sabato 10 giugno 2017

PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA” (decima parte)

L'ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA è stata costituita il 24/11/2011, su proposta dei quattro soci fondatori i comuni di: Castelnuovo Magra (Sp), Genova (Ge), Dolceacqua (Im), Ortovero (Sv); con sede legale nel borgo collinare di Castelnuovo (nelle cantine di Palazzo Cornelio) e con quattro sedi operative in locali di proprietà dei quattro comuni fondatori.
L’Enoteca è stata costituita come associazione sulla base dei requisiti previsti dalla legge sugli itinerari dei gusti e dei profumi di Liguria” (L.R. n. 13 del 21/3/2007 e successive modificazioni) “per la valorizzazione dei vini regionali, con particolare riguardo a quelli a denominazione d’origine e a quelli ottenuti con metodi di agricoltura biologica ed integrata, nonché di altri prodotti derivati dalla lavorazione dell’uva, del vino e di altri prodotti agricoli e agro-alimentari tipici e di qualità regionali” (art. 1 Statuto).


I soci aderenti si dividono in soci fondatori, pubblici e privati; attualmente sono circa 134 soci, fra i quali 119 sono “privati” cioè sono produttori di vino, oltre a soci pubblici come alcuni comuni e le Camere di Commercio; i soci sono tenuti a versare una quota annuale quale contributo associativo; l’assemblea dei soci elegge: a) un Consiglio direttivo, organo esecutivo che provvede all’ordinaria e straordinaria amministrazione, composto da nove membri, di cui quattro nominati dai rispettivi soci fondatori, uno nominato congiuntamente dalle Camere di Commercio e quattro eletti dai soci privati; b) un Presidente scelto tra i membri nominati per il Consiglio direttivo dai soci fondatori; c) un Vice Presidente scelto tra i membri del Consiglio eletti in rappresentanza dei soci privati.
Su questi presupposti l’Enoteca ha ottenuto il riconoscimento regionale con decreto n. 3694 del 15/6/2011 a conclusione dell’istruttoria conseguente all’istanza inviata in data 15/7/2011 da parte del Comune di Castelnuovo.
L’Enoteca svolge varie attività e funzioni. Le sedi dell'Enoteca sono centri di informazione per fare conoscere il patrimonio vitivinicolo regionale e le aree di produzione; vi sono esposti i vini liguri che vengono valorizzati con adeguate presentazione delle loro caratteristiche; vi si possono degustare i vini liguri DOC e IGT della Liguria;  infine possono essere anche venduti i vari prodotti esposti.
L’Enoteca ha sviluppato e partecipato a varie iniziative, manifestazioni ed eventi sia a livello locale, regionale, nazionale ed europeo (come il Vinitaly, Vinidamare, Liguria da Bere, Benvenuto Vermentino e altre).
L’Enoteca potrebbe, dunque, svolgere un ruolo importante sia rispetto al progetto regionale degli itinerari” (che però non sono ancora cresciuti adeguatamente), ma soprattutto nei confronti del settore vitivinicolo ligure che in questi anni si è molto sviluppato.
Il sistema qualità della vitivinicoltura ligure si esprime in otto Denominazioni di Origine (Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco di Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Val Polcevera, Golfo del Tigullio-Portofino, Colline di Levanto, Cinque Terre, Colli di Luni) e in quattro indicazioni geografiche (Liguria di Levante, Colline del Genovesato, Colline Savonesi, Terrazze dell’Imperiese).
In Liguria sono attive circa 1.600 aziende vinicole e 31 sono le varietà di viti; la produzione media annuale di vino a denominazione di origine è di circa 40mila ettolitri. Nello spazio “Liguria” al Vinitaly 2017 saranno presenti 71 aziende e 141 etichette: tra queste 31 aziende dalla provincia di Imperia (67 etichette), 12 aziende dalla provincia di Savona (17 etichette), 3 aziende da Genova (7 etichette), 22 aziende dalla provincia della Spezia (47 etichette) e 3 aziende da Massa Carrara (Doc Colli di Luni) con 3 etichette.
In questo contesto di crescita e di sviluppo del settore, l’Enoteca non appare adeguata rispetto alle esigenze sia dei produttori che degli utenti; esaminiamo sinteticamente alcune problematiche.
La forma giuridica. L’Enoteca si identifica giuridicamente come associazione, poiché nella normativa regionale inizialmente era stata pensata come composta da una maggioranza di enti pubblici, ma poi tale clausola fu abbandonata per uno sviluppo aperto e illimitato agli operatori privati del settore. La formula associativa non è adatta a supportare un ente in forte evoluzione come già si è verificato e come soprattutto dovrebbe ancora svilupparsi; soprattutto è inadeguata rispetto al ruolo di fornitore di servizi sia per i produttori che per gli utenti.
La normativa regionale. La legge regionale di riferimento è quella n. 13 del 2007 pensata per una gestione imperniata sull’iniziativa di enti locali/pubblici e su una partecipazione subordinata dei privati, mentre è evidente la necessità di un cambio di impostazione con la messa al centro dell’attenzione dell’iniziativa imprenditoriale e aziendale, mentre gli enti pubblici dovrebbero dedicarsi alla definizione delle “cornici” normative, dei sistemi di incentivazione e di promozione, ma soprattutto dovrebbero sviluppare la verifica e il controllo specie nel caso di finanziamenti pubblici. Questo cambio di impostazione da prevalentemente pubblica a privata avrebbe positivi riflessi sullo sviluppo non solo della viticultura, ma dell’intero comparto agro-alimentare-turistico, con ricadute assai positive sia in termini di occupazione che di reddito degli interessati.
