Dopo
aver tracciato le angariate vicende dell’appalto del nuovo ospedale del Felettino
(2015-2019), occorre fare qualche passo indietro per cogliere nella sua
completezza la lunga e tormentata storia che si è dipanata
attorno alla costruzione del nuovo ospedale spezzino; si tratta di una serie di
vicissitudine molto articolate e, pertanto, è assai difficile tracciarne una
sintesi significativa, ma è indispensabile per poter comprendere da dove
nascono le problematiche attuali che inevitabilmente incideranno
anche su quelle future; pertanto,
per comodità verranno sintetizzate le vicende raggruppandole in sei paragrafi tematici
e temporali.
a)
La fase preliminare (1993-2000)
A
Spezia negli anni ‘90 esistevano due ospedali: il vecchissimo Sant’Andrea e il
vecchio Felettino; a Sarzana sussisteva il vecchissimo ospedale San Bartolomeo.
Era evidente che queste tre strutture
non erano adeguate né per le nuove esigenze sanitarie, né idonee sotto
molti punti di vista, non ultimo quello sismico.
Una corretta programmazione sanitaria avrebbe dovuto tener conto, da una parte, delle caratteristiche del bacino di utenza (numero abitanti, loro caratteristiche ed esigenze); dall’altra, la sostenibilità economica non solo dell’investimento, ma anche della sua gestione successiva; purtroppo questa analisi indispensabile e obbligatoria non veniva svolta e, conseguente, la scelta di puntare sulla costruzione di un unico nuovo ospedale baricentrico tra Spezia e Sarzana non veniva presa in considerazione per colpa di una insensata lotta per la supremazia politica tra Spezia e Sarzana e, pertanto, ognuno decideva di procedere autonomamente e con una certa “rivalità” reciproca.
Nella Val di Magra veniva deciso di procedere alla costruzione di un nuovo ospedale a Sarzana: progettato nel 1969, “prima pietra” deposta nel 1973, inaugurato nel 2000; ospedale realizzato in 31 anni e con costi crescenti, mai definitivamente quantificati: si parlava di 72,2 €/milioni tra fondi statali e locali, ma secondo altri invece venivano spesi ben 107 €/milioni.
A Spezia fin dal 1993 veniva attivata la progettazione del nuovo ospedale spezzino; il Comune spezzino decideva di investire 15,0 £/miliardi per un progetto di una nuova struttura da costruire accanto al vecchio ospedale del Felettino; nel 1995 l’ASL5 prevedeva per questa nuova struttura una spesa di 39 £/miliardi solo per il primo stralcio, affidando comunque i primi incarichi per perizie e pre-progetti; nel 1999 un nuovo studio di fattibilità calcolava in 116 £/miliardi il costo complessivo di questa nuova opera.
Una corretta programmazione sanitaria avrebbe dovuto tener conto, da una parte, delle caratteristiche del bacino di utenza (numero abitanti, loro caratteristiche ed esigenze); dall’altra, la sostenibilità economica non solo dell’investimento, ma anche della sua gestione successiva; purtroppo questa analisi indispensabile e obbligatoria non veniva svolta e, conseguente, la scelta di puntare sulla costruzione di un unico nuovo ospedale baricentrico tra Spezia e Sarzana non veniva presa in considerazione per colpa di una insensata lotta per la supremazia politica tra Spezia e Sarzana e, pertanto, ognuno decideva di procedere autonomamente e con una certa “rivalità” reciproca.
Nella Val di Magra veniva deciso di procedere alla costruzione di un nuovo ospedale a Sarzana: progettato nel 1969, “prima pietra” deposta nel 1973, inaugurato nel 2000; ospedale realizzato in 31 anni e con costi crescenti, mai definitivamente quantificati: si parlava di 72,2 €/milioni tra fondi statali e locali, ma secondo altri invece venivano spesi ben 107 €/milioni.
