La
Regione e gli enti del SSR (Servizio Sanitario Regionale) devono osservare i limiti di finanza pubblica di contenimento
e di razionalizzazione della spesa corrente (ad esempio per le spese: al
personale, alla contrattazione integrativa, alle spese di funzionamento, alle
consulenze, ai contratti flessibili, alla rinegoziazione dei contratti, ecc.) e
sono sottoposti in merito a periodici controlli
e monitoraggi (da parte di revisori, Regione, Corte dei Conti, Ministero).
In
particolare, la spesa
del personale è il più importante
centro di costo della spesa sanitaria e in questi ultimi anni ha
registrato una generale diminuzione sia
nelle dotazioni organiche che nella spesa del personale, quale sostanziale
risultato sia delle politiche di blocco del turn-over,
che delle limitazioni agli aumenti economici e all’obbligo di specifici accantonamenti
nei bilanci, favorendo così un sostanziale riequilibrio
del rapporto fra spesa per il personale e spesa corrente.
Il “Libro bianco sulla sanità”, presentato dalla Giunta regionale ligure nel corso del 2016, riporta alcuni dati statistici sull’andamento del personale degli enti del SSR che evidenziano una contrazione del personale nel quadriennio 2012-2015 da 26.054 unità a 25.561 pari al’1,9% (vedere tabella n. 1 e tabella n. 2). La riduzione risulta più accentuata per il personale del comparto (-1,9%) rispetto alla dirigenza, anche medica e sanitaria (-1,5%) e particolarmente elevata fra i profili assunti con contratti flessibili (-13,4%). Fra le singole categoria, registrano riduzioni superiori alla media i medici e veterinari direttori dì struttura complessa (-12,9%), i dirigenti amministrativi (-2,6%), i dirigenti tecnici (-8,7%), gli ausiliari (-15,9%) ed il personale amministrativo (-5,7%).
La
spesa per il
personale, costituente circa un
terzo della spesa sanitaria regionale complessiva, registra nel quadriennio 2013-2016
una diminuzione di 22,4 €/milioni (pari al 2,06%; vedere in proposito la tabella
n. 3). Ad essere colpiti da questa riduzione sono tutti i ruoli, anche se
percentualmente la quota più alta riguarda il personale amministrativo e quello
professionale (rispettivamente -6,80% e -6,25%).
L’Asl5 Spezzino ha avuto un andamento del
personale diverso rispetto a quello regionale, in quanto se si esaminano i dati
del quadriennio 2012-2015 il personale sanitario locale è passato da 2.207 unità
a 2.221 con un incremento di 14
unità pari al’0,63% (vedere tabella n. 4), ma se si prende in considerazione il
dato del 2009 di 2.308 unità la
riduzione risulta di ben 116 unità pari al 5,29% (vedere tabella n. 5). La
maggiore contrazione nel quadriennio 2013-2016 è avvenuta nella dirigenza (-7
unità) e nei profili atipici (-2 unità), mentre nel comparto sanitario l’andamento
è altalenante: rispetto al 2012 vi è un aumento di 23 unità, ma rispetto al
2014 vi è una riduzione di 16 unità.
Rapportando
il personale dipendente del SSR con la popolazione si può notare come l’Asl5 Spezzino abbia avuto nel 2015 un
rapporto di 100,02 ben al di sotto della media regionale di 153,20; al di sotto
anche del dato relativo all’Asl1 (122,31) e all’Asl4 (126,73), dimostrando che la dotazione del personale
sanitario spezzino è palesemente sottodimensionato non essendo in linea con tutte
le altre strutture regionali (vedere tabella n. 6).
Questo
andamento numerico del personale si riverbera inevitabilmente sul costo del
personale; se si esamina questo costo rilevabile dai bilanci dell’Asl5 Spezzino
si nota che dal 2008 al 2010 la spesa passa da 113,6 €/milioni a 117,1
€/milioni, poi cala a 112,7 €/milioni nel 2012 e negli anni successivi subisce
solo lievi spostamenti fino al 2016 con un costo di € 112.719.601 (vedere
tabella n. 7).
L’incidenza
del costo del personale sui costi di produzione nel 2016 si attesta al 26,43% (inferiore
alla media regionale del 31,86%) e non presenta evidenti oscillazioni, variando
tra un minimo del 26,20% del 2011 ed un massimo del 27,13% del 2014. Questa incidenza più bassa del costo del
personale sugli altri costi conferma che la dotazione organica dell’Asl5
Spezzino è inferiore rispetto alla media regionale.
Se
si esamina l’andamento dei posti letto totale (acuti+DH+DS+Riabilitazione) nel
periodo 2006-2016 si trova una ulteriore conferma della minore dotazione dell’Asl5 Spezzino rispetto alla media regionale: i posti letto sono diminuiti
dai 729 del 2006 ai 518 del 2016 (-211 posti pari al 28,94%), mentre nello
stesso periodo a livello regionale la riduzione è stata percentualmente più
contenuta con 652 posti letto in meno (pari al 10,30%) rispetto ai 6.333 posti
del 2006 (vedere tabella n. 8).
