sabato 27 giugno 2020

NUOVO OSPEDALE: I NODI AL PETTINE (sesta parte)

Le travagliate vicende dell’ospedale nuovo del Felettino sono sempre al centro del dibattito locale; si tratta spesso di un dibattito caratterizzato da contrapposte e sterili polemiche ideologiche e partitiche, che non lasciano spazio ad analisi sui problemi di fondo da risolvere per poter realizzare questa struttura; in tal senso è utile approfondire alcuni aspetti nodali.
Il concordato della società Pessina Costruzioni Spa.
La società Pessina Costruzioni, quale capofila di un raggruppamento di imprese, era stata l’unica partecipante (con un ribasso intorno allo 0,01%, offerto il valore complessivo di € 131.814.690,74 IVA esclusa) alla gara del giugno/luglio 2014 e, quindi, in data 4/5/2015 era stata dichiarata assegnataria definitiva dei lavori di costruzione del nuovo ospedale da ultimare in circa 4 anni.
In data 24/7/2019 la società Pessina Costruzioni depositava presso il Tribunale di Milano la richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo, con successiva richiesta di proroga per la presentazione della relativa proposta completata soltanto in data 22-25/11/2019; in data 13/2/2020 la sezione fallimentare del Tribunale di Milano dichiarava aperta la procedura di concordato preventivo in continuità proposta dall’impresa, fissando la data dell’udienza dei creditori per il 14/7/2020 (Decreto Conc. n.76-2019).
L’impresa nel suo ricorso lamentava una situazione di grave carenza di liquidità, sintetizzabile nelle risultanze della situazione patrimoniale al 24/7/2019: “un attivo contabile di euro 128.505.584  che rettificato si riduceva a euro 61.279.334 ed un passivo rettificato di euro 154.063.464” (Decreto Conc. n.76-2019); questa grave crisi derivava sostanzialmente da cinque cause: a) gli effetti della crisi internazionale del settore immobiliare; b) l’allungamento dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione; c) le difficoltà ad accedere al credito bancario; d) la riduzione della propria redditività; e) il forte rallentamento del ciclo degli incassi a partire dal 2018 a fronte di un ciclo di pagamenti essenzialmente invariato.
Conseguentemente, la società non era stata più in grado di provvedere al regolare pagamento dei fornitori e dei subappaltatori, i quali avevano attivato le istanze legali di recupero e/o di fallimento che la inducevano al ricorso al concordato, data la difficoltà a “redigere ed approvare il bilancio al 31/12/2018 poiché era incerta la valutazione in ordine alla prosecuzione o meno di alcune commesse in corso” (Decreto Conc. n.76-2019).
La proposta concordataria prevede il pagamento integrale delle spese procedurali e dei creditori privilegiati, ma solo del 13,7% in favore dei creditori chirografari (con un minimo del 9,1% ed un massimo del 24,3%) da effettuarsi in circa 4 anni (fino al 31/12/2023), a fronte dell’utilizzo dei ricavi derivanti dagli attivi di bilancio.
La revoca dell’appalto.
Dall’aggiudicazione dell’appalto (4/5/2015) all’inizio dei lavori (5/8/2016) passavano 15 mesi, ma poi i lavori proseguivano con la demolizione del vecchio edificio (terminata nel gennaio 2017) e con i lavori di sbancamento e di contenimento; in data 6/11/2019 (con nota n. 6719) IRE procedeva alla revoca del contratto alla Ati Pessina per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino per i seguenti motivi:
-       un contesto di notevole ritardo, poiché l’appalto era giunto al 4,90% degli impegni di spesa previsti, pari a circa 6,0 €/milioni, rispetto a un cronoprogramma redatto dalla stessa Pessina, che prevedeva al 31/5/2019 uno stato di avanzamento dei lavori per circa 78,0 €/milioni, pari al 63,0% del totale;
-       per “b) il mancato rispetto delle ingiunzioni o diffide della Direzione Lavori e dei termini imposti dagli stessi provvedimenti; c) gravi e reiterati inadempimenti alle disposizioni della Direzione Lavori e mancato rispetto delle ingiunzioni e/o diffide fattegli nei termini imposti dagli stessi provvedimenti (motivo della risoluzione del contratto previsto dal capitolato speciale d’appalto all’art. 53 comma 2); d) da molto tempo, e anche negli ultimi mesi e nelle ultime settimane di ottobre 2019 (come confermato dai report degli ispettori di cantiere) i lavori che l’impresa appaltatrice avrebbe dovuto effettuare sono stati pressoché fermi e la presenza di persone e mezzi nel cantiere era limitata” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020).
-       per omesso rinnovo in violazione delle norme contrattuali della “garanzia fideiussoria (cauzione definitiva) dopo la cancellazione dall’albo della Finworld spa (febbraio 2019)” ” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020).