A Spezia fin dal 1993 veniva attivata la progettazione del nuovo ospedale spezzino; il Comune spezzino decideva di investire 15,0 £/miliardi per un progetto di una nuova struttura da costruire accanto al vecchio ospedale del Felettino; nel 1995 l’ASL5 prevedeva per questa nuova struttura una spesa di 39 £/miliardi solo per il primo stralcio, affidando comunque i primi incarichi per perizie e pre-progetti; nel 1999 un nuovo studio di fattibilità calcolava in 116 £/miliardi il costo complessivo di questa nuova opera.
In
questa prima fase venivano fatti vari studi, perizie e indagini propedeutiche
alla redazione di un vero e proprio progetto; nel marzo 2000 veniva approvato un
progetto definitivo con un costo di 143 £/miliardi,
ma questo veniva poi ritenuto non attuabile e, così, tutta questa iniziale
progettazione veniva archiviata.
b)
Il primo bando di gara (2001-2006)
Nel
2.000, dopo un tortuoso iter trentennale,
il nuovo ospedale sarzanese era finalmente
in funzione, mentre a Spezia l’ipotesi del nuovo ospedale entrava nella fase progettuale
effettiva e concreta.
Nel
frattempo era stato eletto Biasotti come presidente della Regione (2000-2005) a
capo di una giunta di centro-destra che elaborava un piano sanitario
ospedaliero all’interno del quale era previsto la costruzione di un nuovo ospedale al
Felettino da realizzare con un investimento
pubblico e privato.
Scheda projet financing del 2004 |
L’intervento
di costruzione del nuovo ospedale a La Spezia era inserito
nell’Accordo di Programma stipulato tra il Ministero della Sanità e la Regione
Liguria e sottoscritto in data 27/7/2000 e, successivamente, integrato in data
23/5/2002 per un costo a carico del finanziamento pubblico di € 37.443.125,20 (di cui € 35.570.968,94 a carico dello Stato ed
€ 1.872.156,26 a carico della
Regione).
Nel
2001 veniva approvato uno studio di fattibilità del nuovo ospedale, prevedendo un nuovo edificio accanto al vecchio
ospedale del Felettino con una spesa di 80,0
€/milioni, spesa che successivamente aumentava a 93,0 €/milioni, con la prospettiva della dismissione del vecchio
ospedale S. Andrea. In data 30/7/2001 veniva firmato un “Accordo di programma” fra
Regione Liguria, Provincia, Comune della Spezia e Asl 5: “il presente accordo ha per scopo la realizzazione del nuovo ospedale di
La Spezia da attuarsi attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento
dell’esistente sede distaccata dell’ospedale S. Andrea in località Felettino,
ed ha per oggetto l’assunzione da parte degli Enti sottoscrittori dell’impegno:
a) ad avviare tutte le iniziative utili a garantire il regolare, sollecito e
continuo svolgimento delle procedure amministrative di loro competenza
necessarie alla realizzazione degli interventi previsti nell’Accordo (…); b) Ad
attivare tutte le iniziative utili a reperire le risorse finanziarie
complementari per rendere possibile l’attuazione, in tempi brevi, delle opere
previste dall’Accordo” (Art. 2 Accordo di programma 2001).
Il
progetto era stato già variato in più occasioni e l’ultimo aggiornamento (con
l’aggiunta di un piano e di un parcheggio) era stato consegnato nel marzo del
2001 e aveva un costo preventivato di 178,25
£/miliardi (pari a 90,0 €/milioni),
risorse così reperite: “a. lire 15 miliardi a carico del Comune
di La Spezia; b. lire 46,5 miliardi
finanziamento statale ai sensi
dell’art. 20 lg.11.03.1988 n. 67; c. lire
26 miliardi finanziamento statale
ai sensi dell’art. 20 lg. 11.03.1988 n. 67 (programmazione 2001-2004) per
rinnovo degli arredi e attrezzature; d. lire
90,75 miliardi a carico di soggetti
privati tramite procedure di concessione di costruzione e gestione prevista
dalla legge 11.02.1994 n. 109” (art. 4 Accordo di programma 2001).
