Dopo
aver esaminato l’andamento negli anni 2014-2018 del tributo TARI per
come è stato determinato nei sette Comuni
della Val di Magra (Ameglia, Arcola, Castelnuovo Magra, Luni, Santo Stefano
Magra, Sarzana e Vezzano Ligure) è possibile ora iniziare a fare dei confronti
e a trarre alcune considerazioni.
La
TARI è
oramai il tributo più importante all’interno delle entrate proprie di un Comune
e copre quasi integralmente il costo
della gestione dei rifiuti costituendone, insieme al costo del personale,
uno degli oneri più significativi; per esempio, nel Comune di Castelnuovo M. la
TARI rappresenta
il 29,84% del totale delle entrate
tributarie, mentre il costo della gestione dei rifiuti insieme al costo del
personale rappresentano il 57,23%
della spesa corrente.
La gestione della riscossione della TARI è uno degli aspetti che incide maggiormente sugli equilibri finanziari di un Comune, poiché la gestione del gettito annuale si protrae nel tempo e determina la formazione di residui attivi il cui ammontare comporta la necessità di prevedere accantonamenti in proporzione alla capacità effettiva di riscossione, immobilizzando così risorse per evitare dissesti futuri, invece di destinarle per interventi amministrativi. In tal senso la situazione più critica è stata registrata nel Comune di Vezzano L. e in quello di Sarzana, mentre nel Comune di Santo Stefano M. è presente la maggiore somma accantonata.
La gestione della riscossione della TARI è uno degli aspetti che incide maggiormente sugli equilibri finanziari di un Comune, poiché la gestione del gettito annuale si protrae nel tempo e determina la formazione di residui attivi il cui ammontare comporta la necessità di prevedere accantonamenti in proporzione alla capacità effettiva di riscossione, immobilizzando così risorse per evitare dissesti futuri, invece di destinarle per interventi amministrativi. In tal senso la situazione più critica è stata registrata nel Comune di Vezzano L. e in quello di Sarzana, mentre nel Comune di Santo Stefano M. è presente la maggiore somma accantonata.
L’attività di riscossione implica, a sua
volta, una serie coordinata di attività che mirano all’incasso, evitando la
prescrizione quinquennale del tributo per mantenere una effettiva capacità di
riscuoterlo anche al fine di attivare le azioni
coattive di recupero (ipoteca, pignoramento, vendita all’asta, ecc.).
Sotto
questo profilo la gran parte dei Comuni analizzati non è attrezzata e adeguatamente
preparata e gli squilibri si avvertono in quasi tutti i Comuni, con
maggiore (ad esempio il Comune di Vezzano L.) o minore (ad esempio il Comune di
Castelnuovo M.) intensità dipendente da molte circostanze, tra cui il livello
professionale degli addetti, ma anche dall’attenzione dei vari organi politici
su questa problematica che non costruisce consensi nell’immediato, ma che li
allontana in caso di dissesti o di crisi finanziarie prolungate (come ad
esempio il recente caso del Comune di Sarzana).
La gestione
della TARI
rappresenta, dunque, un nodo cruciale per valutare
adeguatamente l’azione politica e amministrativa di una maggioranza, ma anche
delle minoranze (poiché una forte opposizione costringe chi amministra a
governare con più attenzione); in proposito occorre evidenziare una generale scarsa conoscenza delle
dinamiche economiche e finanziarie interne ai singoli Comuni; ignoranza che favorisce lo svilupparsi
di sentimenti e di sensazioni positive o negative basate più sull’approccio propagandistico o sui “mugugni”
che sull’analisi della effettiva azione amministrativa.
La somma dei Piani Finanziari per la TARI
2018 dei suindicati sette Comuni (che formano l’area omogenea della Bassa Val
di Magra) ammonta a 15,9 €/milioni; tale
costo deriva dalla somma dei costi sostenuti da ACAM
(13,8 €/milioni) e di quelli
sostenuti da ogni singolo Comune (2,1 €/milioni); questo costo previsto per il 2018 è il più basso del periodo 2014-2018.
Se si rapporta
questo costo complessivo ai 70.687
abitanti e alle 31.827 famiglie
presenti al 31/12/2017 nei suindicati sette Comuni si ottiene una media di
costo di € 224,99 per abitante e di € 499,71 per famiglia; sotto queste due medie troviamo tre comuni
(Arcola, Castelnuovo M. e Luni) che hanno costi inferiori, mentre gli altri
quattro Comuni sopportano oneri ad un livello superiore.
Nel periodo
2013-2017 nei sette Comuni della Val di Magra la percentuale di raccolta
differenziata è aumentata notevolmente: ad Ameglia è passata dal 27,40% del 2013 al 79,59% del 2017; ad Arcola è passata dal 20,70% del 2013 al 70,21%
del 2017; a Castelnuovo M. è passata dal 26,00%
del 2013 al 77,93% del 2017; in Luni
è passata dal 17,90% del 2013 al 79,15% del 2017; a Santo Stefano Magra
è passata dal 22,00% del 2013 al 66,65% del 2017; in Sarzana è passata
dal 23,80% del 2013 al 66,61% del 2017; in Vezzano L. è
passata dal 16,70% del 2013 al 69,00% del 2017).
La produzione complessiva dei rifiuti
(cioè la somma dei rifiuti raccolti in modo indifferenziato con quelli raccolti
in modo differenziato) nel periodo 2012-2017 nei sette Comuni della Val di Magra registra diminuzioni significative: si
tratta di ben -10.161,8 ton/anno
(pari al -31,93% una percentuale
superiore rispetto sia a quella Provinciale del -18,69% che Regionale del
-13,62%).
