Il
neo sindaco spezzino Pierluigi Peracchini ha recentemente manifestato alcune lamentele riguardo alle condizioni non
propriamente confortanti delle casse comunali; in un articolo del 24/9/2017 si
legge: “Ereditato tanti guai (…) In
questi mesi ci siamo resi conto dei guai che l'amministrazione precedente ci ha
lasciato, da un debito a bilancio di 48
milioni a impegni con la Marina militare firmati con superficialità, senza coperture di bilancio”. Il
giorno successivo (25/9/2017) vengono ripetuti analoghi concetti: “Che cosa abbiamo fatto in poco più di due
mesi? Innanzitutto abbiamo preso atto dei guai
che ci ha lasciato l’amministrazione precedente: 48 milioni di debiti e impegni di spesa non coperti”.
Marco Raffaelli, esponente Pd, replicava in un articolo del 27/9/2017 che: “I 48 milioni di debito di cui ha recentemente parlato il sindaco sono effetto di mutui da rimborsare, ricordiamo che dieci anni prima erano oltre 80. E le risorse non sono svanite nel nulla, ma sono state usate per investimenti la cui utilità è riconosciuta anche da queste linee programmatiche”.
Qualche
giorno dopo in un articolo del 9/10/2017 la capogruppo del PD Federica Pecunia
affermava che: “I buchi di bilancio lamentati da Peracchini non ci sono (…) Questa
sera in consiglio comunale sarà discussa una delibera di variazioni di bilancio
del Piano triennale delle opere che mette in chiaro alcune cose e tra queste
che Peracchini ha recentemente mentito ai cittadini lamentando buchi di bilancio in realtà inesistenti”.
In
un articolo del giorno successivo (10/10/2017) si leggono altre dichiarazioni
della Pecunia: “Spero che questa sera si
possa mettere fine alla querelle dei 48
milioni di euro di debiti del Comune”, sostenendo che il dato in realtà
non sarebbe attendibile. A tale affermazione replicava il sindaco Peracchini: “i numeri dicono che i debiti di questo
Comune sono 48 milioni di euro. I
soldi per sostenere l’operazione di Marola, ad esempio, a bilancio non li avete
messi”.
Questa
polemica lascia sconcertati, poiché attiene a dati di bilancio che come tale
dovrebbero essere assunti come elementi oggettivi; si può discutere sulle
motivazioni o sulla composizione o sulla dinamica dei debiti, ma l’ammontare dovrebbe essere accettato da
tutti in quanto dato certificato da un bilancio già approvato.
Del
resto, solo qualche mese prima, in un articolo del 29/3/2017 Cristiano Ruggia,
vicesindaco e assessore al Bilancio, affermava: “voglio sottolineare che il Comune ha proseguito la sua strada virtuosa
di taglio del debito che adesso sono 48
milioni contro gli 80 del 2007”.
Dunque,
il neosindaco Peracchini avrebbe detto la stessa cosa affermata in precedenza
sia dall’assessore al Bilancio Ruggia che dal consigliere Raffaelli … e, quindi,
la capogruppo del PD Federica Pecunia avrebbe ribattuto l’evidenza di un
dato oggettivo!
In
realtà, la situazione finanziaria del Comune spezzino è ben più complessa e
articolata.
Il
sindaco Peracchini (così come in precedenza aveva affermato l’assessore Ruggia)
nel suo intervento ha evidenziato la corretta esposizione della sola sottovoce di
bilancio “debiti da finanziamento” che al 31/12/2016 ammontava effettivamente
a € 48.233.267,16; ma occorre
precisare che questa sottovoce di bilancio è solo una delle componenti
(certamente la più importante) della voce “debiti” che sempre al 31/12/2016
ammontava a € 89.029.708,42, cioè
una somma assai più consistente di quella relativa alla sola sottovoce “debiti da finanziamento” (ne
rappresenta cioè solo il 54,18%).
L’ammontare
della voce “debiti” (pari a 89,0
€/milioni) costituisce un problema per il bilancio comunale, poiché: a) è una
somma ben superiore a quella “attivo circolante” (ammontante al
31/12/2016 a € 52.767.267,51); b)
incide in modo consistente sulle spese correnti, per esempio con il pagamento
di interessi e il rimborso quota capitale dei finanziamenti contratti (nel 2016 sono 9,8 €/milioni), ma anche
con la necessità di pagare i fornitori (nel
2016 sono 6,4 €/milioni).
Se
poi si esamina più attentamente, si può notare come l’andamento della sottovoce
“debiti
da finanziamento” segnala una sua persistente riduzione (con una diminuzione di 24,2 €/milioni rispetto
all’ammontare nel 2010 di 72,3 €/milioni), derivante dal sommarsi di due
tendenze: a) un aumento
dell’ammortamento dei mutui (nel periodo 2010-16 i rimborsi ammontano a
46,9 €/milioni); b) un costante calo
nell’accensione di nuovi mutui (nel periodo 2010-16 i nuovi mutui ammontano
a 21,7 €/milioni). La riduzione nell’accensione di nuovi mutui è evidenziata da
questi dati: nel 2004 ne furono contratti per 17,6 €/milioni, mentre nel 2016
solo per 1,9 €/milioni; in questi anni è avvenuta, dunque, una costante riduzione nell’accensione di nuovi mutui, a causa non
soltanto dei provvedimenti generali tesi a ridurre il ricorso all’indebitamento
degli enti locali, ma anche per una “minore capacità” di progettare investimenti per
risolvere in particolare le problematiche infrastrutturali presenti a livello locale;
questa riduzione ha altresì contribuito alla stagnazione economica.