L’ASL5 avrebbe dovuto curare l’appalto
dei lavori “tramite gara di concessione di costruzione e gestione
ai sensi della legge 11 febbraio 1994 n.109 e successive modificazioni”, gara
da esperire entro 6 mesi dalla sottoscrizione (art. 7 Accordo di programma
2001).
Si
trattava, cioè, di un project financing: l’ASL5 (concedente) rilasciava a una
società privata (concessionaria) una concessione
che prevedeva: a) l’obbligo, per il concessionario, di progettare e costruire l’opera anche attraverso risorse proprie; b) il diritto di gestirla economicamente durante la durata
della concessione (30 anni), ai fini della remunerazione dell’investimento
iniziale; c) il conseguente trasferimento
dell’impianto all’ente pubblico titolare del servizio, al termine della
concessione.
Questo
project
financing sollevava immediatamente varie
e accese polemiche inerenti la “privatizzazione” della sanità
(finanziatore privato, vendita del vecchio S. Andrea, gestione privata
dell’ospedale), con toni ideologici
molti forti, anche perché la Regione era guidata dal centro-destra, mentre la
provincia spezzina era guidata dal centro-sinistra.
In
data 10/6/2002 veniva pubblicato il bando di gara, ma alla sua scadenza non
erano state presentate offerte; per poter indire una nuova gara venivano introdotte
alcune sostanziose modifiche per rendere il bando più appetibile (realizzazione
di negozi e parcheggi, aumento della quota pubblica di compartecipazione, con
possibilità di vendere il vecchio ospedale S. Andrea).
In
data 7/8/2003 veniva firmato l’atto integrativo dell’Accordo di programma del
2001, dando così il via libera al nuovo bando e questa volta alla sua scadenza venivano
presentate tre proposte ed a vincere era l’ATI-Bonatti (costituito dalla società
Bonatti
spa e Gemmo Impianti spa).
Oggetto
del bando era: la progettazione definitiva ed esecutiva; la costruzione e la gestione,
tecnica economica e funzionale, del complesso immobiliare denominato “Nuovo Presidio Ospedaliero del Felettino”,
costituito da una nuova costruzione e dalla ristrutturazione e ampliamento
dell’esistente sede distaccata dell’ospedale Sant’Andrea in località Felettino.
Il
project
financing prevedeva una spesa per la sola costruzione del nuovo
edificio di € 82.950.000, somma
finanziata per il 48% da capitale pubblico e il rimanente 52% da capitale privato; per la
successiva gestione di 34 anni l’ASL5 doveva riconoscere un canone di € 11.700.0000; per l’approvazione della
progettazione esecutiva veniva concesso un anno, mentre in tre anni doveva
essere costruito il nuovo ospedale.
In
data 8/4/2004 il Ministero della Salute con proprio decreto dirigenziale
ammetteva a finanziamento l’intervento; l’ASL5 aggiudicava (delibera DG n. 1133
del 15/10/2004) l’appalto di costruzione e gestione, stipulando il relativo contratto in
data 15/12/2004 con ATI-Bonatti.
A
questa aggiudicazione faceva seguito il ricorso al TAR presentato dall’ATI-Techint
(partecipante non vincente alla gara); il TAR Liguria, con sentenza n. 940
del 23/6/2005 (successivamente confermata dal Consiglio di Stato), annullava
gli atti di gara (per irregolarità nella composizione della commissione
giudicatrice: presidenza della commissione giudicatrice assegnata in violazione
della legge ad un alto dirigente della Regione Liguria e non ad un dirigente
dell’ASL5 stessa); ne conseguiva la
perdita di efficacia del contratto di concessione stipulato, e rendeva
necessario dover ripetere la gara.
L’ASL5, dopo aver sostenuto varie spese
legali per il ricorso al TAR e al consiglio di Stato, richiedeva un altro
parere legale ad un consulente esterno per poi annullare in autotutela tutti gli atti precedenti e conseguenti alla
gara (delibera DG n. 673 del 9/10/2006). Conseguentemente, venivano demandati a
successivi atti l’individuazione di una nuova fase per la costruzione del nuovo
edificio ospedaliero, la tipologia dell’appalto e i limiti delle disponibilità
finanziare pubbliche effettive.