La privatizzazione dell’Enoteca. La recente nomina del sindaco di Castelnuovo (Montebello) a presidente dell’Enoteca ha evidenziato il problema dell’ingerenza di figure di rilievo politico in carica su un terreno squisitamente gestionale e imprenditoriale. Ha inoltre confermato una tendenza al controllo partitico” su questi enti che al contrario dovrebbero essere svincolati da simili problematiche. La nomina di un sindaco in carica, infatti, arriva dopo una prassi assai deprecata del "riciclaggio di ex politici" nel loro utilizzo per funzioni dirigenziali e gestionali, mentre invece dovrebbe essere interamente lasciata agli esponenti del mondo agricolo (in merito si rimanda ad altro post: QUI). Altresì, si dovrebbe evitare che chi ha il compito di controllare e vigilare sul buon andamento gestionale di questi enti, siano direttamente implicati nella loro gestione, poiché non esiste trasparenza se il controllato è anche il controllore. Per evitare il perpetuarsi di questo controllo partitico” o di un loro uso per fini di “consenso politico”, occorre sciogliere il nodo della presenza nella compagine sociale di enti pubblici, prevedendo la loro fuoriuscita e la integrale privatizzazione dell’Enoteca.
Lo sviluppo organizzativo. L’Enoteca dovrebbe disporre di idonee attrezzature e risorse per svolgere adeguatamente i servizi per cui è destinata, mentre invece si riscontra una sostanziale inadeguatezza e precarietà. Poco chiare sono le problematiche attinenti per esempio: alla gestione quotidiana; al personale addetto sia rispetto al possesso delle necessarie conoscenze e competenze che all’effettivo loro utilizzo; all’orario di apertura al pubblico (dovrebbe essere non inferiore a 12 ore settimanali); all’organizzazione informatica. Queste “ristrettezze” organizzative derivano anche dai vari limiti in questo post evidenziati, ma soprattutto dalla mancanza di una visione imprenditoriale del ruolo dell'Enoteca verso le stesse aziende del settore. L'Enoteca non ha problemi derivanti dalla scarsità di risorse investite, poiché dispone di adeguate risorse anche se queste provengono prevalentemente dagli enti pubblici e poco dai "privati" che dovrebbero essere i diretti interessati. Un rilancio dell’Enoteca, quindi, non può prescindere: a) dal ridimensionamento o dalla eliminazione dei “vincoli pubblici e partitici"; b) da un maggior coinvolgimento diretto dei viticultori che dovranno non solo gestire in modo imprenditoriale l'Enoteca, ma anche investire più risorse per godere dei numerosi vantaggi che una "azienda speciale del vino" potrebbe rilasciare.
Lo sviluppo specialistico. L’Enoteca dovrebbe sviluppare una propria specializzazione, affiancando i produttori/tecnici del settore con servizi che consentano loro di “fare sistema” per risolvere il problema della competitività e dello sviluppo del settore, puntando su alcuni temi critici: la redditività e l’aumento del patrimonio aziendale, la razionalizzazione del processo produttivo (es. tecniche colturali innovative); la programmazione delle produzioni per soddisfare le nuove richieste del mercato; l’aiuto per individuare modalità di controllo dei costi di produzione (manodopera, carburanti, mezzi tecnici in generale, adempimenti amministrativi e burocratici, oneri fiscali), il marketing territoriale, l’integrazione tra produzione enologica, eno-gastronomia, turismo e momenti ricreativi.
Se queste sono alcune delle problematiche riguardanti il futuro dell’Enoteca, esistono questioni che intanto devono essere risolte velocemente.
La sede legale: nel luglio 2013, a seguito di alcune verifiche tecniche, la sede legale e operativa situata nelle cantine di Palazzo Cornelio è stata chiusa per inagibilità, con il conseguente trasferimento “provvisorio” presso il vicino Museo del Vermentino ...è un problema che dovrebbe essere urgentemente risolto. 
La gestione trasparente. I Comuni soci hanno obblighi diretti di trasparenza che al momento eludono, non riportando per esempio nei loro siti le notizie e i riferimenti all’Enoteca resi obbligatori dalla normativa. Ma anche la stessa Enoteca dovrebbe garantire elementi di trasparenza sul proprio sito, sia in quanto ente partecipato da Comuni e Camere di Commercio; sia perché questi enti pubblici esprimono propri rappresentanti nel consiglio direttivo o alla presidenza dell’Enoteca; ma soprattutto perché questi enti pubblici erogano in suo favore consistenti contributi. Sotto questo profilo la gestione dell’Enoteca appare opaca e ben poco si conosce sull’effettivo uso dei contributi pubblici, i bilanci non sono resi noti, così come i provvedimenti assunti, gli incarichi affidati, ecc. (in merito si rimanda ad altro post: QUI).
La “spettacolarizzazione”. L’Enoteca è sempre stata utilizzata per fare “spettacolo”, unendo momenti: di festa e di ricreazione, di degustazione dei vini, di assaggi di prodotti e cibi, di presenza di personalità di richiamo, ecc.. Nel tempo è diventata una “vetrina” ambita dal politico di turno, poiché l’eno-gastonomia è una occasione di visibilità per trasmettere un’immagine positiva di legame con il territorio e, pertanto, è assai ricercata; non è un caso, per esempio, che “Benvenuto Vermentino” spesso si sia svolto proprio in corrispondenza con scadenze elettorali. Occorre, però, superare questo aspetto perché contribuisce a caratterizzare l’Enoteca come una “nebulosa” le cui attività pubbliche sono appunto gli “eventi-spettacolo”, ma la cui gestione resta opaca, faccendone perdere la sua reale funzione di promozione e di sostegno della produzione enologica.
La storia si ripete? Infine, occorre ricordare che l’attuale Enoteca è figlia della sua precedente denominata “Enoteca Pubblica della Liguria e della Lunigiana”, costituita alla fine del 1990 e cessata nel 2011; questa associazione è stata sempre presieduta dal Sindaco di Castelnuovo Magra e poi, dopo l’introduzione di norme sull’incompatibilità, da un ex sindaco (Alberto Tognoni). Ebbene, in 21 anni non sono mai stati resi noti i bilanci di questa associazione, né sono state rese note le problematiche gestionali, nonostante le ripetute richieste avanzate da alcuni consiglieri …
Forse è vero che: “La storia, a voler essere esatti, non si ripete, ma, poiché le illusioni di cui l'uomo è capace sono limitate di numero, esse ritornano sempre sotto un diverso travestimento, dando così a una porcheria ultradecrepita un'aria di novità e una vernice tragica” (E. Cioran).