Nonostante
la progressiva riduzione dell’indebitamento, le ricadute sul bilancio comunale
spezzino sono ancora notevoli: - l’indebitamento
locale pro-capite (debito residuo dei mutui/abitanti) ammonta nel 2016 a € 513,48 (seppur con una incidenza in
calo rispetto a quella rilevata nel 2007 pari a € 852,38); - i 9,8 €/milioni necessari per rimborsare
la quota annuale di ammortamento incidono per il 9,89% sul totale delle entrate correnti.
Se
poi si aggiunte alla spesa per
l’indebitamento (nel 2016 ammontante a 9,8 €/milioni) anche il costo dei 658 dipendenti comunali (nel
2016 assommante a 25,4
€/milioni) e l’onere relativo alla gestione
dei rifiuti (nel 2016 pari a 23,5 €/milioni)
ci si rende conto che solo queste tre voci incidono per circa il 59% sul
totale delle entrate correnti (nel 2016 ammontanti a 99,7 €/milioni), percentuale che indica una forte rigidità del bilancio, poiché
per tutte le altre attività comunali sono destinate solo i residui 41 €/milioni.
Questa rigidità
di bilancio, del resto, si inserisce in un contesto
finanziario più fragile rispetto al passato dovuto a diversi fattori, tra
cui ci limitiamo a indicarne due: a) l’emergere di un “disavanzo tecnico” derivante
dal riaccertamento straordinario dei
residui al 1/1/2015 di €
14.112.391,58 (successivamente diminuito a € -13.608.668,14 al 31/12/2015 e € -12.767.484,71 al 31/12/2016) da
ripianare con risorse di bilancio in 30 anni con rata annuale di € 480.000; b) il frequente e
consistente utilizzo di "anticipazioni di
cassa" (nel 2016-17 per un massimo di 90,0 €/milioni, erano 71,5 nel 2015) che comunque pesano sulle
risorse disponibili (per esempio con € 275.548,30 pagati nel 2016).
Questa maggiore fragilità finanziaria del bilancio
spezzino è avvenuta in un contesto di sostanziale tenuta (con incremento) delle "entrate correnti": nel periodo 2008-2016 la loro media
si attesta su 92,3 €/milioni, con punta più elevata nel 2013 (113,3 €/milioni),
mentre nel 2016 si registrano 99,7 €/milioni. Nel periodo 2008-2016 la media
delle "spese correnti" si attesta su
85,3 €/milioni, con punta più elevata nel 2013 (104,3 €/milioni), mentre nel
2016 si registrano 93,7 €/milioni. Dunque in questo periodo (2008-16)il bilancio
spezzino non registra né significative riduzione di risorse, né consistenti
aumenti di spesa corrente; ma ha comunque palesato un “affaticamento” finanziario per il peso del consistente ammontare dei "residui attivi e passivi".
Infatti, a
seguito del "riaccertamento straordinario dei residui" al 1/1/2015 è emerso il “disavanzo
tecnico” già evidenziato in precedenza (€/milioni 14,1 al 1/1/2015, poi
13,6 al 31/12/2015 e 12,7 al 31/12/2016). Questa consistente presenza di "residui" manifestava una difficoltà a recuperare entrate “vecchie” e a spendere le
risorse che erano state nel tempo impegnate in opere o servizi non realizzati o
non finiti; il riaccertamento straordinario ha permesso di fare le necessarie “pulizie”,
ma ha lasciato uno strascico sui bilanci
futuri di una quota di ammortamento pari a € 480.000,00.
La tenuta (con incremento) delle
entrate correnti ha, però, accentuato la
"pressione fiscale e tributaria" sulle famiglie spezzine: a) la "pressione fiscale" (calcolata sulle
entrate proprie del Comune) è passata da € 537,72 del 2008 a € 2.077,89 del
2016 (+ € 1.085,00); b) la "pressione
tributaria" esercitata dal Comune sulle famiglie spezzine è passata da
537,72 a 1.648,38 del 2016 (+ € 1.110,66), mentre quella su ogni cittadino è pari
a € 775,89 nel 2016 (in leggero calo rispetto alla punta massima raggiunta nel
2013 con € 857,46, ma in notevole aumento rispetto ai 252,39 del 2008).
Da queste brevi
e sintetiche note sul bilancio spezzino si possono non solo inquadrare adeguatamente le lamentele del neo sindaco Peracchini
sulle "eredità finanziarie” ricevute, ma soprattutto individuare alcune problematiche su cui lavorare … e il lavoro da fare è notevole.
Euro Mazzi
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