La TARI è
una tassa patrimoniale corrisposta
in base alla tariffa annua commisurata
alla copertura integrale dei costi
relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti; tariffa determinata
con delibera del Consiglio comunale sulla base di un Piano Finanziario redatto da ACAM
a cui si aggiungono i costi sostenuti dal Comune.
Il Piano Finanziario per la TARI
2018 del Comune di Arcola presenta
un costo complessivo di € 1.768.946,15;
tale costo deriva dalla somma dei costi sostenuti da ACAM
(€ 1.482.138,65 pari all’83,79% del
costo complessivo) e di quelli sostenuti dal Comune (€ 286.807,50 pari all’16,21%); questo costo previsto per il 2018 è il più basso del periodo 2014-2018,
in cui le più significative variazioni sono avvenute rispetto al 2014 con una
diminuzione di € 287.844,42 (-16,27%)
e rispetto al 2016 con una riduzione di €
70.164,36 (-3,97%).
In questo peculiare andamento in riduzione hanno inciso diversi fattori legati alla gestione del servizio dei rifiuti; certamente gli abitanti del Comune di Arcola avranno accolto con piacere la riduzione dei costi posti a base del Piano Finanziario per la TARI in questi ultimi anni, ma bisogna approfondire con più attenzione queste specifiche problematiche gestionali.
In questo peculiare andamento in riduzione hanno inciso diversi fattori legati alla gestione del servizio dei rifiuti; certamente gli abitanti del Comune di Arcola avranno accolto con piacere la riduzione dei costi posti a base del Piano Finanziario per la TARI in questi ultimi anni, ma bisogna approfondire con più attenzione queste specifiche problematiche gestionali.
Nel periodo
2013-2017 la raccolta differenziata è passata dal 20,70% del 2013 al 70,21%
del 2017 (con un incremento di 49,51
punti in percentuale), mentre la produzione complessiva dei rifiuti (cioè la
somma dei rifiuti raccolti in modo indifferenziato con quelli raccolti in modo
differenziato) è passata da 4.806,9
ton/anno del 2013 a 3.781,8 ton/anno del 2016 (-1.025,1 ton/anno) e a 4.027,7
ton/anno del 2017 (-779,2 ton/anno).
Questa riduzione delle quantità di rifiuti
prodotti nel 2018 pari a -19,35%
rispetto a quelli prodotti nel 2013 ha comportato una inferiore ma altrettanto
significativa riduzione dei costi del servizio nel Piano Finanziario 2018 rispetto a quello del 2014 del -16,27%.
L’analisi
dell’andamento del costo unitario
per quantità di rifiuti prodotti evidenzia degli incrementi nel triennio
2014-15-16 ( passando da € 427,9 del
2014 a € 560,7 nel 2016), ma una
diminuzione negli anni successivi: € 467,8
nel 2017 e € 439,2 nel 2018; nel
periodo 2014-18 vi è un leggero aumento di €
11,3 (+2.58%).
Dunque, a fronte
di una riduzione dei costi del Piano
Finanziario del 2018 rispetto a quelli del 2014 (-16,27%), il costo unitario
del servizio rapportato alle quantità di rifiuti prodotti evidenzia un leggero
incremento (+2,58%), rendendo
evidente un effettivo fallimento nella
gestione dei rifiuti, poiché con minori quantità di rifiuti
prodotti si paga di più per costo
unitario.
Come è stato più volte evidenziato nei precedenti
post, l’effetto combinato dell’aumento della raccolta differenziata e della
diminuzione della quantità di rifiuti non ha prodotto a livello generale significative
diminuzioni
del costo della gestione dei rifiuti,
smentendo le superficiali e favorevoli previsioni
dei vari Sindaci e Assessori competenti.
L’analisi delle
dinamiche e della composizione del Piano
Finanziario fornisce alcune spiegazioni. Mentre i costi di gestione del
servizio raccolta rifiuti (differenziati e indifferenziati) sono diminuiti rispetto
al 2014 di € 593.020.33 (pari al -98,64%); i costi generali e
amministrativi sono aumentati di € 249.714,55
(+21,91%, dimezzando così gli effetti riduttivi derivanti dai benefici
della riduzione delle quantità di rifiuti prodotti.
Viene ancora una volta confermato come l’aumento
dell’incidenza dei costi amministrativi e gestionali scaricati sia
da ACAM che dal Comune sulla
gestione del servizio dei rifiuti sia una delle cause principali del minore
decremento dei costi riportati nel Piano
Finanziario.
Una seconda
causa deriva dal tipo di organizzazione
della raccolta: questo servizio sembrerebbe costare troppo in rapporto alle quantità di rifiuti raccolti in
modo differenziati e indifferenziati; una conferma in tal senso è data dall’incremento
del costo unitario (+2,58%).