A
sua volta ATI-Bonatti faceva causa all’ASL5 richiedendo i danni per
l’annullamento del contratto, ma il TAR, il Consiglio di Stato e la Cassazione
davano ragione all’ASL5, ma tali
cause costavano ulteriori spese legali.
Insomma, per
colpa di uno “svarione”, strenuamente difeso in tutti i gradi di giudizio,
costato parecchi soldi pubblici per consulenze legali e spese processuali,
veniva così posto fine a questo tentativo.
c)
Il progetto del nuovo S. Andrea
(2007-2008)
Ad
aprile 2005 veniva eletto presidente della Regione Claudio Burlando (poi
riconfermato anche nel 2010 a capo di una giunta di centro-sinistra), l’assessore
alla Sanità Claudio Montaldo riconfermava la volontà di costruire un nuovo ospedale per
la Spezia, ma ne rivedeva completamente i criteri.
Nel
maggio 2007 veniva sottoscritto un “Protocollo d’Intesa” tra Regione
Liguria, ASL 5 e Comune della Spezia al fine “di costruire il nuovo ospedale civile con DEA di 2° livello presso
l’attuale sede dell’ospedale S. Andrea nella collina di S. Cipriano”; con
questo atto veniva abbandonata l’ipotesi
(coltivata dal 1993 fino al 2006) di costruire il nuovo ospedale nella località del Felettino,
per scegliere di realizzare una nuova struttura dentro al vecchio ospedale
spezzino.
Questa
Intesa veniva recepita dal nuovo piano ospedaliero regionale che prevedeva la
costruzione di 5 nuovi ospedali tra cui quello di La Spezia con la “Costruzione di nuovo presidio, sede di DEA,
nell’area del Levante ligure (ASL 5) in sostituzione dell’attuale ospedale di
La Spezia. In tale contesto la ASL ha in corso uno specifico studio, quale fase
propedeutica, all’individuazione della soluzione che garantisca la realizzazione
di un nuovo ospedale mediante il sistema dell’appalto tradizionale con le
disponibilità finanziarie pubbliche certe. A tal proposito nel mese di maggio
u. s. è stato sottoscritto tra la Regione, il Comune della Spezia e la ASL 5 Spezzino,
un protocollo d’intesa propedeutico alla stipula del citato Accordo di
Programma” (delibera del Consiglio Regionale Liguria n. 34 del 1/8/2007).
In
questa delibera si prevedeva un costo di costruzione di circa 150 €/milioni, successivamente l’assessore
Montaldo precisava la sua composizione: 46
€/milioni da fondi statali per l’ammodernamento delle strutture, altri 50 €/milioni da fondi statali, il
rimanente da contributi regionali, al cui interno era da considerare il
ricavato della vendita del vecchio S. Andrea.
L’ASL5
provvedeva ad affidare un esame per uno studio di fattibilità ad una
commissione esterna, la quale nel dicembre 2007 criticava la scelta della
localizzazione nel vecchio S. Andrea e “tenendo
conto dei conseguenti aspetti economici, sanitari e gestionali, la Commissione
ritiene preferibile che il nuovo Ospedale di Spezia sia realizzato al
Felettino” (Commissione congiunta per la stesura dello studio di
fattibilità).
In
conseguenza di questa “bocciatura”, anche questo nuovo progetto veniva
archiviato, vanificando i costi sostenuti per progetti, consulenze, perizie e
spese legali; inoltre, occorre tener presente anche i continui investimenti
fatti per ristrutturare il vecchio S. Andrea (definiti come “opere di
transizione”), opere indispensabili per continuare ad utilizzare la vecchia
struttura in attesa del nuovo ospedale,
ben sapendo che il suo destino era di essere venduto a privati. Infine, bisogna
ricordare la costante sottoutilizzazione del nuovo Ospedale sarzanese.
