L'ENOTECA REGIONALE
DELLA LIGURIA è stata costituita il 24/11/2011, su proposta dei
quattro soci fondatori i comuni di: Castelnuovo Magra (Sp), Genova (Ge),
Dolceacqua (Im), Ortovero (Sv); con sede legale nel borgo collinare di
Castelnuovo (nelle cantine di Palazzo Cornelio) e con quattro sedi operative in
locali di proprietà dei quattro comuni fondatori.
L’Enoteca
è stata costituita come associazione sulla base dei requisiti previsti dalla legge
sugli “itinerari dei gusti e dei profumi di Liguria” (L.R. n. 13 del 21/3/2007
e successive modificazioni) “per la valorizzazione dei vini regionali, con
particolare riguardo a quelli a denominazione d’origine e a quelli ottenuti con
metodi di agricoltura biologica ed integrata, nonché di altri prodotti derivati
dalla lavorazione dell’uva, del vino e di altri prodotti agricoli e
agro-alimentari tipici e di qualità regionali” (art. 1 Statuto).
I soci
aderenti si dividono in soci fondatori, pubblici e privati; attualmente sono circa 134 soci, fra i quali 119 sono “privati” cioè sono produttori
di vino, oltre a soci pubblici come alcuni comuni e le Camere di Commercio; i soci
sono tenuti a versare una quota annuale quale contributo associativo;
l’assemblea dei soci elegge: a) un Consiglio
direttivo, organo esecutivo che provvede all’ordinaria e straordinaria
amministrazione, composto da nove membri, di cui quattro nominati dai
rispettivi soci fondatori, uno nominato congiuntamente dalle Camere di Commercio
e quattro eletti dai soci privati; b) un
Presidente scelto tra i membri nominati per il Consiglio direttivo dai soci
fondatori; c) un Vice Presidente scelto
tra i membri del Consiglio eletti in rappresentanza dei soci privati.
Su questi
presupposti l’Enoteca
ha ottenuto il riconoscimento regionale
con decreto n. 3694 del 15/6/2011 a conclusione dell’istruttoria conseguente
all’istanza inviata in data 15/7/2011 da parte del Comune di Castelnuovo.
L’Enoteca
svolge varie attività e funzioni. Le sedi dell'Enoteca sono centri di informazione per fare conoscere il patrimonio
vitivinicolo regionale e le aree di produzione; vi sono esposti i vini liguri che vengono valorizzati con adeguate presentazione
delle loro caratteristiche; vi si possono degustare
i vini liguri DOC e IGT della Liguria; infine possono essere anche venduti i vari
prodotti esposti.
L’Enoteca ha sviluppato
e partecipato a varie iniziative, manifestazioni ed eventi sia a livello
locale, regionale, nazionale ed europeo (come il Vinitaly, Vinidamare, Liguria da Bere, Benvenuto Vermentino e altre).
L’Enoteca
potrebbe, dunque, svolgere un ruolo importante sia rispetto al progetto
regionale degli “itinerari” (che però non sono ancora cresciuti
adeguatamente), ma soprattutto nei confronti del settore vitivinicolo ligure
che in questi anni si è molto sviluppato.
Il
sistema qualità della vitivinicoltura ligure si esprime in otto Denominazioni di Origine (Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco di
Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Val Polcevera, Golfo del
Tigullio-Portofino, Colline di Levanto, Cinque Terre, Colli di Luni) e in quattro indicazioni geografiche
(Liguria di Levante, Colline del Genovesato, Colline Savonesi, Terrazze
dell’Imperiese).
In
Liguria sono attive circa 1.600 aziende
vinicole e 31 sono le varietà di viti; la produzione media annuale di vino
a denominazione di origine è di circa 40mila ettolitri. Nello spazio “Liguria”
al Vinitaly 2017 saranno presenti 71 aziende e 141 etichette: tra queste 31
aziende dalla provincia di Imperia (67 etichette), 12 aziende dalla provincia
di Savona (17 etichette), 3 aziende da Genova (7 etichette), 22 aziende dalla
provincia della Spezia (47 etichette) e 3 aziende da Massa Carrara (Doc Colli
di Luni) con 3 etichette.