Una terza causa
deriva dalla scarsa incidenza degli
introiti derivanti dalla “vendita” dei materiali riciclati.
Una ulteriore conferma
ci perviene dall’analisi dell’incidenza
delle varie voci costituenti il Piano
Finanziario: a) i costi del servizio raccolta rifiuti incidevano nel 2014
per il 58,06%, mentre nel 2018
pesano per il 33,99%; b) i costi
generali e amministrativi gravavano nel 2014 per il 43,26% e ora colpiscono per il 64,42%.
Dunque, sul calo
dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti ha inciso la riduzione delle quantità di rifiuti
prodotti; sul calo dei costi gestionali del servizio di raccolta dei
rifiuti indifferenziati ha inciso la
riduzione delle quantità di rifiuti raccolti in modo indifferenziato; mentre
risulta inspiegabile e anomalo il calo dei costi del servizio di raccolta
differenziata, avvenuto nonostante un aumento delle quantità della raccolta
differenziata; comunque, il notevole incremento dei costi generali e amministrativi ha parzialmente vanificato i
benefici derivanti dalla riduzione dei rifiuti prodotti e dall’aumento della
raccolta differenziata.
La causa delle contenute
riduzioni registrate nel periodo 2014-2018 è, quindi, da ricercare sia nella diversa incidenza che
nell’andamento inversamente proporzionale tra costi diretti di gestione del
servizio con quelli generali e amministrativi.
Dobbiamo
ripetere quanto già in precedenza riportato in altri post: “questa analisi (oggettiva e non ideologica) evidenzia come sia
necessario un maggiore approfondimento
relativo alle scelte organizzative e
gestionali compiute da ACAM,
ma le carenze di dati e di appropriate valutazioni presenti nei Piani Finanziari (previsti per legge, ma
effettivamente non forniti) non permette ulteriori valutazioni. In proposito,
occorre ricordare come ACAM sia una partecipata dei Comuni, la quale ha
attraversato una grave situazione economico e finanziaria ed ora è stata incorporata
in IREN; sotto questo
profilo sarà importante verificare come verranno redatti i prossimi Piani Finanziari e quali novità saranno effettivamente
introdotte. Si teme, però,
una sostanziale continuità dato lo scarso dibattito in merito e la diffusa non conoscenza delle dinamiche
finanziarie, economiche e organizzative implicate nel servizio di raccolta dei
rifiuti”.
Sarebbe
auspicabile una profonda revisione nella redazione del Piano finanziario che superi il modo formale, generico e
superficiale con cui fino ad oggi sono stati redatti; manca lo sviluppo e la
dimostrazione dei costi effettivi; è evidente l’inadeguatezza dei dati e la
scarsa trasparenza; gli importi riportati come costi appaiono come dati assoluti
e indiscutibili, cioè sono elementi da prendere così come sono.
Fino
ad oggi sono stati prevalenti gli interessi di ACAM
rispetto ai bisogni dei cittadini: ACAM
gestisce e propone, il Comune può solo ratificare con scarse possibilità di
sottrarsi alle sue indicazioni e … il
cittadino deve solo pagare.
Euro
Mazzi
1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
Questo post fa parte di un più ampio studio sui problemi
della gestione dei rifiuti e sulle sue ricadute economiche e finanziarie.
Riferimenti
alla TARI:1) CARA TARI TI SCRIVO … COSA SUCCEDE A SARZANA: QUI
2) CARA TARI … COSA SUCCEDE A CASTELNUOVO MAGRA: QUI
3) CARA TARI … COSA SUCCEDE A LUNI: QUI
4) CARA TARI … COSA SUCCEDE A VEZZANO LIGURE: QUI
5) CARA TARI … COSA SUCCEDE AD AMEGLIA: QUI
Si riportano qui sotto i riferimenti ad alcuni dei
precedenti post che trattano problematiche simili:
- LA STANGATA TARI: le
polemiche tra cattiva gestione, incapacità gestionale e ignoranza: QUI- GESTIONE DEI RIFIUTI IN VAL DI MAGRA: INEFFICIENTE E ASSAI COSTOSA: QUI
- CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?: QUI
- LA GESTIONE DEI RIFIUTI A EMPOLI: UNA ESPERIENZA DI SUCCESSO E I LIMITI SU CUI RIFLETTERE: QUI
- PERCHÉ NON COPIARE CIÒ CHE FUNZIONA BENE IN ALTRI PAESI EUROPEI? PRENDIAMO PER ESEMPIO LO PFAND TEDESCO … ABBIAMO TANTO DA GUADAGNARCI!!!: QUI
- IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI: QUI
- ASPETTI E PROBLEMI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI A SAN GIULIANO TERME (PI): QUI
- ASPETTI DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN GERMANIA: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA ITALIANO: QUI
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