d)
Il secondo progetto del nuovo
Filettino (2008-2013)
La
Regione procedeva ad una revisione delle indicazioni contenute nel DCR n. 34/2007
in tema di superamento dell’obsolescenza di molte strutture ospedaliere e,
pertanto, prevedeva per la Provincia spezzina: a) a costituire un unico “Presidio
Ospedaliero del Levante Ligure”, raggruppando i tre ospedali presenti (Sant’Andrea
e Felettino a Spezia e San Bartolomeo a Sarzana) con decorrenza 1/6/2008; b) “la costruzione di un nuovo Ospedale, sede di DEA di 2°
livello a La Spezia (ASL n. 5) in sostituzione del Presidio attuale, per una
capienza di circa 500 letti. Le caratteristiche del Presidio saranno
dettagliate in una fase successiva” (DGR n. 8 del 28/2/2008).
Conseguentemente,
ASL5 approvava lo studio di fattibilità del nuovo Felettino (DDG n. 714 del
31/7/2008); in questo studio venivano esaminate 5 ipotesi di localizzazione:
1) sola ristrutturazione e adeguamento
dei vecchi fabbricati S. Andrea e Filettino; 2) e 3) aggiunta di un nuovo corpo
al S. Andrea con ristrutturazione e demolizione di edifici; 4) aggiunta di un
nuovo corpo nel comprensorio Felettino e ristrutturazione, adeguamento e
ampliamento del fabbricato esistente; 5) realizzazione di un nuovo edificio nel
comprensorio Felettino e demolizione dell’esistente.
La
comparazione delle problematiche più significative emerse su ciascuna delle
cinque soluzioni individuate, evidenziava come le soluzioni 1, 2 e 3 erano da
scartare “in quanto valutate
eccessivamente onerose in rapporto al miglioramento che potrebbero apportare”
(oltre ai problemi di appesantimento del traffico del centro città,
l’impossibilità di costruire un adeguato numero di parcheggi, il disturbo ai
pazienti e l’impossibilità di alienare i fabbricati del S. Andrea); la
soluzione 4 per quanto conveniente era da scartare a seguito delle negative
verifiche strutturali effettuate dal Politecnico di Torino; conseguentemente solo
la soluzione 5 era praticabile e conveniente
Uno
studio del Politecnico di Torino individuava come “soluzione ottimale” la demolizione del vecchio Felettino e la
ricostruzione integrale di un nuovo
ospedale; l’opera doveva essere “integralmente finanziata con risorse pubbliche, in modo da non
gravare sulla gestione della Asl spezzina”.
Veniva
indicato chiaramente che il nuovo
ospedale doveva “sostituire” sia il vecchio S. Andrea
(destinato ad essere venduto) che il vecchio Felettino (destinato ad essere
demolito): “l’obiettivo di unificare le funzioni ospedaliere, attualmente
gestite in due distinte strutture, è perseguibile esclusivamente tramite la
costruzione di un nuovo ospedale nell’area del Felettino previa demolizione
dell’attuale edificio non a norma il
cui adeguamento risulta antieconomico. Detta soluzione ha l’obiettivo di
innalzamento del livello qualitativo e quantitativo delle prestazioni, di
adeguamento alle disposizioni di accreditamento, alle normative di sicurezza ed
altri criteri di umanizzazione attraverso un processo di forte
razionalizzazione organizzativa e funzionale”.
La
soluzione progettuale indicata era quella di realizzare un monoblocco
attraverso un appalto tradizionale, mentre per i parcheggi (costruzione di
edificio multipiano) era previsto il ricorso al project financing comprensivo
anche delle sistemazioni esterne.
Per
quanto concerne il dimensionamento dell’opera venivano utilizzati i seguenti parametri:
130 mq. a posto letto per 560 posti letto, con una superficie
teorica pari a 72.800 mq. minima e
con dimensionamento progettuale a 77.000
mq.; una superficie di parcheggi di 37.133
mq. pari a 1.072 posti auto;
veniva prevista l’esternalizzazione dei servizi di cucina e di lavanderia, mentre
per la sterilizzazione e relativi depositi era ritenuto opportuno ricorrere a
quella di Sarzana.
