccordo delle competenze e professionalità mediche e sanitarie per superare
l’eccessiva eterogeneità e frammentazione organizzativa,
potenziando i percorsi di continuità
assistenziale tra ospedale e territorio e tra i diversi segmenti
territoriali anche attraverso l’implementazione dei PDTA (Percorsi
Diagnostico-Terapeutici Assistenziali);
b) l’attività
di miglioramento delle performance di sistema (sistema di
indicatori in grado di monitorare l’efficacia, l’efficienza, l’accessibilità e
la sicurezza delle prestazioni sanitarie nonché la qualità percepita da parte
del paziente/utente);
c) lo
sviluppo di un Sistema Informativo
Sociosanitario a supporto della programmazione, del controllo e della
gestione dei servizi, da realizzare attraverso: - la ricomposizione degli
attuali strumenti di raccolta dati; - la progressiva costruzione dei flussi
informativi; - una maggiore connessione tra sistemi informativi della sanità
pubblici e privati; - la condivisione delle informazioni relative all’assistito
nell’ambito di nuovi trattamenti dei dati; - la gestione regionale di servizi
informatici rivolti ad ASL e ospedali; - la semplificare e razionalizzare delle
procedure di accesso alle prestazioni; - lo sviluppo di un sistema per monitorare
e controllare i percorsi dei pazienti;
d) la
definizione e condivisione dei percorsi
integrati di diagnosi e cura, la capillarizzazione delle linee guida, i protocolli
e le procedure impiegate e la valutazione del loro stato di applicazione
attraverso l’utilizzo sistematico dell’audit clinico (con particolare
riguardo all’ambito oncologico);
e) il
DIAR (Dipartimenti InterAziendali Regionali), quale unità organizzativa in
grado di fornire la risposta alla gestione sia dell’integrazione intra e
inter-Aziendale e dei diversi livelli di assistenza, sia della condivisione dei
percorsi, costituendo quindi, un driver di grande importanza nella spinta
all’implementazione dell’appropriatezza;
f) il
monitoraggio dell’appropriatezza
prescrittiva sia in ambito diagnostico che terapeutico, con particolare
riferimento alle classi di farmaci per cui sono state ravvisate criticità e a
specifiche procedure diagnostiche a potenziale rischio di inappropriatezza ( ad
es. risonanza magnetica muscolo scheletrica, dosaggio di bio-marcatori
tumorali, ecografie mammarie);
g) il
governo dei tempi di attesa, con una
configurazione del sistema CUP su due livelli:
1) il primo destinato alla prenotazione delle prestazioni previste in occasione del primo “contatto” con il SSR (“prima visita specialistica” o la conduzione di indagini diagnostiche prescritte dal MMG per il primo inquadramento diagnostico);
2) il secondo destinato alla “presa in carico” dell’assistito e all’attivazione dei PDTA e PAI personalizzati, al fine di ottenere l’approfondimento diagnostico o condurre attività di controllo/follow-up. sistema di agende informatizzato integrato con i sistemi regionali di gestione della prescrizione elettronica;
1) il primo destinato alla prenotazione delle prestazioni previste in occasione del primo “contatto” con il SSR (“prima visita specialistica” o la conduzione di indagini diagnostiche prescritte dal MMG per il primo inquadramento diagnostico);
2) il secondo destinato alla “presa in carico” dell’assistito e all’attivazione dei PDTA e PAI personalizzati, al fine di ottenere l’approfondimento diagnostico o condurre attività di controllo/follow-up. sistema di agende informatizzato integrato con i sistemi regionali di gestione della prescrizione elettronica;
h) l’analisi dei dati di mobilità passiva
extraregionale (per superare il saldo negativo in gran parte riconducibile
agli ambiti ospedaliero, della specialistica ambulatoriale e della farmaceutica).
Alcune
considerazioni.
L’accentramento
direzionale (con Alisa) e organizzativo (struttura a holding) sono elementi
caratterizzanti del nuovo Piano Sanitario; è strettamente connesso sia con la
necessità di un contenimento della spesa
sanitaria, che per una omogeneizzazione
funzionale delle prestazioni al fine di assicurare una “presa in carico” dell’assistito standardizzata su tutto il territorio
regionale.
Questa
centralizzazione è un fenomeno
comune a molte regioni (anche di diverso colore politico poiché, per esempio,
negli ultimi 5 anni vi è stata una riduzione del 35% del numero di Asl in
Italia) è dettato sia dalla volontà accentrare le risorse per risparmiare, che
per standardizzare l’organizzazione dei servizi sanitari.
Produrre
appropriatamente e garantire al contempo la sostenibilità del sistema ha come presupposto il raffreddamento della concorrenza tra le varie Asl (in termini di attrazione dei pazienti), accompagnata da scelte
organizzative e di controllo dei consumi che rischiano però di ridimensionare i servizi offerti rispetto ai bisogni di salute
effettivi della popolazione dei diversi territori.
Sotto
questo profilo, se l’accentramento è indispensabile ed efficace, restano
però aperti i rischi connessi ad una standardizzazione
al ribasso che possono essere superati solo se si prevedono adeguate risorse
da destinare a incentivi per premiare “chi fa di più e di meglio con minori
risorse” (valutazione dei risultati di bilancio, sistema di valutazione
in grado di premiare le gestioni più efficienti), immettendo nel sistema una
sana concorrenza e un circolo virtuoso di produttività e di ricerca di risultati
migliori.
Inoltre,
restano poco approfondite alcune problematiche (solo per citarne alcune)
inerenti a: - la collegialità e la condivisione delle decisioni e della
relazioni fra i diversi decisori; - le modalità
partecipative e i percorsi di condivisione
responsabile; - attenzione verso l'inclusione
e la rimozione degli ostacoli socio-economici, ambientali e culturali che
incidono nell’ambito sanitario; - la necessità di affrontare in senso
preventivo i determinanti sociali ed
ambientali delle malattie e di contrastare le disuguaglianze di salute.
Insomma,
il percorso di efficientizzazione e
misurazione quali-quantitativa della performance
(derivante dalla aziendalizzazione del servizio sanitario) deve tendere a mantenere
una elevata qualità del servizio
anche in tempi di forte riduzione delle risorse
disponibili.
Questa
è la vera sfida in gioco.
Euro
Mazzi
PS:
questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Ligure e
Spezzino, un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del
dibattito politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la
soddisfazione dei bisogni di salute dei propri assistiti.
Per
vedere gli altri post:
a)
sul Piano Sanitario Regionale:1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
b) sui problemi della sanità regionale e
spezzina:
1) SANITÀ LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
c) altri post su questo argomento:
1) SPESA SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA
SALUTE DI SARZANA: QUI2) SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3) SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
4) LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5) LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6) CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI
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