sabato 20 giugno 2020

NUOVO OSPEDALE: UN CONFRONTO SPEZIA - MASSA (quinta parte)

Le vicissitudini relative alla costruzione dell’ospedale nuovo del Felettino hanno da tempo sollevato accese discussioni, spesso caratterizzate da contrapposte e sterili polemiche ideologiche e partitiche; con lo scopo di ricercare alcune problematiche di fondo può essere utile effettuare un rapido confronto con la vicenda del NOA (Nuovo Ospedale Apuano) di Massa, iniziata nel 2002 e terminata in data 15/1/2016 con la sua inaugurazione ufficiale.
Il NOA fa parte di un progetto unico denominato “Nuovi Ospedali Toscani“, quale programma di sostituzione dei vecchi presidi ospedalieri di Massa e Carrara, Lucca, Pistoia e Prato (inserito nel “Programma pluriennale di interventi sanitari strategici) previsti dal PSR (Piano Sanitario Regionale) 2002-2004 approvato nel dicembre 2002 dal Consiglio regionale toscano.
Questi 4 ospedali sono stati realizzati sulla base di un’unica operazione finanziaria basata sul preponderante contributo pubblico (dello Stato e delle ASL di riferimento), sotto il coordinamento del SIOR (Sistema Integrato Ospedali Regionali, quale associazione tra le ASL interessate) e tutti realizzati con un project financing unitario.
Questi 4 ospedali sono tutti attualmente in esercizio e hanno reso disponibili più di 1.710 posti letto, 52 sale operatorie, 120 unità per dializzati, 20 sale parto e 4.275 posti auto, su una superficie utile complessiva di oltre 200.000 mq.; occorre sottolineare come i posti letto realizzati siano inferiori rispetto a quelli precedenti: Pistoia è passata da 420 posti letto a 400; Massa da 560 a 360; Lucca da 490 a 410; Prato da 640 a 540.
La vicenda iniziava nel 2002 quando la Regione approvava il nuovo PSR, a cui seguiva la pubblicazione del bando per la realizzazione dei 4 nuovi ospedali, all’esito del quale l’Ati Astaldi presentava un progetto preliminare, successivamente posto a base del bando di gara del giugno 2003 dal SIOR; alla scadenza del bando del 30/6/2003 perveniva la domanda del CTS (Consorzio Toscana Salute) con un costo più basso rispetto a quello inizialmente proposto dall’Ati Astaldi, ma il SIOR sceglieva quest’ultimo alla condizione di adeguarne il prezzo a quello proposto da CTS.
Il CTS contestava questa scelta e apriva un contenzioso giudiziario (finito con decisione del Consiglio di Stato n. 6287/2005), al termine del quale, nel dicembre 2005, il SIOR approvava il progetto preliminare dell’Ati Astaldi (SIOR delibera n. 24 del 19/12/2005), e procedeva all’indizione della gara finale (nel marzo 2006); in data 25/7/2007 proclamava l’Ati Astaldi quale aggiudicatario definitivo della concessione di costruzione e di gestione dei nuovi ospedali (SIOR delibera n. 38 del 28/9/2007).
In data 19/11/2007 veniva sottoscritta una Convenzione con l’Ati Astaldi (trasformata in data 14/2/2008 in SA.T. Spa), avente identica impostazione per tutti i 4 nuovi ospedali, essendo infatti unitario il rapporto concessorio; SA.T. Spa (è partecipata da Astaldi Spa per il 35%, Techint - Compagnia Tecnica Internazionale Spa per il 35% e Impresa Pizzarotti & C. Spa per il 30%) ha  finanziato, progettato, realizzato queste strutture e ne gestirà alcuni servizi per 19 anni.
SA.T. Spa provvedeva a consegnare i progetti definitivi tra il 29/5/2008 e il 1/7/2008; le Conferenze dei servizi approvavano poi i progetti definitivi, in seguito deliberate dai rispettivi direttori generali delle ASL (per il NOA, con delibera del direttore generale n. 233 del 26/5/2008); il SIOR procedeva successivamente ad indire la gara per il servizio di verifica finalizzata alla validazione dei progetti esecutivi dei nuovi ospedali, assegnati alla Ati Inarcheck Spa (per l’importo complessivo di 360 €/mila, -48,57% sulla base d’asta); conseguentemente i progetti esecutivi venivano rivisti, adeguati e integrati e poi riapprovati con delibere dei Direttori Generali delle ASL in data 26/5/2010.
Le ASL procedevano alla consegna delle aree in date diverse (tra il 25/2/2009 e il 9/6/2014), particolarmente complessa e lunga quella massese a causa delle attività di bonifica del terreno e per gli scavi archeologici.
Queste varie attività di adeguamento e integrazione avevano, comunque, causato notevoli ritardi nell’avvio dei lavori di costruzione, comportando così un incremento del costo di costruzione e dei costi assicurativi e fidejussori per la fase di realizzazione e di gestione dei nuovi ospedali; soltanto i ritardi per la realizzazione dell’ospedale delle Apuane costeranno alcuni milioni di euro.