In
questo contesto di crescita e di sviluppo del settore, l’Enoteca non appare adeguata rispetto alle esigenze sia dei produttori che
degli utenti; esaminiamo sinteticamente alcune problematiche.
La forma giuridica. L’Enoteca si identifica giuridicamente come associazione, poiché nella normativa
regionale inizialmente era stata pensata come composta da una maggioranza di enti
pubblici, ma poi tale clausola fu abbandonata per uno sviluppo aperto e
illimitato agli operatori privati del settore. La formula associativa non è adatta a supportare un ente in forte
evoluzione come già si è verificato e come soprattutto dovrebbe ancora svilupparsi;
soprattutto è inadeguata rispetto al
ruolo di fornitore di servizi sia per i produttori che per gli utenti.
La normativa regionale. La legge regionale di riferimento è
quella n. 13 del 2007 pensata per una gestione imperniata sull’iniziativa di enti locali/pubblici e su una partecipazione subordinata dei privati,
mentre è evidente la necessità di un cambio di impostazione con la messa al
centro dell’attenzione dell’iniziativa imprenditoriale
e aziendale, mentre gli enti pubblici dovrebbero dedicarsi alla definizione
delle “cornici” normative, dei sistemi di incentivazione e di promozione, ma
soprattutto dovrebbero sviluppare la verifica e il controllo specie nel caso di
finanziamenti pubblici. Questo cambio di
impostazione da prevalentemente pubblica a privata avrebbe positivi
riflessi sullo sviluppo non solo della viticultura, ma dell’intero comparto
agro-alimentare-turistico, con ricadute assai positive sia in termini di
occupazione che di reddito degli interessati.
La privatizzazione dell’Enoteca. La recente nomina del sindaco di
Castelnuovo (Montebello) a presidente dell’Enoteca ha evidenziato il problema dell’ingerenza
di figure di rilievo politico
in carica su un terreno squisitamente gestionale e imprenditoriale. Ha inoltre
confermato una tendenza al “controllo
partitico” su questi enti che al contrario dovrebbero essere
svincolati da simili problematiche. La nomina di un sindaco in carica, infatti,
arriva dopo una prassi assai deprecata del "riciclaggio di ex politici" nel loro
utilizzo per funzioni dirigenziali e gestionali, mentre invece dovrebbe essere
interamente lasciata agli esponenti del mondo agricolo (in merito si rimanda ad altro post: QUI). Altresì, si dovrebbe
evitare che chi ha il compito di controllare e vigilare sul buon andamento
gestionale di questi enti, siano direttamente implicati nella loro gestione,
poiché non esiste trasparenza se il controllato è anche il controllore. Per
evitare il perpetuarsi di questo “controllo
partitico” o di un loro uso per fini di “consenso
politico”, occorre sciogliere il nodo della presenza nella
compagine sociale di enti pubblici, prevedendo la loro fuoriuscita e la
integrale privatizzazione dell’Enoteca.
Lo sviluppo organizzativo. L’Enoteca dovrebbe disporre di idonee attrezzature e
risorse per svolgere adeguatamente i servizi per cui è destinata, mentre invece
si riscontra una sostanziale inadeguatezza
e precarietà. Poco chiare sono le problematiche attinenti per esempio: alla
gestione quotidiana; al personale addetto sia rispetto al possesso delle
necessarie conoscenze e competenze che all’effettivo loro utilizzo; all’orario di
apertura al pubblico (dovrebbe essere non inferiore a 12 ore settimanali); all’organizzazione
informatica. Queste “ristrettezze” organizzative
derivano anche dai vari limiti in questo post evidenziati, ma soprattutto dalla mancanza di una visione imprenditoriale del ruolo dell'Enoteca verso le stesse aziende del settore. L'Enoteca non ha problemi derivanti dalla scarsità di risorse investite, poiché dispone di adeguate risorse anche se queste provengono prevalentemente dagli enti pubblici e poco dai "privati" che dovrebbero essere i diretti interessati. Un rilancio dell’Enoteca, quindi, non può prescindere: a) dal ridimensionamento o dalla eliminazione dei “vincoli pubblici e partitici"; b) da un
maggior coinvolgimento diretto dei viticultori che dovranno non solo gestire in modo imprenditoriale l'Enoteca, ma anche investire più
risorse per godere dei numerosi vantaggi che una "azienda speciale del vino" potrebbe rilasciare.
