La
tariffa TARI
viene determinata con delibera del Consiglio comunale sulla base dei costi individuati e classificati nel Piano Finanziario, redatto da ACAM, a cui sono aggiunti i costi
sostenuti dal Comune. I costi del Piano Finanziario
“complessivo” vengono suddivisi in costi fissi e variabili e questi vengono poi ripartiti in quote
imputabili alle utenze domestiche e
alle utenze non domestiche;
successivamente vengono calcolate le voci tariffarie, fisse e variabili, da
attribuire alle singole categorie di utenza, in base a formule e a coefficienti
indicati dalla normativa. Su queste basi vengono poi inviati ai singoli
contribuenti le comunicazioni di pagamento in rapporto alla loro specifica
situazione rilevabile dalla loro denuncia rilasciata ai fini TARI.
Il Piano Finanziario per la TARI
2018 del Comune di Santo Stefano Magra
presenta un costo complessivo di € 2.184.560,91;
tale costo deriva dalla somma dei costi sostenuti da ACAM
(€ 1.531.707,05 pari al 70,12% del
costo complessivo) e di quelli sostenuti dal Comune (€ 652.853,86 pari al 29,88%); questo costo previsto per il 2018 è il più basso del periodo 2014-2018:
si tratta di € 321.784,45 in meno rispetto al 2014 (con riduzione del 14,73%).
In proposito, occorre far
presente che la riduzione più consistente è stata registrata nel Piano Finanziario TARI del 2016 (per € 269.885,02 pari al -12.07%), mentre
negli altri anni la riduzione è stata più contenuta.
A differenza di quanto avviene in altri Comuni,
il peso dei costi comunali è assai significativo aggirandosi intorno al 30% del
Piano Finanziario complessivo: erano € 762.909,38 nel 2014, mentre nel 2018 è diminuito a €
652.853,86. Questa diversa e superiore incidenza dei costi comunali è data
dalla voce “accantonamenti” che nel periodo 2014-2018 è sempre stata
superiore a € 320.000, segnalando così una certa difficoltà e/o lentezza
nella riscossione del tributo e la permanenza di alti livelli di residui
attivi.
Nel periodo
2013-2017 la raccolta differenziata nel
Comune di Santo Stefano Magra è
passata dal 22% del 2013 al 66,65% del 2017 (con un incremento di 44,65 punti in percentuale), mentre la
produzione complessiva dei rifiuti (cioè la somma dei rifiuti raccolti in modo
indifferenziato con quelli raccolti in modo differenziato) è passata da 5.013,0 ton/anno del 2013 a 3.598,1 ton/anno del 2016 (-1.414,9 ton/anno) e a 3.812,9 ton/anno del 2017 (-1.200,1 ton/anno).
Una così accentuata riduzione delle quantità di
rifiuti prodotti nel 2018 (pari al -31,47%)
rispetto a quelli prodotti nel 2013 avrebbe dovuto comportare una altrettanto
significativa riduzione dei costi del servizio, mentre invece la riduzione
registrata nel Piano Finanziario
2018 rispetto a quello del 2014 è soltanto
del -14,73%. Questa evidente anomalia deve essere adeguatamente analizzata.
L’analisi
dell’andamento del costo unitario
per quantità di rifiuti prodotti evidenzia incrementi costanti, passando da € 435,8 del 2014 a € 657,3 del 2018, con
una crescita del costo unitario di ben € 221,6 (pari ad un aumento del 33,70%); occorre però far notare come il costo unitario del 2018 sia inferiore a quello del 2017 di € 39,2.
Dunque, a fronte
di una riduzione nominale del Piano
Finanziario del 2018 rispetto ai costi riportati in quelli degli anni
precedenti (-14,73% rispetto al
2014), il costo unitario del
servizio rapportato alle quantità di rifiuti prodotti evidenzia un consistente
incremento (+33,70%); pertanto
occorre ripetere quanto già riportato in altri post in merito al “fallimento
nella gestione dei rifiuti, poiché con minori quantità di rifiuti prodotti si paga di più per costo unitario. L’effetto
combinato dell’aumento della raccolta differenziata e della diminuzione della
quantità di rifiuti non ha prodotto a livello generale significative diminuzioni del costo della gestione dei rifiuti, smentendo le
superficiali e favorevoli previsioni dei
vari Sindaci e Assessori competenti”.