I lavori dell’ospedale NOA sono iniziati nel luglio 2011, finiti a marzo 2015 e con l’attività partita a novembre 2015; è costato in totale € 151.889.205,66; in proposito occorre ricordare che attualmente pende un ricorso di fronte al Tribunale di Firenze avanzato da SA.T. Spa per rivendicare il riconoscimento “di importi scritti a riserva” di circa 20 €/milioni per la realizzazione dell’ospedale di Lucca e di oltre 55 €/milioni per quello Apuano (problema già sollevato anche in relazione alla costruzione degli ospedali di Prato e Pistoia terminato con una transazione); quindi il costo finale di questi ospedali è ancora da determinare.
Alcune considerazioni di confronto.
Sulla base di questa sintetica ricostruzione delle vicende legate alla realizzazione del NOA è ora possibile svolgere alcune sintetiche considerazioni di confronto limitate inevitabilmente ad aspetti quantitativi ed esteriori con l’analoga vicenda di costruzione dell’ospedale nuovo del Felettino (in proposito si rimanda ai seguenti post: QUIQUI).
Il progetto. Senza entrare nel merito architettonico, ma limitandoci solo ad alcuni aspetti oggettivi si possono notare profonde differenze di impostazione tra i due progetti:
- il NOA è un progetto disegnato dall’architetto Mario Cucinella sulla base delle indicazioni provenienti da una Commissione Ministeriale coordinata dall’architetto Renzo Piano, nell’elaborazione di un nuovo modello di ospedale; sono impostati sulle esigenze provinciali  e concepiti come strutture dinamiche per adattarsi alla loro eventuale evoluzione e organizzati per poli di attività; hanno tutti una pianta compatta quadrata a forma di H, composta da due distinti corpi, uno dedicato alle funzioni proprie dell’ospedale, e l’altro (corpo economale) per i laboratori, cucine e mensa, centrali tecnologiche e altre funzioni necessarie alla conduzione dell’attività ospedaliera; si sviluppa su una su una superficie d’intervento 104.430 mq. e una superficie coperta di circa 45.600 mq.; il numero dei piani fuori terra è di 4 con 1 piano interrato; la superficie destinata a verde è di 22.541 mq.; l’area parcheggi dispone di 1.025 posti auto, di cui 600 per i visitatori e 425 per il personale, oltre all’area eliporto; è composto da 338 posti letto, 12 sale operatorie, 30 posti dialisi, 6 sale travaglio, 1 sala operatoria per il parto;
- il nuovo Felettino:l’edificio avrà la forma di un ventaglio disposto su 8 piani: i primi due ospiteranno le aree accessibili al pubblico (dove è presente uno spazio per il culto, degli esercizi commerciali di bar, caffetteria, negozi e farmacia), i successivi tre accoglieranno l’alta tecnologia, mentre i dipartimenti troveranno posto negli ultimi tre piani; la radioterapia si trova in un edificio indipendente già realizzato e in funzione; si sviluppa su una superficie d’intervento di 85.200 mq., una superficie coperta di circa 66.028 mq. ed è composto da 520 posti letto, così suddivisi nei vari reparti: 154 per l’area chirurgica, 174 per quella medica, 91 per la materno-infantile, 12 per la riabilitazione, 40 per la dialisi e 49 per l’area critica; 10 le sale operatorie, le stanze di degenza dei pazienti per il 20% saranno camere singole e le restanti saranno doppie; all’esterno sono previsti l’eliporto, uno spazio verde e parcheggi per 823 posti auto.
Tempi di realizzazione. È purtroppo un confronto impietoso:
- il NOA è stato realizzato in circa 14 anni; dall’aggiudicazione del 25/7/2007 all’inizio dei lavori (luglio 2011) sono passati 4 anni e altri 4 anni sono stati necessari per finirlo (marzo 2015);
- il nuovo Felettino è dal 1993 che se ne parla e al giugno 2020 (dopo ben 27 anni) è solo una desolata spianata; volendo restringere il confronto a partire dal “Piano di modernizzazione del parco ospedaliero regionale” (DCR n. 34 del 1/8/2007) sono comunque passati ben 13 anni e siamo attualmente in attesa del nuovo bando per far ripartire la sua costruzione; dall’aggiudicazione del 4/5/2015 all’inizio dei lavori (5/8/2016) sono passati 15 mesi, ma poi i lavori sono proseguiti con la demolizione del vecchio edificio (terminata gennaio 2017) e con i lavori di sbancamento e di contenimento e dopo 4 anni è arrivata la revoca dell’appalto del 6/11/2019.   
Costi di realizzazione. È difficile effettuare questo confronto per la diversità di impostazione e la provvisorietà dei dati e, pertanto, ci si limita ad alcuni aspetti:
- il NOA: il costo attuale ammonta a € 151.889.205,66. Il progetto preliminare approvato dal SIOR prevedeva un costo complessivo per i 4 ospedali di € 412.892.829 (di cui € 302.241.906 per costi di costruzione e varie), con la seguente copertura: € 169.110.636 a carico dello Stato, € 120.489.363 a carico delle quattro ASL; € 132.292.829 a carico dei privati concessionari; questo costo è stato ridotto dall'appalto e incrementato dai ritardi e dalle varianti e ora dipende dagli esiti delle contestazioni;