Il
Politecnico di Torino nel novembre 2009 consegnava anche la perizia sul valore
del vecchio ospedale S. Andrea indicato in 25,7
€/milioni, valutazione che solleverà varie
polemiche da parte di chi lo considerava molto alto rispetto ai parametri
reali di mercato ed ai vincoli che vi gravavano.
Con
delibera n. 6 del 26/3/2009 il Consiglio regionale approvava il programma di
investimenti in sanità per l’anno 2009, costituito da sedici interventi,
finalizzato alla sottoscrizione del nuovo Accordo di Programma con lo Stato in
cui si fa riferimento anche al progetto del nuovo Felettino a cui venivano destinati
fondi per € 158.882.935,78 (composti
dal finanziamento statale di €
150.938.788,83 e dal finanziamento regionale di € 7.944.146,95).
In
questa fase le incertezze sono ancora molte; infatti, l’assessore Montaldo in
occasione della presentazione dei programmi sulla sanità regionale dichiarava
che per il nuovo
Ospedale di Spezia erano stati destinati ben 188 €/milioni tra finanziamenti statali e regionali.
In
data 9/9/2009 veniva sottoscritta una convenzione tra ASL5 e la società della
Regione Infrastrutture Liguria srl
(la quale nel 2014, dopo fusione con altre due società tecniche regionali
diventava IRE Spa) con affidamento a quest’ultima della funzione di
centrale di committenza per la progettazione, per l’affidamento dell’appalto
integrato, coordinando, altresì, tutte le procedure amministrative connesse
all’approvazione dell’opera.
In
data 22/9/2009 Infrastrutture Liguria pubblicava un bando per l’appalto dei “Servizi di progettazione preliminare e
definitiva, coordinamento sicurezza ed attività accessorie per la realizzazione
del nuovo
ospedale della Spezia ed attività connesse” per un ammontare di € 4.590.000,00 (Iva e oneri
previdenziali esclusi), da aggiudicarsi con il sistema dell’offerta
economicamente più vantaggiosa.
All’esito
della gara, l’appalto veniva aggiudicato definitivamente all’ATI-Politecnica
(Politecnica Ingegneria e Architettura
Soc. coop., Hopkins Architect Ltd e dott. Fabrizio Gemmi) con un prezzo
offerto pari a € 2.340.000.
L’ATI-Proger
(partecipante non vincente alla gara) faceva ricorso contro l’aggiudicazione
dell’appalto al TAR per vari vizi di legittimità, ma il TAR e poi il Consiglio
di Stato respingevano il ricorso (sentenza TAR n. 9201 del 2010).
Nell’aprile
2011 il progetto del nuovo ospedale del Felettino veniva approvato da Infrastrutture
Liguria e poi dalla ASL5, che
lo trasmetteva alla Regione, al Comune e alla Provincia per l'avvio della
procedura di concertazione per la sua approvazione. Il progetto prevedeva: 520
posti letto, di cui 450 normali e 70 tecnici; otto piani, organizzati in senso
orizzontale: i primi due piani ospitavano le aree accessibili al pubblico, i
successivi tre accoglievano l’alta tecnologia, mentre i dipartimenti si trovavano
negli ultimi 3 piani; il progetto comprendeva anche 750 posti auto in parcheggi
terrazzati; la superficie d’intervento era di 85.200 mq., quella realizzata di
55.800 mq. (vedere scheda specifica).
Il
Consiglio Comunale di Spezia con delibera n. 22 del 28/6/2011 avviava la
procedura per la conclusione dell’Accordo di Programma per la realizzazione del
nuovo Ospedale
della Spezia in località Felettino tra Regione, Provincia e Comune
di Spezia, ASL5 e Infrastrutture Liguria; l’Accordo di Programma veniva poi stipulato
in data 23/1/2012.
Con
convenzione sottoscritta in data 4/6/2013 tra ASL5 e Infrastrutture Liguria quest’ultima
veniva individuata anche quale Stazione Appaltante e RUP, gestore dell'appalto
per la realizzazione dell'intervento, fino alla data di emissione del
certificato di collaudo provvisorio.