Euro Mazzi.



PS: questo post fa parte di un ampio studio sulle partecipate pubbliche locali, un mondo "sommerso", ma foriero di ripercussioni non sempre positive sui bilanci degli Enti Locali. Per vedere gli altri post:
1 – SOCIETÀ PARTECIPATE: UNA MALATTIA IN PEGGIORAMENTO E UN «BISTURI» CHE NON ARRIVA: QUI
2 – AMEGLIA SERVIZI TURISTICI SRL (AST): QUI
3 – SARZANA PATRIMONIO E SERVIZI SRL (SPS): QUI
4 – SISTEMA TURISTICO LOCALE – GOLFO DEI POETI, VAL DI MAGRA E VAL DI VARA (STL): QUI
5 - FONDAZIONE GENOVA/LIGURIA FILM COMMISSION: QUI
6 - PARTECIPATE: IL CASO C.A.L.L.L. SRL DI SARZANA: QUI
7 - PARTECIPATE: IL CASO A.SP. SRL DI VEZZANO LIGURE: QUI
8 - PARTECIPATE: IL CASO “CITTÀ DI SARZANA ITINERARI CULTURALI”: QUI 
9 - PARTECIPATE: IL CASO “AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA”: QUI

 
Altri post su questo argomento:
- SARZANA E AMEGLIA: IL NODO PARTECIPATE ARRIVA AL PETTINE … E SON DOLORI: QUI
- LE SOCIETÀ PARTECIPATE REGIONE LIGURIA: QUI
- BILANCIO 2016 (2): FARE CHIAREZZA NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE: QUI
- IL "BUCO NERO" DELLE PARTECIPATE: cosa succede a Castelnuovo Magra: QUI
- TRASPARENZA E SOCIETA’ PARTECIPATE: un sistema quasi al collasso …: QUI

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