giovedì 19 ottobre 2017

BILANCIO COMUNE DI LA SPEZIA: una situazione critica … ma non seria! (prima parte)

Il neo sindaco spezzino Pierluigi Peracchini ha recentemente manifestato alcune lamentele riguardo alle condizioni non propriamente confortanti delle casse comunali; in un articolo del 24/9/2017 si legge:  Ereditato tanti guai (…) In questi mesi ci siamo resi conto dei guai che l'amministrazione precedente ci ha lasciato, da un debito a bilancio di 48 milioni a impegni con la Marina militare firmati con superficialità, senza coperture di bilancio. Il giorno successivo (25/9/2017) vengono ripetuti analoghi concetti: “Che cosa abbiamo fatto in poco più di due mesi? Innanzitutto abbiamo preso atto dei guai che ci ha lasciato l’amministrazione precedente: 48 milioni di debiti e impegni di spesa non coperti”.

Marco Raffaelli, esponente Pd, replicava in un articolo del 27/9/2017 che: “I 48 milioni di debito di cui ha recentemente parlato il sindaco sono effetto di mutui da rimborsare, ricordiamo che dieci anni prima erano oltre 80. E le risorse non sono svanite nel nulla, ma sono state usate per investimenti la cui utilità è riconosciuta anche da queste linee programmatiche”.
Qualche giorno dopo in un articolo del 9/10/2017 la capogruppo del PD Federica Pecunia affermava che: I buchi di bilancio lamentati da Peracchini non ci sono (…) Questa sera in consiglio comunale sarà discussa una delibera di variazioni di bilancio del Piano triennale delle opere che mette in chiaro alcune cose e tra queste che Peracchini ha recentemente mentito ai cittadini lamentando buchi di bilancio in realtà inesistenti.
In un articolo del giorno successivo (10/10/2017) si leggono altre dichiarazioni della Pecunia: “Spero che questa sera si possa mettere fine alla querelle dei 48 milioni di euro di debiti del Comune”, sostenendo che il dato in realtà non sarebbe attendibile. A tale affermazione replicava il sindaco Peracchini: “i numeri dicono che i debiti di questo Comune sono 48 milioni di euro. I soldi per sostenere l’operazione di Marola, ad esempio, a bilancio non li avete messi”.
Questa polemica lascia sconcertati, poiché attiene a dati di bilancio che come tale dovrebbero essere assunti come elementi oggettivi; si può discutere sulle motivazioni o sulla composizione o sulla dinamica dei debiti, ma l’ammontare dovrebbe essere accettato da tutti in quanto dato certificato da un bilancio già approvato.
Del resto, solo qualche mese prima, in un articolo del 29/3/2017 Cristiano Ruggia, vicesindaco e assessore al Bilancio, affermava: “voglio sottolineare che il Comune ha proseguito la sua strada virtuosa di taglio del debito che adesso sono 48 milioni contro gli 80 del 2007.
Dunque, il neosindaco Peracchini avrebbe detto la stessa cosa affermata in precedenza sia dall’assessore al Bilancio Ruggia che dal consigliere Raffaelli … e, quindi, la capogruppo del PD Federica Pecunia avrebbe ribattuto l’evidenza di un dato oggettivo!
In realtà, la situazione finanziaria del Comune spezzino è ben più complessa e articolata.
Il sindaco Peracchini (così come in precedenza aveva affermato l’assessore Ruggia) nel suo intervento ha evidenziato la corretta esposizione della sola sottovoce di bilancio “debiti da finanziamento” che al 31/12/2016 ammontava effettivamente a € 48.233.267,16; ma occorre precisare che questa sottovoce di bilancio è solo una delle componenti (certamente la più importante) della voce “debiti” che sempre al 31/12/2016 ammontava a € 89.029.708,42, cioè una somma assai più consistente di quella relativa alla sola sottovoce “debiti da finanziamento” (ne rappresenta cioè solo il 54,18%).
L’ammontare della voce “debiti” (pari a 89,0 €/milioni) costituisce un problema per il bilancio comunale, poiché: a) è una somma ben superiore a quella “attivo circolante” (ammontante al 31/12/2016 a € 52.767.267,51); b) incide in modo consistente sulle spese correnti, per esempio con il pagamento di interessi e il rimborso quota capitale dei finanziamenti contratti (nel 2016 sono 9,8 €/milioni), ma anche con la necessità di pagare i fornitori (nel 2016 sono 6,4 €/milioni).