In
data 17/12/2012 il progetto veniva presentato al pubblico in un convegno dal
titolo “Nuovo ospedale per intensità di cure”.
e)
La vicenda della radioterapia e le
opere propedeutiche
La
costruzione del nuovo ospedale
prevedeva anche varie “opere propedeutiche”, il cui costo
complessivo di € 11.400.000,00
veniva inserito nell’Accordo di programma del 2009; si trattava di opere
necessarie a sopperire ai disagi creati dalla demolizione del vecchio ospedale e dalla necessità conseguente di:
a) ristrutturare il vecchio ospedale S.
Andrea (destinato ad essere venduto!!) con investimenti per € 9.500.000,00; b) realizzare il nuovo
reparto di radioterapia nell’area
del Felettino con un primo investimento di €
1.900.000,00.
Con
la prospettiva della demolizione del vecchio ospedale del Felettino, occorreva
trovare una nuova sede per la radioterapia;
la prima ipotesi di trasferimento nell’ospedale del Tigulio aveva sollevato accese
polemiche; conseguentemente veniva deciso di realizzare un nuovo reparto di radioterapia
esterno ed autonomo, in forma di bunker, nelle adiacenze del vecchio
Felettino con un finanziamento complessivo di 4,1 €/milioni; il reparto di radioterapia veniva inaugurato alla fine
del 2015.
f)
Il secondo bando di gara (2013-2015)
Nel
gennaio 2013 il MEF comunicava la disponibilità finanziaria complessiva per la
copertura di interventi prioritari per un importo a carico dello Stato pari a € 119.917.096,42 (MEF Nota n. 890 del
11/1/2013); in relazione a detta disponibilità la Regione definiva gli
investimenti per la sanità propedeutici all’Accordo di programma tra Regione-Stato
per l’anno 2013; tra questi interventi figurava anche quello da finanziare per la
“costruzione nuovo Ospedale della Spezia”
(DGR n. 54 del 25/1/2013); conseguentemente in data 8/3/2013 veniva
sottoscritto l’Accordo di Programma tra Stato e Regione in cui venivano
definite le coperture agli investimenti, tra questi figurava il “nuovo Felettino”: il costo complessivo veniva
indicato in € 175.050.000,00, di cui
a carico dello Stato per €
119.917.096,42, mentre le restanti somme erano a carico della Regione. Il
finanziamento statale veniva poi confermato con decreto Direttoriale del
8/4/2014.
Sul
costo del nuovo ospedale si
sviluppava una forte polemica; per
l’assessore Montaldo i finanziamenti erano sufficienti (152 €/milioni destinati all’immobile, all’area esterna e agli
impianti, mentre 23 €/milioni per
gli arredi e le attrezzature la Regione si era impegnata a cercarli). Secondo altri
(ad esempio il consigliere regionale Morgillo) mancavano almeno 20 €/milioni; secondo altri servivano
almeno 200-225 €/milioni ed i 175 €/milioni erano insufficienti.
Nel
novembre 2013 veniva concluso il procedimento di approvazione del progetto
definitivo per la realizzazione del nuovo ospedale del Felettino (determina comune di
Spezia n. 6523 del 21/11/2013); in data 21/6/2014 veniva avviata la procedura
di gara con una base d’asta di 133
€/milioni; questa procedura terminava in data 21/5/2015 con la stipula del
contratto d’appalto misto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei
lavori del nuovo
Ospedale della Spezia con contestuale affidamento di servizi e
trasferimento di immobili con l’aggiudicataria ATI-Pessina (Pessina Costruzioni
Spa, Gruppo PSC Spa, Coopservice Sca) che aveva offerto 131,8 €/milioni (per le vicende legate a questo appalto vedere il
post precedente: QUI).