- il nuovo Felettino: il costo inizialmente previsto ammontava a 175 €/milioni,  di cui: 119 €/milioni derivanti dai finanziamenti statali; 2,6 €/milioni da altri finanziamenti statali; 6,3 €/milioni dal bilancio regionale; 23,2 €/milioni derivanti dall’alienazione del vecchio ospedale S. Andrea; 23 €/milioni di finanziamenti a carico della Regione Liguria; costo puramente indicativo perché dipenderà dal nuovo appalto. 
L’appalto. Il confronto si limita agli aspetti dell’offerta presentata:
- il NOA: l’Ati Astaldi (poi SA.T. Spa) ha assicurato una riduzione complessiva dei costi posti a gara: la diminuzione a 19 anni della durata delle concessioni (-€ 45.801.171,76); il prezzo di costruzione è passato da €. 289.600.000,00 a € 215.541.221,01 (-€ 74.058.778,99); i tempi di esecuzione dei lavori diminuiti di 7 mesi; il parametro di aggiornamento tariffe ridotto dal 100% al 90%; le tariffe canoni concessori ridotti da € 54.629.574,41 a € 45.801.171,76 (-€ 8.828.402,65 per ogni anno).
- il nuovo Felettino: al bando iniziale rispondevano otto gruppi di aziende, ma alla gara arrivava solo una offerta con un ribasso intorno allo 0,01% (offerto il valore complessivo di € 131.814.690,74 IVA esclusa) e quindi l’appalto veniva aggiudicato all’Ati Pessina Costruzioni Spa.
In conclusione.
Questo sintetico confronto tra due diverse esperienze realizzative evidenzia quanto siano farraginose le procedure e come siano articolate le problematiche attinenti a queste importanti opere pubbliche; da questo confronto sorge una domanda: come mai il NOA è stato comunque realizzato e quello del nuovo Felettino invece si è arenato? In merito, si possono solo azzardare alcune ipotesi.
Entrambi gli ospedali avevano sufficienti risorse statali e regionali; entrambi hanno avuto una tormentata sequenza di ritardi procedurali, inadempienze, contestazioni e cause, polemiche e rimpalli di responsabilità; entrambi si basavano sulla medesima concezione del project financing, ma  quello del nuovo Felettino era più contenuto e delimitato (solo € 6.314.560,89 per i servizi di gestione per 4 anni con la possibilità di eventuale rinnovo per un ulteriore anno) rispetto a quello unitario e più sostanzioso di € 45.801.171,76 per 19 anni previsto per i 4 ospedali toscani in favore del concessionario, il quale aveva un’evidente convenienza a terminare le opere (infatti, questa gestione è stata subito ceduta al fondo d’investimenti Equitix con la sottoscrizione del contratto preliminare nel 2016 e quello definitivo in data 30/1/2020).
Sul project financing sbilanciato in favore dei privati è stata la Corte dei Conti, sezione per la Toscana, che ha rimarcato: “un iter molto articolato complicato da una carenza di programmazione, dovuta anche alla scelta dei siti e alle numerose varianti introdotte nelle varie fasi di progettazione (preliminare, definitiva, esecutiva) che ha coinvolto vari soggetti e che ha portato, di volta in volta, ad incrementi del prezzo di costruzione, oltre che dei canoni ventennali per la disponibilità delle opere (…) risulta che la parte pubblica ha sostenuto circa l’80 per cento dei costi per la costruzione, cioè 300 milioni di euro su 379. Conseguentemente l’operazione di finanziamento appare, sotto questo profilo, priva di motivazione” (Decisione sul rendiconto 2016, pag. 39-40).
L’apparato amministrativo regionale e delle ASL toscane è apparso in generale in grado di “padroneggiare” meglio (rispetto a quello ligure seppur limitato alla gestione di un solo ospedale) la gestione di un appalto complicato di ben 4 ospedali da costruire in contemporanea, consentendo di contenere le conseguenze negative delle varie varianti e integrazioni.
L’esame sintetico delle due vicende evidenzia, però, la presenza di un elemento anomalo rappresentato dalla circostanza che in data 25/7/2019 veniva aperta la procedura di concordato della società Pessina Costruzioni Spa per grave carenza di liquidità, a cui seguiva la messa in cassa integrazione straordinaria per un anno a partire dal 5/8/19 dei suoi 119 dipendenti (compresi i 17 lavoratori impiegati al Felettino).
Questa procedura concorsuale avveniva in un contesto di notevole ritardo, poiché l’appalto del nuovo Felettino era giunto al 4,90% degli impegni di spesa previsti, pari a circa 6,0 €/milioni, rispetto a un cronoprogramma redatto dalla stessa Pessina che prevedeva al 31/5/2019 uno stato di avanzamento dei lavori per circa 78,0 €/milioni, pari al 63,0% del totale. In questo contesto, in data 6/11/2019 IRE procedeva alla revoca del contratto alla Ati Pessina per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino.
Insomma, in attesa del nuovo appalto per il nuovo ospedale del Felettino sarebbe utile riflettere e discutere su queste problematiche, piuttosto che continuare con contrapposte e sterili polemiche.