Se poi si esamina più attentamente, si può notare come l’andamento della sottovoce debiti da finanziamento” segnala una sua persistente riduzione (con una diminuzione di 24,2 €/milioni rispetto all’ammontare nel 2010 di 72,3 €/milioni), derivante dal sommarsi di due tendenze: a) un aumento dell’ammortamento dei mutui (nel periodo 2010-16 i rimborsi ammontano a 46,9 €/milioni); b) un costante calo nell’accensione di nuovi mutui (nel periodo 2010-16 i nuovi mutui ammontano a 21,7 €/milioni). La riduzione nell’accensione di nuovi mutui è evidenziata da questi dati: nel 2004 ne furono contratti per 17,6 €/milioni, mentre nel 2016 solo per 1,9 €/milioni; in questi anni è avvenuta, dunque, una costante riduzione nell’accensione di nuovi mutui, a causa non soltanto dei provvedimenti generali tesi a ridurre il ricorso all’indebitamento degli enti locali, ma anche per una “minore capacità” di progettare investimenti per risolvere in particolare le problematiche infrastrutturali presenti a livello locale; questa riduzione ha altresì contribuito alla stagnazione economica.
Nonostante la progressiva riduzione dell’indebitamento, le ricadute sul bilancio comunale spezzino sono ancora notevoli: - l’indebitamento locale pro-capite (debito residuo dei mutui/abitanti) ammonta nel 2016 a € 513,48 (seppur con una incidenza in calo rispetto a quella rilevata nel 2007 pari a € 852,38); - i 9,8 €/milioni necessari per rimborsare la quota annuale di ammortamento incidono per il 9,89% sul totale delle entrate correnti.
Se poi si aggiunte alla spesa per l’indebitamento (nel 2016 ammontante a 9,8 €/milioni) anche il costo dei 658 dipendenti comunali (nel 2016 assommante a 25,4 €/milioni) e l’onere relativo alla gestione dei rifiuti (nel 2016 pari a 23,5 €/milioni) ci si rende conto che solo queste tre voci incidono per circa il 59% sul totale delle entrate correnti (nel 2016 ammontanti a 99,7 €/milioni), percentuale che indica una forte rigidità del bilancio, poiché per tutte le altre attività comunali sono destinate solo i residui 41 €/milioni.
Questa rigidità di bilancio, del resto, si inserisce in un contesto finanziario più fragile rispetto al passato dovuto a diversi fattori, tra cui ci limitiamo a indicarne due: a) l’emergere di un “disavanzo tecnico” derivante dal riaccertamento straordinario dei residui al 1/1/2015 di € 14.112.391,58 (successivamente diminuito a € -13.608.668,14 al 31/12/2015 e € -12.767.484,71 al 31/12/2016) da ripianare con risorse di bilancio in 30 anni con rata annuale di € 480.000; b) il frequente e consistente utilizzo di "anticipazioni di cassa" (nel 2016-17 per un massimo di 90,0 €/milioni, erano 71,5 nel 2015) che comunque pesano sulle risorse disponibili (per esempio con € 275.548,30 pagati nel 2016).
Questa maggiore fragilità finanziaria del bilancio spezzino è avvenuta in un contesto di sostanziale tenuta (con incremento) delle "entrate correnti": nel periodo 2008-2016 la loro media si attesta su 92,3 €/milioni, con punta più elevata nel 2013 (113,3 €/milioni), mentre nel 2016 si registrano 99,7 €/milioni. Nel periodo 2008-2016 la media delle "spese correnti" si attesta su 85,3 €/milioni, con punta più elevata nel 2013 (104,3 €/milioni), mentre nel 2016 si registrano 93,7 €/milioni. Dunque in questo periodo (2008-16)il bilancio spezzino non registra né significative riduzione di risorse, né consistenti aumenti di spesa corrente; ma ha comunque palesato un “affaticamento” finanziario per il peso del consistente ammontare dei "residui attivi e passivi".
Infatti, a seguito del "riaccertamento straordinario dei residui" al 1/1/2015 è emerso il disavanzo tecnico” già evidenziato in precedenza (€/milioni 14,1 al 1/1/2015, poi 13,6 al 31/12/2015 e 12,7 al 31/12/2016). Questa consistente presenza di "residui" manifestava una difficoltà a recuperare entrate “vecchie” e a spendere le risorse che erano state nel tempo impegnate in opere o servizi non realizzati o non finiti; il riaccertamento straordinario ha permesso di fare le necessarie “pulizie”, ma ha lasciato uno strascico sui bilanci futuri di una quota di ammortamento pari a € 480.000,00.
La tenuta (con incremento) delle entrate correnti ha, però, accentuato la "pressione fiscale e tributaria" sulle famiglie spezzine: a) la "pressione fiscale" (calcolata sulle entrate proprie del Comune) è passata da € 537,72 del 2008 a € 2.077,89 del 2016 (+ € 1.085,00); b) la "pressione tributaria" esercitata dal Comune sulle famiglie spezzine è passata da 537,72 a 1.648,38 del 2016 (+ € 1.110,66), mentre quella su ogni cittadino è pari a € 775,89 nel 2016 (in leggero calo rispetto alla punta massima raggiunta nel 2013 con € 857,46, ma in notevole aumento rispetto ai 252,39 del 2008).
Da queste brevi e sintetiche note sul bilancio spezzino si possono non solo inquadrare adeguatamente le lamentele del neo sindaco Peracchini sulle "eredità finanziarie” ricevute, ma soprattutto individuare alcune problematiche su cui lavorare … e il lavoro da fare è notevole.


Euro Mazzi

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