Una così accentuata riduzione delle quantità di
rifiuti prodotti nel 2017 (-31,93%) rispetto a quelli prodotti nel 2013 avrebbe
dovuto comportare una altrettanto significativa riduzione dei costi del
servizio, mentre invece il restringimento registrato nella somma dei sette Piani Finanziari 2018 rispetto a quelli
del 2014 è soltanto del -1,09%.
Questa evidente
anomalia è spiegata dall’aumento del costo
unitario per quantità di rifiuti prodotti: il costo unitario per i suindicati sette Comuni nel 2014 assommava a € 399,07, mentre nel 2018 totalizzava € 525,15 (con un incremento di € 126,08 pari al +24,01%).
La crescita del costo unitario testimonia una cattiva
gestione del servizio raccolta dei rifiuti e, pertanto, occorre ripetere quanto
già riportato in altri post in merito al “fallimento nella gestione dei rifiuti, poiché con minori
quantità di rifiuti prodotti si paga di più per costo unitario. L’effetto combinato dell’aumento della raccolta
differenziata e della diminuzione della quantità di rifiuti non ha prodotto a
livello generale significative diminuzioni
del costo della gestione dei rifiuti, smentendo le superficiali e favorevoli previsioni dei vari Sindaci e
Assessori competenti”.
L’analisi dei
Piani Finanziari di ogni singolo Comune ha evidenziato alcuni tratti comuni:
a) i costi di gestione del servizio
raccolta rifiuti (differenziati e indifferenziati) sono diminuiti e la loro
incidenza sul costo complessivo è calata in modo significativo;
b) i costi
generali e amministrativi sono generalmente aumentati e la loro incidenza sul
costo complessivo è accresciuta
Quindi, la
riduzione delle quantità di rifiuti raccolti ha inciso parzialmente sui costi
della raccolta, ma l’aumento dei costi
generali e amministrativi ha vanificato questi benefici; inoltre, l’aumento
della percentuale della raccolta differenziata ha aumentato i costi di questo
tipo di raccolta, ma vi è stata altresì una scarsa incidenza degli introiti derivanti dalla “vendita” dei materiali riciclati
conseguiti con la raccolta differenziata.
Dunque, il
servizio di raccolta, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti operante nella Val di Magra sembrerebbe costare troppo in rapporto alle
quantità in costante riduzione di rifiuti differenziati e indifferenziati; una
conferma in tal senso è data proprio dall’aumento del costo unitario.
Questa analisi (oggettiva
e non ideologica) evidenzia come sia necessario un maggiore approfondimento
relativo alle scelte organizzative e
gestionali compiute fino ad oggi da ACAM
e dai vari Comuni, ma le carenze di dati, di analisi, di riflessioni e di
dibattito non permettono lo sviluppo di adeguate
strategie di lungo periodo sulla gestione della raccolta dei rifiuti.
Sotto questo
profilo, la recente conclusione del processo di aggregazione del Gruppo ACAM in quello di IREN
potrà portare dei cambiamenti,
alcuni sicuramente positivi (come ad esempio: - l’uscita dalla procedura
concorsuale ex art. 182 Legge Fallimentare; - la fine formale della crisi
finanziaria di ACAM; - la distribuzione
di dividendi; - la ripresa degli investimenti), ma altri negativi (come ad
esempio: - la fine del radicamento territoriale; - la finanziarizzazione; - la
prevalenza delle logiche borsistiche; la progressiva privatizzazione).
IREN dispone di vari
impianti per il trattamento dei
rifiuti, ma sono collocati in Regioni e Province diverse ed occorrono opportuni
accordi per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, accordi
che prevedono oneri aggiuntivi in
carico ai cittadini.
In questo contesto non va dimenticata la necessità della
chiusura del ciclo dei rifiuti da prevedersi nei vari Piani Regionali e Provinciali.
Insomma,
porre attenzione ai costi su cui si basa la TARI significa accendere un faro di
luce sia sull’organizzazione societaria
di chi gestisce la raccolta dei rifiuti (ACAM/ IREN),
ma anche sulle più importanti scelte politiche in merito (Piano dei Rifiuti e accordi tra
Regioni); soprattutto dovrebbe significare acquisire consapevolezza sulla sostenibilità ambientale di queste
scelte in una prospettiva di sviluppo
economico “circolare”.
La
“terra
di nessuno” non esiste, poiché abbiano a disposizione un’unica Terra: la nostra terra, la nostra aria, la nostra
acqua.
Euro
Mazzi
1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
6) CARA TARI … COSA SUCCEDE NEL COMUNE DI ARCOLA: QUI
7) CARA TARI … COSA SUCCEDE A SANTO STEFANO M.: QUI
- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
Questo post fa parte di un più ampio studio sui problemi
della gestione dei rifiuti e sulle sue ricadute economiche e finanziarie.
Riferimenti alla TARI:1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
6) CARA TARI … COSA SUCCEDE NEL COMUNE DI ARCOLA: QUI
7) CARA TARI … COSA SUCCEDE A SANTO STEFANO M.: QUI
Si
riportano qui sotto i riferimenti ad alcuni dei precedenti post che
trattano problematiche simili:
- LA STANGATA TARI: le polemiche tra cattiva gestione,
incapacità gestionale e ignoranza: QUI- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
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