Lo sviluppo specialistico. L’Enoteca dovrebbe sviluppare una propria
specializzazione, affiancando i produttori/tecnici del settore con servizi che
consentano loro di “fare sistema” per risolvere il problema della
competitività e dello sviluppo del settore, puntando su alcuni temi critici: la
redditività e l’aumento del patrimonio aziendale, la razionalizzazione del
processo produttivo (es. tecniche colturali innovative); la programmazione
delle produzioni per soddisfare le nuove richieste del mercato; l’aiuto per individuare
modalità di controllo dei costi di produzione (manodopera, carburanti, mezzi
tecnici in generale, adempimenti amministrativi e burocratici, oneri fiscali), il
marketing territoriale, l’integrazione tra produzione enologica,
eno-gastronomia, turismo e momenti ricreativi.
Se
queste sono alcune delle problematiche riguardanti il futuro dell’Enoteca,
esistono questioni che intanto devono essere risolte velocemente.
La sede legale:
nel luglio 2013, a seguito di alcune verifiche tecniche, la sede legale e
operativa situata nelle cantine di Palazzo Cornelio è stata chiusa per
inagibilità, con il conseguente trasferimento “provvisorio” presso il vicino
Museo del Vermentino ...è un problema che dovrebbe essere urgentemente risolto.
La gestione trasparente. I Comuni soci hanno obblighi diretti di trasparenza che al momento eludono, non
riportando per esempio nei loro siti le notizie e i riferimenti all’Enoteca
resi obbligatori dalla normativa. Ma anche la stessa Enoteca dovrebbe garantire elementi
di trasparenza sul proprio
sito, sia in quanto ente partecipato da Comuni e Camere di Commercio; sia
perché questi enti pubblici esprimono propri rappresentanti nel consiglio
direttivo o alla presidenza dell’Enoteca; ma soprattutto perché questi enti pubblici erogano in suo favore consistenti
contributi. Sotto questo profilo la gestione dell’Enoteca appare opaca
e ben poco si conosce sull’effettivo uso dei contributi pubblici, i bilanci non
sono resi noti, così come i provvedimenti assunti, gli incarichi affidati,
ecc. (in merito si rimanda ad altro post: QUI).
La “spettacolarizzazione”. L’Enoteca è sempre stata utilizzata per
fare “spettacolo”,
unendo momenti: di festa e di ricreazione, di degustazione dei vini, di assaggi
di prodotti e cibi, di presenza di personalità di richiamo, ecc.. Nel tempo è
diventata una “vetrina”
ambita dal politico di turno, poiché l’eno-gastonomia è una occasione di visibilità per trasmettere
un’immagine positiva di legame con il territorio e, pertanto, è assai
ricercata; non è un caso, per esempio, che “Benvenuto
Vermentino” spesso si sia svolto proprio in corrispondenza con scadenze
elettorali. Occorre, però, superare questo aspetto perché contribuisce a
caratterizzare l’Enoteca come una “nebulosa” le cui attività pubbliche sono appunto
gli “eventi-spettacolo”,
ma la cui gestione resta opaca, faccendone perdere la sua reale funzione di promozione e di sostegno
della produzione enologica.
La storia si ripete? Infine, occorre ricordare che l’attuale Enoteca è
figlia della sua precedente denominata “Enoteca Pubblica della Liguria e della Lunigiana”,
costituita alla fine del 1990 e cessata nel 2011; questa associazione è stata
sempre presieduta dal Sindaco di Castelnuovo Magra e poi, dopo l’introduzione di
norme sull’incompatibilità, da un ex sindaco (Alberto Tognoni). Ebbene, in 21 anni non sono mai stati resi noti i
bilanci di questa associazione, né sono state rese note le problematiche
gestionali, nonostante le ripetute richieste avanzate da alcuni consiglieri …
Forse
è vero che: “La storia, a voler essere
esatti, non si ripete, ma, poiché le illusioni di cui l'uomo è capace sono
limitate di numero, esse ritornano
sempre sotto un diverso travestimento, dando così a una porcheria
ultradecrepita un'aria di novità e una vernice tragica” (E. Cioran).
Euro Mazzi.
PS: questo post fa parte di
un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo
"sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui
bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN
«BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI
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