Il Piano
Finanziario per determinare la TARI del 2019 presenta un costo complessivo di € 1.345.743,99 derivante dalla somma
dei costi sostenuti da ACAM Ambiente (€ 1.200.744,70
pari all’89,23% del costo
complessivo) e di quelli sostenuti dal Comune (€ 144.999,29 pari all’10,77%).
Il confronto con
i costi del 2018 evidenzia una limitata riduzione di € 6.582,41 (quasi tutti imputabili a minori costi del Comune), ma
se si prende a riferimento il 2014 (primo anno di applicazione della TARI) la
riduzione ammonta a € 166.117,74
(pari al -12.34%).
Questa riduzione
dei costi posti a base della TARI del 2019 rispetto al 2014 deriva quasi
integralmente dai minori costi dichiarati da ACAM Ambiente (€ -156.327,03 pari al 94,11%),
mentre la riduzione dei costi comunali è di sole € 9.790,71 (-5,89%).
Se però
confrontiamo i costi attuali con quelli del 2008 allora si scopre che i costi
attuali sono superiori di ben € 392.059
(+41,11%) rispetto a quelli del 2008.
La spiegazione di questo diverso andamento (a seconda del punto di partenza del
calcolo) risiede nella circostanza che nel periodo 2012-2014 i costi del
servizio raccolta rifiuti registrano un notevole incremento (+31.92% nel 2012, +66,84% nel 2013 e +58,53%
nel 2014), quindi il biennio 2013-14 rappresenta il punto più elevato dei costi
del servizio nel periodo 2008-2019.
In proposito, occorre ricordare che nel triennio 2012-2014 si manifesta in tutta la sua ampiezza la crisi economica e finanziaria di ACAM, sfociata prima nel ricorso alla procedura concorsuale di ristrutturazione del debito, poi al piano di rientro e infine all’attuale aggregazione con IREN.
In proposito, occorre ricordare che nel triennio 2012-2014 si manifesta in tutta la sua ampiezza la crisi economica e finanziaria di ACAM, sfociata prima nel ricorso alla procedura concorsuale di ristrutturazione del debito, poi al piano di rientro e infine all’attuale aggregazione con IREN.
Questi dati
confermano che la dinamica dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti è
direttamente collegata, con le problematiche gestionali della partecipata ACAM Ambiente
che svolge il servizio in house per
conto dei vari Comuni consorziati e, quindi, non risente di alcuno stimolo
concorrenziale, potendo in realtà "scaricare" (anche se non in maniera diretta) i propri costi sulle tariffe pagate
poi dagli utenti.
Una analisi più
dettagliata della composizione di questi costi permette di evidenziare alcune
interessanti dinamiche:
a)
i
costi di gestione del servizio raccolta rifiuti (differenziati e
indifferenziati) sono diminuiti rispetto al 2014 di € 409.520,66 (-30.43%);
in particolare i costi della raccolta indifferenziata sono diminuiti di € 510.235,56 (-37.91%), mentre i costi della raccolta differenziata sono
aumentati di € 100.714,90 (+7,48%). Dunque, questi dati confermano
che la riduzione delle quantità di rifiuti indifferenziati ha inciso direttamente
sulla riduzioni dei costi del servizio, ma molto meno sulla TARI;
b)
i
costi generali e amministrativi sono aumentati di € 234.336,72 (+17.41%),
dimezzando così i benefici della riduzione delle quantità dei rifiuti
indifferenziati prodotti, confermando dunque quanto da tempo sosteniamo in
merito alla crescente incidenza dei costi amministrativi sulla TARI; questi
costi scaricati sia da ACAM Ambiente che dal Comune stanno mantenendo elevata la tariffa
della TARI;
c)
una ulteriore conferma ci perviene dall’analisi dell’incidenza delle varie voci di
costo sul loro totale posti alla base della TARI: i costi del servizio raccolta
rifiuti incidevano nel 2014 per il 56,40%
mentre nel 2019 pesano per il 32,93%;
al contrario i costi generali e amministrativi gravavano nel 2014 per il 43,60% e ora colpiscono per il 66,40%. Quindi oramai l’incidenza del
servizio di raccolta è più bassa rispetto a quella dei costi amministrativi, confermando le
nostre precedenti analisi sul peso crescente del sistema societario messo in
piedi per il servizio di raccolta rifiuti.
Ripetiamo ciò
che da tempo sosteniamo: la causa delle lievi riduzioni registrata nel periodo
2014-2019 è da ricercare sia nella diversa incidenza che nell’andamento
inversamente proporzionale tra costi diretti di gestione del servizio con
quelli generali e amministrativi. Queste diversificate caratteristiche
gestionali spiegano perché il costo complessivo posto alla base della TARI ha
risentito poco dell’aumento della raccolta differenziata e della contemporanea
riduzione della quantità dei rifiuti prodotta.
Certamente è
meglio una piccola riduzione che un aumento, ma colpisce la limitata
diminuzione dei costi nonostante sia avvenuto in questo stesso periodo sia un
aumento sostanzioso registrato nella raccolta differenziata, che una significativa
riduzione complessiva dei rifiuti trattati.