A seguito della revoca, IRE avviava le procedure di chiusura del cantiere (redazione del verbale di consistenza e inventario dei beni presenti in cantiere, valorizzazione dei lavori eseguiti) e in data 22/1/2020 redigeva il verbale di riconsegna delle aree al Committente ASL 5, dopo quasi 4 anni all’inizio dei lavori (5/8/2016).   
La società Pessina contestava subito la decisione di revoca dell’appalto e annunciava ricorso alle azioni legali; questo ricorso veniva depositato all’inizio del 2020 presso il Tribunale di Genova chiedendo un risarcimento danni di 50 €/milioni a IRE e ASL5 per insussistenza di motivazioni e per i ritardi dovuti esclusivamente alle amministrazioni appaltanti.
La nuova procedura di appalto.
Subito dopo la revoca dell’appalto alla società Pessina, Toti aveva promesso di avviare al più presto le pratiche per la nuova gara di appalto: “Entro la primavera prossima pensiamo di fare la nuova gara per riaffidare la costruzione dell'ospedale Felettino della Spezia” (Primocanale del 6/11/2019), ma tale impegno non si è ancora realizzato, poiché sono emerse diverse e complesse problematiche; ne elenchiamo sinteticamente alcune:
a)    la messa in sicurezza del cantiere ha implicato vari mesi di lavoro, mentre la definizione della chiusura dei rapporti con la società Pessina si è complicata con il ricorso di quest’ultimo alle tutele legali;
b)   la definizione dell’attuale disponibilità finanziaria si è rivelata aspetto assai complicato:
1) la semplice rendicontazione porterebbe a una spesa effettuata di circa 21,8 €/milioni, di cui 4 €/milioni di fondi regionali e 16 €/milioni di fondi statali, destinati a: 8,3 €/milioni riconosciuti a pagamento dei servizi svolti da IRE; 2,4 €/milioni destinati agli espropri; 0,8 €/milioni alle varie opere di sbancamento; 10,0 €/milioni anticipati dall’ASL5 alla società Pessina, dei quali però solo 5,4 €/milioni sarebbero giustificati quale pagamento delle opere effettivamente svolte, mentre il restante dovrebbe essere richiesto in restituzione (Il Secolo XIX del 15/5/2020);
2) la determinazione della quota residua del finanziamento statale (ex Accordo di Programma del 8/3/2013) sarebbe pari a circa 104,0 €/milioni, ma rimarrebbe sospesa e andrebbe ridefinita e rifinalizzata la quota di € 23.750.000,00 (Accordo di Programma 2017);
3) la determinazione delle quote regionali dipende in primo luogo dalla definizione delle quote statali (95% quota Stato, 5% quota Regione), ma anche dalla tipologia scelta per il nuovo appalto; comunque emerge la mancanza di risorse: “constatata l’insufficienza di risorse regionali destinabili, in tempi brevi, alla realizzazione del nuovo ospedale, in aggiunta alla quota statale per consentire l’espletamento di una gara d’appalto tradizionale, si rende necessario provvedere alla realizzazione dell’opera attraverso l’utilizzazione di strumenti di partenariato pubblico privato” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020).
c)    la permuta dell’ospedale S. Andrea, elemento critico già nella gara del 2014, ora sembra essere stato eliminato, facendo mancare però quelle entrate da dover reintegrare: non risulta opportuno sotto il profilo economico finanziario inserire nel programma finanziario la quota derivante dall’alienazione dell’ospedale S. Andrea per il valore originariamente stimato in € 25.600.000,00 in quanto, come noto, in questi ultimi anni il mercato immobiliare ha subito una sensibile e significativa contrazione” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020);
d)   la scelta progettuale è un problema “spinoso” per le conseguenze che ne derivano, nel senso:
1) della riconferma del progetto posto a base dell’appalto del 2014 o di quello definitivo già approvato (D.G. ASL 5 delibera n. 176 del 13/3/2014) che potrebbe scontrarsi con l’eventuale rivendicazione da parte della società Pessina della proprietà intellettuale delle proprie progettazioni (con conseguente possibile impugnazione del nuovo bando di gara davanti al Tar con il rischio di una eccessiva dilatazione dei tempi di costruzione del nuovo ospedale);
2) oppure con la modifica/revisione del progetto, come sembrano indicare le ultime decisioni della Giunta Regionale: “risulta necessario revisionare/aggiornare il progetto, per gli aspetti sanitari e funzionali, rendendolo conforme alle disposizioni del Decreto Ministeriale 02.04.2015 n. 70 ed al Piano Socio Sanitario regionale per il triennio 2017/2019 approvato con DCR n. 21 del 05.12.2017, nonché per gli aspetti tecnici afferenti alle soluzioni impiantistiche e all’adeguamento dei prezzi e alle normative tecniche sopravvenute” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020). Applicare la normativa “Balduzzi” relativa agli “standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” significa non solo non prevedere il DEA di II° livello (già da tempo riconosciuto, in proposito vedere questo post: QUI), ma ridimensionare in modo significativo il progetto e trovare una adeguata soluzione funzionale agli altri due Ospedali provinciali: il San Bartolomeo a Sarzana e il San Nicolò a Levanto;