Euro Mazzi


PS: questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Nazionale, Ligure e Spezzino, un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del dibattito politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la soddisfazione dei bisogni di salute dei propri assistiti.

Post sul sistema sanitario Nazionale e Regionale:
1)   CORONAVIRUS E I “TAGLI” ALLA SANITÀ PUBBLICA: QUI
2)   CORONAVIRUS E LA SANITÀ LIGURE: QUI

Post sul sistema Ospedaliero Spezzino:
1) IL TORMENTATO APPALTO DEL NUOVO FELETTINO: QUI
2) LE TORMENTATE VICISSITUDINI DEL NUOVO OSPEDALE SPEZZINO: QUI
3) SPRECHI SANITA': IL REPARTO AIDS MAI NATO DEL FELETTINO: QUI
4) NUOVO OSPEDALE: ALLA RICERCA DI UN DEA PERDUTO …: QUI


Post sull’ASL5 Spezzino:
1) ASL5 SPEZZINO: UNA “FATICOSA” SPESA SANITARIA: QUI
2) ASL5 SPEZZINO: UNA “FUGA” PROBLEMATICA …: QUI

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1) SANITÀ LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO:  QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
8) IL DISTRETTO SOCIOSANITARIO: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
9) L’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA TERRITORALE: ALCUNI PROBLEMI DI SVILUPPO: QUI
10) GLI AMBITI TERRITORIALI SOCIALI: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
11) DISTRETTO SOCIOSANITARIO: IL POLIAMBULATORIO “A. SEPPILLI”: QUI

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1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
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