sabato 23 settembre 2017

SANITÀ: LE RISORSE UMANE DELL’ASL5 SPEZZINO (terza parte)

La Regione e gli enti del SSR (Servizio Sanitario Regionale) devono osservare i limiti di finanza pubblica di contenimento e di razionalizzazione della spesa corrente (ad esempio per le spese: al personale, alla contrattazione integrativa, alle spese di funzionamento, alle consulenze, ai contratti flessibili, alla rinegoziazione dei contratti, ecc.) e sono sottoposti in merito a periodici controlli e monitoraggi (da parte di revisori, Regione, Corte dei Conti, Ministero).
In particolare, la spesa del personale è il più importante centro di costo della spesa sanitaria e in questi ultimi anni ha registrato una generale diminuzione sia nelle dotazioni organiche che nella spesa del personale, quale sostanziale risultato sia delle politiche di blocco del turn-over, che delle limitazioni agli aumenti economici e all’obbligo di specifici accantonamenti nei bilanci, favorendo così un sostanziale riequilibrio del rapporto fra spesa per il personale e spesa corrente.

Il “Libro bianco sulla sanità”, presentato dalla Giunta regionale ligure nel corso del 2016, riporta alcuni dati statistici sull’andamento del personale degli enti del SSR che evidenziano una contrazione del personale nel quadriennio 2012-2015 da 26.054 unità a 25.561 pari al’1,9% (vedere tabella n. 1 e tabella n. 2). La riduzione risulta più accentuata per il personale del comparto (-1,9%) rispetto alla dirigenza, anche medica e sanitaria (-1,5%) e particolarmente elevata fra i profili assunti con contratti flessibili (-13,4%). Fra le singole categoria, registrano riduzioni superiori alla media i medici e veterinari direttori dì struttura complessa (-12,9%), i dirigenti amministrativi (-2,6%), i dirigenti tecnici (-8,7%), gli ausiliari (-15,9%) ed il personale amministrativo (-5,7%).
La spesa per il personale, costituente circa un terzo della spesa sanitaria regionale complessiva, registra nel quadriennio 2013-2016 una diminuzione di 22,4 €/milioni (pari al 2,06%; vedere in proposito la tabella n. 3). Ad essere colpiti da questa riduzione sono tutti i ruoli, anche se percentualmente la quota più alta riguarda il personale amministrativo e quello professionale (rispettivamente -6,80% e -6,25%).
L’Asl5 Spezzino ha avuto un andamento del personale diverso rispetto a quello regionale, in quanto se si esaminano i dati del quadriennio 2012-2015 il personale sanitario locale è passato da 2.207 unità a 2.221 con un incremento di 14 unità pari al’0,63% (vedere tabella n. 4), ma se si prende in considerazione il dato del 2009 di 2.308 unità la riduzione risulta di ben 116 unità pari al 5,29% (vedere tabella n. 5). La maggiore contrazione nel quadriennio 2013-2016 è avvenuta nella dirigenza (-7 unità) e nei profili atipici (-2 unità), mentre nel comparto sanitario l’andamento è altalenante: rispetto al 2012 vi è un aumento di 23 unità, ma rispetto al 2014 vi è una riduzione di 16 unità.
Rapportando il personale dipendente del SSR con la popolazione si può notare come l’Asl5 Spezzino abbia avuto nel 2015 un rapporto di 100,02 ben al di sotto della media regionale di 153,20; al di sotto anche del dato relativo all’Asl1 (122,31) e all’Asl4 (126,73), dimostrando che la dotazione del personale sanitario spezzino è palesemente sottodimensionato non essendo in linea con tutte le altre strutture regionali (vedere tabella n. 6).
Questo andamento numerico del personale si riverbera inevitabilmente sul costo del personale; se si esamina questo costo rilevabile dai bilanci dell’Asl5 Spezzino si nota che dal 2008 al 2010 la spesa passa da 113,6 €/milioni a 117,1 €/milioni, poi cala a 112,7 €/milioni nel 2012 e negli anni successivi subisce solo lievi spostamenti fino al 2016 con un costo di € 112.719.601 (vedere tabella n. 7).
L’incidenza del costo del personale sui costi di produzione nel 2016 si attesta al 26,43% (inferiore alla media regionale del 31,86%) e non presenta evidenti oscillazioni, variando tra un minimo del 26,20% del 2011 ed un massimo del 27,13% del 2014. Questa incidenza più bassa del costo del personale sugli altri costi conferma che la dotazione organica dell’Asl5 Spezzino è inferiore rispetto alla media regionale.
Se si esamina l’andamento dei posti letto totale (acuti+DH+DS+Riabilitazione) nel periodo 2006-2016 si trova una ulteriore conferma della minore dotazione dell’Asl5 Spezzino rispetto alla media regionale: i posti letto sono diminuiti dai 729 del 2006 ai 518 del 2016 (-211 posti pari al 28,94%), mentre nello stesso periodo a livello regionale la riduzione è stata percentualmente più contenuta con 652 posti letto in meno (pari al 10,30%) rispetto ai 6.333 posti del 2006 (vedere tabella n. 8).
Il 70,38% del personale è donna a conferma che il lavoro in questo settore è prettamente femminile; il 57,28% ha conseguito la scuola dell’obbligo, il 20,65% ha un titolo di scuola superiore e il 22,07% ha un titolo di laurea; il 58,61% del personale sanitario spezzino è ultra50enne; il 59,48% ha più di 20 anni di servizio testimoniando che il blocco del turn-over determina una limitazione alla flessibilità di ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, in particolare dei medici.
Il costo medio dei dipendenti nel 2016 si attesta su € 56.231, con una riduzione di ben € 1.940 rispetto al costo medio del 2010 dovuto alla maggiore riduzione di personale dirigente. La maggior parte della spesa per il personale, come atteso, è imputabile al ruolo sanitario (dirigenti medici e non medici e comparto), dovuto alla presenza dei medici e dei dirigenti che hanno uno stipendio medio più elevato. Infatti, la categoria medici e dirigenti incide per il 21,01% sul totale organico, ma per il 40,56% sul totale del costo del personale, anche se tale incidenza è diminuita del 1,52% dal 42,05% del 2010.
 