e)    la scelta della nuova tipologia di gara d’appalto per la realizzazione dell’ospedale del Felettino in tempi ragionevoli e compatibili con le esigenze ed i fabbisogni della sanità del territorio spezzino, dipende dunque da diversi fattori che devono essere risolti e confluire in una decisione finale. Inizialmente, erano state ventilate due ipotesi: 1) affidare il progetto con una procedura semplificata di leasing immobiliare entro giugno 2020; 2) una gara europea che implicherebbe però tempi più lunghi (La Nazione del 5/2/2020). Oramai sembra evidente che la mancanza di risorse indirizzi a un project financing in forme ancora da definire: “l’individuazione, tra gli strumenti di partenariato pubblico privato (…), di quello più idoneo alla realizzazione dell’opera, in funzione della sopra detta risorsa disponibile, e la predisposizione del relativo programma economico finanziario e comunque della documentazione necessaria per l’espletamento della procedura” (GR delibera n. 123 del 20/2/2020). In tal senso, IRE ha affidato allo studio Osborne Clarke l’incarico relativo all’assistenza e alla consulenza legale finalizzato a individuare: “la più efficace procedura di evidenza pubblica per l’affidamento dei lavori e della gestione dell’opera, con comparazione delle possibili procedure applicabili con riferimento alle diverse forme di Partenariato Pubblico Privato, nonché la successiva predisposizione degli atti di gara finalizzati all’assegnazione del contratto per la costruzione e la connessa gestione della nuova struttura ospedaliera” (Comunicato del 3/6/2020).
In conclusione.
Il nuovo ospedale Felettino è dal 1993 che se ne parla e al giugno 2020 (dopo ben 27 anni) è solo una desolata spianata; sciogliere i “nodi” qui evidenziati non è cosa semplice, ma soprattutto necessita di “capacità decisionali e gestionali” che in questi anni più volte le strutture sanitarie, quelle della Regione e quelle degli Enti locali spezzini non sempre hanno dimostrato di possedere.
Per esempio, la revoca-risoluzione di un contratto di appalto è una procedura complessa che necessita di: “motivazioni pertinenti” di violazione del contratto sottoscritto e, soprattutto, della loro corretta e formale contestazione, nell’ambito di un procedimento scandito da precise tempistiche; la mancanza di una di queste circostanze potrebbe determinare un negativo responso in sede giudiziale; nel caso qui esaminato la scarsa trasparenza e la mancata disponibilità degli atti impedisce una valutazione di merito.
Erano, però, sbagliate le richieste avanzate da alcuni esponenti politici e sindacali di ripristinare l’appalto alla società Pessina, poiché in tal caso sarebbe stato evidenziato l’esclusiva responsabilità della parte pubblica, con la conseguente possibilità di dover riconoscere un ingente risarcimento per i danni subito dal privato.
Del resto, le difficoltà gestionali della società Pessina si sono già ampiamente palesate nel periodo dall’inizio dei lavori del 5/8/2016 fino alla revoca del 6/11/2019; queste difficoltà con l’apertura della procedura concorsuale di concordato preventivo in continuità non sarebbero destinate a diminuire (anzi!!!): un anno è già passato dalla richiesta di concordato del 24/7/2019 fino all’adunanza dei creditori del 14/7/2020; la procedura concordataria comunque durerebbe 4 anni fino al 31/12/2023; la carenza di liquidità comporterebbe la necessità di ricorrere a continui anticipi da parte dell’ASL5, come di fatto è già avvenuto fino alla revoca.
Far ripartire le procedure per il nuovo appalto non è cosa semplice e facile, come invece lasciavano intendere le dichiarazioni iniziali di Toti e Viale, poiché bisogna fare scelte precise e conseguenti, in un contesto di palese difficoltà nel reperire adeguati finanziamenti; in tal senso, non sono coerenti molti esponenti politici che hanno sostenuto il project financing del 2014 e portato come esempio quello toscano (in proposito vedere questo post: QUI), mentre ora contestano come “tentativo di privatizzazione della sanità” l’eventuale nuovo project financing che al momento (salvo eventuale possibilità di utilizzo di finanziamenti europei) appare come soluzione inevitabile, dato lo scempio di risorse pubbliche disperse in circa 27 anni (in proposito vedere questo post: QUI).
Insomma, in attesa del nuovo appalto per il nuovo ospedale del Felettino sarebbe utile riflettere e discutere seriamente su queste problematiche, piuttosto che continuare con contrapposte e sterili polemiche nella speranza di lucrare qualche voto in più.