In conclusione. La ricostruzione sintetica delle tortuose vicende legate alla
costruzione del nuovo
ospedale spezzino ha riguardato un lungo periodo di tempo di 22 anni
(1993-2015); il tempo è stato
sostanzialmente impiegato per passare dal progetto alla stipula del contratto
di appalto. In questo periodo sono stati spesi molti soldi pubblici per
progetti, perizie, studi, pareri, consulenze, cause, facendo emergere una
preoccupante carenza di reale
programmazione, sostituita da una grave
confusione programmatica determinata da una insensata rivalità tra Spezia e
Sarzana.
Non
sono mancati gli errori, le “fughe
e le marce indietro” derivanti da una evidente incapacità gestionale sia degli amministratori che dell’apparato tecnico dei vari enti
pubblici interessati.
In
quasi tutte le vicende si avverte una generale
approssimazione nel tentativo di dare una apparente e superficiale risposta alle esigenze sanitarie a livello
provinciale.
In
tutti questi anni non sono mancate le vivaci
e forti polemiche tra i fronti contrapposti, la gran parte delle quali
aveva natura squisitamente ideologica
e frutto di opportunismo di posizione
(chi era al governo minimizzava, chi era all’opposizione ingigantiva). Rari
sono stati i momenti di reale confronto,
pochissime le analisi, scarse le inchieste di denuncia eppure
l’argomento era di notevole rilevanza politica e sociale.
Da
questo “deserto di capacità” la successiva gestione dell’appalto non
poteva che presentare le stesse problematiche … e così è successo! Negli anni
2015-2019 è stato solo demolito il vecchio Felettino e realizzato una desolante
spianata!
Gli
scarsi risultati ottenuti in 26 anni
non derivano né dagli effetti della “crisi”, né dalla scarsità di mezzi a
disposizione (poiché lo Stato ha sempre messo a disposizione le somme
sufficienti); dal 1993 fino al 2019 sono stati però spesi tanti soldi pubblici e in futuro altri dovranno essere spesi
… con quali risultati? Vedremo.
Euro
Mazzi
PS:
questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Ligure e
Spezzino, un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del
dibattito politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la
soddisfazione dei bisogni di salute dei propri assistiti. Per
vedere gli altri post sul sistema sanitario Ligure e Spezzino:
2) ASL5 SPEZZINO: UNA “FUGA” PROBLEMATICA …: QUI
Per vedere gli altri post sul sistema sanitario Ligure e Spezzino:
1) SANITÀ LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
3) SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
4) SANITÀ: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
5) SANITÀ: LE RISORSE PATRIMONIALI DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
6) SANITÀ: ASPETTI E PROBLEMI DELL’ASSISTENZA OSPEDALIERA: QUI
7) SANITÀ: ALCUNE PROBLEMATICHE DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE NELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
8) IL DISTRETTO SOCIOSANITARIO: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
9) L’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA TERRITORALE: ALCUNI PROBLEMI DI SVILUPPO: QUI
10) GLI AMBITI TERRITORIALI SOCIALI: PROBLEMI E PROSPETTIVE: QUI
11) DISTRETTO SOCIOSANITARIO: IL POLIAMBULATORIO “A. SEPPILLI”: QUI
Per vedere gli altri post sulla riforma sanitaria Ligure:
1) RIFLESSIONI SUL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE 2017-19: QUI
2) PIANO SOCIOSANITARIO: ACCENTRAMENTO ORGANIZZATIVO E DIREZIONALE:
Altri post su questi argomenti:
1) SPESA SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA: QUI
2) SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3) SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
4) LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5) LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6) CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI
UNA CONVENZIONE SUPERFICIALE, IL RISCHIO DI UN FLOP SUI SERVIZI SOCIALI: QUI
Altri post sui problemi dei servizi sociali:
- APPROSSIMAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI: QUI
- SERVIZI SOCIALI A CASTELNUOVO MAGRA … INIZIAMO A METTERE ORDINE E POI VERIFICHIAMO: QUI
- BILANCIO 2017: servizi sociali tra opacità e poche risorse: QUI
- UN COMUNE CHE NON SA COME SPENDERE LE MOLTE RISORSE A DISPOSIZIONE: QUI
Nessun commento:
Posta un commento