Il
70,38% del personale è donna a conferma che il lavoro in questo settore è prettamente
femminile; il 57,28% ha conseguito la scuola dell’obbligo, il 20,65% ha un
titolo di scuola superiore e il 22,07% ha un titolo di laurea; il 58,61% del
personale sanitario spezzino è
ultra50enne; il 59,48% ha più di 20 anni di servizio testimoniando che il
blocco del turn-over determina una limitazione alla flessibilità di
ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, in particolare dei medici.
Il
costo medio dei dipendenti nel 2016
si attesta su € 56.231, con una riduzione di ben € 1.940 rispetto al costo
medio del 2010 dovuto alla maggiore riduzione di personale dirigente. La
maggior parte della spesa per il personale, come atteso, è imputabile al ruolo
sanitario (dirigenti medici e non medici e comparto), dovuto alla presenza dei medici e dei dirigenti che
hanno uno stipendio medio più elevato. Infatti, la categoria medici e dirigenti
incide per il 21,01% sul totale organico, ma per il 40,56% sul totale del costo
del personale, anche se tale incidenza è diminuita del 1,52% dal 42,05% del
2010.
Alcune
riflessioni.
La precaria situazione finanziaria italiana ha imposto politiche governative di contenimento della spesa sanitaria, in particolare ad essere
colpita è stata la spesa per il personale del Servizio Sanitario in costante
diminuzione, poiché la valutazione dei dati relativi al costo e alla numerosità
del personale, rappresentando uno dei maggiori aggregati di spesa (circa 1/3),
risulta essere uno dei principali e più “facili”
fattori su cui incidere ai fini della immediata riduzione dei costi sanitari.
In
questi ultimi anni, gli interventi legislativi in merito sono dettati dalla
contingenza e dall’urgenza e, conseguentemente, le ricadute organizzative di
questi provvedimenti sono “semplicistici”,
poiché non sono frutto di una approfondita analisi e di una programmazione
sanitaria in grado di garantire realmente la sostenibilità della sanità
pubblica. È stato attivato un contenimento immediato della spesa, non un vero
“efficientamento” dell’organizzazione e dei processi lavorativi e amministrativi;
sono stati ricercati risultati “formali”
per superare i controlli imposti dalla legge, ma non sono state sviluppate analisi
e ricerche su come ottenere una minore spesa ma più efficiente; si propongono aggregazioni
e accorpamenti volti “semplicisticamente”
a raggiungere una maggiore massa critica, ma difficilmente si predispongono
veri piani “industriali”; si “taglia” ma non si investe in nuove tecnologie e applicazioni
informatiche che consentirebbero di ottenere reali salti di efficienza.
L’alternativa
ai “tagli” non risiede nell’aumento delle risorse in favore del sistema
sanitario, semmai si ritrova nella revisione “consapevole” e nella “razionalizzazione”
della spesa supportata da adeguati investimenti che possono renderla efficiente
ed efficace per “fare di più con minori risorse”.
Il
fatto stesso che manchino analisi, studi e ricerche testimonia l’assenza di
“razionalità” nei tagli, poiché questi dovrebbero essere il frutto di un utilizzo
mirato dei dati. La circostanza che il dibattito, anche politico e
amministrativo, sia incentrato sulla “polemica spicciola” e non derivi dalla
elaborazione di osservazioni e critiche sulla reale situazione e sulle analisi
(che del resto mancano), accompagnate da
proposte su come risolvere le criticità, impedisce l’instaurarsi di un circuito
virtuoso tendente al miglioramento delle prestazioni sanitarie, pur in un
contesto di riduzione della spesa sanitaria.
Le polemiche sulla “pubblicizzazione” o sulla
“privatizzazione” della sanità non smascherano nessun “disegno occulto”, ma
manifestano nella loro sterilità l’assenza di una vera programmazione sanitaria
in grado di garantire realmente la sostenibilità della sanità pubblica e
universale.
Il
“viaggio esplorativo” nella sanità ligure
continua …
Euro
Mazzi
PS: questo post fa parte di un ampio studio sul Sistema Sanitario
Ligure e Spezzino, un mondo “poco conosciuto”,
nonostante sia al centro del dibattito politico e risulti di fondamentale
importanza per assicurare la soddisfazione dei bisogni di salute dei propri
assistiti.
Per vedere gli altri post:
1) SANITÀ
LIGURIA: LAVORI IN CORSO … : QUI
2)
SANITÀ: L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ASL5 SPEZZINO: QUI
Altri post su questo argomento:
1) SPESA
SANITARIA: IL CASO DELL’AMPLIAMENTO DELLA CASA DELLA SALUTE DI SARZANA: QUI
2) SPESA
SANITARIA: LE PROSPETTIVE IMMOBILIARI NELL’AREA DELL’EX OSPEDALE VECCHIO DI
SARZANA: QUI
3) SPESA
SANITARIA: l’INTERVENTO DEI FONDI IMMOBILIARI NELL’OPERAZIONE EX OSPEDALE
VECCHIO DI SARZANA: QUI
4) LA
PRIMA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
5) LA
SECONDA CARTOLARIZZAZIONE DEI BENI DELLE ASL LIGURI: QUI
6) CARTOLARIZZAZIONE
IMMOBILI REGIONALI: IL CASO ARTE GENOVA: QUI
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