Euro Mazzi


PS: questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Nazionale, Ligure e Spezzino, un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del dibattito politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la soddisfazione dei bisogni di salute dei propri assistiti.

Post sul sistema sanitario Nazionale e Regionale:
1)   CORONAVIRUS E I “TAGLI” ALLA SANITÀ PUBBLICA: QUI
2)   CORONAVIRUS E LA SANITÀ LIGURE: QUI

Post sul sistema Ospedaliero Spezzino:
1) IL TORMENTATO APPALTO DEL NUOVO FELETTINO:
QUI
2) LE TORMENTATE VICISSITUDINI DEL NUOVO OSPEDALE SPEZZINO: QUI
3) SPRECHI SANITA': IL REPARTO AIDS MAI NATO DEL FELETTINO: QUI
4) NUOVO OSPEDALE: ALLA RICERCA DI UN DEA PERDUTO …: QUI
5) NUOVO OSPEDALE: UN CONFRONTO SPEZIA – MASSA: QUI

Post sull’ASL5 Spezzino:
1) ASL5 SPEZZINO: UNA “FATICOSA” SPESA SANITARIA: QUI
2) ASL5 SPEZZINO: UNA “FUGA” PROBLEMATICA …: QUI

Per vedere gli altri post sul sistema sanitario Ligure e Spezzino:
1) SANITÀ LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO:  QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
8) IL DISTRETTO SOCIOSANITARIO: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
9) L’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA TERRITORALE: ALCUNI PROBLEMI DI SVILUPPO: QUI
10) GLI AMBITI TERRITORIALI SOCIALI: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
11) DISTRETTO SOCIOSANITARIO: IL POLIAMBULATORIO “A. SEPPILLI”: QUI

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1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
2) PIANO SOCIOSANITARIO: ACCENTRAMENTO ORGANIZZATIVO E DIREZIONALE:

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1)  SPESA SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA: QUI
2)  SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3)  SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
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