In proposito,
occorre porre sotto osservazione l’organizzazione
del servizio di nettezza urbana come traspare dai dati riportati nel Piano Finanziario: a) i costi di gestione del servizio
raccolta rifiuti (differenziati e indifferenziati) sono diminuiti rispetto al
2014 di € 150.238,99 (pari al -18,93%), mentre la loro incidenza sul
costo complessivo è passata dal 37,65%
del 2014 al 36,32% del 2018; b) i
costi generali e amministrativi sono diminuiti di € 228.603,20 (pari al -17,51%),
mentre la loro incidenza sul costo complessivo è passata dal 61,22% del 2014 al 59,77% del 2018.
A differenza di
quanto accade negli altri Comuni della Val di Magra, l’incidenza dei costi amministrativi e gestionali
scaricati sia da ACAM che dal
Comune sulla gestione del servizio dei rifiuti rimane alta ma è costante.
Quindi, la
diminuzione dei costi registrati nel Piano
Finanziario è derivabile in gran parte dalla riduzione delle quantità di
rifiuti raccolti.
Una seconda
causa deriva dal tipo di organizzazione
della raccolta: questo servizio sembrerebbe costare troppo in rapporto alle quantità in costante riduzione di
rifiuti differenziati e indifferenziati; una conferma in tal senso è data dall’aumento
del costo unitario.
Una terza causa
deriva dalla scarsa incidenza degli
introiti derivanti dalla “vendita”
dei materiali riciclati conseguiti con la raccolta differenziata.
Una ulteriore conferma
ci perviene dall’analisi dell’incidenza
delle varie voci costituenti il Piano
Finanziario: a) i costi del servizio raccolta rifiuti indifferenziati incidevano
nel 2014 per il 28%, mentre nel 2018
pesano per il 20,31% e questo
andamento è spiegabile con la riduzione delle quantità raccolte; b) i costi del
servizio raccolta rifiuti differenziati incidevano nel 2014 per il 9,66%, mentre nel 2018 pesano per il 16,32% e questo aumento è in rapporto
alle maggiori quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato; c) i costi
generali e amministrativi gravavano nel 2014 per il 61,22% e ora colpiscono per il 59,09%
e questi costi risultano non influenzati
dall’andamento delle quantità raccolte, ma dalle peculiari modalità gestionali sia di ACAM
che del Comune.
Dunque, sul calo
dei costi riportati nel Piano
Finanziario ha inciso in modo diretto la riduzione delle quantità di rifiuti prodotti; mentre l’aumento
della raccolta differenziata ha fatto lievitare i costi ridimensionandone il
calo; altrettanto, la contenuta riduzione dei costi generali e amministrativi ha parzialmente vanificato i
benefici derivanti dalla riduzione dei rifiuti prodotti.
Queste
diversificate caratteristiche gestionali spiegano perché il costo complessivo
posto alla base della TARI ha risentito
solo parzialmente dell’aumento della raccolta differenziata e della
contemporanea riduzione della quantità dei rifiuti prodotta.
Questa analisi (oggettiva
e non ideologica) evidenzia come sia necessario un maggiore approfondimento
relativo alle scelte organizzative e
gestionali compiute da ACAM,
ma le carenze di dati e di appropriate valutazioni presenti nei Piani Finanziari (previsti per legge,
ma effettivamente non forniti) non permette ulteriori valutazioni.
Certamente gli
abitanti del Comune di Santo Stefano
Magra avranno accolto con piacere la riduzione dei costi posti a base del Piano Finanziario per la TARI, ma
occorre evidenziare come questo servizio costi
ancora troppo soprattutto in rapporto alla costante minor quantità
complessive di rifiuti raccolti.
Occorre
sviluppare nei cittadini e nei loro rappresentanti negli organi elettivi dei
Comuni una approfondita riflessione
e un diffuso dibattito sulla
necessità di aumentare l’efficienza,
l’efficacia e l’economicità del servizio di gestione dei rifiuti, iniziando dalla
divulgazione di maggiori informazioni sulla composizione e sulla dinamica dei
vari costi che compongono il Piano
Finanziario per la TARI … al contrario i cittadini continueranno a
pagare assai caro questo tributo.
Euro
Mazzi
Questo post fa parte di un più ampio studio sui problemi
della gestione dei rifiuti e sulle sue ricadute economiche e finanziarie.
Riferimenti alla TARI:
1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA
SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
6) CARA TARI … COSA
SUCCEDE NEL COMUNE DI ARCOLA: QUI
Si
riportano qui sotto i riferimenti ad alcuni dei precedenti post che
trattano problematiche simili:
- LA STANGATA TARI: le polemiche tra cattiva gestione,
incapacità gestionale e ignoranza: QUI
- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E
ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI
SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI
EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA
GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI
RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN
GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN
ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
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