Infatti, nel
periodo 2013-2018 la raccolta differenziata è passata dal 26% del 2013 al 79,1%
del 2019 (con un incremento di 53,1
punti in percentuale), mentre la produzione complessiva dei rifiuti (cioè la
somma dei rifiuti raccolti in modo indifferenziato con quelli raccolti in modo
differenziato) è passata da 4.535
ton/anno del 2013 a 3.283,5 ton/anno
del 2017 (-1.251,5 ton/anno -35,48%)
e nel 2018 è rimasta sugli stessi
livelli (a 3.300 ton/anno) .
In particolare,
occorre comprendere come mai ad una così accentuata riduzione delle quantità di
rifiuti prodotti del 42% rispetto al
2013, si riscontri una così lieve riduzione del 12,34% rispetto ai costi del 2014.
Una prima
significativa risposta si può trovare nell’analisi del costo unitario per
quantità di rifiuti prodotti: il costo unitario passa da € 220,7 del 2009, a € 333,4
del 2014, a € 411,9 del 2018 , a 407,8 del 2019 con un incremento del
costo unitario di ben € 187,1 (+45,87%) rispetto al 2009 e di € 74,4 (+18.25%) rispetto al 2014.
L’aumento del
costo unitario del servizio raccolta dei rifiuto rende evidente un effettivo fallimento nella gestione dei rifiuti, poiché con minori quantità di
rifiuti prodotti si paga di più per costo unitario; si tratta di un vero e
proprio “salasso” che contribuisce ad un generale impoverimento dei cittadini
nel contesto della grave situazione economico e finanziaria che l’Italia ha
attraversato.
In
questo contesto, quasi tutti i Sindaci (di qualunque colore partitico) mettono
in evidenza i vari “bonus” concessi qua e la per coprire una gestione assai
costosa della raccolta dei rifiuti, in cui quasi tutti gli amministratori non
riescono a imporre decisioni diverse rispetto a quelle assunte da ACAM Ambiente. Appaiono
veramente stonate le allegre rappresentazioni sugli
sconti a questo o a quello, poiché se qualcuno ottiene un risparmio (e ne siamo
tutti contenti), per altri sono riservati aumenti in compensazione di queste
minori entrate in un contesto di lievi riduzioni di costo complessivo.
L’analisi
temporale dell’andamento dei costi del servizio rifiuti dimostra, altresì, il
mancato consistente effetto riduttivo sulla TARI in conseguenza all’aumento
della raccolta differenziata e alla diminuzione della quantità di rifiuti prodotti; nel
periodo 2014-2019 si registrano solo lievi aggiustamenti al ribasso, mentre se
si analizza il periodo 2009-2019 l’andamento dei costi evidenzia una impennata
nel 2013-2014 e poi successive riduzioni, ma a livelli sempre più elevati
rispetto al 2009, mentre il costo unitario per quantità di rifiuti prodotti manifesta
un costante incremento.
Questa analisi
oggettiva (non ideologica, né derivante da comodità di posizione preconcetta)
permette di aprire una serie di considerazioni di notevole importanza, uscendo
da una disputa puramente terminologica sull’entità della riduzione dei costi
posti alla base della TARI, poiché il problema è assai serio, investendo
direttamente le scelte organizzative e gestionali e, quindi, la gestione di
ACAM Ambiente, cioè di una partecipata dei Comuni che ha attraversato una grave situazione economico e finanziaria ed ora è stata incorporata
da IREN.
Sotto questo profilo, dobbiamo manifestare una
profonda delusione per il primo piano finanziario redatto da ACAM Ambiente ora
controllata da IREN: speravamo in un netto cambiamento e invece registriamo una
notevole continuità: il Piano
finanziario è ancora redatto come i precedenti, si guarda alla formalità, ma
rimane il suo carattere generico, superficiale, poco trasparente e non
giustificato; manca lo sviluppo e la dimostrazione dei costi effettivi; l’inadeguatezza
di dati e la scarsa trasparenza trasformano gli importi riportati come costi nel
piano finanziario come immutabili, assoluti e indiscutibili elementi da
prendere così come sono, ma di fatto sono la base su cui viene calcolata la TARI e, quindi,
questo modo superficiale determina il prelievo dalle tasche dei cittadini.
La Giunta
Montebello ha la responsabilità politica di non aver mai svolto un ruolo
autonomo e propositivo verso ACAM, ne ha accettato supinamente l’impostazione
organizzativa e finanziaria del servizio; siamo quindi consapevoli che solo
mandando Voi all’opposizione si potrà veramente rivedere sostanzialmente questo
modo sbagliato di gestire i rifiuti, portando così reali risparmi ai
castelnovesi.
Euro Mazzi - Maria Luisa Isoppo - Giorgio Salvetti - Francesco Baracchini
(discorso tenuto nel Consiglio Comunale del 18/2/2019)
Questo post fa parte di un più ampio studio sui problemi della gestione dei
rifiuti e sulle sue ricadute economiche e finanziarie.
Riferimenti alla TARI:1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
6) CARA TARI … COSA SUCCEDE NEL COMUNE DI ARCOLA: QUI
7) CARA TARI … COSA SUCCEDE A SANTO STEFANO M.: QUI
8) CARA TARI … alcune considerazioni riassuntive: QUI
9) CARA TARI … alcune considerazioni su ACAM: QUI
Si riportano qui sotto i riferimenti ad alcuni dei precedenti post che
trattano problematiche simili:
- LA STANGATA TARI: le polemiche tra cattiva gestione, incapacità
gestionale e ignoranza: QUI- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
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