Alcune riflessioni. La precaria situazione finanziaria italiana ha imposto politiche governative di contenimento della spesa sanitaria, in particolare ad essere colpita è stata la spesa per il personale del Servizio Sanitario in costante diminuzione, poiché la valutazione dei dati relativi al costo e alla numerosità del personale, rappresentando uno dei maggiori aggregati di spesa (circa 1/3), risulta essere uno dei principali e più “facili” fattori su cui incidere ai fini della immediata riduzione dei costi sanitari.
In questi ultimi anni, gli interventi legislativi in merito sono dettati dalla contingenza e dall’urgenza e, conseguentemente, le ricadute organizzative di questi provvedimenti sono “semplicistici”, poiché non sono frutto di una approfondita analisi e di una programmazione sanitaria in grado di garantire realmente la sostenibilità della sanità pubblica. È stato attivato un contenimento immediato della spesa, non un vero “efficientamento” dell’organizzazione e dei processi lavorativi e amministrativi; sono stati ricercati risultati “formali” per superare i controlli imposti dalla legge, ma non sono state sviluppate analisi e ricerche su come ottenere una minore spesa ma più efficiente; si propongono aggregazioni e accorpamenti volti “semplicisticamente” a raggiungere una maggiore massa critica, ma difficilmente si predispongono veri piani “industriali”; si “taglia” ma non si investe in nuove tecnologie e applicazioni informatiche che consentirebbero di ottenere reali salti di efficienza.
L’alternativa ai “tagli” non risiede nell’aumento delle risorse in favore del sistema sanitario, semmai si ritrova nella revisione “consapevole” e nella “razionalizzazione” della spesa supportata da adeguati investimenti che possono renderla efficiente ed efficace per “fare di più con minori risorse”.
Il fatto stesso che manchino analisi, studi e ricerche testimonia l’assenza di “razionalità” nei tagli, poiché questi dovrebbero essere il frutto di un utilizzo mirato dei dati. La circostanza che il dibattito, anche politico e amministrativo, sia incentrato sulla “polemica spicciola” e non derivi dalla elaborazione di osservazioni e critiche sulla reale situazione e sulle analisi (che del resto  mancano), accompagnate da proposte su come risolvere le criticità, impedisce l’instaurarsi di un circuito virtuoso tendente al miglioramento delle prestazioni sanitarie, pur in un contesto di riduzione della spesa sanitaria.
Le  polemiche sulla “pubblicizzazione” o sulla “privatizzazione” della sanità non smascherano nessun “disegno occulto”, ma manifestano nella loro sterilità l’assenza di una vera programmazione sanitaria in grado di garantire realmente la sostenibilità della sanità pubblica e universale.

Il “viaggio esplorativo” nella sanità ligure continua …

Euro Mazzi
 
 
PS: questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario Ligure e Spezzino, un mondo “poco conosciuto”, nonostante sia al centro del dibattito politico e risulti di fondamentale importanza per assicurare la soddisfazione dei bisogni di salute dei propri assistiti.
Per vedere gli altri post:
1)  SANITÀ LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2) SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO:  QUI
Altri post su questo argomento:
1)  SPESA SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA: QUI
2)  SPESA SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
3)  SPESA SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE VECCHIO DI SARZANA: QUI
4)  LA PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5)  LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6)  CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI


 
 
 

 

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